2 novembre 2011

Linux Day 2011, il punto di svolta?

Ho fatto davvero bene a partecipare ad organizzazione e svolgimento della quinta edizione del Linux Day materano.
L’esperienza, più umana che tecnica, per fortuna, ha consolidato una Comunità sicuramente più efficiente ed efficace di quanto ci si potrebbe aspettare dai meri numeri.
 Vediamo un po’.
Per organizzare il Linux Day 2011 ci abbiamo messo 4 riunioni serali.
Abbiamo avuto il contributo di persone non fisicamente presenti.
La Comunità si è sicuramente allargata e sono stati nostri ospiti altri appassionati di Software Libero che ci hanno contattato sul nuovo sito.
Già, il nuovo sito. Grazie ad Antonio Stevecab, che ha fatto gran parte del lavoro, e ad Altrimedia che ha fornito l’hosting, ora abbiamo un sito in wordpress degno del nome che porta: www.materalinux.it.
Veniamo all’analisi dell’evento.
La collaborazione di Sui Generis è stata impeccabile e preziosa.
I seminari sono stati tutti di livello tecnico elevato.
L’affluenza di pubblico, inoltre, è stata superiore alle passate edizioni
Il Gruppo Facebook è tutt’ora attivo.
Insomma, ci sarebbe di che essere soddisfatti se non fosse abbastanza palese l’autoreferenzialità complessiva dell’operazione.
Certo, tra le gentili organizzatrici c’è più di un interesse a migrare a GNU / Linux quanto prima.
Certo, l’interesse della Stampa è stato concreto.
Certo, i nostri ragionamenti sono seguiti da dimostrazioni inoppugnabili.
Ma non è abbastanza.
Francamente, il Linux Day non è abbastanza.
Le Pubbliche Amministrazioni dormono.
Qualche timido segnale viene dalla scuola: infatti, forse, forse forse, qualche vecchio Pentiun II / III ci verrà concesso in pasto per rivitalizzarlo con Puppy o equivalente.
Ma credo sia necessario fare di più.
Per esempio, inizierei da una piccola campagna tra gli associati nel più perfetto stile “Porta un Amico”: ci si vede in bottega una sera con l’Amico ed il suo portatile backuppato e gli si installa su ubuntu con wubi.
Proseguirei con qualche altra scuola.
Andrei avanti con qualche azienda.
Sempre via passaparola.
Soprattutto, mi permetto di insistere, punterei sugli amici di ognuno.
Allarghiamo la base.
C%**o, i repubblicani americani coi tea party si sono ripresi il congresso, noi perchè non organizziamo qualche linuxbruschetta o cose del genere?
Mica tutte le settimane: 1 volta ogni due mesi, massimo 1 volta al mese.
Del resto, come scrivevo prima, qualcuno tentato da GNU / Linux c’è già tra i nostri, approfittiamome!
E, nel momento in cui dovessimo ricevere qualche segnale di attenzione dal Sesto Piano del Palazzo di Città, organizzerei un minievento dedicato e mirato alla Pubblica Amministrazione.
Ah, piccola critica costruttiva per il Linux Day 2012: credo che dovrà essere prodotto un vero e proprio mini corso di linux per neofiti assieme ai seminari tecnici. Questa è stata la mancanza più grave dell’edizione 2011.
Ce l’hanno chiesto in tanti. Rimedieremo.

1 novembre 2011

L'Ora Più Buia

Ho finito di leggere il terzo romanzo di Claudio Vergnani in un giorno di nebbia e fatica.
A malincuore ho portato a termine il compito.
Giunto attorno alla pagina 400 mi sono reso conto che avevo bisogno di determinazione e spazio per fare quello che andava fatto.
Ossia, avevo bisogno di trenta minuti di tempo per completare la lettura di un romanzo la cui lettura non avrei mai voluto terminare.
Perchè mi ha fatto ridere, ridere fino alle lacrime, fino a strapparmi attacchi di tosse notturni.
Perchè mi ha commosso l’intensità della narrazione.
Perchè sapevo ( lo sentivo dentro ) che avrei dovuto dire addio a personaggi amati.
L’ora più buia è un’opera che colloca Vergnani sull’olimpo degli scrittori veri.
Ormai è dimostrato: non si scrivono tre romanzi così per caso.
Uno può capitare, due magari per coincidenza, ma tre no.
Vi risparmio le banalità sulla trama avvincente, sulla lettura d’un fiato, ecc.
Vogli concentrarmi su alcuni spunti precisi che ho trovato nel romanzo:

