23 settembre 2013

Exit Strategy

Il Partito Democratico, per quel che mi concerne, è alla vigilia della sua dissoluzione.
Anche io mi sento alla vigilia della mia dissoluzione come cittadino italiano.
La Direzione del PD della settimana scorsa, associata alle grottesche Primarie del Centro Sinistra di Basilicata e all'avvitamento complessivo della situazione politica nazionale non mi fanno sperare per il meglio, neppure a livello macroscopico.
Insomma, non ci credo più.
L'intervento di Civati in assemblea mi ha fatto quasi rabbia.
La rabbia giovane che deve aver provato Galileo quando i suoi giudici dell'inquisizione si rifiutarono di guardare nel cannocchiale e di vedere coi propri occhi dimostrate le tesi galileiane.
Ha alle spalle un nucleo di persone preparate, coese nelle idee e nelle capacità progettuali.
La Mozione Civati esprime una visione del futuro del Paese che passa dalla risoluzione ragionata dei suoi problemi.
Ha un programma organico (ricordo 10 cose buone per l'Italia che la Sinistra dovrebbe fare subito come esempio rapido) privo di utopie irrealizzabili.
La Mozione Civati non è personalistica, basata solo sul particolare carisma del pur bravo Pippo.
E' corale.
Ma è inserita in un contesto avvelenato.
Nonostante rappresenti una larga fetta dei militanti è completamente ignorata dalla stampa 'amica' e palesemente osteggiata dal Corriere della Sera che si ingegna a falsificare grossolanamente le relative 'notizie'.
Insomma, mi sono ritesserato nel PD proprio per poter votare la Mozione Civati al Congresso.
Senza Paura.
E senza speranza.
Mi piacerà combattere in retroguardia, fare il bel gesto, l'ennesimo, ma so che in cuor mio è una battaglia persa.
Purtroppo, vincerà Renzi portandosi appresso tutta la dottrina Marchionne e tutto il trasformismo dei satrapi che sono già passati a fare a gara per ungergli il capo.
Ma sarà l'ultima goccia.
Dopodichè mi ritroverò senza rappresentanza politica.
Perchè un Renzi segretario passi, ma un Renzi segretario con alle spalle i Satrapi no.
Quindi?
Quindi, combatterò per la Mozione Civati come potrò.
Ma non sono ottimista per un mio tesseramento nel PD per il 2014 ammesso e non concesso che al 2014 ci arrivi, 'sto partito.
Guardando le cose nel quadro generale lo sconforto è ancora maggiore.
Tra un PDL che torna Forza Italia ed un M5S incapace di fare quello che faccio io in queste righe (ES: sputazzare in testa al tipo che va in Parlamento a sprecare il tempo dei cittadini cianciando di complotti sull'11 Settembre ed altre dozzine di cose simili) e destinato ad avvitarsi nel settarismo mi dovrei buttare su SEL, ma i silenzi dei 'pacifinti' di sinistra sulla Siria mi hanno definitivamente disgustato.
Francamente, se la situazione lavorativa lo consentisse, tornerei ad occuparmi esclusivamente di scoutismo e non per voglia di aventino, ma semplicemente per poter fare decentemente quello che so fare decentemente, insomma, per mere questioni di ottimizzazione delle risorse.
Purtroppo, così non è.
E' arrivato il momento di impostare una Exit Strategy.
E lasciare il cerino acceso ... magari a chi lo ha acceso!


10 settembre 2013

Differenze

Facciamo finta di entrare in una stanza speciale.
Una stanza che contiene corpi di morti ammazzati in vari posti e in varie epoche.
Un giovane  Partigiano Italiano fucilato sulle rive del Po nel '44.
Un'appena meno giovane SS morta ammazzata dai russi mentre difendeva il bunker di Hitler.
Le ceneri di un bambino ebreo passato per il camino.
Una ragazzina francese spappolata dalle bombe inglesi cadute sulla sua casa durante lo sbarco in Normandia.
Un bambino siriano ucciso dai gas.
Una ragazza siriana tagliata in due da una raffica di mitragliatrice.
Un miliziano di Al-Quaeda bruciato dal napalm sganciato da un Mig-23 di Assad.
Ecco, io ritengo che a questo punto, questo elenco di pietà umane possa essere più che sufficiente allo scopo.
E ritengo che non ci sia un modo giusto o sbagliato di porsi di fronte a questi corpi.
La posizione di chi non vede differenza nella morte violenta di queste persone è perfettamente comprensibile.
Ma richiede molta forza per essere coerenti.
Perchè, ad esempio, si applica anche ai mafiosi inseguiti dai carabinieri...
Se la violenza è intrinsecamente dannosa per la Collettività, lo è sempre.
Se non lo è sempre, allora non tutte le vittime da me elencate qui in cima sono uguali nella pietà della morte.
Lascio volentieri ad ognuno le proprie convinzioni in merito.
Purchè si resti nell'ambito della coerenza.
Chi ritiene che i partigiani caduti per la libertà siano degni di stima e orgogliosa memoria rispetto alle SS di Auschwitz poi perde il diritto di considerare uguali nella morte altre vittime di guerra.
E viceversa.
Si è parlato, in questi giorni, sulla stampa di sinistra, dell'irrilevanza della gravità dell'uso di armi chimiche in Siria.
Morire di Sarin, morire di AK-47, è lo stesso.
Forse, per i morti.
Ma per i vivi?
Perchè (e ritengo, giustamente) l'uso dei gas nervini è considerato alla stessa stregua dell'uso di armi nucleari in ambito geopolitico?
Per due ragioni, una tecnica una legata alla realtà della guerra, così come è tramandata da quando l'uomo ha imparato a scrivere.
La ragione tecnica è legata a quello che sarebbe stato l'impiego di gas tossici in una eventuale Terza Guerra Mondiale.
Si prevedeva che i Sovietici avrebbero usato grandi quantità (centinaia di migliaia di volte maggiori di quelle usate in Siria) di aggressivi chimici persistenti contro obiettivi in Germania Occidentale, Norvegia, Danimarca, Olanda ed Italia Settentrionale.
Gas usati in concentrazione tale da uccidere in pochi istanti tutti gli esseri viventi (moscerini inclusi) in vaste aree attorno a  depositi, aeroporti, impianti energetici.
Gas capaci di depositarsi su tutte le superfici e restare lì, come una patina letale al semplice tocco, per settimane e mesi.
Le modalità d'uso dei gas da parte Sovietica era tale da rendere, in certi casi, i loro effetti più devastanti e duraturi di quello di armi nucleari.
La NATO, decise, quindi, di avvertire i Sovietici che l'uso di armi chimiche sarebbe stato considerato alla stregua dell'uso di armi nucleari e che i russi si regolassero di conseguenza.
Pertanto gli eserciti occidentali non dispongono di arsenali chimici, bastavano e avanzavano le bombe atomiche.
Ecco, questa è la ragione tecnica.
L'altro motivo è più sottile.
Torniamo alla bambina francese uccisa dalle bombe inglesi durante lo sbarco in Normandia.
Non è che il pilota inglese desiderava uccidere bambini francesi.
Ha lanciato le sue bombe, sparato coi suoi cannoncini contro un carro armato tedesco e o lo ha mancato, oppure lo ha colpito e nell'esplosione è rimasta coinvolta la bambina francese.
Sta di fatto che una bambina è morta e con lei giovani soldati sui 18 anni.
Il tutto in una battaglia per cacciare il bestiale nazifascismo dalla faccia della terra.
Ecco, anche in questo caso può valere il messaggio del Papa sull'assoluta negatività della guerra, così come resta valido il pensiero noviolento di Gahndi.
Faccio solo notare che la nonviolenza di Gahndi è stata usata con successo nei confronti di un avversario come questo e mai contro avversari di quest'altro genere.
Stesso discorso vale di fronte ai repubblichini uccisi dai partigiani: non si possono applaudire questi ultimi se si è convintamente nonviolenti.
Le armi nucleari, come i gas tossici, come le rappresaglie tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale in cui si bruciavano vive nelle chiese le popolazioni civili, fanno parte di un'unica categoria di violenza, quella indiscriminata e deliberata contro i civili.
Non si possono usare i gas contro obiettivi militari e basta.
Non si possono usare le armi atomiche contro obiettivi militari e basta.
Se si attacca un aeroporto, un quartier generale o un carro armato per strada e contemporaneamente si ammazzano civili innocenti, si cade nel caso della bambina francese morta durante la liberazione della Francia.
Chi usa i gas, invece, uccide deliberatamente civili innocenti esattamente come se li avesse rastrellati per strada e gettati in una camera a gas.
Ancora una volta, riconosco pienamente il diritto di considerare i due casi (le camere a gas e la morte sotto le bombe destinate al carro armato tedesco) come equivalenti.
Ma credo di aver reso l'idea del perchè un attacco coi gas sia considerato de facto un crimine di guerra, almeno per quanti non considerino tutte le azioni di guerra come crimine (inclusa la liberazione di Auschwitz o la lotta partigiana, però).
Ora.
Io non so se i gas in Siria li abbiano usati Assad o i Ribelli Qaedisti (il caso peggiore, perchè implica il possesso di armi di distruzione di massa da parte di Al Qaeda).
Non sono assolutamente favorevole a interventi militari a casaccio.
Le dichiarazioni di Quirico, il giornalista tenuto in ostaggio dai Qaedisti per 5 mesi sono chiare. Costoro sono il Male assoluto, anche paragonato alla feroce dittatura di Assad.
Non intendo disquisire sulla complessa situazione siriana.
Ma ritengo che vada fatta chiarezza sulle implicazioni della scelta che il Santo Padre ci ha esortato a compiere nella splendida veglia di preghiera di Sabato 7 Settembre.
Non si può servire Dio e Mammona.
Se si è contro la guerra e la violenza in maniera assoluta lo si può essere a prezzo del sacrificio personale (e non di terzi) ed in maniera coerente.
Tutti quelli che, invece,  vorrebbero essere nonviolenti e pacifisti ma solo per certi casi meritano un unico appellativo: guerrafondai.
Io, invece, mi considero debole ed incapace di seguire fino in fondo il messaggio del Papa.
Considero che sia stato giusto combattere il nazifascismo anche a prezzo di vittime innocenti.
Considero la guerra un crimine anche perchè vi periscono innocenti.
E considero le vittime innocenti parte del fardello di responsabilità di chi tali conflitti ha provocato.
E l'omicidio deliberato di innocenti cosa diversa dalla loro morte non premeditata in operazioni militari.
Forse sbaglio, ma ritengo il mio pensiero coerente.
Chi ha sbeffeggiato Obama per il suo (secondo me errato) proposito di intervento militare dopo aver taciuto per due anni sui centoventimila morti siriani con cosa è stato coerente?

