14 ottobre 2013

Forma è Sostanza: Papa Francesco non è marketing.

Sta andando di gran moda, nell'italico mondo anticlericale, definire il Papato di Francesco I una pura operazione di marketing di facciata.
Il leitmotiv è più o meno costante:
ad ogni iniziativa del Papa si commenta generalmente con uno standardizzato "ma pensino a pagare le tasse in Italia".
Cosa auspicabilissima, ci mancherebbe.
Le tasse della Chiesa, tuttavia, sono un argomento che ha ben poco a che fare con il messaggio evangelico: Nostro Signore ha esplicitamente invitato tutti a pagarle, Chiesa inclusa.
E se la Chiesa si discosta dal suo stesso insegnamento è perchè è e resta un'organizzazione fatta di uomini, pertanto, fallace sulle questioni temporali.
Fa specie che persone generalmente 'di sinistra' adottino lo stesso metodo dialettico tipico dei "Sallusti & Feltri": ti chiedo della Corruzione e tu mi rispondi sui Comunisti che mangiano i bambini, per intenderci.
Il fenomeno è reso ancor più grave dalla pretesa dei Non Credenti di fissare i paletti in cui possa muovesi una "Chiesa buona" secondo loro.
A parte, poi, gli strafalcioni dottrinali che si leggono in giro (ricadendo, dolorosamente spesso, nel caso di pesone degnissime che nello specifico fanno a gara con la Gelmini del tunnel Svizzera - Gran Sasso a spararle grosse):
"Se il Papa cambia la dottrina non è una cosa seria, è relativismo".
Certo, occorrono un po' più dei canonici cinque minuti di ricerca su google per arrivare alla conclusione che, per chi ci crede, Gesù è venuto a salvare tutti gli uomini.
Quelli che credevano che la schiavitù fosse legittima, che la terra fosse piatta, che le malattie fossero una punizione divina e che si potesse guarire cavando sangue.
Quelli che credevano che le donne non avessero anima e che il Sole girasse intorno alla Terra.
E' venuto pure per quelli che credono in Darwin e nella fisica quantistica ed anche per chi, tra mille anni, riderà degli uomini del XXI secolo e delle loro antiscientifiche e rozze credenze sull'Universo:
il Sabato è fatto per l'Uomo, non l'Uomo per il Sabato.
Quello che era 'vero' per una società in cui le ragazze si sposavano a 14 anni non lo è per un tempo in cui le famiglie si formano 20 anni dopo.
L'Uomo resta tale ma le sue Società mutano col tempo ed il Cristianesimo, scusatemi se vi chiedo un attimo di concentrazione in più su questa frase, dicevo, il Cristianesimo non è un qualcosa che si eredita dai padri e su cui si costruisce strato su strato come una Città.
Ma va scoperto e praticato da ogni generazione in maniera differente.
Se il Cristianesimo fosse statico, scolpito nella pietra da uomini, sarebbe finito da tempo.
Il Cristianesimo è fatto per l'Uomo ed ogni generazione di uomini deve imparare il suo significato perchè ogni generazione di uomini vive differentemente.
Bene fa Papa Francesco a sforzarsi di portare la Chiesa all'Uomo, tutto qua.
Certo, la diffidenza iniziale è sacrosanta, quasi logica.
Anche io ho considerato gli inizi del Pontificato di Francesco I con un certo scetticismo legato alla possibilità che nelle azioni del Papa vi fosse più marketing che sostanza.
Ma, pian piano, la sostanza inizia a prendere forma.
Partendo da un po' di pulizia nello IOR, poi dalla riforma della Curia Romana passando per il viaggio a Lampedusa e l'impegno serio sulla Siria e alla 'faccenda Priebke' fino a quella che altro non è che un accento maggiore su un qualcosa che è il Cuore del Cristianesimo: la Misericordia dell'Uomo verso l'Uomo.
Che, 'stranamente', agli occhi di molti, sostituisce il giudizio.
"Lo sanno a memoria il diritto divino e scordano sempre il perdono". Ecco, questa frase del Sommo De Andrè mi sembra calzi a pennello non più sul Clero, ma su coloro che guardano con terrorizzato sospetto alla possibilità che la Chiesa sia sul punto di riformarsi ancora una volta per soccorrere l'Umanità ferita.

