17 ottobre 2010

Arrivederci, AGESCI, ciao...

Non ha senso girarci attorno: mentre leggete queste righe non sono più il Capo Clan del Gruppo Agesci Matera 2 e non rivestirò più un ruolo attivo nell'Associazione per parecchio tempo. Ammesso e non concesso che possa ritornare mai in servizio.
Francamente, mentre scrivo queste righe, la sensazione è di rabbia. 
La tristezza è roba di ieri e di domani. Oggi prevale la rabbia per una situazione conseguente alle circostanze più che ad una mia scelta. Non posso più permettermi il lusso del Servizio. 
Ho preso questa decisione tra aprile e maggio, dopo lunga riflessione.
Ho preso questa decisione con dolore, un dolore che ha sostituito il disagio una volta stabilito il da farsi e che mi ha accompagnato per ogni uscita, per ogni attività, da allora ad oggi. Un dolore che spero possa attenuarsi presto ora che l’ultimo atto è compiuto.
Ho deciso di non drammatizzare l'evento: a chi, tra i ragazzi mi ha chiesto se avrei continuato a fare il Capo, l'ho detto tranquillamente: sono stato chiamato a svolgere un Servizio, ora quel Servizio lo farà un altro, tutto qui. Ho sempre guardato con perplessa meraviglia quei capi che personalizzano il loro ruolo all’estremo ed organizzano, lasciando l'Unità, cerimonie di addio, regalini et similia tra lacrime e cose così: questo si che mi pare un gesto di distacco concreto dai ragazzi. Io lascio il Servizio in Agesci, non tronco la mia relazione coi ragazzi.
E non è nè una frase fatta nè retorica.
Molti li ho letteralmente visti nascere e crescere, ho avuto l'onore di far loro Capo, ora la vita mi chiama ad altri impegni.
Purtroppo, le cose non stanno andando molto bene. Il problema principale, da cui discendono gran parte degli altri, è, ovviamente, il lavoro. Ma non solo nel senso che lavoro troppo e ho poco tempo, ma nel senso che guadagno troppo poco in una precaria stagnazione che mi obbliga a seguire ogni traccia, ogni opportunità.
L'anno scorso, troppe volte il Clan si è messo di mezzo, costringendomi a gimcane per rispettare gli impegni associativi senza andare troppo a discapito di quelli lavorativi. Poi, c'è la questione del mio tempo. Che non basta. Non ho ferie, nè malattia nè altri diritti comuni venti anni fa. E già l’anno scorso è stato fatto un gravoso Sacrificio, un sacrificio per i ragazzi che si è rivelato controproducente: non è accettabile che un Clan faccia una route di soli tre giorni. Ma questo è il meno. Causa mancanza del dono dell’ubiquità, sono stato costretto ad ignorare fatti gravi che avrebbero richiesto un'azione energica, costante e continuativa nelle mie vesti di Capo: io sono responsabile dell'applicazione del metodo scout, non di fare quel che mi pare e piace! Se non posso applicarlo integralmente danneggio i ragazzi, non li aiuto, per quanto simpatico ed in gamba possa sembrare in alta uniforme e cappellone. Aevoglia a dare Testimonianza facendo Protezione Civile, Impegno Politico, Servizi vari, ma se non hai la possibilità di dare il necessario è meglio stare a casa.
Di fatto, ho concluso il passato anno scout con la sensazione piuttosto netta di essermi ammazzato di fatica ed aver fatto tanti sacrifici senza aver adempiuto a quello che, secondo i miei stessi parametri, sarebbe stato il mio dovere.
Mi sono sentito troppo spesso frustrato nel sapere cosa sarebbe stato necessario fare e non poterlo assolutamente fare: un po' come un medico del terzo mondo che sa bene che gli basterebbe una flebo per salvare una vita ma non ce l'ha...
Il mio commiato dal Clan è la mia ultima testimonianza.
Una testimonianza di coerenza e di capacità di affrontare con serenità i dolori della vita. 