7 settembre 2013

Una Settimana sull'Isola che non c'è





Un Campo EG è puzza di fumo, di sudore e la costante sensazione di indossare, sulla pelle, una patina di terra e foglie secche triturate finemente da decine di scarponi da trekking che macinano il sottobosco.
E' restare semidigiuni perchè la squadriglia che ti ospita ha esagerato definitivamente col sale o ha fatto cadere la pasta minestrando (non che questo osti poi tanto dal recuperarla e mangiarla se la fame bussa a sufficienza).
E' una settimana di fatica tale da farti addormentare all'istante nonostante la relativa scomodità del sacco a pelo e dell'isolante.
E' imparare ad ignorare gli insetti che ti sciamano addosso (vespe escluse, quelle non ho mai imparato ad ignorarle).






Ma è anche poter sorridere tutto il tempo e, proprio mentre ti togli gli scarponi che ti hanno imprigionato i piedi per tutta la giornata, provare un sollievo angelico nel sentire due guide che, nella loro tenda, cantano Rino Gaetano.
E' vedere un picchio prima ancora di sentirlo.
E' avere il privilegio di ascoltare.
A un certo punto, però, sentimentalismi di questo genere possono prendere il sopravvento e occorre difendersi.
Un campo Scout non è un avvenimento emotivo.
E' un fatto razionale.
Un Campo Scout è un seme di senape.
Ma di quale pianta?
La stupefacente purezza e perfezione di 4 squadriglie sul campo (indipendentemente dalla qualità tecnica del loro operato) è un fatto reale o è confinato nel recinto di quegli otto giorni sull'Isola che non c'è?
Quando torno indietro ai miei campi di reparto vissuti da ragazzo scopro di ricordare quasi tutti i dettagli e mi rendo conto di quanto siano stati fondamentali per la mia formazione quei quaranta giorni scarsi spalmati su quattro anni.
Così, mentre carico il camion e passano tra le mie mani paletti di legno, bidoni d'olio per le cucine, casse di squadriglia e viveri, mi domando se sto infondendo linfa sana nella società o mi sto limitando a difendere gli ultimi bastioni di valori ormai derisi e nocivi per la sopravvienza biologica dei singoli.
Mi scopro sul punto di urlare "Andate a frequentare una scuola di calciatori o un corso da veline" ma mi trattengo.
I dubbi si nascondono sull'autobus che ti porta nei boschi di Accettura. Torneranno.
Descrivere il campo è inutile.
Descrivere lo Scouting in poche righe pretenzioso.
Un campo scout è fatto anche di tende, paletti e corde per vivere comodi come a casa propria.
Ma, soprattutto, è fatto dai ragazzi a cui si presta Servizio.




Quando si torna a casa la stanchezza seppellisce tutto aiutandosi con le soffici coltri dell'Entusiasmo Emotivo:
il campo è stata un'espreienza bellissima e le notti stellate già ci mancano.
Ma è meglio farsi venire qualche dubbio.
Tutta questa fatica, questo sacrificio, sono serviti a qualcosa?
Ho fatto del mio meglio?
E ammesso e non concesso di aver fatto del mio meglio, ho applicato come dovevo il Metodo?





E' difficile rispondere da soli a queste domande.

Forse, solo il confronto con la Comunità Capi può aiutare e non è detto che sia esaustivo.
Quest'anno mi sono divertito molto e non ho ancora capito se ho lasciato l'isola che non c'è o me la porto nel cuore.
Come porto nel cuore Alessio alla cui memoria, idealmente, dedico questi otto giorni di Servizio.


