Dopo lunga e serena riflessione ho deciso che, se otterrò per tempo la tessera elettorale, al referendum sul rinnovo delle concessioni estrattive di GAS naturale in essere del 17 Aprile voterò NO.
Il mio NO non è alla volontà di ridurre e prima o poi cancellare le estrazioni di idrocarburi.
E' un NO ad una concezione culturale e ad un comportamento materiale irresponsabili.
La vittoria del SI non diminuirebbe di un grammo le emissioni inquinanti nella Biosfera, demolirebbe l'economia di Ravenna con il prossimo licenziamento di circa 10mila tecnici specializzati e deresponsabilizzerebbe ulteriormente l'opinione pubblica italiana.
E non fermerebbe nemmeno una trivella in Basilicata.
Nemmeno una.
Non ho nessun dubbio che tra i promotori del Referendum vi sia un mucchio di gente che abbia ben chiaro il quadro della situazione e che vorrebbe fermare l'estrazione di gas più per una questione di principio che per una questione pratica, ma io non concordo.
C'è un solo modo etico, responsabile, ecologico di far chiudere le piattaforme di estrazione del GAS:
Mandare fuori mercato il gas naturale comprando tetti fotovoltaici e solari termici, usando cucine ad induzione in associazione con il fotovoltaico, investendo in isolamento degli edifici, accettando l'ombra delle pale eoliche, elettrificando i trasporti a scapito della gomma e, tanto per iniziare con qualcosa alla immediata portata della grande maggioranza della Popolazione, facendo in bici o a piedi tutti i tragitti < 5km.
Invece, in Italia, dopo gli antivaccinisti, le scie chimiche, i pro xylella abbiamo anche i bravi ragazzi che vorrebbero impedire che si continui ad estrarre il gas dalle piattaforme già in essere credendo di salvare la Basilicata dai tumori petroliferi e catafottendosene altamente delle conseguenze di estrazioni fuori controllo in paesi in cui non c'è l'acqua potabile figuriamoci il nobile istituto del referendum o la possibilità di scegliere tra una vacanza esotica e tagliare del 70% le proprie emissioni installando un tetto fotovoltaico.
Non sto commettendo 'benaltrismo', sto insistendo sul fatto che il carro non si mette davanti ai buoi, soprattutto se i buoi sono quelli di altri poveracci e noi potremmo farlo andare a energia solare 'sto carro, se solo volessimo.
Chi propone di demolire l'ennesimo settore tecnologico italiano si interroghi serenamente e seriamente su cosa abbia fatto lui, personalmente, negli scorsi mesi/anni per diminuire il proprio impatto ambientale:
Ha rinunciato alla Carne?
Ha investito il proprio denaro sottraendolo alle gozzoviglie in risparmio energetico (dagli infissi alle lampadine)?
Ha appoggiato l'installazione di impianti eolici?
Ha appoggiato l'installazione su tetti di edifici esistenti di impianti fotovoltaici?
Ha lasciato parcheggiata la propria auto per inforcare la bicicletta?
Ha deciso che è più salutare ed ecologico abbassare di x gradi la temperatura della propria abitazione soprattutto in questo falso inverno?
Ha deciso che un volo low cost per un bel week end a Londra è troppo inquinante e ci ha rinunciato?
Se la risposta è No a gran parte di queste (e se ne potrebbero aggiungere molte altre) domande il SI al referendum è solo un'altra via verso l'Inferno lastricata di buone intenzioni.
La via delle energie rinnovabili è stretta e tortuosa e l'Italia come paese e gli italiani come popolo sono ben lontani dalla meta.
Io non entro neppure nel tema della pericolosità, della sicurezza, dell'inquinamento.
Per favore, non confondete le vostre ricerche sul web con la mia laurea in ingegneria e sì, fatevene una ragione, ci sono questioni che possono essere affrontate con successo solo se in possesso della capacità di risolvere un sistema di equazioni differenziali, pena la morte.
Se confondete il solare termico col fotovoltaico, il gas naturale col petrolio, l'U235 con l'U238, il SU-27 con l'F-18, l'impatto ambientale di un inceneritore con quello di una turbina eolica fate un favore alla vostra salute e a quella dei vostri figli: non ci mettete becco.
Da ex lavoratore dell'Oil and Gas (ed ex lavoratore delle energie rinnovabili) ho le mie idee basate su una Laurea in Ingegneria e su qualche anno di esperienza, niente che possa convincere un dibattista a caso, si intende.
Ma resto nel merito della Responsabilità individuale.
Andare a votare SI è, nella maggior parte dei casi, un lavarsi le mani e la coscienza a spese degli altri:
gli altri abitanti di questo Pianeta nei cui giardini andremo ad estrarre il loro Gas per il nostro comodo e gli altri abitanti di questo pianeta che non beneficeranno delle nostre inesistenti riduzioni di gas serra perché ci sentiremo a posto così, con qualche migliaia di famiglie sul lastrico in più e una bolletta più salata del riscaldamento e nemmeno un grammo di CO2 emessa in meno.
Bel piano, complimenti vivissimi, fino alla prossima alzata di ingegno. Sulla pelle degli altri.