Il mio interesse per la Guerra Civile Spagnola risale alle letture dei romanzi di Manuel Vázquez Montalbán di cui sono stato fedele lettore in gioventù. I suoi gialli dipingevano una Spagna devastata dalle conseguenze della dittatura fascista di Franco e fu proprio la sua biografia romanzata scritta da Montalbàn, Io Franco, a spingermi ad approfondire il tema.
Sono passati molti anni e ho deciso di rinfrescarmi la memoria.
Ho appena terminato questa monumentale opera sulla Guerra Civile Spagnola, un conflitto sanuinosissimo e feroce (praticamente non si facevano prigionieri) che fece da prequel alla Seconda Guerra Mondiale.
In due parole: i militari fascisti si ribellarono al governo legittimo e la guerra civile che ne scaturì fu combattuta tra una coalizione di fascisti, conservatori e monarchici ed una di democratici, comuisti ed anarchici.
In prtica, ci furono due guerre civili.
Una tra la Repubblica ed i fascisti spagnoli (appoggiati da quelli italiani e dai nazisti tedeschi) e l'altra all'interno dell'opposizione al fascismo.
E non parlo di una faccenda simbolica, ma parlo proprio di polizia segreta (NKVD) che arresta, tortura, detiene (senza processo) militanti antifascisti del colore diverso. Decine di migliaia di soldati repubblicani furono imprigionati, torturati, uccisi, sulla base della paranoia stalinista che, contemporaneamente, fece milioni di morti in URSS.
I fascisti non erano molto abili, ma i repubblicani perseguirono sempre obiettivi propagandistici piuttosto che militari fino all'inevitabile sconfitta.
Insomma, i fascisti erano scemi, i repubblicani erano più abili ma usavano questa abilità per combattersi tra loro
E si sa come andò a finire.
La propaganda stalinista era così potente da autoingannarsi e George Orwell finì ostracizzato per aver tentato di raccontare la verità sulla scandalosa conduzione della guerra da parte degli alti comandi repubblicani.
Novant'anni fa, quindi, l'aggressore era supportato da potenze fasciste mentre la Repubblica fu messa sotto embargo dalle democrazie assetate di appeasement coi fascisti.
La loro viltà, evidentemente, NON ha fatto scuola.
Franco non fu un gran che come generale, ma fu abilissimo come politico e soprattutto fu un genio nel far fuori la concorrenza alla dittatura.
I suoi avversari, divisi fino alla fine, condussero gli spagnoli prima e gli europei dopo al massacro.
Non intendo, ora, fare un riassunto degli episodi pià 'disdicevoli' di condotta della guerra da parte degli antifascisti.
Mi basta evidenziare le inoppugnabili similitudini tra le due sedicenti forze antifasciste, quelle attuali e quelle di quasi cent'anni fa:
* divisioni a livello patologico;
* meglio che vinca il fascio piuttosto che il mio concorrente;
* le democrazie sono peggio delle dittature;
* le faccende militari sono da ignorarsi e secondarie rispetto al credo;
* se anche tu sei contro X ma non sei allineato alla mia posizione allora non sei contro X
e non vado oltre per non tediarvi.
Vi lascio con un breve brano tratto dal testo in cui l'autore non è più riuscito a mantenere il tradizionale British aplomb:
<<Attaccare un settore tanto vicino al grosso dell'armata di manovra nazionalista voleva dire che i franchisti potevano contrattaccare rapidamente, e scegliere di battersi con un vasto fiume alle spalle del fronte quando il nemico aveva una schiacciante superiorità aerea per distruggere le linee di rifornimento era da idioti; rifiutarsi di tornare indietro dopo una settimana, quando era chiaro che non sarebbe più stato possibile conseguire gli obiettivi prefissati, avrebbe comportato l'inutile sacrificio di un'armata insostituibile. Era al di là della stupidità militare: era un'illusione propagandistica.>>
Ed io, da lustri, solo questo vedo a sinistra: illusioni propagandiste mescolate a malafede, ignoranza ciuccia e presuntuosa, antisemitismo e antioccidentalismo da barzelletta.
E i risultati saranno gli stessi.