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Fiat CR 42 Falco a sinistra, Macci MC 200 Saetta a destra |
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Fiat CR 42 Falco a sinistra, Macci MC 200 Saetta a destra |
Quale dei due aerei qui sopra ha volato per primo?
E quale dei due aerei qui sopra è entrato per primo in servizio con l'Aeronautica Italiana?
Mentre ci pensate, vi ricordo che quest'anno è il centenario dell'Aeronautica Militare Italiana.
E ho deciso di iniziare a fare modellini di aerei che hanno prestato servizio con l'Arma Azzurra iniziando proprio da questi due modelli della Seconda Guerra Mondiale.
Sono stato titubante per molto tempo, in parte per ragioni che saranno più chiare alla fine del post, in parte perché i fasci littori delle insegne stonano con la mia libreria.
Torniamo ai due caccia.
Il biplano è un Fiat CR 42 Falco. Primo Volo: 23 maggio 1938, entrata in servizio l'anno dopo, nel maggio del 1939.
E il Monoplano? Macchi MC 200 Saetta. Primo Volo: 24 dicembre 1937, entrata in servizio: 1939...
Il biplano, in pratica, fu un aereo più nuovo (ma, ovviamente, non più moderno) del monoplano.
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Fiat CR 42 |
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Fiat CR 42 |
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Macchi MC 200 Saetta |
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Macchi MC 200 Saetta
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Macchi MC 200 Saetta
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Vi dirò di più: il monoplano MC 200 fu l'aereo vincitore del concorso per il nuovo caccia italiano indetto nel 1936.
E il biplano CR 42? Quando mia moglie ha visto il modellino pensava fosse di un aereo della Prima Guerra Mondiale, non della Seconda.
E non posso darle torto. Certo, anche gli inglesi, soprattutto in teatri secondari come il Mediterraneo, all'inizio della Guerra usarono dei biplani (i Gloster Gladiator, ad esempio).
Ma, appunto: aerei obsoleti alla fine della vita operativa, non aerei nuovi freschi di tavolo di progetto.
Ricapitoliamo: c'è un concorso per un nuovo caccia. Lo vince il MC 200. E il Fiat CR 42? Non era in concorso. Non era nemmeno sul tavolo da disegno. La Fiat partecipò a quel concorso con un suo modello, il G50 "Freccia".
E che cosa successe a questo aereo perdente?
Ma venne ordinato dall'Aeronautica come se fosse stato il vincitore: perbacco, vorrai mai dare un dispiacere all'Agnelli di turno in Italia?
Si sa, la Fiat, l'Italia, altri tempi, poi al potere c'erano i fascisti, la corruzione era endemica, sì, sì e bla bla bla.
Come se certe cose fossero cambiate.
E ancora non siamo arrivati a parlare di questo benedetto CR 42.
Ma perché l'aeronautica, pur avendo in produzione un caccia vincitore, pur avendo deciso di dare un contentino anche alla FIAT ordinando anche il suo monoplano, ordinò, l'anno dopo, anche un nuovo ma antiquato biplano?
Durante la Guerra di Spagna, i 'volontari' italiani che combattevano per i fascisti di Franco si trovarono benissimo con il FIAT Caccia CR 32, biplano.
Il CR 32 era, ai tempi, il caccia standard dell'Aeronautica Italiana.
Ne furono fabbricati più di mille nei primi anni '30 e alla FIAT, a Torino, c'era una grande linea di produzione di questo caccia.
Tuttavia, i successi di questo aereo furono ingannevoli, come dimostrò il successivo conflitto mondiale.
La dottrina militare dell'aeronautica italiana, ispirata a questi presunti successi, privilegiava il duello individuale acrobatico e non gli attacchi in formazione. Per i nostri generali le radio non servivano e bastavano due mitragliatrici leggere (mentre all'estero se ne usavano anche otto per non parlare dei cannoni).
E che succede quando un soldato addestrato ed equipaggiato per la guerra che sta combattendo ne incontra uno addestrato ed equipaggiato per una guerra immaginaria che è solo nella sua testa? Questo secondo soldato è un uomo morto.
E, infatti, così andò durante la guerra: i nostri abilissimi piloti (abilissimi nelle acrobazie) furono macellati a bordo dei loro agilissimi biplani da meno abili ma meglio addestrati (e assai meglio armati) piloti alleati.
