13 aprile 2025

Space Shuttle: il sogno imperfetto























Io c'ero al primo lancio dello Space Shuttle.

E anche all'ultimo.

Devo confessare di aver sperato che lo Shuttle avrebbe trovato un sostituto capace di portarci in orbita lunare, poi di un altro capace di portarci su Marte.

E invece no.

Non voglio dire che non c'è stato alcun progresso nell'esplorazione spaziale, eh, ma è proprio la scala del progresso ad essere cambiata.

Negli anni '50 si va nello spazio, negli anni '60 sulla Luna negli anni '80... orbita bassa.

Il fatto è che per me lo Shuttle è stato un sogno realizzato a metà.

Prima le capsule Mercury e Gemini, poi la più grande impresa dell'umanità, Apollo.

E alla fine l'Orbiter Space Shuttle, grande, potente e finalmente con una forma da astronave che si rispetti.

Il progetto dello Shuttle era infarcito di problemi anche parecchio gravi.

Leggendo l'autobiografia di Johm W. Young, l'astronauta americano che ha attraversato tutto il programma spaziale della NASA dalle capsule Gemini fino ad allunare con il progetto Apollo e a gestire il programma Shuttle pilotandone la prima missione, è evidente quanto l'orbiter fosse di complessa e difficile gestione: in 135 missioni ci sono stati 2 incidenti tragici e catastrofici su 6 orbiter costruiti (di cui effettivamente 5 utilizzati).

Mi piace ricordare Johm W. Young con questa sua frase:




Che descrive alla perfezione la più grande minaccia che stiamo affrontando come specie.

Il modellino è stato divertente da assemblare ed io ho deciso per una antistorica versione volante dell'Enterprise.

Lo so, lo so: l'Enterprise non ha mai volato nello spazio, era solo un prototipo e poco più di un modello in scala 1:1.

Ma non potevo rinunciare all'occasione di mettere a confronto queste due icone del mio immaginario di progresso.

Oggi lo spazio è industrializzato, oligarchizzato, militarizzato.

Non somiglia per niente al sogno di Star Trek.

Nota di biasimo alla Revell per le decals di qualità paragonabile alle affermazioni di Barbero sulla Seconda Guerra Mondiale.



11 aprile 2025

Ustica: Uscire dal labirinto





Ustica, per me, è due storie.

Quella di quando tutto quello che ne sapevo veniva da La Repubblica, dallo spettacolo teatrale "I-Tigi a Gibellina" di Paolini e dal film di Marco Risi "Il Muro di Gomma".

E l'altra, quando ho imparato a leggere le carte.

Ossia le perizie, le sentenze e la bibliografia internazionale.

Ma questi sono fatti miei.

Il problema di noi tutti, direi quasi di salute pubblica, è quando gente ragionevole si domanda:

Ma 'gli altri' come possono credere alle sparate del Trump del momento? 

Come si fa a credere alla propaganda Novax?

Come si fa a credere alle balle delle estreme destre globali e locali?

Personalmente, conosco un sacco di gente che si pone queste domande spesso e volentieri.

E che non si capacita di come simili fandonie, non solo abbiano diritto di cittadinanza, ma siano entrate da tempo anche nelle stanze del potere.

E, poi, che non si capacita come mai faccende razionali, utili, tipo la tutela della maternità, le energie rinnovabili o la mobilità ciclabile siano così fallimentari in Italia.

In genere, questa incredulità viene associata all'ignoranza (degli altri): è sempre colpa degli altri che non sanno, si fanno abbindolare, sono vittime di propaganda e fake news perché non leggono, non studiano non, non, non.

Allora, sommessamente, io aggiungo:

Come si fa a credere alla propaganda russa?

Come si fa a credere di essere femministe sventolando la bandiera di Hamas?

Ma torniamo ad Ustica.

E a USCIRE DAL LABIRINTO scritto da 25 autori tra cui sette professori universitari e curato da Gregory Alegi.

Non so come recensire un libro di fatti con pochissime, se non nulle, opinioni a corredo.

Che vi devo dire: nel marasma di versioni fantasiose (più di trenta), sentenze, perizie e memoriali, ci voleva un po' di ordine.

Questo libro non aggiunge versioni. 

Non propone 'tesi'. 

Elenca dati. 

Certo, ci sono vari altri testi con ricostruzioni attendibili basati sulle sentenze e le prove materiali.

Ma qui siamo oltre: mi pare che gli autori abbiano rinunciato a dimostrare una tesi suffragata da prove scientifiche.

Ma abbiano intenzionalmente scelto di elencare i fatti. 