"La Società può permettersi anche i vampiri, credimi. Si è permessa - e si permette - di peggio" - "Le ingiustizie e la violenza?" - "Quelle ci possono anche stare", riflettei "Se il mondo fa schifo non è a causa delle ingiustizie e della violenza, quelli ci saranno sempre, fanno parte della nostra limitatezza di esseri umani ... ma per via dei buoni e dei giusti che sono stati tanto incapaci di andare oltre il loro ruolo di bravi cittadini soddisfatti di sé",

Ecco, io credo che la trilogia vampiresca di Vergnani non dico sia riassumibile con queste poche parole, ma che sia indirizzata parecchio alla critica di una Società Italiana che vive costantemente sull’Aventino sociale e/o economico e/o culturale.
Lì dove i social network sono strumenti d’azione ( dagli USA di #occupywallstreet alle periferie nordafricane e siriane ) qui sono solo un anestetico e sfogatoio per masse di benpensanti che si illudono di ‘far qualcosa’ cliccando “mi piace” sul web.
A milioni si contano gli appartenenti al partito trasversale del bravo cittadino:
pago le tasse ma non denuncio gli evasori.
Non parcheggio in doppia fila nè guido ubriaco ma tollero questi comportamenti, dando magari la colpa al berlusconismo dilagante.
Faccio la raccolta differenziata ma mi guardo bene dal mandare a fare in culo in pubblico chi butta una carta a terra.
E così via.
Il guaio, quindi, non sono i Vampiri, gli evasori fiscali, i corrotti, i mafiosi, i drogati da grande fratello o portaporta, i minzolinidipendenti, quelli ci sono e ci saranno sempre.
Il guaio, come scrive con disarmante precisione Claudio, sono le Cooperative Sociali, istituite per soccorrere i bisognosi, che sfruttano come vampiri gli operatori che ci lavorano.
Il guaio, tanto per scrivere il terzo punto di questo breve elenco, è il disfacimento di quello che si vuol difendere perchè, mentre si combattono le minacce esterne, nessuno più pensa all’ordinaria manutenzione.
Della cultura prima che delle strade
della solidarietà prima che delle facciate dei palazzi.
Certo, ci sono Amicizia, Amore, Eros e Coraggio tra le pagine di questo romanzo.
Ma non mi sento in grado di parlarne in maniera originale.
E di originale in questo Libro c’è davvero tanto.
Leggetelo e vi renderete conto di quanto sia terribilmente plausibile la descrizione di un’Italia in cui tutti sanno che esistono i Vampiri ma nessuno ne è davvero sconvolto.
Un’epifania di sangue che non cambia la vita di nessuno, neppure ai clandestini disperati che coi più disperati dei vampiri dividono le tenebrose periferie urbane della Padania Leghista.
Se Claudio e Vergy torneranno li accoglierò a braccia aperte.
E, se non torneranno più, li porterò con me per come li ho conosciuti:
due commilitoni, fratelli in armi, incapaci di adattarsi ad una realtà folle.
Pertanto, folli anche loro.
E coraggiosi come l’avvocato Flinch ne “Il Buio Oltre la Siepe”. Se non l’avete letto non potreste capirlo, quindi inutile spiegarlo.
Per tutta questa splendida trilogia ho riso, ho temuto di voltar pagina e ho seguito con apprensione le loro avventure.
Ora siamo all’ultima pagina.
Il libro è chiuso e lo porterò presto a far compagnia ai suoi due predecessori.
In attesa di un nuovo mondo che Claudio Vergnani saprà donarci quando vorrà.

26 ottobre 2011

Niente Bacchetta magica, spiacente, solo olio di gomito..

Due fatterelli:

alle recenti elezioni molisane, nell’ordine, vince la Destra, si afferma il movimento Cinque Stelle, il PD perde e alcuni suoi dirigenti si lasciano andare a grottesche dichiarazioni in cui attribuiscono la responsabilità della sconfitta proprio a Cinque Stelle colpevole di “rubare voti alla Sinistra” ( mentre si tace di un candidato non proprio ideale... )

Triste, ma vero.