La Veglia di Preghiera per la Pace in Siria del 7 Settembre 2013

Sono passati due anni da quando è iniziata la guerra civile siriana, prima come rivolta contro la dittatura di Assad nell'ambito della Primavera Araba, poi come ulteriore campo di battaglia jahdista.
Di fatto, oggi, ad una dittatura spietata si contrappone non tanto una opposizione liberale e laica, ma direttamente Al-qaeda (per semplificare un minimo).
In questi due anni, fino alle recenti dichiarazioni USA di volontà di intervento nulla si è mosso nel fronte dei classici 'pacifisti' nostrani.
Atrocità, Sarin, centoventimila morti, due milioni di profughi, nel silenzio generale di chi, normalmente, usa un bel tono alto per denunciare ogni violenza a Stelle e Strisce (e/o targata Stella di Davide).
Toni tutti ritrovati dopo le dichiarazioni di Obama.
La Siria è una polveriera che l'intervento USA potrebbe far deflagrare e che, anche in caso di successo, potrebbe lasciare al Medio Oriente in eredità una Siria Quaedista.
Ma non è questo il luogo per ricapitolare la situazione siriana.
Io ritengo che un intervento USA sia estremamente pericoloso e che si sia arrivati alla situazione attuale anche per grave colpa delle opinioni pubbliche 'pacifiste' dell'Occidente.
Nel mio piccolo conserverò memoria, ad esempio, delle dichiarazioni di condanna delle violenze israeliane e del contemporaneo biennale silenzio sui massacri siriani.
Per costoro il definirsi 'pacifisti' suonerà per sempre, alle mie orecchie, come un beffardo ossimoro.
Non ho ricette, non ho soluzioni.
Papa Francesco si è attivamente prodigato, in questi pochi mesi, per la Siria.
Ma, francamente, non credo che il digiuno di oggi possa smuovere i cuori  della fazione di Assad o di quella di Al-Quaeda:
gli uomini che praticano la violenza in nome della Religione sono eretici del credo che vorrebbero professare e che, invece, insozzano.
Credo, invece, nell'importanza di un gesto personale di riflessione.
Non digiuno per spingere qualcun altro al 'pentimento'.
Digiuno perchè sento il bisogno di ascoltare quello che il Signore ci urla da sempre.
E prego per chiedergli di aiutarmi ad ascoltarlo.
Tutto qua.



20 agosto 2013

Scontro di civiltà per un amplificatore in via Fiorentini

La campagna elettorale tarda ad iniziare e per riempire i vuoti gli abitanti di una delle più antiche città del mondo hanno scoperto un nuovo passatempo:
insultarsi a vicenda sulla questione dei rumori notturni e della burocrazia associata alla musica dal vivo.
In apparenza i partiti del caso sono evidenti:
avventori e gestori di bar da un lato, residenti nei dintorni dall'altro.
I primi vorrebbero poter proseguire la movida fino alle ore piccole, i secondi cercano di impedire che si svolga del tutto.
A lamentarsi sono soprattutto residenti e parte dei gestori dei locali nei Sassi.
I toni sono quelli delle peggiori puntate di portaporta.
La battaglia, purtroppo, è destinata ad uno stallo sterile:
i residenti hanno dalla loro la Legge, avventori e gestori il numero (ma solo localmente).
Il mio interesse per la vicenda è esclusivamente culturale, vivo in una zona abbastanza tranquilla e non frequento la movida materana.
Anticipo subito la soluzione al problema, non secondo la mia modesta persona, ma secondo quanto mi è capitato di vedere in ricche città dell'Europa Settentrionale:
iniziare presto, finire presto.
Purtroppo, l'idea di incontrarsi per la serata attorno alle 21 e concluderla tra le 23 e la cenerentolesca mezzanotte pare che vada di traverso ai gggiovani materani.
E' possibile che la birra bevuta dopo mezzanotte, piuttosto che le ragazze/i rimorchiate dopo quell'ora, piuttosto che un assolo di chitarra ascoltato alle ore piccole abbiano un effetto di gran lunga più gradevole delle stesse identiche esperienze assaporate all'ora di cena?
Io dico di no, ma è un mio parere personale basato sull'esperienza: mai mi capitò in vita mia che le ore piccole portassero birra gratis.
E se analizziamo un po' meglio la questione scopriamo una curiosità mica da poco:
la 'guerra' sul rumore nei Sassi non è solo tra gestori e residenti, ma anche tra gestori di Hotel e B&B contro quelli dei pub.
Si arriva all'assurdo di carabinieri che intervengono su chiamata di un gestore di un B&B per 'schiamazzi notturni' provocati da un vicino Pub alle ore 22:00...
Questo dovrebbe essere indicativo ...
Tanto per dirne una, non è vero che a far silenzio a mezzanotte si danneggi automaticamente il turismo: magari una fetta (che non so valutare) di turismo se ne va in fumo causa schiamazzi notturni.
La questione, al di là della soluzione banale, è complessa e sottende vari fattori:
dall'immancabile burocrazia necessaria per far suonare dal vivo gli artisti nei locali a cosa la Città di Matera voglia farsene dei Sassi:
Devono essere fruibili per i residenti come uno dei moderni quartieri del piano?
Devono essere svuotati degli abitanti e trasformati in bomboniera?
Io credo che chi abita nei Sassi debba essere disposto ad accettare alcune limitazioni dettate dallo 'status' di Patrimonio dell'Umanità.
Che so, le antenne paraboliche, o le auto sotto casa...
E anche qualche fastidio dovuto al turismo.
Ma ritengo che i Sassi vadano abitati.
Scindiamo il problema nelle sue componenti.
Fare o non fare rumore con le attività ricreative?
Fare o non fare rumore con le attività ricreative dopo mezzanotte?
E' lecito supporre che nei Sassi i limiti di legge possano essere ignorati in quanto zona turistica?
Ci vuol poco a capire che la battaglia non è tra chi vuole il turismo e chi no, tra chi ama la musica e chi no, tra chi vuole i Sassi vivi e chi no.
E' una questione di 'mentalità'.
Proprio quella lì, quella virgolettata, quella a cui sono attribuiti tutti i mali del Sud.
Più o meno della stessa specie del diffuso fenomeno materano del tizio che non ti da la precedenza allo stop e poi si piazza a 15 km orari con braccio fuori dal finestrino ignorando la fila di macchine che si forma dietro di lui.
Quella dell' "Io so' io e voi non siete un cazzo" così permeante le italiche genti in generale e quelle materane in particolare.
Immaginatevi una Città in cui non serve burocrazia per fare un concertino, in cui un ragazzo di 16 anni alle 23 del giovedì sera è più probabile che si trovi a casa sua a dormire piuttosto che stia entrando a quell'ora in un pub, in cui si sia liberi di vedersi alle 2030 per iniziare una serata tra amici anche facendo casino all'aperto e magari di proseguirla fino all'alba senza rompere i timpani a chi dorme andando in uno degli ennemila locali sotterranei...
Vi piace di più o di meno di quella reale che abbiamo sotto gli occhi oggi?
Se alle 23 di un Giovedì sera feriale io esco da un locale del centro e incrocio un liceale minorenne che, invece, ci entra, sono io ad essere sbagliato a provare disagio per il fatto o no?
Secondo me no: il tutto si riduce ad una banale incapacità di cambiare abitudini.
Un sintomo di vecchiezza mentale che davvero fa guadagnare a Matera il titolo di città di morti di sonno, di zombie (e di vampiri aggiungo io) secondo le piacevolezze che ho letto sulla rete in queste settimane.
Verrà il giorno, quando il leone giocherà con l'agnello, in cui il lavoratore potrà dire tra se: "Quei simpaticoni mi hanno fatto star sveglio fino alle tre, pazienza, mi sveglio alle 11 e vado al lavoro a mezzogiorno".
Ad oggi, ciò, non è possibile.
E' possibilissimo, invece, compiere tra le 21 e le 24 quello che si tenta di spacciare come necessario e imprescindibile che sia fatto tra le 23 e le due del mattino.
Conviene, quindi, che sulla pubblica via si faccia silenzio a mezzanotte.
E basta.
Non si spacci il desiderio di disporre arbitrariamente della salute altrui come lotta di libertà.
Questo non vieta che si attrezzino locali insonorizzati per nottambuli e non implica coprifuoco, quindi non lede nessuna libertà di chi, legittimamente, non deve svegliarsi al mattino come gran parte dei suoi concittadini.
E magari verrà, invece, il giorno in cui un gestore di pub ed un gruppo di artisti decideranno di iniziare il loro concerto alle nove di sera.
Magari la prima volta andrà deserto, poi, se sono bravi, attireranno tutta quella fetta di persone che proprio non può uscire alle 23 ma che alle 23 a casa ci vorrebbe tornare.
E che, per come stanno le cose ora, non esce proprio.
Un po' per scherzo, un po' sul serio, sulla base delle mie esperienze al Nord e all'estero ho disegnato questo grafico:




