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U-2540 Revell, 1:144 |
Ho voluto provare, complice offertona prime day, l'assemblaggio di un modellino navale.
Per la mia 'prina volta' ho scelto un sommergibile tedesco della Seconda Guerra Mondiale.
Il Type XXI, il modello più moderno di u-boot, entrato in servizio solo nel 1945.
Dunque, dico subito che l'esperienza modellistica non è stata un gran che.
Il kit non è certamente roba da principianti, soprattutto per le istruzioni che non mi sono sembrate all'altezza della complessità del montaggio.
Forse è solo il primo impatto con il mdellismo navale e le modalità di costruzione non familiari.
Ma ammetto di non essermi divertito fino a quando ho tagliato la testa al toro e ho deciso di dipingere tutti i pezzi residui direttamente sullo sprue.
Così, l'assemblaggio è diventato di gran lunga meno frustrante: delle 55 fasi previste dal manuale ho impiegato un mese a farne la prima trentina e, con questo metodo, meno di una settimana a completare il tutto.
Alla fine, il risultato è migliore delle aspettative, ma non so se ripeterò l'esperienza navale.
C'è anche da aggiungere che 'sto aggeggio è parecchio ingombrante e penso che lo regalerò appena possibile.
Tenete presente che, anche se appassionato, la mia competenza in ambito navale è rudimentale.
Veniamo, quindi, all'U-2540.
E' il papà di tutti i moderni sommergibili diesel elettrici.
Iniziamo proprio dalla parola sommergibile.
In italiano c'è una netta distinzione tra sommergibile e sottomarino.
Per gli anglosassoni non è così, ma noi, stranamente, siamo più precisi.
Dunque, il sommergibile è un battello che può immergersi ma per lo più naviga in emersione.
Quasi tutti i sommergibili della Prima e Seconda Guerra Mondiale erano, appunto, sommergibili: partivano e navigavano in emersione e si immergevano solo per il combattimento.
In immersione, i sommergibili si muovevano solo grazie all'energia accumulata nelle batterie sfruttando motori elettrici di potenza limitata.
Autonomia e velocità erano scarsine.
Per non parlare della riserva d'aria...
Giusto per farvi un'idea, gli u-boot Type VII (il modello più diffuso, con oltre 700 esemplari, usato dai nazisti) aveva una velocità massima di 17 nodi in superficie usando i motori diesel e solo 7 in immersione usando i motori elettrici (velocità a cui le batterie si sarebbero esaurite in pochissimo tempo).
I sottomarini, invece, sono in grado di navigare e combattere in immersione senza mai emergere.
Ad esempio, i moderni sottomarini a propulsione nucleare sono, appunto, sottomarini: energia (e anche il riciclo dell'aria) sono forniti da un reattore nucleare, quindi l'autonomia in immersione è legata solo alla resistenza dell'equipaggio (e alle scorte di cibo).
Il nostro Type XXI è stato, probabilmente, tra i primi sottomarini in quanto poteva navigare usando i motori diesel in immersione, era dotato di batterie più moderne e più capienti tanto che la sua velocità massima in immersione era di ben 17 nodi.
Il Type XXI era dotato di Snorkel: non siete mai andati al mare con maschera e boccaglio? Ecco, allora anche voi avete usato uno snorkel.
In parole povere, dalla falsa torre del sottomarino spuntavano un paio di tubi che, mentre il natante era immerso a pelo d'acqua (ma invisibile), aspiravano l'aria fresca da un lato e buttavano fuori quella viziata e i gas di scarico dei motori diesel dall'altro.
Il sistema funzionava mediocremente per quanto riguarda la qualità dell'aria cosiddetta fresca a disposizione dell'equipaggio, ma permetteva al battello di restare praticamente sempre immerso (cosa obbligatoria dopo il 1944 quando il dominio dei cieli Alleato sull'Atlantico era assoluto).
Inoltre, i tubi degli snorkel erano ben visibili e rilevabili dai radar.
Nota: quello del ritardo nell'adozione dello snorkel è un capitolo che andrebbe trattato a parte: pur disponendo già nel 1940 della tecnologia necessaria (con tanto di esemplari funzionanti trovati su sottomarini olandesi di preda bellica), la marina nazista si decise ad installare gli snorkel solo alla fine del 1944 sui Type VII quando era ormai troppo tardi. Se avete visto il film U-Boot 96 (Das Boot) o letto il romanzo omonimo di Lothar-Günther Buchheim da cui il film è tratto potete ben immaginare quanto sarebbe stato fondamentale, per gli equipaggi dei Type VII, disporre, fin dal 1941, dello snorkel.
Ecco, mi imbatto spesso in discorsi più o meno teorici su cosa avrebbe permesso ad Hitler di vincere la Seconda Guerra Mondiale.
Questi ragionamenti, in genere, sono piuttosto sterili perché non tengono quasi mai conto della complessità della guerra industriale. I "sarebbe bastato che" si sprecano esattamente come quelli sull'Ucraina o Israele. Nella maggior parte dei casi ci si riferisce a sistemi d'arma singoli che se tempestivamente sviluppati e correttamente utilizzati avrebbero solo aumentato il conto del macellaio o prolungato la guerra (ES: il Me-262 usato subito come intercettore puro), oppure a possibilità altamente irrealistiche (tipo la conquista dell'Inghilterra).
Ma l'introduzione dello snorkel a fine 1940 (magari a seguito della cattura dell'esercito inglese a Dunkerque), beh, quello sì che avrebbe potuto metter fuori gioco l'Inghilterra entro l'estate del 1941.
Con tutte le conseguenze del caso.
Ma torniamo al nostro sottomarino.
Poveva viaggiare in immersione a 17 nodi e rimanerci ben più a lungo dei vecchi modelli.
Solo due esemplari entrarono in servizio nel 1945 ma, in pratica, non entrarono mai in combaattimento.
Dopo la guerra, un gran numero di battelli più o meno completi fu confiscato dai vincitori e i primi sommergibili diesel elettrici sia sovietici che americani del dopoguerra sono visibilmente ispirati al Type XXI.
Un unico esemplare fu ripescato dagli abissi, restaurato e usato dalla nuova marina tedesca per addestramento e sperimentazione, appunto l' U-2540.
Nonostante la meritata fama, le campagne sottomarine tedesche delle due guerre mondiali furono un fallimento.
Quella della Prima Guerra Mondiale provocò l'ingresso in guerra degli USA senza riuscire a strangolare l'Inghilterra.
Quella della Seconda Guerra Mondiale non riuscì a bloccare i convogli alleati.
Di contro, ci fu un'altra offensiva sottomarina che raggiunse i risultati prefissati da chi l'aveva scatenata: quella che gli USA effettuarono contro il Giappone che vide colare a picco la maggior parte della propria flotta mercantile.
Ah, visto che ci sono: anche durante la guerra delle Falkland, quarant'anni dopo, i sottomarini ebbero un ruolo strategico fondamentale costringendo la marina argentina nei porti.
Mi sono dilungato troppo e non è questo certo il luogo per fare un bignami di storia della guerra sottomarina.
I sottomarini sono macchine affascinanti, dai limitati impieghi pacifici.
Ma sono anche delle vere e proprie 'astronavi', perché permettono all'uomo di vivere e viaggiare in un ambiente completamente ostile, inospitale e letale.
Hanno il loro fascino legato all'esplorazione ma sono per lo più macchine letali e come tali vanno considerati.