Perchè questa decisione mi è costata, mi costa e mi costerà parecchio. 
Ma, per quanto dolorosa, credo sia quella giusta. 
Se il Signore vorrà, tornerò appena possibile in uniforme, per continuare il mio Servizio dove credo di essere più utile.
Eppure...
Ci sarebbe da argomentare parecchio a riguardo per sostenere quello che sto per scrivere:
La mia vera paura.
La mia inconfessata angoscia.
Dopotutto, il mio naturale ottimismo scout mi da speranza di ricostruire, tra, 3, 5, 10 anni, le condizioni personali adeguate al Servizio. 
Ma, quando tutti i problemi ostativi saranno superati, ci sarà ancora un'Agesci in cui io abbia voglia di rientrare?
Un’Agesci che mi chiede di occuparmi si di scouting, ma soprattutto di assistenza sociale, psicologia dei gruppi, protezione civile, gestione legale, ragioneria con tanto di bilancio, ricevute e scontrini e pure di concedere o meno crediti scolastici e che, a regime, ti lascia si e no una sera a settimana ed una domenica al mese libere. 
Un’Agesci sulla cui home page si trovano più le parole progetto, convegno, comitato che pentolonri, legatura, sudore.
Un’Agesci che mi chiede di partecipare a riunioni organizzative in giorni feriali, ad orari feriali, ad un’ora di macchina da casa e che mi rimprovera se sgarro con la burocrazia.
Un’Agesci che mi manda a casa una mole di documentazione sulla cui lettura dovrei basare i miei standard di Capo ma che sembra, tutto sommato, un capitolato d’appalto.
Un’Agesci che non prende neppure atto dell’inesistenza pratica degli Assistenti Ecclesiastici reali, quelli che partecipano a tutte le attività e costruiscono un Percorso di Fede in comunione con quello Educativo. Attualmente, siamo spesso ridotti a fare da Guardia Pretoriana in alta uniforme a Messe Solenni con tanto di Lupetti in prima fila mezzo soffocati dall’incenso ed Esploratori e Rover annoiati ed in tutt’altre faccende affaccendati un po’ più indietro...
Un’Agesci che, semplicemente, non riconosce in me il futuro associativo:
un adulto che ha una vita lavorativa, delle prospettive familiari ed una disponibilità di tempo libero profondamente diverse da quelle dei suoi predecessori.
La mia Associazione, semplicemente, non mi vede più, non mi riconosce più: mi chiede delle cose per me inverosimili e contribuisce ad espellermi da questo Servizio che tanto amo.
Spero solo che, caduti i miei impegni di Servizio diretti, riesca a ritagliare pochi attimi di tempo per testimoniare la necessità di riformare profondamente l’Agesci, non per riportare indietro l’orologio, anzi: è l’Agesci che è rimasta agli anni 70 - 90, è necessario che si aggiorni:
che si aggiorni rispetto alle disponibilità di Servizio dei Capi in un mondo post globalizzato e che si aggiorni rispetto alla proposta Educativa verso i ragazzi, per cui, a mio modesto parere, lo scouting deve costituire la stragrande maggioranza delle attività.
Il mio ringraziamento va alla Comunità Capi del Matera 2 che mi ha accolto e sostenuto nel momento del bisogno, va allo Staff del Clan Fuco Perfecta Laetitia con cui quest’anno abbiamo sfiorato la perfezione eponima, va ai rappresentanti delle associazioni con cui abbiamo iniziato un cammino comune di Servizio e va a quei genitori che hanno sostenuto fino in fondo i nostri sforzi. 
Ai ragazzi vanno, più che i ringraziamenti, le scuse: per non essere stato all’altezza delle loro necessità, per non essere riuscito a fare il necessario, incluso qualche sana pedata, beninteso. Queste righe contengono troppa amarezza per contaminare i pensieri che ho per loro, quindi non aggiungo altro in questa sede.
Ho fatto del mio meglio. 





