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23 agosto 2025

Parte Prima: Andata. Capitolo 1 Detergente, 26 agosto 2001

 Giulia





Giulia si svegliò di soprassalto, probabilmente a causa di uno scossone del treno più forte degli altri.

Si era assopita subito dopo la partenza da Bari, stremata dalla stanchezza.

Erano quasi arrivati a Matera.

Marta stava fissando il vuoto con la testa sulle sue ginocchia e i piedi che arrivano sul finestrino dell’altro lato del corridoio.

Si trattenne dall’accarezzarle i capelli.

Giulia avrebbe ricordato nitidamente la sua mano destra che si muoveva verso quella folta chioma ribelle per poi rinunciare.

Marta le faceva sempre tenerezza ma, quel giorno, guardarla le faceva pensare ossessivamente a: ’Tra una settimana va via e io come farò?

Più cercava di non pensarci, più ci pensava.

Conosceva Marta sin dalla prima infanzia.

Non ricordava nemmeno un primo giorno di scuola affrontato senza di lei.

I marciapiedi scassati di periferia erano ostacoli da saltare assieme, le strade non asfaltate e infangate fiumi da guadare delle loro immaginarie giungle da bambine.

Mano nella mano, tutti i giorni.

Poi, in due sul suo motorino. 

E le riunioni di Branco, quelle di Squadriglia, di Reparto. 

Poi l’Alta Squadriglia, il Noviziato, il Clan.

Se solo quella maniaca della madre…

E ora?

Sapeva che all’università si sarebbero per forza separate: al liceo, Giulia passava le materie scientifiche solo grazie all’aiuto del bernoccolo della Matematica di Marta che le stava dietro dietro tutti i giorni.

Ma non credeva che sarebbe arrivato davvero questo tempo.

Fino all’ultimo aveva sperato che si iscrivesse al Politecnico di Bari, invece, dall’inizio dell’anno, aveva fatto di tutto per riuscire ad arrivare a quello di Torino.

E ci era riuscita.

Capiva bene che soffocava a casa, a Matera.

E sapeva quanto aveva sofferto e stesse ancora soffrendo per il suo aspetto fisico e le relative implicazioni.

E ora sarebbe andata via e Giulia avrebbe perso la sua amica, la sua unica sorella di fatto.

«Uè, Tetto’, a che pensi?»

22 agosto 2025

La Ricostruzione: Prologo

 


Comincia, qui, la condivisione (a puntate) dei primi capitoli del mio romanzo "La Ricostruzione" che sarà pubblicato in autunno.

E' la storia di Marta che inizia nell'estate del 2001.

Marta è una ragazza con un viso bruttissimo ma con un fisico imponente, intelligentissima e con un talento per l'informatica. E' di famiglia modesta e vive in una cittadina dell'Italia meridionale. Ha un rapporto conflittuale con la madre che non tollera che si vesta come le altre ragazze, la tiene chiusa in casa, la picchia e la lascia uscire solo il minimo indispensabile.

Marta è negli scout da quando aveva 8 anni e ora è alla fine del suo percorso educativo.

Grazie alla sua determinazione ed intelligenza, Marta si guadagna una borsa di studio per il Politecnico di Torino.

Marta ha un'unica amica: Giulia, con cui ha fatto tutto il percorso scolastico e scout. E' profondamente legata a Marta che per lei è come una sorella.

Marco è un giovanotto di buona famiglia, studente di medicina.

E' di un anno più grande di Marta e Giulia ed è anche lui uno scout.

Marco considera Marta la sua migliore amica, hanno un'intesa molto profonda. Tuttavia, Marco non solo è sempre stato attratto da Giulia, ma ha un complesso di inferiorità nei confronti di Marta di cui apprezza la forza e l'intelligenza: lui si sente solo un fortunato figlio di papà.

Marta è costantemente bullizzata e molestata dai compagni di scuola a causa del suo aspetto fisico ma, nonostante offese gratuite ed emarginazione, va sempre avanti a testa alta. Unico suo porto sicuro, a parte l'amicizia di Giulia e Marco, lo scautismo.