I nomi, i luoghi, le persone, le commissioni, gli aerei e le tecnologie.

E' un libro di evidenze.

Di prove.

C'è pazienza in quelle 460 pagine.

La pazienza della ragione, intesa come intelletto che non crede: sa.

Si interroga, verifica, annota e ordina.



Secondo me, 'Uscire dal labirinto' è il testo adatto a chi decide che dubitare è il seme della verità.

Di chi, come me, si è indignato ascoltando Paolini, salvo vergognarsi di aver rivisto quello spettacolo (bellissimo) quando già il suo contenuto era stato smentito in tribunale.

Quindi, chiedo ai miei amici: su Ustica, siete sicuri delle fonti del vostro convincimento?

Siete in grado di valutare la verosimiglianza dell'ipotesi della battaglia aerea sulla base delle vostre competenze tecniche minime? E non parlo di dettagli specialistici di ingegneria aerospaziale, ma di competenze di discernimento stile rasoio di Occam: può un velivolo non rifornibile in volo, che ha notoriamente un raggio di combattimento X, trovarsi a distanza di 4X dalle sue basi? Può esistere una verità storica completamente incompatibile con la verità processuale e la realtà che potete guardare coi vostri occhi? Io ci sono stato al Museo di Ustica e non ho visto nessuna traccia di shrapnel da missile aria aria sui resti del DC-9.

Ai miei amici chiedo di ricordare il J'accuse di Zolà.

Parole di un solo uomo ma basate sui fatti contro il convincimento di tutti.

Infine, amaramente, chiedo di accettare almeno il dubbio che i trump nostrani non radunano masse di ignoranti su cui basare il proprio potere per ignoranza altrui.

Ma anche per ignoranza nostra.

E per il resto, mi attengo a Matteo 7, 1-29 e mi fermo qua.










23 marzo 2025

Contraerea per cuori e menti (Su-33 Flanker)

 



Non ho molto da dire su questa rara versione del Su-27, usata sull'ormai da tempo immobilizzata portaerei russa Admiral Kuznetsov. Anche questo modellino è stato acquistato prima che la stella rossa mi diventasse così invisa al solo sguardo.
Me ne resta solo un'altro e poi dubito molto che ci saranno altre stelle rosse sul mio tavolo da lavoro, al netto di quelle della Grande Guerra Patriottica.

La guerra si fa sull'ignoranza, anche di chi vi si oppone, sull'ottusità di chi avrebbe pure gli strumenti per distinguere un missile contraereo da un missile da crociera ma non vuole conoscere, come i giudici di Galileo che non vollero guardare nel cannocchiale.
Ecco come arriva la guerra, sulle ali dell'ignoranza delle masse facili prede del potere.
Ma se è capitato, in passato, che la verità fosse occultata dal potere al popolo, ora è il popolo stesso a rifiutarsi, per ideologia, di guardare la verità in faccia.
La conoscenza, la letteratura sono la sola barriera a lungo termine contro questa tirannia più pericolosa nelle militanti LGBTQ+ con la bandiera di Hamas che nelle armate di Putin.

Alla violenza ci si può opporre leggendo e capendo (tra mille altri libri):

Il declino della violenza, su come la naturale evoluzione dell'umanità porta al suo declino;
Il Signore degli Anelli, sul dovere di difendersi dal male;
Vita e destino, il romanzo immortale del popolo russo stretto tra le atrocità naziste e quelle comuniste; 
Le benevole, la storia del male assoluto vista dall'interno;
La Grande Guerra Patriottica dell'Armata Rossa, la storia militare della resistenza russa all'invasione nazista;
le lettere di Berlicche, per capire il dovere del cristiano in guerra;
Come Stelle nel Cielo, per il dramma dei profughi;
Leggere Lolita a Teheran, contro tutte le Boucha e Kfar Aza, su come la letteratura possa sopravvivere ai regimi più spaventosi come quello iraniano.

Ecco, sono questi libri la miglior contraerea  a difesa di cuori e menti.

Nel frattempo, serve la contraerea per i corpi.



















17 marzo 2025

Resurrezione: come far tornare (quasi) nuovo un Macbook Pro 2011 con linux




Mi hanno regalato un vecchio MacBook Pro 13"  (Early 2011 13" - MC724LL/A - MacBookPro8,1 - A1278 - 2419*) del 2011 (grazie Cogna'!).

Tastiera guasta.

Beh, si può usare una tastiera esterna eh, ma capisco che si perda la mobilità.

Dopo aver restituito al legittimo proprietario l'SSD ho valutato il da farsi.

