Ci dispiace.
Ci dispiace tanto.
Nel corso degli ultimi vent'anni abbiamo notevolmente ampliato gli squilibri sociali aumentando a nostro vantaggio il divario tra ricchi e poveri mettendo al tappeto la classe media.
Siamo spiacenti di aver impostato la Politica Estera del Paese su standard di minimo rischio a breve termine sacrificando il domani alla tranquillità di oggi fino ad infilarci nel vicolo cieco in cui siamo in questi giorni.
Siamo profondamente rammaricati di aver contribuito a trasmettere all'opinione pubblica israeliana il dato di fatto di una Italia (Europa) fondamentalmente antisemita e a spingere gli israeliani ad una inaccettabile e violenta difensiva, del resto, stiamo raccogliendo gli amari frutti in tal senso in tutto l'Occidente.
Soprattutto, ci scusiamo con voi tutti per aver amministrato malamente la cosa pubblica devastando l'Istruzione pubblica e tutti i residui ascensori sociali.
Siamo davvero spiacenti di non aver ridistribuito il peso sociale delle migrazioni dei Popoli, di aver passato lustri ad assicurarci il mantenimento di piccoli e grandi privilegi personali preferendo, anche in piccole realtà, letteralmente, la miseria e l'emigrazione per migliaia e migliaia di famiglie pur di non rinunciare alla gestione feudale della Cosa Pubblica.
Ci scusiamo di aver usato grandi banche o grandi aziende così come piccoli enti di formazione comunali per mantenere ed amplificare le disuguaglianze sociali, di aver costretto le nostre migliori menti giovani ad emigrare dal Sud al Nord e dall'Italia all'Estero.
Siamo desolati di aver dato prova di completa incapacità, misurabile e quantificabile sia tra le fila dei partiti tradizionali che in quelli sorti da movimenti di protesta.
Perdonateci, in estrema sintesi, di non avervi dato altra scelta, tra la nostra letale, caramellosa ed avida inefficienza e le mostruosità degli imitatori nostrani di Trump.
Purtroppo, nessuno nel PD o in M5S (e men che mai nel resto dell'arco costituzionale) ha, che mi risulti, impostato la sua strategia anti-Trump su una base di autocritica costruttiva.
I primi, inaccettabili, atti del neo presidente USA sono solo un sinistro rullar di tamburi per le dolenti note che verranno.
Ma criticare l'operato di Trump è un esercizio controproducente se manca l'analisi della sua genesi.
Analisi, al momento, assente: i suoi cento padri disconoscono il loro figlio più illustre.