Dal mio punto di vista, un'empirica e drammatica realtà.
Dormite, quindi, se potete. 
Meglio a letto a casa vostra, ma se vi capita, anche in piedi al bancone del bar.







16 agosto 2013

Alessio.


C'era una volta un agnellino di poche settimane di vita.
Camminava dietro la sua mamma nei dintorni di Tricarico, ma era così piccolo da non riuscire a raggiungere l'abbeveratoio dove le altre pecore si dissetavano.
Si accampo', lì vicino, un Reparto.
Un Ragazzo si accorse dell'agnellino in difficoltà.
Dei suoi tentativi disperati di raggiungere l'acqua.
Così, nel corso di tutto il campo, scavò con martello e scalpello, in un blocco di tufo, un piccolo abbeveratoio per l'agnellino.
Così, quando il Reparto se ne tornò a casa, tutti gli agnellini del gregge potevano abbeverarsi alla fontana.
Perchè un Ragazzo aveva avuto compassione di un solo essere vivente e aveva lavorato duramente per dargli sollievo.
Poi, il 13 Agosto del 2013, quel Ragazzo è tornato alla Casa del Padre.
Ciao, Alessio.

1 agosto 2013

Repetita Iuvant: una storiella di aerei ed industria

Ho avuto modo di visitare, di recente, il Museo Storico dell’Aeronautica Militare Italiana, in quel di Vigna di Valle, sulle rive del Lago di Bracciano.

F-104, in secondo piano F-86, F86k e Tornado ADV


Il museo, di per sé, merita una visita, non raggiunge le eccellenze dei musei aeronautici  anglosassoni, ma, per gli standard del Bel Paese, può andare.
Fanno bella mostra di sé, tra altri sessanta aerei, i caccia italiani della Seconda Guerra Mondiale.
A pochi metri di distanza si possono incontrare il FIAT CR-42 “Falco”, il FIAT G-50, l’Macchi 200 “Saetta”, il Campini-Caproni C.C.2 ed i Macchi 202 e 205.
Ok, se non si è storici od appassionati di aviazione sono solo sigle astruse con poco significato pratico:
traduciamole.
Eccetto il Campini-Caproni C.C.2, si tratta di Caccia utilizzati dall’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Come al solito, sfruttiamo Wikipedia come fonte.
Il CR-42 Falco è stato il nerbo della Regia Aeronautica praticamente per tutta la guerra e...
Ed era un biplano...
Già.
La stessa formula costruttiva dei primi aerei, quelli della PRIMA Guerra Mondiale.

CR-42 Falco

E voi mi direte: “Massì, si sa, gli italiani avevano armi antiquate...”
Sì, avevano armi antiquate.
Ma perchè?
Torniamo al nostro CR-42.
Scarsamente armato, lento, addirittura privo di radio, fu facile preda degli Spitfire inglesi.
Certo, era molto manovrabile ed agile, ma era come mettere una ballerina a scansare proiettili di mitragliatrice...
Un po’ meglio si comportavano i Macchi MC 200 “Saetta” ed i Fiat G 50 “Freccia”.

MC-200



Erano monoplani, come tutti i loro omologhi dell’epoca, manovrabili e robusti, anche se dotati di armamento penosamente insufficiente: mitragliatrici leggere mentre gli inglesi ed i tedeschi impiegavano devastanti cannoncini a tiro rapido.
Tuttavia, sempre meglio dei biplani.
Già.
I biplani.
Uno, a settant’anni di distanza dai fatti, potrebbe pensare che la povera Italia Fascista si fosse arrangiata con quello che aveva.
Sfortunatamente, le cose non sono andate così...
Il discreto e moderno MC 200 fece il suo primo volo il 24 Dicembre 1937.
Il suo diretto concorrente, (era stato indetto un concorso per scegliere il nuovo caccia monoplano) il FIAT G50, volò per la prima volta il 26 Febbraio 1937, 10 mesi prima.
E il vetusto, obsoleto, antiquato FIAT CR-42?
Indovina indovinello?
Il 23 Maggio 1938.
1 anno e mezzo dopo il FIAT, 5 mesi dopo il Macchi.
Se, cari lettori, voi foste tedeschi, saltereste sulla sedia.
Invece siete italiani e credo che il fatto non vi abbia sorpreso più di tanto.
Pur disponendo GIA’ di due caccia non eccezionali, ma comunque validi (MC-200 e G-50), l’Italia mise in produzione un terzo velivolo obsoleto già in partenza e lo mantenne in produzione per tutta la durata del conflitto.
Facendo ammazzare un sacco di bravi ragazzi, abili piloti, tecnici del volo, mandati al macello contro Spitfires e Mustang ben armati, veloci e corazzati, esattamente come i loro fratelli della fanteria con le scarpe di cartone o della marina con le navi, cieche, senza radar.
Per tacere delle complicazioni logistiche di avere tre diverse linee di manutenzione e supporto.
Manca ancora un elemento al nostro ragionamento.
Il primo aereo a reazione mai costruito, il secondo a volare, nell’agosto del 1940.

CC2

Due Italie.
L’eccellenza, l’avanguardia della tecnica, la competenza degli uomini, ingegneri e tecnici di prim’ordine, ecco il CC2.
A cui l'Italia non diede nessun seguito pratico...
E anche nei MC-200 e G-50 si legge la stessa competenza.
Non erano aerei eccezionali, ma erano adeguati al momento.
L'Italia aveva la capacità di produrre aerei all'altezza dei loro concorrenti, anche se non aveva la capacità industriale di costruirne tanti.
L’Italia costruì ‘solo’ 400 G-50 e 1000 MC-200, (la Germania, per dirne una, costruì 35mila caccia Me-109 durante la guerra).
E ben 1800 CR-42 biplani.
L’altra Italia.
Quella della speculazione industriale sulla pelle della gente.
Lo sapete perchè la FIAT ha potuto costruire 1800 obsoleti CR-42?
Perchè il CR-42 era un’evoluzione di un precedente caccia biplano, il CR-32, di cui la FIAT non aveva nessuna intenzione di smantellare le linee di produzione che potè riciclare per il CR-42 grazie alla compiacenza di generali e funzionari.
Più o meno lo stesso motivo per cui alla FIAT fu consentito di costruire 400 G-50, l’aereo PERDENTE del concorso per la costruzione del nuovo caccia, concorso vinto, invece, dal Macchi MC-200.