Una Cpu Intel Core i7 2620M è ancora un motore ruggente.

Usando vecchi moduli di RAM dal mio magazzino ho pure scoperto che la mainboard supporta 16 GB di RAM.

Beh, una macchina così è un peccato buttarla via e mi sono deciso a intraprendere la complicata via della sostituzione della tastiera.

Così, armato di ricambio e guida di fixit, ho intrapreso la lunga e ansiogena via della riparazione.

E' stata dura.

38 step all'andata, 38 al ritorno.















Ho sudato sette camicie temendo di aver anche guastato irreparabilmente la macchina.

Ma ce l'ho fatta.

Visto che c'ero, poi, ho sostituito il lettore dvd con un secondo disco ssd.

La parte facile, anzi, facilissima, è stata quella del sistema operativo.

L'ultimo macOS supportato dal notebook è 10.13 High Sierra che è in EOL da tempo.

Ho installato LMDE6 che  ha riportato a nuova vita la macchina.

Nessun problema di drivers, fluidità e reattività.

Con Firefox, Libreoffice Writer e Calc aperti è indistinguibile dal mio pc

E ora?

Francamente, per quanto potente, il mac è troppo pesante e ha troppa poca autonomia per essere adoperato come portatile quando vado in giro.
Per quello ho un Dell Latitude 7280 che è molto più leggero e con una autonomia considerevole.

Per adesso lo userò come sistema di test per varie distro linux che voglio provare.

Poi, penso proprio che affiderò la macchina alla Prole: stanno già usando un vecchissimo Macbook con CPU Intel Core 2 T8100 e con 4gb di RAM e sempre LMDE6 come Sistema Operativo: funziona bene anche questo ma non è proprio un fulmine.

Sarà un bell'upgrade e magari potrò installare qualche suite educativa più moderna che il povero processore T8100 fa fatica a supportare.

Morale della favola? 

Una macchina del 2011 con un sistema operativo aggiornato a Marzo 2025.

Praticamente come nuova.

E che ci vuole? Basta usare linux.




Meditate, gente: quando Micro$oft terminerà il supporto a Windows 10 per il vostro computer (magari con CPU i7 e 32GB di RAM), non rottamatelo: installateci linux, sbatteteci la testa, chiedete aiuto.

E liberatevi una volta per tutte dalla sottomissione ai sistemi operativi proprietari.

1 marzo 2025

possiamo scegliere tra il disonore e la Pace. Se scegliamo il disonore avremo la guerra



La risoluzione del problema cecoslovacco, che è stata ora raggiunta, è, a mio avviso, solo il preludio a una risoluzione più ampia in cui tutta l'Europa possa trovare la pace.

Questa mattina ho avuto un'altra conversazione con il cancelliere tedesco, Herr Hitler, ed ecco il documento che porta il suo nome e il mio.

Alcuni di voi, forse, hanno già sentito cosa contiene, ma vorrei solo leggerlo:

"Consideriamo l'accordo firmato ieri sera e l'accordo navale anglo-tedesco come simboli del desiderio dei nostri due popoli di non entrare mai più in guerra tra loro".

Miei cari amici, per la seconda volta nella nostra storia, un primo ministro britannico è tornato dalla Germania portando la pace con onore.

Credo che sia la pace per i nostri tempi.

Vi ringraziamo dal profondo del cuore. Tornate a casa e fatevi una bella dormita tranquilla.


Vi sembra questo il discorso di un guerrafondaio?

E che ne dite di quest'altro?


Non ho altro da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo davanti a noi un calvario del tipo più grave. Abbiamo davanti a noi molti, molti lunghi mesi di lotta e di sofferenza.

Voi domandate: qual è la nostra politica? Vi dirò: è fare la guerra, per mare, terra e cielo, con tutta la nostra potenza e con tutta la forza che Dio può darci; per fare la guerra ad una tirannia mostruosa, mai superata nell'oscuro e deplorevole catalogo della criminalità umana. Questa è la nostra politica. Voi domandate: qual è il nostro obiettivo? Posso rispondere con una sola parola: la vittoria. La vittoria a tutti i costi – La vittoria nonostante tutto il terrore – La vittoria, per quanto lunga e difficile la strada possa essere, perché senza la vittoria non c'è sopravvivenza


Eppure il primo discorso ha contribuito allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Secondo alla Lunga Pace dell'Europa.

Neville Chamberlain, l'autore del primo discorso, era un pacifista e durante la Prima Guerra Mondiale fu sindaco di Birmingham.

Wiston Churchill non era pacifista per niente tanto è vero che andò volontario al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, è l'autore del secondo brano.