Hanno detto proprio così. 

Che siano proprio i litigi, le divisioni e la pochezza politica pubblicamente e plurimamente manifestata da cotesti dirigenti ad allontanare elettori e ad indebolire il PD è chiaro a tutti salvo che a costoro.

In conseguenza alle dichiarazioni di tal fatta, sul web si è scatenata da un lato la costernazione dei militanti PD, dall’altro lo scherno e la gioia di quelli di Cinque Stelle. Scherno giustificatissimo contro le dichiarazioni, Gioia per il successo.

Quest’ultima non altrettanto giustificata.

Cioè, se un partito nuovo ma “tradizionale” avesse, partendo da zero, ottenuto un successo del genere i festeggiamenti sarebbero più che motivati: voti, seggi, poltrone...

Fa piacere, quindi, scoprire come sia ‘immediato’ anche per i più radicali dei Movimenti adeguarsi alle circostanze generali: “Ho vinto, mi son fatto largo, il mio programma non si realizzerà, ma son contento e festeggio”.

Altro fatterello, più vicino.

In una recente conversazione sullo stato delle cose del PD Materano, cose non certamente edificanti, mi sono trovato assediato da un pubblico di concreta e storica militanza di Sinistra.

Ad una mia banale osservazione: “Se questo PD non vi piace, iscrivetevi e cambiatelo” Mi è stato risposto: “E perchè dovrei farlo? Non è compito mio.” 

Dato che questa risposta mi è venuta da più persone in cui ho stima e fiducia, sono rimasto piuttosto perplesso.

“Il PD non mi piace: è pieno di brutta gente, litigioso e senza idee, qui poi pure spartitorio.
Sel non mi piace, è un partitopersona
5 stelle non mi piace e del Centro Destra non voglio neppure sentir parlare.”

Questo ragionamento, ripeto, mi lascia perplesso.
Non è il ragionamento di un singolo, ma di un’intera categoria sociale di persone attive e culturalmente anche più di Sinistra di me..
Eppure...
Eppure completamente inerti e refrattarie rispetto alla necessità di farlo funzionare ‘sto PD.
O di creare con lo stesso coraggio e determinazione dei militanti di 5 Stelle qualcosa di nuovo.
Niente.
Il PD è pieno di cattivi soggetti, ma a sentire i miei corrispondenti costoro dovrebbero estinguersi non si capisce per quale magia.
Il PD è diviso ma dovrebbe tornare granitico non si sa in forza di quale pressione.
Io non condivido l’ideologia che c’è dietro 5 Stelle, ma rispetto moltissimo i loro militanti: il PD/SEL/IDV non gli piace e si fanno un partito che gli piace.
Resto perplesso: nonostante la situazione catastrofica la volontà di agire in prima persona per salvarsi sembra ( sottolineo: sembra ) inconsistente più nella base che nei dirigenti dei partiti di Sinistra.
Non ho conclusioni da offrire in questa sede, ci devo pensare...

Il Sole Oltre la Nebbia

Anche se è buio, anche se è umidissimo e quasi piove, mi sentivo ben sveglio e allegro alle Sei e mezzo del mattino di domenica scorsa. 
Si va in uscita con la Comunità Capi del Matera 2.
E non per la solita discussione alla fine di una gita fuori porta.
Ma per un percorso impegnativo di Strada.
E' stato bello partire tutti assieme in un unico Pulmino da 9 posti.
E' stato bello vedere con noi per la prima volta da Capo una ex scolta fresca di Partenza.
Da Colle dell'Impiso ci siamo arrampicati piano sotto un cielo grigio e nebbioso in alto, sempre più in altro.


Prima tra alberi dai colori caldi, poi tra le nude rocce in cui i pini loricati emergevano come fantasmi nella nebbia fitta, la nostra Comunità Capi non si è scoraggiata di fronte agli sbalzi di temperatura, la pendenza e le rocce scivolose.
Ha continuato a salire.
E, anche quando la nebbia ha reso il paesaggio uniforme e piatto, la nostra Comunità Capi ha saputo trovare il senso e l'importanza di proseguire oltre le apparenze, sentendo tutta la Responsabilità di arrivare comunque al traguardo.


