7 giugno 2024

Catch 22: the Art of War




Oggi parliamo del bombardiere medio della Seconda Guerra Mondiale B-25 Mitchell.

Fu un buon apparecchio, usato dall'aeronautica americana un po' ovunque come bombardiere tattico, mitragliamento (Il B-25J rappresentato nel modello aveva ben 8 mitragliatrici frontali per l'attacco al suolo), attacco antinave e supporto aereo ravvicinato.

Era facile da pilotare e piuttosto robusto: un B-25C del  321st Bomb Group fu soprannominato 'Patches' per tutte le volte che fu riparato con successo dopo ben 6 atterraggi di emergenza sulla pancia senza carrello, 300 missioni di volo e 400 fori di proiettile nella fusoliera.

Insomma, un aereo riuscito che contribuì grandemente alla fine del nazifascismo.

Probabilmente, questo aereo  è relativamente noto al grande pubblico per lo spettacolare Raid di Doolittle su Tokio del 1942, immortalato di recente, nel (deludente) film Pearl Harbor del 2001.

Ma non è per quel film che ve lo propongo.

Infatti, scommetto che quasi tutti i miei lettori hanno sentito parlare o usato la locuzione "Comma 22".

In genere, riferendosi ad una qualche assurdità burocratica.

L'origine di questo modo di dire, però, è puramente letteraria e nasce dal romanzo "Comma 22" di Joseph Heller.

Non è un romanzo facile: è complesso e richiede concentrazione e pazienza.

E' un romanzo satirico su una delle cose più serie nell'Universo: la Guerra.

A margine, è peculiare il fatto che la letteratura satirica sulla vita militare abbia il suo apice negli USA (oltre a Comma 22 non posso che ricordare MASH, mentre in Europa segnalo la saga 08/15 del tedesco Kirst e quella del Il buon soldato Švejk di Jaroslav Hašek).

E in Italia? In Italia la satira genuina non ha patria.

In Italia, la satira prende in giro le vittime e i deboli, non solo il Potere.

Ma torniamo al romanzo.

Il suo protagonista, il capitano Yossarian, vola proprio sui B-25 e non vuole morire in guerra.

Tutto qua.

E vola sui B-25 proprio durante la campagna d'Italia.

Quell'Italia che ha dimenticato il prezzo del suo benessere e le sue origini.

Il capitano Yossarian, però,  ha una paura fottuta di bombardare Bologna.

Già, perché Comma 22 è ambientato in Italia nell'ultimo anno di guerra, quando il Paese era diviso dalla Linea Gotica.

Ecco un dialogo con un suo superiore:

«Non voglio più avere a che fare con la guerra.»

Dice Yossarian.

«Vorresti vedere il nostro paese sconfitto?» chiese il maggiore Maggiori.

«Non perderemo. Abbiamo più uomini, più soldi e più materiale. Ci sono dieci milioni di uomini in uniforme che potrebbero sostituirmi. C'è un gruppetto di persone che si fanno ammazzare e un mucchio di altri stanno facendo soldi divertendosi un mondo. Perché non prova qualcun altro a farsi ammazzare?»

«Supponi per un momento che tutti dalla nostra parte avessero questa stessa idea.»

«E allora sarei proprio uno stupido ad avere un'idea diversa. Non le pare? Il nemico,» ritorse Yossarian con calcolata precisione, «sono tutti coloro che cercano di farti morire, non importa da "quale" parte si trovino».

Ed è questo il cuore del problema.

La Guerra va evitata ad ogni costo e l’unico modo di farlo è la deterrenza.

Yossarian non vuole andare in guerra e basta.

Non vuole averci nulla a che fare e ha perfettamente ragione.

Che dall'altro lato della barricata ci sia Hitler e lui voli per far chiudere Auschwitz non lo riguarda minimamente.

E ha ragione.

Ragione da vendere.

La vita è sua e non vuole perderla a causa dei nazisti o dei suoi superiori: dal suo punto di vista è indifferente morire per la contraerea di Bologna o per un errore di manutenzione dei meccanici o per una decisione sballata dei generali.

Perché War is Hell.

Ma perché la Guerra è l'inferno?

Le opinioni pubbliche occidentali sono affette, oltre che da cecità rispetto alla Crisi Climatica, anche da questa specie di allucinazione collettiva sulla natura della Guerra.

Al momento, la Guerra, secondo i più privilegiati figli del Secondo Conflitto Mondiale, dovrebbe essere condotta più o meno come una faccenda a metà tra gli scontri tra Gladiatori dell'antica Roma e i tornei dei cavalieri medioevali.

Insomma, qualcosa da guardare alla TV o dallo smartphone che dovrebbe coinvolgere esclusivamente i militari ben lontano dalle città.

Sennò è criminale.

Ma la guerra non è un crimine perché ci muoiono donne e bambini.

La guerra è un crimine perché ci muoiono persone.

Anche se soldati volontari.

E' qua che sta l'equivoco che è evidentemente tale anche per molti cristiani.

In guerra sono tutti innocenti, tutti vittime.

Eccetto i pochi mandanti.

Il volerla circoscrivere ai soli militari è un'apparente utopia che non è altro che desiderio di morte (altrui).

Yossarian questo l'ha capito benissimo e non ci vuole avere niente a che fare.

E io sono perfettamente d'accordo con lui.

Comma 22 resta un capolavoro il cui messaggio di fondo è che la follia della Guerra è nel meccanismo stesso che porta a combatterla e va evitata con ogni mezzo.

Ossia, con la Deterrenza. 

Che costa una frazione infinitesimale della Guerra stessa.

Ma è necessario ricordare un dato di fatto inoppugnabile: sono stati i bombardamenti su nazisti, fascisti e civili italiani a far sorgere l'alba del 25 Aprile.
Una volta che il genio del male è stato evocato l'unica cosa peggiore della sua furia è voltargli le spalle.  

Chiunque voglia la Guerra è pazzo.

Chiunque si illuda di poter impedire una Guerra a chiacchiere non è pazzo: solo guerrafondaio.

Ed eccolo il il Comma 22:

«Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.»

Yossarian lo trovava atrocemente perfetto.

Ed io pure.



















Nota Modellistica: Kit Hasegawa perfetto.

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