E, ora, mi aspetta un duro inverno. 






Colori (ascoltata per la prima volta a La Vaglia, 1987 )

Questo prato verde ti ricorderà la speranza del mattino 

non smarrirla, amico mio, perché io ritornerò. 

Questo cielo azzurro ti ricorderà la fiducia nella vita 

non deporla, amico mio, perché io, io ritornerò. 

Questa rosa rossa ti ricorderà la bellezza del tuo amore 

non tradirlo, amico mio, perché io, ritornerò. 

Questo sole d'oro ti ricorderà lo splendore del tuo dono 

non stancarti, amico mio, perché io, ritornerò. 

Il colore arcano della libertà sai trovarlo amico mio? 

Nel tuo cuore l'ho posto io perché io, ritornerò.

13 ottobre 2010

Linux Day 2010 anche a Matera

Il Linux Day è una manifestazione nazionale articolata in eventi locali che ha lo scopo di promuovere Linux e la cultura del software libero. Il Linux Day è promosso da ILS (Italian Linux Society) e organizzato localmente dai LUG italiani e dagli altri gruppi che condividono le finalità della manifestazione.
Per il quarto anno consecutivo anche a Matera si svolgerà il Linux Day con tema: “ Investiamo in Oro Grigio “, per dare attenzione alle tematiche educative ed al mondo della scuola.
La manifestazione si svolgerà Sabato 23 Ottobre dalle 17 alle 21 circa presso la sede dell'associazione Sui Generis in Via delle Beccherie.
Siete tutti invitati a partecipare, questo è solo il primo dei molti memento che seguiranno.
Il sito a cui far riferimento è Materalinux, il portale del software libero materano!

Strategia della Vittoria

Band of Brothers, The Pacific, sono solo miniserie tv.
Niente di che.
Ma Band of Brothers è anche un libro, un bel libro.
A cui potrei far seguire una lunga lista di titoli.
Titoli di libri di Storia, libri di storia della Seconda Guerra Mondiale.
Libri di storia che, forse, si dovrebbero leggere non percelebrare la gloria degli alleati, me per ricordare la disfatta dei fascisti.
O, più precisamente, per ricordare quali sacrifici sia necessario fare per ricacciare tra gli incubi Talebani, Ahmadinejad, Hamas, lapidazioni e compagnia bella.

12 ottobre 2010

Ubuntu 10.10, il perfezionamento

Già,
il titolo esprime compiutamente il mio pensiero.
Ubuntu 10.10, a meno di guardare davvero in fondo, per un utente normodotato può ragionevolmente essere considerato il perfezionamento della precedente release, la 10.04. Per carità, perfezionamenti azzeccati ed evidenti, soprattutto nell'installer che permette di scaricare ed installare automaticamente i codec proprietari.
Mica una cosa da poco.
Tuttavia, quando il desktop si è caricato, è arduo andare alla ricerca di innovazioni rivoluzionarie. E non mi riferisco all'aspetto grafico, faccenda tutto sommato più d'immagine che di sostanza.
Ad esempio, ancora non è possibile sfogliare una rete di dominio Windows2008R2, il che, francamente, è seccante. Certo, la colpa è di Micro$oft e dei suoi sorgenti chiusi, ma alla fine della fiera il mio netbook ed il nuovo server 10.10 non ne vogliono sapere di parlare con gli altri amichetti della LAN.
Mosso dalla naturale curiosità ho formattato il netbook e ho scelto di fare l'avanzamento di versione al PC dei miei genitori. Tutto è andato benissimo in entrambi i casi.
Anche il serverino di test che ho preparato con Edubuntu per il Linux Day su piattaforma Atom su supporto Compact Flash è del tutto soddisfacente. L'interfaccia della Netbook Edition ( Unity ) mi ha lasciato un po' spaesato ma, finite le configurazioni, tornerò ad usarla se non altro per imparare una cosa nuova e non fossilizzarmi...
Ma ho sempre il dubbio che parte di queste migliorie sono più da aggiornamento che da nuova versione. Dopotutto, navigo, chatto, faccio di conto e scrivo con lo stesso medesimo software della 10.04.1.
La 10.04.1 è davvero riuscita e la sua sostitua non sembra da meno. Ma era necessaria?
Non è questo il luogo per dibattere sul ciclo semestrale di rilasci di Ubuntu, forse è il caso di cambiare marcia ora che lo spunto è raggiunto..
In sostanza: se avete una 10.04 aggiornata e perfettamente funzionante, soprattutto se in ambito lavorativo e/o con complesse configurazioni aggiuntive, non credo valga la pena di aggiornare.
Per tutti gli altri:
precipitatevi all'arrembaggio, la perfezione è vicina...