Così, verso l'ora di pranzo, ho potuto sedermi sul cippo che segna la Cima del Monte Pollino per condividere quella ed altre gioie con la mia Co.Ca..



Al ritorno ci siamo fermati lungo la Strada per pianificare e programmare l'anno nuovo.
Ovviamente, il mio contributo sarà praticamente nullo.
Una cosa, tuttavia, ho tenuto a proporre: lavorare per far prendere atto all'Agesci della situazione reale sul campo.
Su questo blog le problematiche associative sono state denunciate fin troppo spesso, quindi credo sia inutile ricapitolarle. 
Ieri ho avuto davvero una 'piacevole' sorpresa nello sfogliare Proposta Educativa n.16 del 30 Settembre 2011, in pratica il numero appena recapitatomi.
Infatti, a pagina 21, si trova un articolo intitolato: "Tempo del declino o dello sviluppo?" A firma di Mirella Casagrande, Chiara Mangoni, Gregorio Marsiglia e Marco Pietripaoli. 
In cui per la prima ( o quasi ) volta compare sulla stampa associativa un articolo sul possibile declino associativo.



Qui potete trovare la cartella del sito Agesci dove credo a breve sarà disponibile il numero della rivista in formato pdf, quindi non 'trascriverò' l'articolo.
Per me è un incoraggiamento trovare, finalmente, una sponda istituzionale ai miei dubbi.
E anche il commento alle lettere pubblicate in ultima pagina mi è di conforto.
Scrive Chiara Panizzi: " Quanto tempo richiedeva ai capi lo scoutismo e le attività collegate 20, 30 anni fa?... Se è aumentato il tempo necessario il problema sta forse nell'Associazione ..."
Qui posso rispondere per esperienza personale: non solo il tempo era di meno, ma il tempo libero era di più: l'Agesci si è espansa in piena era di "Statuto dei Lavoratori", orari di lavoro certi, ferie pagate ecc. ecc, non sto qui a ripetere cose già scritte.
La soluzione ai problemi è lontana, ma almeno qualcun altro ne parla sulla Stampa Associativa, quindi, dopo tutto, il mio proposito manifestato durante l'uscita di contribuire alla risoluzione di questa cruciale faccenda non è nè inutile nè isolato.
Così, se ripenso al ritorno tutti assieme, di nuovo nella Notte, dopo una domenica di Strada e Condivisione, mi sento riscaldare il cuore da una tenue speranza per il mio futuro associativo.
Ci tengo a ringraziare i miei compagni di Strada per la bellissima esperienza che mi ha stancato il corpo ma rifocillato lo Spirito.



21 ottobre 2011

20 ottobre 2011

Intermezzo

Mi muovo veloce, gesticolo.
Non vengo bene nelle foto e nei video.
Adesso, per circa 40 ore, avrò il dubbio di essermi dimenticato qualcosa.
Ma ridendo ridendo, eh!

19 ottobre 2011

I and Linux: a Love Story

Dear English readers, I translated the post by Google Translator, you can found it at the bottom...

Ho incontrato Linux per la prima volta alla metà degli anni '90 al LAIB 2 del Politecnico di Torino.
Allora i computers, i286 ed i386, giravano con Dos e Windows 3. 
Quel computer mi attirò subito: era diverso dagli altri.
Purtroppo era anche il computer del responsabile dell'aula ed avvicinarsi era praticamente impossibile.
Un paio di anni dopo, grazie alla meritoria iniziativa "Un Computer in Ogni Casa", mi riuscì di acquistare un pc dotato del mitico processore AMD Thunderbird per affiancare il mio vecchio 486. Una belva di macchina, per l'epoca, quella CPU. Spinta fino alla follia, si bruciava in un secondo in caso di rottura della ventola ( non aveva il diodo di sicurezza ). Ovviamente, il bando della regione imponeva la presenza di un sistema operativo originale. Ed io pensai bene di risparmiare un bel po' di denaro usando linux.
Da escamotage formale, la cosa si trasformò in un evento epocale.
Così, un bel giorno, mi ritrovai in stanzetta con il mio pc nuovo nuovo, un modem 56k esterno su porta com ( ancora perfettamente funzionante ) ed una serie di Floppy Disk contenenti una versione di Mandrake Linux di cui non ricordo il numero.
E fu amore.