Pensate a quei giovani piloti di caccia bruciati vivi nei CR-42, la meglio gioventù nei peggio aeroplani ...

Pensate alle vittime dei bombardamenti sulle città italiane, praticamente indifese.


Siete giovani, siete grintosi, qualificati, istruiti, ma lo Stato Italiano vi fotte e l’industriale di turno incassa.
E magari si lamenta pure.
Ma così vanno le cose.
O, almeno, così andavano, in Italia, sotto il regime fascista, nella prima metà del  secolo XX.

O no?

19 luglio 2013

Alba Rossa sulla Corea del Nord

Qualche giorno fa, il 15 luglio scorso, una nave Nord Coreana è stata fermata nel Canale di Panama per i normali controlli antidroga.
Sotto un carico di zucchero sono stati trovati pezzi di vetuste ed antiquate armi di fabbricazione sovietica provenienti da Cuba (Zucchero e Rivoluzione, ah, le romantiche esportazioni cubane...)
Tutto sequestrato.
Durante le operazioni l'equipaggio NordCoreano si è difeso accanitamente, il capitano, vistosi sopraffatto ha tentato il suicidio e poi gli è preso un mezzo infarto.
I commenti della stampa oscillano tra la derisione per il potenziale bellico delle armi contrabbandate, degne di stare in un museo sulla Prima Guerra di Corea e l'incredulità per la strenua resistenza opposta dall'equipaggio.
Una cartina di tornasole della perniciosa ignoranza che avvolge la Corea del Nord.
Il comportamento dell'equipaggio, dal punto di vista di un cittadino della Corea del Nord, è stato perfettamente razionale.
Nessuno può lasciare la Corea del Nord, nè diplomatico, nè pilota di linea, nè ostess, nè marinaio, senza lasciare i propri parenti in ostaggio.
Il gesto disperato del capitano e la resistenza dell'equipaggio hanno una motivazione semplice: 
tentare di salvare la vita dei propri cari in Corea del Nord.
Agli occhi di Pyongyang Capitano ed Equipaggio sono dei traditori, disertori.
Hanno consentito agli imperialisti di mettere in imbarazzo il Caro Leader e quasi certamente hanno tradito fornendo informazioni all'odiato nemico americano.
Perchè, mentre il resto del mondo andava al mare, al lavoro o ciondolava davanti a facebook, il 16 luglio, quasi certamente, i parenti dell'equipaggio della nave sequestrata sono finiti in campo di concentramento laggiù in Corea del Nord...
2013, non 1943.
Quei poveri cristi hanno tentato di farsi ammazzare dai panamensi per un motivo banale.
Solo se muori combattendo contro gli imperialisti non sei un disertore, ma un eroe della Corea del Nord.
Fine della storia.
Mentre qui cade una calda notte estiva, da qualche parte, in Corea del Nord, è un'alba dolorosa per i parenti dell'equipaggio della Chong Chon Gang ...




10 luglio 2013

:(


Ciao, Paolo.

il No agli F-35 spiegato ad una bimba, perchè cresca laica di pensiero, parole e azioni.

Il dibattito su questi maledetti aerei si fa sempre più infuocato.
Dibattito è un termine oggettivamente improprio, infatti non ho letto da nessuna parte una discussione laica sull'argomento.
Immagino che esistano anche dei gruppi facebook di 'pro F-35', mentre sono stato coinvolto in maniera piuttosto fastidiosa dagli 'anti F-35' soprattutto per i continui messaggi mandati a pioggia a tutti i contatti...
Magari ci si mobilitasse uguale per i centomila morti siriani...


 F-35

La mia posizione, più volte ribadita su questo blog, in Francia o in Germania, anzi, probabilmente all'estero e basta, sarebbe annoverabile tra gli 'anti F-35'.
Infatti io non credo che sia (stato?) il caso di partecipare al programma.
Purtroppo ho commesso la gravissima colpa di essere contrario agli F-35 per motivi tecnici, economici, politici e finanziari ma non ideologici.
Colpa definitiva, come già sapete, in Italia.
Se fate una ricerca con chiave F-35 su questo blog scoprirete che la mia prima opposizione pubblica agli F-35 risale al 2010, ben prima che il 90% degli italiani ne avessero mai sentito il nome.
Tuttavia, ultimamente, ho avuto la netta impressione di aver fatto per anni  propaganda pro F-35 e non contro, a giudicare dalla qualità dei commenti ricevuti.
La posizione ortodossa per non essere annoverato tra gente assetata di sangue e rubamerendine ai bambini è "No agli F-35 senza se e senza ma" e guai ad aggiungerlo, questo ma.
Io, però, ce lo metto.
E vaffanculo alla maggioranza.
Inserirò numerosi link a wikipedia, così da lasciar modo ai lettori di informarsi direttamente alle fonti.
Iniziamo coi motivi tecnici che mi fanno opporre al programma e spero di riuscire in maniera semplice, seppure un po' prolissa, a spiegare le mie ragioni distinguendo tra fatti ed opinioni.
Abbiate, quindi, pazienza.
Per prima cosa sappiate che esistono moltissimi tipi di aerei da guerra.
In Italia, purtroppo, la stampa nazionale è abituata a spararle grosse anche nel campo della difesa, quindi il pubblico è costantemente traviato ed è stato portato a credere che esista un solo aereo militare: il bombardiere nucleare.
Ricordo ancora quando si dovettero noleggiare gli F-16ADF e i Tornado ADV per rimpiazzare i vetusti F-104. Pur essendo privi di praticamente qualunque capacità offensiva aria suolo e dedicati esclusivamente alla difesa aerea, la triade dei quotidiani nazionali Lastampa Larepubblica ed Ilcorrieredellasera li dipinse invariabilmente come bombardieri atomici.
Ritengo, quindi, che un 'cappelletto' tecnico su cosa siano e cosa facciano gli aerei da guerra nel XXI secolo abbia la sua utilità.
Siccome la teoria è noiosa, per tener alto il livello di attenzione del lettore, mi invento qui su due piedi una storiella di fantapolitica.
E, visto che gli sto proprio antipatico, facciamo che voglio arruffianarmi un po' qualche militante di 5 Stelle e vedete un po' cosa propongo.
Facciamo finta che, stufi dell'ingerenza del mondo teutonico nei limpidi affari del bel paese, avendo, un certo movimento, ottenuto il famoso 100%, l'Italia dichiari guerra alla Germania e all'Austria.
Non me ne vogliano i lettori, è l'esempio più assurdo possibile ma mi serve per illustrare a cosa servono 'sti benedetti aerei da guerra se mai dovessero servire, quindi ridiamoci su.
E parliamo di aerei.
Per prima cosa ci sono i caccia.
Quelli di Top Gun, per intenderci.
Aerei ad alte prestazioni, veloci, con discreta autonomia, i migliori sensori, potenti missili aria aria, dedicati a distruggere gli aerei nemici. Sulla carta vanno distinti tra caccia da superiorità aerea, destinati ad avere la meglio sui caccia avversari, ed intercettori, destinati ad abbattere bombardieri e cacciabombardieri avversari, ma non entriamo troppo nel dettaglio
Esempi 'classici' sono gli F-14 di Top Gun, gli F-15, il Tornado ADV,  il supercaccia stealth F-22 ed i corrispettivi Russi Mig-29, Mig-31, Su-27, Su-30 e Su-35. Non dimentichiamoci l'Eurofighter Typhoon.
In genere, questi aerei nascono per il ruolo aria - aria e solo in seguito, quando iniziano a non essere più i 'primi della classe', li si modifica per ruoli aria - superficie sostituendo i missili con le bombe.
Torniamo al nostro esempio.
I Tornado ADV (intercettori) pattuglierebbero i cieli della Pianura Padana impedendo ai tedeschi di bombardare le nostre città, contemporaneamente i nostri Typhoon (caccia da superiorità aerea) si spingerebbero a nord delle Alpi per scortare i nostri aerei d'attacco e distruggere i caccia tedeschi in volo.