Ecco, avendo fatto il classico, la parola 'pacifista' ha un significato un po' diverso da quello corrente.

Non uno che è A FAVORE della Pace rispetto alla Guerra: tu che vuoi? Té o caffè?

Ma, colui le cui azioni portano alla Pace.

Che non è resa, non è sottomissione, non è prigionia e non è morte.

E' Pace.

In questo senso, sei pacifista?

Sei Chamberlain o Churchill?

Dopo lo storico ed ignominioso agguato di Trump a Zelensky alla Casa Bianca, qualcosa di paragonabile solo alla Caduta del Muro di Berlino, l'Occidente a guida USA non esiste più.

Ora tocca a noi.

Certo, a noi Europei scegliere tra vivere e morire.

Ma in particolare a noi italiani di sinistra tocca davvero darci una svegliata.

Ci tocca scegliere tra il disonore e la Pace. 

Però, se scegliamo il disonore, avremo la guerra.



22 febbraio 2025

Dritta in piedi, con la Rosa Bianca in mano

 



Il 22 Febbraio non è solo il Thinking Day: In quello del 1943 veniva assassinata dai nazisti Sophie Scholl, appartenente alla resistenza non violenta e  cristiana (la Rosa Bianca). Una martire e spero bene che avremo la forza di far sì che persone così non debbano sacrificarsi ancora. Ma ne dubito.

Paradise Lost: la generazione perduta della politica italiana




L'educazione sentimentale è una cosa, quella politica dovrebbe essere un'altra.

Ma, per la generazione X (e modelli successivi), purtroppo, temo che non sia stato così.

E non possiamo nemmeno dare la colpa alle nostre sfighe storiche perché la Storia, invece, di assist per crescere e diventare produttivi ce ne ha dati, aevoglia se ce ne ha dati.

I miei primi ricordi politici sono legati al cinema.

Il PCI organizzava rassegne per educare le masse e magari anche i futuri quadri.

Padre Padrone, Cristo si è fermato ad Eboli, l'Opera al Nero, la Classe Operaia va in Paradiso.

Insomma, Berlinguer era dio e Gian Maria Volontè il suo Profeta.

Per quanto riguarda i libri, partendo da Fontamara di Ingazio Silone e Italo Calvino, mi è stata propinata tutta una letteratura di critica alla società italiana e al feudalesimo del familismo amorale nostrano.

In gioventù, poi, mi è capitato di leggere su un libro di testo in uso ancora nel XXI secolo che "L'avvento del socialismo porterà agli uomini una vita felice e assai lunga".

Giuro: Università di Torino, qualche esame di geografia.

E poi arriva Berlusconi, che per decenni ha condotto il gioco deformando il Paese trovando nelle opposizioni  fin troppo utili sponde al suo gioco.

E' vero, la caduta del comunismo sovietico, la globalizzazione, l'avvento del web e dei social, non sono mica fatterelli da poco.

Ma io mi sono sempre sentito parte di una reazione, tra l'altro spesso e volentieri sbagliata, piuttosto che di una proposta, di una nuova idea che prendesse il posto delle ideologie defunte con la caduta del muro di Berlino.

Molto più tardi ho capito perché: in Italia non erano defunte per niente.

La matrice sovietica è marcita nella sinistra italiana generando una serie di irrazionalità antistoriche spiegabili con la germinazione di una specie di religione che ha soggiogato cuori e menti.

Una deformazione ideologica che ha amputato una parte del raziocinio politico della nostra Sinistra.

Uno sbilanciamento terribile che ha danneggiato irrimediabilmente le fondamenta dello Stato (la sicurezza) considerata con disgusto (secondo i voleri di Mosca) dalla Sinistra.

E da questa consegnata alla Destra più estrema: Vannacci non nasce dal nulla mentre c'è stato un tempo lontano in cui gli intellettuali di Sinistra, quelli veri, nei loro libri parlavano di Capitani dei Carabinieri ex partigiani comunisti. Roba, ora, improponibile.

La retorica antioccidentale è entrata a far parte del DNA di troppi e mi pare evidente che chi odia se stesso non possa avere gran successo nella vita.

Per non parlare dell'antisemitismo di identica matrice sovietica.

Schiacciati tra una destra impresentabile ed una sinistra che si è sempre comportata da usciere della peggior destra (e più a sinistra si va più si è favorita la destra più estrema), noi della generazione X abbiamo attraversato il confine tra XX e XXI secolo nella più completa irrilevanza politica ed economica.

Il punto di singolarità è proprio nell'antioccidentalismo.