11 ottobre 2010

la nostra pace, la vita altrui

Cos’è accettabile?
Cosa possiamo ritenere accettabile?
E’ accettabile che sia consentito alle ragazzine andare a scuola e che se sorprese ad amoreggiare siano semplicemente ammazzate a colpi di AK47 invece che lapidate?
Magari è accettabile che ad un giovane omosessuale siano date 100 frustate invece che essere appeso per il collo ad un palo.
Cosa riteniamo accettabile e cosa no?
Cosa siamo disposti a concedere ai Talebani per fare una specie di pace?
Perchè il problema non è nei mezzi, negli strumenti, nelle passioni, nelle paure, missione di pace o missione di guerra: ma nell’obiettivo strategico della guerra afgana.
Un obiettivo strategico che, a meno di avere la TV italiana come unico strumento di  informazione, dovrebbe essere chiaro: arginare come minimo, distruggere come ottimo, il movimento talebano in Afghanistan e Pakistan nelle sue manifestazioni esterne ed interne.
Perchè, le manifestazioni esterne si chiamano attentati nelle città occidentali ( ed il successo ultimo Taliban implicherebbe la disponibilità dell’arsenale nucleare pakistano ) , quelle interne significano riduzione in schiavitù delle donne in condizioni proto animalesche e morte per ogni forma di non conformità alla loro probabilmente eretica interpretazione del Corano.
Non voglio farla lunga e non mi va di perdere e far perdere tempo in esempi.
Il punto è, cari amici di PD, SEL, Emergency, Manitese, ecc., la nostra piccola spedizione Afgana è una guerra di aggressione ed un perpetuarsi di stragi di civili per cui prima ci ritiriamo meglio è per tutti o quello che ho scritto prima ha un fondo di verità?
E, nel caso, cosa fare se la volontà e la forza di risolvere il problema manu militari ci mancano?
Quale e quanta parte del credo talebano dobbiamo ritenere accettabile per afghani e pakistani ( e per noi stessi ) ?

26 settembre 2010

Anobii e le statistiche dell'inferno

Da buon lettore compulsivo, la parte delle statistiche è un servizio su cui mi cade sempre l'occhio:

Anno Numero di libri n. di pagine
2010           44 19918
2009           37 14021
2008           53 18039


 Peccato che, alla fine, leggo e leggo e non capisco niente ( del mondo che mi circonda e di quello tutto mio )...

22 settembre 2010

Linux Day 2010: istruzioni per l'uso dell'Install Fest

LINUX DAY: Istruzioni per l'uso dell'install fest.

Carissimo visitatore,
Sabato 23 Ottobre scommettiamo sarai dei nostri in via delle Beccherie per partecipare al linux day 2010.
Magari vorresti installare una Distribuzione Linux sul tuo PC.
Saremo felici di aiutarti e le cose saranno davvero semplici e veloci se cercherai di attenerti a queste linee guida:


  1. Salva i Tuoi dati, tutti: porta con te un PC o Notebook il cui contenuto potrebbe essere cancellato. L'installazione di linux in parallelo a windows generalmente non da problemi, ma non si sa mai. A maggior ragione se intendi usare linux come unico sistema operativo: salva tutto.
  2. Se sai come fare, deframmenta l'hard disk.
  3.  Se sai come fare, crea una partizione di 10GB alla fine del tuo hard disk.
  4.  Porta con te alcuni CD e DVD vuoti, così potrai tornare a casa con un bel po' di distribuzioni linux e software libero in generale.
 Possiamo installare linux praticamente su ogni PC, tuttavia suggeriamo come requisiti di 'tranquilla usabilità':
  • Pentiun II con 64 MB di RAM e scheda di rete per distribuzioni tipo DSL - Puppy
  • Pentium III - IV con 256 MB RAM e scheda di rete per distribuzioni Desktop leggere
  • Pentium IV con 512 MB di RAM, scheda video discreta e scheda di rete per distribuzioni Desktop Standard
  • Su ogni PC - Notebook acquistato negli ultimi 3 anni le ultime distribuzioni linux girano senza alcun problema
Portate con voi le macchine complete e, nel caso di PC desktop, anche una ciabatta elettrica per usare un'unica presa.