Typhoon

Poi, ci sono i Bombardieri, destinati a portare la morte nel cuore della nazione nemica.
Il famigerato B-52, quello sì nato come bombardiere nucleare, è l'esempio di superfortezza dei cieli, capace di volare per mezzo mondo col suo carico di testate atomiche.
Ma ci sono anche il supersonico B1 ed i B2 stealth.
In Occidente l'uso di Bombardieri è, oggi, esclusivo appannaggio dell'USAF.
Non esistono aviazioni europee che ne siano equipaggiate.

B1

Diverso il discorso per i bombardieri di origine russa.
Tupolev 16, Tu-22, Tu-22M backfireTU-160, TU-95, TU-142, sono tutte sigle di bombardieri costruiti dagli anni '50 in poi che l'URSS ha largamente esportato. Quindi può capitare di imbattersi anche in aviazioni  Africane dotate di vecchi bombardieri medi armati con missili a lungo raggio.
A parte l'uso nucleare, questi aerei sono stati estensivamente usati in molti dei recenti conflitti perchè possono portare un devastante carico di bombe convenzionali.
Dall'Afghanistan al Golfo, (ma anche nel Ciad da parte libica) questi aerei hanno disseminato centinaia di tonnellate di bombe in pochi minuti durante una singola incursione, superando l'intensità dei bombardamenti sulla Germania della Seconda Guerra Mondiale.
Nel caso della nostra simulazione, l'Italia, potrebbe essersi fatta prestare un po' di Tupolev 22 Blinder dalla Libia e li potrebbe usare per attaccare obiettivi industriali nella Germania Settentrionale con missili supersonici a lungo raggio di fabbricazione sovietica.


TU-22 armato con missile da crociera supersonico

Molto più piccoli e molto più diffusi, sono i velivoli da strike. 
In italiano sono inclusi, con traduzione  impropria, tra i cacciabombardieri.
Questi aerei, come l'Europeo Tornado IDS, l'americano F15E ed i russi SU-24 e SU-34, (tutti bimotore e biposto) sono destinati ad attaccare ponti, centrali elettriche, aeroporti, sistemi di comunicazione, concentramenti di truppe per paralizzare il nemico.
Nel nostro piccolo wargame i nostri Tornado attaccherebbero le difese aeree, gli aeroporti e le colonne di Panzer Tedeschi subito a nord delle Alpi per scompaginare le forze armate della Bundesbank ehm, della Germania.

Tornado

Questi aerei opererebbero, per esempio, in coppia e quasi sempre di notte, volando a bassa quota, individuando gli obiettivi grazie ai loro sofisticati sensori ed attaccandoli con munizioni di precisione sganciabili al di fuori della portata di gran parte delle difese.
Nota: mi rifiuto di usare il termine "bomba intelligente", è un insulto all'umanità.
Il caso classico è la distruzione di un ponte con un'unica bomba a guida laser o il lancio di missili aria superficie contro un aeroporto da una cinquantina di km di distanza.
La prossima categoria è quella dei cacciabombardieri propriamente detti, la più comune classe di velivoli militari.
Si tratta di aerei generalmente monoposto e monomotore.
Sono la spina dorsale di ogni aviazione e si adattano a fare un po' di tutto: i caccia, gli intercettori, i velivoli da strike ed il supporto aereo ravvvicinato.
Occhio all'ultimo ruolo, ci torneremo.
Il Cacciabombardiere occidentale per antonomasia è l'F-16 venduto in migliaia di esemplari a mezzo mondo. Ma è una categoria davvero immensa come quantità e qualità, citiamo il Gripen  svedese, il Rafale francese, una pletora di modelli di Mig e caccia Sukhoi. Aggiungiamo, perchè ci serve nel nostro esempio applicativo, l'italo brasiliano AMX.

AMX, notare il numero di bombe

E, giunto alla fin della tenzone,  il famigerato F-35.
Descriviamola un po', questa brutta bestia.
E' un cacciabombardiere stealth monomotore e monoposto. Stealth significa che è quasi invisibile ai radar, caratteristica ottenuta modellando la fusoliera in un certo modo ed usando materiali speciali.  Questo, però, non vuol dire che l'aereo è invulnerabile.
Solo che, invece di essere rilevato dal radar nemico a 100 Km verrà rilevato a 5 Km di distanza.
Per ottenere questo risultato, inoltre, l'aereo stealth non può trasportare le armi o serbatoi ausiliari di carburante sotto le ali, ma deve tenerle in una stiva bombe interna.
Su un B2 la stiva bombe interna può anche essere grande, ma sul piccolo F-35 le due stive bombe interne possono contenere due bombe e due missili aria aria per autodifesa.

F-35, notare il numero di bombe dipinte di rosso nelle due stive bombe

Certo, l'F-35 può portare armi e serbatoi anche sui tradizionali piloni alari rinunciando alla famosa invisibilità stealth.
Un po' pochino, comunque, questo carico bellico, diciamo la metà scarsa del carico bellico di un cacciabombardiere non stealth.
Gli americani hanno la fissa con lo stealth.
Il guaio è che sì, questi aerei sono invisibili ai radar, quindi meno vulnerabili ai missili aria aria e soprattutto superficie aria, ma sono anche terribilmente costosi e di difficile manutenibilità, per non parlare del problema di ripararli quando danneggiati, roba da incubo, dato che sono fatti in compositi speciali.
Per fortuna, russi e cinesi stanno rincorrendo l'USAF esi stanno incamminando anche loro sulla folle strada di aerei invisibili ai radar, costosissimi, delicati e con prestazioni ben inferiori ai predecessori.
Tanto, poi, quando si arriva ai fatti, aevoglia ad essere invisibile ai radar, caro supercaccia F-22, dovrai accenderlo tu il tuo radar per agganciare il missile (e sarai individuato), dovrai aprire la stiva bombe (e sarai individuato) oppure, banalmente, ti troverai di fronte un a mezza dozzina di visibilissimi ai radar  vecchi caccia in pieno giorno che ti sommergeranno col numero, dato che tu costi 100 e loro 5.