Riuscii a configurare al primo colpo anche il modem.
Non fu un amore travolgente, ma una passione dell'anima.
Dopo Mandrake provai Fedora 2, poi 3, poi 4 e con Fedora 5 ricordo di esser riuscito a sostituire per la prima volta completamente Windows su un PC lavorativo.



Da allora non mi sono più fermato.
Attorno alla seconda metà degli anni zero sono passato a Debian ed Ubuntu, ma ho potuto apprezzare anche le distribuzioni specializzate come Ipcop, Endian, FreeNas ( che se non erro è BSD però ) e persino Opensuse, per non parlare di quelle di nicchia come Pardus Linux. Ho usato Gnome, KDE ed altri ambienti grafici a seconda dei miei gusti e delle mie necessità.



A dieci anni di distanza  ho solo il rammarico di non aver seguito completamente questa passione, magari ora le cose sarebbero state diverse.
L'anno scorso, in occasione del quarto Linux Day, sono riuscito a migrare il mio PC fisso a linux. Quest'anno, complici la mia maggiore esperienza e la migliorata qualità del software, sono riuscito a migrare tutti i miei sistemi ( aspetti ludici a parte ) a Linux, compreso il portatile HP che avevo recentemente formattato con windows.
E' stato un lungo cammino che analizzo per la prima volta in questi termini.
Linux mi ha dato tante opportunità professionali.




Mi ha consentito di ripristinare reti infette da virus con un piccolo netbook da duecento €.
Mi ha consentito di lavorare in condizioni in cui le macchine windows smettono di funzionare, di recuperare dati, di lavorare dalle tendopoli, di portare il web a persone che non avrebbero potuto permettersi l'acquisto di un nuovo pc figuriamoci le licenze di windows. Mi ha consentito di non essere più stressato da richieste di supporto tecnico continuo da parte di amici e parenti che ho fatto migrare da windows a linux. Mi ha consentito di essere padrone della mia vita digitale in libertà e consapevolezza: quando qualcosa va storto, in genere, io so cosa va storto, con Linux. E non dipendo più dai capricci delle multinazionali del settore.
Oggi, posso scegliere.
Ma l'evoluzione tecnica di questa storia è nulla se confrontata al contributo umano che Linux ha portato alla mia vita.
Non solo attraverso le persone incontrate online da cui ho prima imparato e a cui ho, dopo, prestato soccorso.




Ricordo ancora la chiacchierata in Bottega che ha portato a queste cinque splendide esperienze che sono state i Linux Day materani. "Ah, tu dici ai ragazzi che usare Linux è il modo scout di usare il computer?" E ricordo i volti, le voci, la fatica condivisa, la soddisfazione di discutere e non chiacchierare, confrontarsi e non competere per l'ultima parola, la certezza di aver contribuito ad un progresso vero per tutti lontano dalla sterile malattia del parlare a vanvera. Tutte queste cose e, soprattutto,  le amicizie preziose e forti che Linux mi ha consentito di creare non sono altro che la cartina di tornasole dell'eticità e bontà di tutto il progetto, un colossale progetto di condivisione della conoscenza in cooperazione ed armonia. Grazie, Linux, hai cambiato la mia vita e quella di chi mi sta intorno. Grazie alla Comunità di Materalinux e buon Linux Day 2011 a tutti.

In (bad, sorry) English:


