Ho finito di leggere il terzo romanzo di Claudio Vergnani in un giorno di nebbia e fatica.
A malincuore ho portato a termine il compito.
Giunto attorno alla pagina 400 mi sono reso conto che avevo bisogno di determinazione e spazio per fare quello che andava fatto.
Ossia, avevo bisogno di trenta minuti di tempo per completare la lettura di un romanzo la cui lettura non avrei mai voluto terminare.
Perchè mi ha fatto ridere, ridere fino alle lacrime, fino a strapparmi attacchi di tosse notturni.
Perchè mi ha commosso l’intensità della narrazione.
Perchè sapevo ( lo sentivo dentro ) che avrei dovuto dire addio a personaggi amati.
L’ora più buia è un’opera che colloca Vergnani sull’olimpo degli scrittori veri.
Ormai è dimostrato: non si scrivono tre romanzi così per caso.
Uno può capitare, due magari per coincidenza, ma tre no.
Vi risparmio le banalità sulla trama avvincente, sulla lettura d’un fiato, ecc.
Vogli concentrarmi su alcuni spunti precisi che ho trovato nel romanzo:
"La Società può permettersi anche i vampiri, credimi. Si è permessa - e si permette - di peggio" - "Le ingiustizie e la violenza?" - "Quelle ci possono anche stare", riflettei "Se il mondo fa schifo non è a causa delle ingiustizie e della violenza, quelli ci saranno sempre, fanno parte della nostra limitatezza di esseri umani ... ma per via dei buoni e dei giusti che sono stati tanto incapaci di andare oltre il loro ruolo di bravi cittadini soddisfatti di sé",
Ecco, io credo che la trilogia vampiresca di Vergnani non dico sia riassumibile con queste poche parole, ma che sia indirizzata parecchio alla critica di una Società Italiana che vive costantemente sull’Aventino sociale e/o economico e/o culturale.
Lì dove i social network sono strumenti d’azione ( dagli USA di #occupywallstreet alle periferie nordafricane e siriane ) qui sono solo un anestetico e sfogatoio per masse di benpensanti che si illudono di ‘far qualcosa’ cliccando “mi piace” sul web.
A milioni si contano gli appartenenti al partito trasversale del bravo cittadino:
pago le tasse ma non denuncio gli evasori.
Non parcheggio in doppia fila nè guido ubriaco ma tollero questi comportamenti, dando magari la colpa al berlusconismo dilagante.
Faccio la raccolta differenziata ma mi guardo bene dal mandare a fare in culo in pubblico chi butta una carta a terra.
E così via.
Il guaio, quindi, non sono i Vampiri, gli evasori fiscali, i corrotti, i mafiosi, i drogati da grande fratello o portaporta, i minzolinidipendenti, quelli ci sono e ci saranno sempre.
Il guaio, come scrive con disarmante precisione Claudio, sono le Cooperative Sociali, istituite per soccorrere i bisognosi, che sfruttano come vampiri gli operatori che ci lavorano.
Il guaio, tanto per scrivere il terzo punto di questo breve elenco, è il disfacimento di quello che si vuol difendere perchè, mentre si combattono le minacce esterne, nessuno più pensa all’ordinaria manutenzione.
Della cultura prima che delle strade
della solidarietà prima che delle facciate dei palazzi.
Certo, ci sono Amicizia, Amore, Eros e Coraggio tra le pagine di questo romanzo.
Ma non mi sento in grado di parlarne in maniera originale.
E di originale in questo Libro c’è davvero tanto.
Leggetelo e vi renderete conto di quanto sia terribilmente plausibile la descrizione di un’Italia in cui tutti sanno che esistono i Vampiri ma nessuno ne è davvero sconvolto.
Un’epifania di sangue che non cambia la vita di nessuno, neppure ai clandestini disperati che coi più disperati dei vampiri dividono le tenebrose periferie urbane della Padania Leghista.
Se Claudio e Vergy torneranno li accoglierò a braccia aperte.
E, se non torneranno più, li porterò con me per come li ho conosciuti:
due commilitoni, fratelli in armi, incapaci di adattarsi ad una realtà folle.
Pertanto, folli anche loro.
E coraggiosi come l’avvocato Flinch ne “Il Buio Oltre la Siepe”. Se non l’avete letto non potreste capirlo, quindi inutile spiegarlo.
Per tutta questa splendida trilogia ho riso, ho temuto di voltar pagina e ho seguito con apprensione le loro avventure.
Ora siamo all’ultima pagina.
Il libro è chiuso e lo porterò presto a far compagnia ai suoi due predecessori.
In attesa di un nuovo mondo che Claudio Vergnani saprà donarci quando vorrà.
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