F-22 Raptor con le 3 stive missili aperte

Ah, la logorrea.
Torniamo al nostro F-35.
Ha un raggio d'azione di 1000Km (dichiarato dal produttore, quindi sarei cautelativo) ed una velocità massima di mach 1,6 niente di eccezionale ma questo è il suo difetto meno grave.
Infatti, nel ruolo aria superficie, questo non è molto importante, lo è solo in quello aria aria e non è il compito primario dell'F-35.
Il guaio di questo aereo non è nel fatto che è ancora pieno di difetti tecnici, quelli si superano col tempo (e il denaro). No, il guaio di questo aereo è il costo unitario, un guaio da cui discendono tutti gli altri.
200 milioni di dollari.
Una enormità, direte voi.
Peggio, rispondo io: una assurdità: l'F-22, il supercaccia USAF che ha capacità belliche e prestazioni di gran lunga superiori all' F-35 (e pur essendo molto più grosso dell'F-35 è anche più stealth dell'F-35 che paga il prezzo di troppi compromessi al ribasso) sapete quanto è costato all'USAF?
150 milioni a pezzo.
E gli americani l'hanno giudicato troppo, tanto che ne hanno comprato solo una parte di quelli previsti.
Ma su questi conti ci torniamo dopo.
Ricapitolando, abbiamo un cacciabombardiere che porta una parte del carico bellico dell'AMX ed una frazione di quello del Tornado, ha il raggio d'azione paragonabile a quello dell'AMX ma di gran lunga inferiore a quello del Tornado che dovrebbe sostituire.
Torniamo alla nostra simulazione e chiediamoci:
cosa farebbero i nostri caccia bombardieri AMX nella nostra campagna di ripristino delle libertà monetarie del Belpaese?
Si occuperebbero del lavoro sporco.
Quello più pericoloso: il supporto aereo ravvicinato.
L'avete visto in azione in decine di film americani, da Gunny a Platoon, da Apocalypse now a Salvate il soldato Ryan.
Sul più bello (brutto), quando i nostri sono ad un passo dall'essere sopraffatti, spuntano i falchi stelle e strisce e fanno a pezzi i cattivi di turno a due passi dai nostri eroi.
Facile, no?
I nostri bersaglieri si trovano di fronte una collina tenuta da fanatici dell'eurozona?
Arrivano gli AMX e la annaffiano di napalm.
Gli alfieri corazzati della cancelliera sui loro panzer leopard2 ci stanno circondando su un fianco?
Ecco la nobile vedetta lombarda guidare l'apposito attacco aereo controcarro.
Lasciate perdere le suggestive scene di battaglia dei film e inziamo a pensare un po' seriamente a cosa stiamo descrivendo.
Il nostro pilota di AMX sta volando di giorno ma non troppo veloce, se no non riesce né a vedere né tanto meno a mirare ai bersagli, che sono trincee, case trasformate in casamatte, singoli carri armati o veicoli.
E non è che sita volando dritto ed alto, così avrebbe un' ottima visuale e tutto il tempo di scegliere gli obiettivi, mirare e sparare, ma ci tiene alla pelle: perché gli obiettivi sparano a loro volta.
Al nostro pilota su AMX stanno sparando contro con mitragliatrici, missili contraerei, cannoncini, fucili e pistole.
Quindi vola basso e quasi sempre deve sorvolare l'obiettivo per colpirlo.
Certo, ci sono armi stand off e munizioni di precisione, ma sono utili per lo più contro bersagli fissi o contro i carri armati, per il resto si fa alla vecchia maniera.
Andando relativamente 'lenti' sul campo di battaglia e operando di giorno.
Con gravi rischi per velivolo e pilota.
Tanto gravi che sia USA che URSS (ma anche noi col nostro AMX) per questo genere di missioni hanno sviluppato degli aerei fatti a posta (A-10, SU-25), praticamente corazzati per resistere al fuoco dei fucili e delle mitragliatrici, relativamente lenti (perché sfrecciare a Mach 1.2 per mirare ad una trincea è poco pratico), capaci di volare anche con delle parti di aereo strappate via dalle esplosioni e di portare un pesante carico di razzi e bombe.
Quando l'USAF ha provato ad usare il supersonico F-16 per rimpiazzare l'A-10 nel ruolo del supporto aereo ravvicinato (detto Close Air Support, ossia CAS) i risultati sono stati talmente scadenti che il tentativo è stato annullato.
Ora, a questo punto, qualche lettore potrebbe iniziare a capire dove sto andando a parare.
Facciamo finta di averli comprati 'sti F-35 e torniamo sui nostri passi.
Potrebbe, l'F-35, sostituire il Tornado nelle sue missioni in profondità nella Germania centrale?
No. Non ne ha l'autonomia.
E nemmeno l'armamento.
E nemmeno la relativa sicurezza di andare in missione così lontano da casa contando su due motori invece che su uno.
Quindi, quando ho letto che la nostra aviazione voleva comprare gli F-35 per sostituire i Tornado sono rimasto di stucco: vogliono sostituire un Furgone Ford Transit con un Sidecar.
L'F-35 non è progettato per fare da velivolo da Strike per un'aeronautica come quella Italiana.
Punto.
Potrebbe, l'F-35, sostituire l'AMX nel suo ruolo di aereo di attacco per il supporto ravvicinato ai nostri bravi bersaglieri?
Ne ha l'autonomia ed è anche più veloce, caratteristica che abbiamo visto essere inutile per quel ruolo.
Ma di inutile ha ben altro.
Immaginatevi la scena.
Il nostro sofisticato, invisibile ai radar, caccia, si avventa con due sole bombe due, in pieno giorno, in piena vista, a 700 Km all'ora contro la nostra collina tenuta dagli eurosoldaten.
Tutti i compromessi fatti per rendere l'aereo stealth diventano inutili difetti.
In piena vista l'F-35 è preso di mira da missili a guida infrarossa, mitragliatrici, fucili, pistole e, dato che è vicinissimo ai radar della difesa aerea della teutonica collina, pure dalla contraerea guidata dal radar. Esattamente come il non stealth AMX.
Il nostro bravo e coraggioso pilota sgancia le sue bombe e finisce d'un colpo solo le munizioni, mentre un AMX avrebbe avuto modo di portare altri attacchi.

 A-10 in missione di Close Air Support

Una volta tornato (si spera) alla base si scopre che qualche proiettile di contraerea è andato a segno.
L'AMX può essere facilmente riparato col fil di ferro, la fusoliera in composito dell'F-35, no.
In ogni caso abbiamo usato un aereo da 200 milioni per fare meno lavoro di uno  che ne costa un decimo. In pratica, un solo F-35 costa quanto un intero gruppo di AMX e porta meno bombe.
Quindi, quando ho letto che la nostra aviazione voleva comprare gli F-35 per sostituire gli AMX sono rimasto di stucco: vogliono sostituire un trapano normale con un trapano da dentista... con tutta la  poltrona da dentista attaccata.
Sfortunatamente, non ho ancora finito.
Dunque, le ragioni tecniche le abbiamo sviscerate, ce ne sono altre ma non voglio esagerare, vi lascio qualche pulce nell'orecchio: chi prevarrebbe in un duello tra l'F-35 ed un SU-30?
Ok, andiamo avanti.
I motivi economici.
Devo entrare nel dettaglio?
Costa troppo.
Costa uno sproposito.
Il fatto che gli USA stiano per comprare un migliaio di questi cosi che costano il 25% di più del più avanzato caccia al mondo (l'F-22) la dice lunga sul potere delle lobby americane: l'azienda che produce F-22 ed F-35 (che è una versione ridotta dell'F-22) è la stessa: Lockeed Martin.
Quando la commessa F-22 è stata tagliata ... Si sa: se tagli di qua poi devi ridare di là: per gli USA sarebbe più economico produrre altri F-22 che proseguire con gli F-35. Costerebbero di meno e potrebbero svolgere ruoli di caccia e strike senza compromessi.