E non ne parliamo a livello industriale, come evidente da tutta questa giungla di sigle. La Germania ebbe due modelli di caccia principali, l'Inghilterra lo stesso, gli USA: tre. L'Italia? 6 o 7 e credo anche di più. Il che implicava bassi ratei di produzione e gravissime difficoltà nella gestione della logistica dei ricambi.
E, fianlmente, arriviamo al CR 42, evoluzione del CR 32: quando la FIAT propose alla Regia Aeronautica l'ultima evoluzione del biplano CR 32 che tanto aveva ben figurato in Spagna e che tanto piaceva ai piloti, gli ordini fioccarono.
Anche se Germania, Inghilterra e Francia avevano già abbandonato da un pezzo i biplani e il caccia tedesco Messerschmitt Bf 109, monoplano, aveva avuto pure lui successo in Spagna.
Anche se c'era un vincitore del concorso per il nuovo caccia MC 200.
E direi, soprattutto perché la linea di produzione del CR 42 era praticamente la stessa del CR 32 che, altrimenti, sarebbe stata chiusa.
"E che ce ne facciamo, caro Duce, di tutti quei capannoni, attrezzi, maestranze, mica li vogliamo buttar via. E aggiornarli per produrre altri aerei costa..."
E questa fu una costante: l'industria Italia era a conoscenza di soluzioni tecniche all'avanguardia (ES: saldatura vs rivettatura) ma preferiva non implementarle perchè adottarle avrebbe implicato investimenti che il sistema semifeudale e corruttivo del fascismo rendeva inutili.
Così, il biplano CR 42, obsoleto ancor prima di lasciare il tavolo da disegno, fu l'aereo più prodotto dall'Italia in assoluto: 1800 e passa esemplari.
Era privo di radio, di corazzatura, con un armamento poco più che simbolico, ma ai piloti piaceva tantissimo. Ai piloti italiani piaceva anche tantissimo il tettuccio aperto nonostante la maggior resistenza aerodinamica e la minor velocità che implicava. Il tettuccio aperto piaceva così tanto che quando l'MC 200 ebbe problemi di qualità con le vetrature speciali autarchiche, invece che per risolverlo i piloti premettero per usare anche sul ben più veloce monoplano un tettuccio aperto. Tanto, in mancanza di radio, si comunicava a gesti.
Già: i piloti inglesi si accordavano via radio per attacchi in massa coordianti, ai piloti italiani dovevano bastare i gesti...
Ecco perché sono titubante a costruire modellini di aerei italiani: mi ricordano la quotidianità kafkiana di questo Paese in cui, nello specifico, pur potendo costruire un caccia modesto ma almeno decoroso nei confronti dei concorrenti diretti, per favorire i profitti privati del potente di turno e secondo una logica non scientifica si mandarono al macello i piloti su aerei nuovi di zecca ma obsoleti.
Per non parlare delle nostre città lasciate indifese dai bombardamenti alleati.
Insomma, mi vengono i nervi a ripensare alla follia criminale di queste decisioni e i modellini li faccio per svago non per farmi venire l'ulcera.
Comunque, il CR 42 nei primi mesi di guerra in Mediterraneo e Nordafrica, opposto a velivoli inglesi altrettanto obsoleti, si comportò decorosamente.
Quando fu mandato a duellare con gli Spitfire fu il massacro.
L'MC 200 si comportò bene fino a quando non fu surclassato in numero e prestazioni dai più moderni caccia alleati.
Curiosità: l'MC 200 era complicato da produrre e per farlo occorrevano il quadruplo di ore/uomo di un caccia tedesco ME-109.
L'italietta produsse poco più di mille MC 200, la Germania 35mila ME-109...
Ora, concludo con una nota che mi piacerebbe fosse letta da quella gente che terrebbe volentieri un busto di Mussolini in ingresso.
L'aeronautica, all'epoca, era l'arma fascistissima per eccellenza.
Per tutti gli anni 20 e 30 era famosa per imprese eroiche e guasconate spettacolari ma di scarsissimo valore militare, alla prova dei fatti.
E i suoi piloti erano crème de la crème, l'elite, il fior fiore della gioventù fascista.
Gente che, alla prova dei fatti, si mostrò coraggiosissima e tenace.
Ma il loro amato Duce li mandò a morire in un vecchio biplano nuovo di fabbrica per non far smontare, all'Agnelli di turno, le sue linee di produzione obsolete.
Il fascismo è un crimine capace di annoverare tra le sue vittime i fascisti stessi direttamente mentre il crimine lo compiono.