I met with Linux for the first time in the mid 90s to LAIB 2 of the Turin Polytechnic.
Then, the computers, i286 and i386, went around with DOS and Windows 3.
That computer drew me immediately: it was different from others.
Unfortunately it was of the System Administrator of the computer classroom and approach was virtually impossible.
A couple of years later, thanks to the commendable initiative "A Computer in Every Home" by local government of Basilicata, I was able to buy a PC with the mythical AMD Thunderbird to work alongside my old 486. A beast of machine, for the time, the CPU, driven to madness,  burned in a second in case of breakage of the fan (did not have the safety diode device). Obviously, the announcement of the Government of Basilicata required the presence of a qualifying operating system. And I thought well save you a lot of money by using Linux.
From a formal trick, it became a landmark event.
So, one day, I found myself in a room with my new pc, a 56k external modem on com port (still fully functional) and a series of floppy disk containing a version of Mandrake Linux of wich i can not remember the number.
It was love.
I managed to configure the modem the first time also.
There was an overwhelming love, and a passion of the soul.
After, I tried Mandrake Fedora 2, then 3, then 4 and Fedora 5 with memories of being able to substitute completely for the first time on a Windows business PC.
Since then I have not stopped.
By the second half of the noughties I switched to Debian and Ubuntu, but I could appreciate the specialized distributions like IPCop, Endian, FreeNAS (BSD is that if I am mistaken though) and even openSUSE, not to mention those niche as Pardus Linux. I used Gnome, KDE, Mate, Cinammon and other desktop environments according to my tastes and my needs.
I was able to restore virus infected networks with a small netbook for two hundred €. It has enabled me to work in conditions where the windows machines stoppped working, to retrieve data, I worked from tent cities, to bring the web to people who could not afford to buy a new pc with windows licenses. I was not allowed to be more stressed by ongoing technical support requests from friends and relatives who have migrated from windows to linux. It has enabled me to be master of my digital life in freedom and awareness: when something goes wrong, in general, I know what goes wrong with Linux. And no longer depend on the whims of the multinationals.
Today, I can choose.
But the technical evolution of this story is nothing compared to the human contribution to Linux has brought to my life.
Not only through the people from whom I first encountered online and I learned, later rescued.
I still remember the talk in the workshop that led to these five wonderful experiences that have been the Linux Day Matera. "Ah, you say to kids who use Linux is the way scouts to use the computer?" And I remember the faces, voices, shared the toil, the satisfaction of talk and not talk, meet and do not compete for the final word, be sure to have contributed to real progress for all away from the sterile disease of waffling. All these things and, above all, strong and valuable relationships that Linux has allowed me to create are nothing more than a litmus test of ethics and goodness of the whole project, a massive project of knowledge sharing in cooperation and harmony. With Linux, you changed my life and the lives of those around me. Thanks to the communityand good Materalinux Linux Day 2011 to all.

18 ottobre 2011

il leone e l'agnello: le mie simpatie vegetariane

Mi piacerebbe avere la forza di volontà per diventare vegetariano. Cosa che, ammetto allargando le braccia sconsolato, è oggettivamente al di là delle mie possibilità attuali.
La carne mi piace troppo anche se ne conosco il terribile prezzo in termini di sofferenza animale e, purtroppo, anche umana ed ambientale che ne implica il consumo.
Non sono affatto indifferente alle tematiche del vegetarianesimo.
In gran parte sono pronto a sottoscriverle in pieno.
Ma non ne ho la forza.
Da un punto di vista pratico, per fortuna, a casa mia la carne la si mangia raramente, con frequenza settimanale e non di più.
Il mio motto, a riguardo, è poco ma buono.
Oltre ai dubbi di natura etica, vi sono anche quelli legati alla mia responsabilità verso l'animale che muore e verso l'ambiente. 
Infatti, come scrivevo in un mio precedente post, credo sia fondamentale per noi occidentali recuperare il contatto con la realtà.
Mio Padre sa tirare il collo ad un pollo, pulirlo, accendere un fuoco con la legna bagnata e cucinarlo. Io ho perso i primi due passaggi mentre me la cavo ancora con gli ultimi due.
E rappresento comunque una minoranza.
Nel giro di una generazione si è completamente perso il rapporto che c'è tra l'uomo e la bistecca che c'è nel suo piatto.
Questa faccenda, tutto sommato, mi disturba parecchio.
La bistecca arriva sul piatto ma ci rifiutiamo di sapere come e a qual prezzo.
Questo davvero non mi piace.
Rifiutiamo scientemente non solo di assumerci le nostre responsabilità, ma anche di relazionarci con premesse ( la macellazione ) e conseguenze.
E vorremmo salvare il mondo così? Con premesse estranianti?
Certo, io non sono Zuckerberg che può permettersi di mangiare la carne solo degli animali che uccide, ma so di sentirmi sempre bene quando riesco a vivere in armonia con l'ambiente ( che so, durante la Route o durante un Trekking sul Pollino ) riconoscendomi parte di esso e non suo Padrone. E sono anche consapevole del fatto che, se tutti noi diminuissimo drasticamente i consumi di animali, pur senza diventare vegetariani o vegani, ne guadagneremmo in salute per noi e per la Terra.
Ma, lo stesso, non resisto di fronte ad una Podolica di Pantaleone, o al cosciotto dello Sposo di Federico Valicenti, o alla salsiccia casereccia. E' più forte di me.
Quindi, cari amici vegetariani, abbiate pazienza con me per un motivo banale:
tutte le mie energie psichiche sono concentrate sul resistere all'accidia che da sempre mi affligge.
Spero mi preferiate carnivoro ma costantemente impegnato a fare quel che voi ben sapete  che faccio piuttosto  che vegetariano e socialmente vegetale ed apatico: ogni cosa ha il suo prezzo...