F-22 che supera il muro del suono senza postbruciatori

Mistero, eh?
Queste lobby, fanno miracoli: spendere il 25% in più per avere il 70% in meno ...
L'F-35 costa troppo e non solo per quello che vale, ma per quello che dovrebbe fare.
Veniamo ai motivi politici.
Ad oggi, la nostra aeronautica militare è equipaggiata, per i compiti di prima linea, di Eurofighter Typhoon, Panavia Tornado IDS e AMX, progettati e costruiti in Europa i primi due, con il Brasile il terzo.
Sono velivoli anche di produzione nazionale, pensati e progettati con i nostri cugini europei.
Il Tornado l'abbiamo fatto con tedeschi ed inglesi, il Typhoon con l'aggiunta degli spagnoli, insomma, sono macchine europee per una difesa europea.
Costano anche loro care, ma significano anche know how industriale, occupazione e ricerca.
Significano indipendenza.
Invece, comprare 'sto coso dagli USA è un bel regalo dei nostri soldi che se ne vanno tutti oltreoceano senza adeguate compensazioni industriali e senza acquisizione di know how degno di questo nome.
Le ricardute occupazionali della cancellazione del programma ci saranno, ma, francamente, il gioco non vale la candela.
Sarebbe molto meglio continuare come abbiamo fatto fino ad ora, ossia costruire i nostri aerei assieme ai nostri vicini.
E' il primo passo della cooperazione militare e ne abbiamo già fatti tre nella giusta direzione della difesa comune europea (che è ben altro che la NATO).
Perchè fare questo passo falso e pure nella direzione opposta?
Piccola postilla dato che siamo in tema di datagate.
L'F-35 è un velivolo le cui sofisticate funzioni sono controllate da un sistema di computers ...
su cui gira un software proprietario...
Di cui non solo l'Italia non potrà mai controllare i sorgenti (la mia fissa sull'open source, direte voi), ma ciò implica la non remota (anzi, la quasi certa) possibilità che l'aereo possa essere in parte o completamente controllato dagli USA che potrebbero semplicemente 'spegnerlo' se usato in contesti non graditi al governo americano.
Fantascienza?
Sì, come no. Voi vi fidereste?
Coraggio, siamo quasi alla fine: le considerazioni finanziarie.
Si dice che il programma ci costerebbe almeno 13,5 Miliardi di €.
Qui gli amichetti del "Senza se e senza Ma" probabilmente hanno preso una cantonata, infatti vanno spammando, ehm, spargendo in giro la 'furoviante' informazione secondo cui 'sti soldi li si deve sganciare tutti domattina.
Non è così, sono spalmati in 24 anni ma restano un'enormità e la stima dei 13,5 Miliardi è probabilmente al ribasso. Parliamo, probabilmente, di 1,5 forse 2 Miliardi all'anno per i primi anni, con tante incognite per quelli successivi.
Ma anche se fossero solo 50 Milioni l'anno, gettarli via in un aereo semplicemente inadatto a sostituire Tornado ed AMX è peggio di uno spreco, perchè implica anche pesanti ricadute negative sulle nostre relazioni con le altre nazioni dell'UE, ritarda l'integrazione europea a livello della difesa ed impoverisce il nostro background industriale e tecnico.
Non so esattamente cosa succederebbe se, per un benaugurato miracolo, il programma fosse cancellato.
Ho dei dubbi che si risparmierebbe poi tantissimi, ma sicuramente qualcosa si risparmierebbe.
Mi piacerebbe che gli eventuali risparmi fossero, almeno per un paio di anni, dedicati alla detassazione delle attività produttive o alla 'nazionalizzazione' e potenziamento del servizio antincendio.
Poi, si potrebbero usare per incaricare industrie aeronautiche nazionali/europee per aggiornare la flotta esistente di Tornado ed AMX e magari comprare qualche Typhoon in più.
Certo, resta il problema delle nostre portaerei, dato che l'ammiraglia è stata costruita per ospitare gli F-35, ma questa è un'altra storia.
Tremo all'idea che gli eventuali risparmi finiscano nel foraggiare altra pubblica burocrazia parassita, ma siamo in Italia dove le cose meno utili e più dannose sono anche le più probabili.
Da quanto ho scritto credo che sia evidente che non ho nessuna simpatia per gli F-35 mentre ne ho molta per la Germania, in cui il costo della vita è molto più basso di quello italiano mentre occupazione, produttività industriale salari, servizi e diritti, beh, non sono nemmeno da raffrontarsi.
Qualche anno fa, perso nella noia di un pomeriggio di convalescenza, ho scoperto che la Svezia, pacifica, civile e circondata da popoli pacifici, è, relativamente all'Italia, molto, molto più armata.
Quindi, qualche giorno fa, mi sono informato sulle forze aeree dei paesi del Nord Africa e della Siria.
Sapevo che i paesi arabi sono pesantemente armati e militarizzati e conoscevo già la potenza delle forze aeree Egiziane e Siriane.
Non avevo idea, invece, della modernità e della potenza dell'Aviazione Algerina.
Mig 29, supercaccia SU-30, velivoli da Strike SU-24.

SU-30 Algerino

Ho postato le foto di questi aerei, senza commenti, ma sono stato accusato di voler coprire le porcate del PD, come se stessi in qualche modo suggerendo la necessità di comprare gli F-35 dopo aver scritto ovunque (e questa è solo l'ultima mia pubblica dichiarazione di contrarietà) che sono contrario.
Un esempio a caso: l'esistenza di un'aviazione Algerina moderna e ben armata è un dato di fatto e non implica la necessità di una corsa agli armamenti automatica ma smentisce la pacificità del Mediterraneo data per scontata dagli anti-F35 ideologici. Tutto qua.
L'assenza della cognizione della collocazione anche semplicemente geografica, per non dire geopolitica, del Paese in cui si vive, mi sembra, per un'eccessiva percentuale della popolazione, un altro dato di fatto.
L'Italia ha bisogno di un sistema difensivo molto più della Svezia.
Quindi bisogna pensarci.
Non vado oltre, resto a questa affermazione.
Bisogna pensarci, coi numeri alla mano, non con le ideologie.
L'obiettivo è semplice: nessun SU-30 o F-16 straniero deve poter far danni al Bel Paese e ci sono molti modi per impedirlo.
L'F-35 non è uno di questi.
Ma nemmeno "senza se e senza ma".


Se siete arrivati fin qua potreste anche apprezzare questi miei vecchi post a tema:

http://invernoerosa.blogspot.it/2010/12/la-svezia-sta-allitalia-come-likea-sta.html

http://invernoerosa.blogspot.it/2013/06/la-difesa-aerea-delleuropa-sogno-di-una.html