21 settembre 2010

La Fine è nota

Oggi sono stato invitato alle cerimonie di commemorazione per ricordare la rivolta antifascista della mia città ( Si, Matera è stata la prima città del Sud ad insorgere contro i Tedeschi ).
Non credo che vi parteciperò.
Al 99,999% per abietti motivi di impossibilità lavorativa. Altrimenti avrei partecipato volentieri. Al 99,999%.
Allo 0,001%, percentuale degna della divisione dei profitti tra zio Paperone e Paperino, no.
Perchè non riesco a vedere più le lotte partigiane come qualcosa di fondativo dello Stato in cui vivo, come una Memoria da conservare per evitare il ritorno di certe bestialità.
Inizia ad insinuarsi in me la certezza che quanto era stato abbattuto sia già tornato, o, meglio, che non sia mai stato sconfitto.
Sento che, invece di ricordare le altrui e passate gesta di coraggio ed umanità, dovremmo incominciare a prepararci a ripeterle, se ne siamo capaci. Cosa di cui dubito:
non siamo stati capaci di farci pagare dagli imprenditorucoli locali per il nostro lavoro,
non siamo capaci di far valere i nostri titolie competenze di medio - alto livello.
non siamo capaci di imporre neppure la banale quotidianità della legge della domanda e dell'offerta sul prezzo delle case superando nel ridicolo la tragedia di una città con 3 case vuote per abitante o giù di lì con prezzi capitolini,
non siamo capaci neppure di impedire il parcheggio selvaggio nel centro storico.
E vorremmo difenderci dal berlusconismo, ribellarci alla barbarie del trattamento disumano dei migranti, allo sconcio della mignottocrazia, all'orrore di Bolzaneto e Diaz?
Magari pure alle centrali nucleari nel Salento.


O a Marchionne ed i suoi. 
Ecco perchè, forse è meglio un aventino incruento, lontano e soffice, sganciato dall'angoscia della lotta continua senza speranza e senza paura.
Di che, poi, dato che la fine è nota?
Le alternative utili implicano scelte amare e dure, piuttosto improbabili in chi non ne ha fatte di più dolci in passato.
E, poi, se permettete, quando penso a quei ragazzini di 17 - 20 anni che si sono fatti ammazzare risalendo l'Italia con gli Alleati o nelle valli di Appennini ed Alpi per qualcosa che a stento trattengo nel mio quotidiano, mi viene da piangere ed è meglio non farlo in pubblico.

5 settembre 2010

Terezin

Terezin merita un post a parte.
Visitando il Cimitero Ebraico di Praga si ha anche accesso ad una serie di Sinagoghe trasformate in musei. Sorprendentemente, la parte dedicata all'Olocausto non è quella maggiore, dato che abbondano i dettagli storici e culturali. Ma c'è una sinagoga vuota, senza arredi, le cui pareti sono completamente ricoperte dai nomi degli ebrei Cecoslovacchi deportati e da teche coi disegni e le suppellettili dei bambini di Terezin.
L'impatto emotivo è stato violentissimo.
Mi sono praticamente sentito male, tutti quei nomi, tutte quelle vite. Tutte quelle date di morte così vicine.
Pareti intere, decine di migliaia di persone..




Avevamo quasi deciso di non andare più a Terezin, ma ci siamo fatti forza e siamo partiti lo stesso. E abbiamo fatto bene.
Il campo è agghiacciante. E non era neppure un campo di sterminio, ma 'solo' di concentramento e di lavoro.
Scusatemi, ma non lo descriverò. 
Abbiamo fatto bene ad andare a Terezin perchè siamo anche noi diventati Testimoni. 
Perchè abbiamo visto.
Perchè sappiamo.
In quest'Italia razzista ed antisemita è già un rischio.
In quest'Italia che fa il tifo per gli uni o per gli altri piuttosto che costruire occasioni di pace,che disconosce l'origine delle sofferenze palestinesi, che non consente di costruire moschee ma va a braccetto con Hezbollah ed Hamas e contemporanemanete chiede di firmare petizioni per Sakineh è forse già troppo.
Terezin tutta, è già troppo.