L'Occidente, che come è evidente dai recenti avvenimenti è tutt'altro che perfetto ed è in gravissima crisi esistenziale, è anche la patria della Democrazia, dei diritti umani e del progresso scientifico-tecnologico che ha moltiplicato vita media e prosperità. 

Anche nei paesi non occidentali.

Se questo sistema è odiato dall'interno, se il sistema che genera ricchezza, diritti umani e libertà non va bene cosa resta?

Non è una domanda retorica.

Ci sono Trump e Putin dietro l'angolo.

E se non ci stanno bene c'è sempre la teocrazia di Iran &C a due passi.

Una generazione che, al netto di grillini e salviniani (che sono dannati d'ufficio senza contropartita), contaminata dal concetto che al di fuori dell'Italia la maggior parte dell'Umanità stia meglio, è condannata a realizzare i propri terribili convincimenti.

E così l'ANPI tifa l'invasore, le femministe gli stupratori, la comunità LGBTQ  da il suo sostegno a chi li vorrebbe bruciare vivi sul rogo (e che impicca omosessuali alle gru nella pubblica via).

Non mi dilungo sugli esempi: la mia generazione, nella parte sedicente progressista, ha dato sufficiente prova di essere la migliore alleata della Destra più estrema all'interno e delle autocrazie, meglio se islamiche, all'esterno

Poi quando, ogni tanto, si va al governo o si amministra una città, non sia mai detto che ci si opponga al consumo di suolo, all'auto-crazia (questa volta nel senso delle automobili) o si smantellino le leggi illiberali della destra.

Forse è solo poca voglia di lavorare, di studiare, di riconoscere la competenza tecnica (anche in letteratura) come base del progresso sociale.

Forse è solo la presunzione di essere 'migliori'.

Io, però, abbiate pazienza, posso pure turarmi il naso ma la puzza di vigliaccheria e di chi ha sete di sangue non la tollero più.

Di fronte alle armate corazzate russe, le azioni genocide di Hamas, l'atroce teocrazia iraniana, il tradimento americano, l'assedio all'UE, il luogo più prospero e pacifico della Storia dell'Umanità, questo letargo delle menti e dei cuori (che sconfina con il tradimento di se stessi) o finisce o porterà alla morte.

In passato la scelta era o bere o affogare, oppure o burro o cannoni.

Oggi potremmo difenderci senza sforzo ma ci estingueremo perché, tra estinguerci e spendere uguale o poco più per fermare Putin, ma unendoci, preferiremo estinguerci.

Con tanti gattini e cuoricini, però.


20 febbraio 2025

Barbarossa Red: la fantasia superata dalla realtà



Negli anni '80 andavano di gran moda romanzi/finti saggi di fantapolitica in cui il Patto di Varsavia invadeva la Germania Occidentale.

Partendo da La terza guerra mondiale, Parti I e II di John Hackett e finendo con il migliore di tutti, Uragano Rosso di Tom Clancy, in mezzo c'è una gran varietà di titoli, ad esempio Team Yankee di Harold Coyle o Defcon One di Joe Weber o La Terza Guerra Mondiale di Shelford Bidwell

E Barbarossa Red, di Dennis Jones.

Questo libro non mi impressionò.

Aveva un elemento della trama troppo inverosimile.

Pensate, il KGB infiltra un proprio agente in Germania Ovest (e su questo niente di strano) che però arriva a diventare niente di meno che Cancelliere della Germania Ovest e che crea un casus belli per giustificare l'intervento militare sovietico.

<<Naah>> Mi dissi trentacinque anni fa:  <<Fa cagare 'sto romanzo: è troppo assurda 'sta storia! >>

Ah no?

19 febbraio 2025

Manifesto per un futuro possibile



Manifesto, beh, almeno volantino


Cercasi partito, movimento politico, comunità in grado di costruire una Unione Europea politicamente e militarmente unita che diventi caposaldo di:


  • Democrazia;
  • Libertà di stampa, di parola, economica;
  • Diritti umani;
  • Pace.


E di opporsi in tutti i modi alle autocrazie e alla violenza di cui si nutrono.


In concreto:


Che sia per la Sanità Pubblica, per l’Istruzione Pubblica, per la laicità e non per il laicismo. Che combatta gli effetti dei mutamenti climatici e le disuguaglianze sociali.


Che sia per la Scienza e non per la superstizione.


Che sia disposto a difendere le democrazie assediate.


Che sia disposto a creare una forza credibile di deterrenza (e più è credibile meno è probabile che sarà usata).


Ciascuno di noi diventi il Churchill del suo tempo!


E non c’è più tempo!