Sono stato molto fortunato a leggere ACAB dopo aver visto Diaz e soprattutto dopo l'angosciante vicenda della parate del 2 giugno.
ACAB è un romanzo (diciamo una descrizione romanzata di atti giudiziari) furbo.
Non nasconde il disgusto per gli atti atroci del VII nucleo a Genova, ma spiega come funziona la macchina della violenza.
Non nasconde il disgusto per gli atti atroci del VII nucleo a Genova, ma spiega come funziona la macchina della violenza.
Una macchina precisa.
I cui progettisti ed autisti compaiono solo di striscio nelle pagine.
Intere pagine sono la semplice ed esemplare trascrizione dei referti medici delle vittime del G8 e della relativa discussione (che ricodo di aver letto anch'io in originale) su un forum della polizia.
Intere pagine sono la semplice ed esemplare trascrizione dei referti medici delle vittime del G8 e della relativa discussione (che ricodo di aver letto anch'io in originale) su un forum della polizia.
Un gruppo Celere è descritto come una specie di antimagnete per le metalliche forze a cui è mandato ad opporsi: immigrati da espellere, Rom da sgombrare, autonomi da contenere e, en passant, giovani disarmati e pacifici della Diaz da manganellare a sangue e poi da torturare a Bolzaneto.
Che c'entra la parata del 2 giugno?
Niente, se avete bisogno di domandarlo. Passate avanti.
Se, invece, avete a cuore il presente ed il futuro di questa (non un'altra possibile) Repubblica, vi renderete conto, magari, della scollatura tra istituzioni, gente delle istituzioni, cittadini irresponsabili e cittadini che credono di essere responsabili ma che, invece, allo scollamento lavorano alacremente.
Uno scollamento che ormai è diventato una voragine capace di inghiottire l'intero Paese.
La violenza è cieca.
La cecità di fronte alla violenza ed alle sue cause non so definirla.
"I Fratelli non si abbandonano"
Peccato che siano già tutti soli.
Nessun commento:
Posta un commento
Che ne dici?