quello che non c'è

Se esistesse nel Paese una classe dirigente giovane e scalpitante per soppiantare i timonieri del disastro attuale, credete che preferirebbe arrivare al potere attraverso l'affermazione della propria fresca vitalità in libere primarie e libere elezioni o a colpi di spranga in scenari da guerriglia urbana?
Se esistessero dei trenta - quarantenni ( visto che sono sulla fatidica soglia mi piacerebbe non escludermi da me da quel che resta del futuro ) capaci di fare qualcosa di diverso da battibeccare sul web, capaci di essere operativi, collaborativi e banalmente in grado di mettere gli scopi finali davanti alla propria quotidianetà senza storia, credete che ci si troverebbe a mormorare con vergogna "però, tutto sommato, 'na pietra in testa a certi pezzi di merda la tirerei".
E non mentite.
Siete stanchi, arrabbiati, frustrati. Certi pensieri possono scappare.
Ma quello che scappa via davvero è il senso della realtà:
senza tornare ai fatti di Roma, pensiamo a quello che è successo ieri in Molise: ha rivinto la destra e i miei compagni molisani non hanno saputo far di meglio che scaricare le responsabilità su 5 stelle. Passi negli anni '90, ma nel 2011 questo ha dell'incredibile: almeno si taccia, no?
Ma non è tutto.
Da 5 stelle si sghignazza.
Lo capirei se avessero portato a casa un risultato utile per le proprie stesse proposte programmatiche.
Ma è qui che arriva la Realtà: ha vinto Iorio, ha vinto la destra aka 0 prospettive per il programma 5 stelle.
Bel piano.
Soprattutto ben riuscito.
Oppure, ma qui la cosa è un po' meno elegante perchè sono parte in causa, la faccenda più generale del Partito Democratico, inteso come cardine futuro di ogni velleità riformista.
Non che io mi ci sia sposato, per carità, ma se voglio che l'Italia affronti un processo riformista non è che posso sperare che accada con la forza del 5% di elettori, serve per forza un partito che sappia convincere almeno 1 italiano su 3.
Il leit motiv è: "Il PD fa schifo / non ha idee / è diviso / è clientelare ecc."
Mi sta anche bene. 
Non mi sta bene che non si faccia nulla per renderlo " carino / pieno di idee / unito / meritocratico ". Ad ora, infatti, se si desiderasse che il PD fosse altro da quel che è l'unica via è iscriversi e partecipare. Manco per idea. "Chi, io, in quel  partito lì? "
Soluzione alternativa proposta? Nessuna.
Si è in attesa che gli attuali dirigenti del PD si autoriformino, autopensionino o equivalente.
E c'è pure chi ha pensato di votare destra per incoraggiare questo processo di autocancellazione delle presenti classi dirigenti della Sinistra.
Un altro bel piano che non mi sembra abbia funzionato in maniera soddisfacente.
Quindi ridiamo con Crozza delle sue battute sul PD ma non muoviamo un muscolo per cambiare le cose.
E così a ritroso, all'infinito.
Forse, dico, forse, è inutile stare a cavillare sull'"ingiustizia" della Società Italiana che ci ha tolto il futuro.
Forse, dico, forse, sarebbe ora di smetterla di guardare la pagliuzza nell'occhio del fratello e iniziare a preoccuparsi della trave che ci sodomizza.
Resterà lì se non la togliamo.
La Realtà, in genere, prevale.