L'ultimo personaggio, per ora, è Raffaele, un capo scout dal passato tragico e affetto da depressione.

E' stato il capo di Marta, Marco e Giulia per quasi dieci anni e li conosce profondamente...


Ed ora vi lascio al ...



Prologo


Puzzavamo.

Puzzavamo come puzzano venti adolescenti che non si fanno la doccia da una settimana.

E che hanno camminato, zaino in spalla, sotto il Sole, per tutto il tempo.

Come conseguenza, il trenino delle FAL che da Bari arrancava verso Matera aveva uno scompartimento riservato, di fatto, al Clan dell’Agesci di ritorno dalla Route in Abruzzo.

Anche sul Pescara Bari le cose erano andate più o meno nello stesso modo, coi viaggiatori che preferivano proseguire in un altro vagone la loro ricerca di un posto a sedere.

I ragazzi erano tranquilli, stremati dalla fatica e dal sonno arretrato e la chitarra restava sigillata nella custodia strappata e rattoppata da adesivi, spille e distintivi.

Molti sonnecchiavano, un paio di coppie si facevano le coccole, io mi ero distesa con le gambe a cavalcioni sul bracciolo del sedile in pelle fintissima e la testa sul ventre di Giulia.

Dall’altro lato del corridoio, due file più indietro, Raffaele e Marco chiacchieravano fitto fitto.

Marco è il mio migliore amico.

Al contrario di Luca, che dormiva abbracciato alla chitarra lì di fianco e che sarebbe il più fedele pretendente di Giulia, Marco non aveva mai dato prova di nessun interesse romantico o zozzo che sia verso la sottoscritta.

Luca, invece, amava Giulia non ricambiato e si era trasformato, col tempo, nel suo cavalier servente.

Giulia si atteggiava un po’ da zoccola e di Luca non ne aveva mai voluto sapere, poveraccio.

Eccoli lì i golden boys del Clan.

Luca e Marco avevano preso la Partenza la notte precedente. Sono di un anno più grandi di me e Giulia e si stavano godendo gli ultimi scampoli di vacanze.

Per loro il futuro era già scritto. Entrambi figli d’arte, proseguivano all’università di Bari gli studi dei rispettivi genitori: un ricco imprenditore edile ed un noto e forse ancor più ricco ginecologo.

Nel mio caso, ovviamente, già da tempo mi sarei lasciata deflorare da Marco che, tuttavia, mi aveva sempre battuto anche in timidezza e goffaggine.

Il vero uomo del mistero, invece, era Raffaele, probabilmente l’unico a meritarsi l’appellativo di uomo in quel vagone di ragazzini.

Era l’aiuto Capo Clan, sulla carta.

In pratica era il Capo effettivo, signore assoluto del Clan Pegaso.

Gli altri Capi non avevano avuto le ferie o cazzo ne sapevo io e non erano venuti in route.

E non è che nel resto dell’anno si fossero fatti notare per presenza e personalità.

Raffaele è un astrofisico, all’epoca sulla trentina, un ottimo lavoro nel vicino centro di Geodesia Spaziale, un passato segnato dalla morte della sua fidanzata Anna a pochi mesi dalle nozze (tutto il Gruppo partecipa, ogni anno, alla messa di suffragio).

E’ stato il mio Capo Reparto, all’epoca giovanissimo, e anche Maestro dei Novizi e Capo Clan di fatto.

Dopo mio Padre è l’Uomo della mia Vita.

Ma mi aveva appena negato la Partenza e ce l’avevo a morte con lui.

«Uè, Tetto’ a che pensi?»

«A niente Zoccole’».

Giulia, biondissima, bellissima e che di tette ne ha quasi quanto me e aveva una lista di pretendenti più lunga del mio nasone, avrebbe voluto attaccar bottone, magari per togliersi la mia testa di dosso.

Ma non avrei proprio potuto dire a Giulia quello che stavo pensando davvero, proprio no.

Ecco, questa è la mia storia.
Parlerò sempre io nelle prossime pagine e sono certa che quello che vi riferirò sugli altri sia piuttosto accurato.


SEGUE