Il bilancio delle idee è sempre in attivo.

Quando ho iniziato il mio cammino nel Partito Democratico (candidato consigliere comunale, poi eletto in Direttivo Cittadino e quindi in Segreteria) mi sono dovuto 'confrontare' con un'ostilità piuttosto diffusa.
Le cui origini, sia chiaro, non sono peregrine.
La Basilicata affonda e la responsabilità maggiore è senz'altro del PD che non sta dando prove di redenzione o cambi di rotta neppure nell'imminenza delle elezioni regionali.
Per motivi lavorativi ho dovuto interrompere da più di un anno la mia partecipazione attiva alla Politica e non ho partecipato nè a primarie nè ad elezioni limitandomi a qualche intervento sul web finalizzato, oltre a criticare l’inaccettabile stato delle cose, a favorire per come posso la Candidatura di Pippo Civati a Segretario Nazionale del Partito Democratico.
Ricordo che, agli albori della mia ‘carriera’ di membro del Direttivo Comunale PD, sono intervenuto sull’Urban Blog Hyperbros.com  con questo pezzo che suscitò vivaci polemiche di metodo e di merito.
A quasi tre anni dalla pubblicazione di quelle righe si può senz’altro tracciare un breve bilancio.
Che è in rosso, coerentemente coi tempi che corrono.
Dunque, risultati politici palpabili non ne posso portare: “il male dalla terra non fu tolto!”
Aver lottato con successo per impedire che il PD materano applaudisse formalmente alla colata di cemento del Piano Casa non mi sembra un gran che.
L’aver posto le ‘classiche’ questioni degli Open Data e del Software Libero (con tanto di bozza di proposta di legge regionale pubblicamente disponibile) nemmeno, nonostante dai semi piantati a suo tempo si intraveda spuntare qualche alberello...
Poi, l’aver insistito un po’ troppo rumorosamente nel chiedere un censimento delle case vuote e sfitte a Matera prima di autorizzare nuove colate di cemento non mi ha reso proprio popolare tra i sostenitori del Partito del Mattone.
Inoltre, tanto per rassicurare i commentatori del web, un paio di anni di duro lavoro non mi hanno portato nè prebende nè altri vantaggi materiali, anzi...
Ecco, questi i nudi fatti.
Una fiammella di speranza resta nel fatto di aver avuto fin troppe vole l'impressione che certe situazioni avrebbero potuto essere anche ribaltate con un po’ di sforzo e sostegno in più.
E oggi? 
Oggi resto di Sinistra:
Sono per le pari opportunità tra generi e ceti sociali, ma pure per la meritocrazia.
Sono per la scuola pubblica, ma quella in cui si boccia.
Sono per impostare l'economia su parametri ecologici e per garantire all'uomo una vita di relazione, ma non credo allo Stato come datore di lavoro e sono favorevolissimo ai licenziamenti dei dipendenti pubblici in esubero per non parlare dei nullafacenti e non tanto per giustizia ma perchè per ognuno di costoro vagano nel paese molti disoccupati in più.
Sono cattolico e credo che i comportamenti prescritti dalla Fede non siano atti privati, ma che non possano e non debbano essere codificati in leggi, fatte per tutti e non per i soli Cattolici.
I diritti individuali non sono in contrasto con la Società finchè chi la pensa diversamente può comportarsi diversamente.
Sono per la Palestina Libera ma non sono contro Israele e penso che prima di Israele ad opprimere Gaza sia Hamas.
Sono contro l'acquisto degli F-35 ma ritengo indispensabile che il Pase abbia una sua politica di  difesa da estendersi all’ambito dell’Europa piuttosto che della NATO.
Sono per la Sanità Pubblica intesa come servizio a tutti i cittadini e non come un prodotto.
Sono per una ridistribuzione del carico fiscale non solo in base al patrimonio ma anche in base  alla funzione sociale della ricchezza accumulata.
Penso che se non si rende centrale il lavoro non si va da nessuna parte.
E scusate se mi sono dilungato con le autocitazioni.
Ritengo che gran parte di queste istanze siano incardinate nello spazio politico del Partito Democratico.
Certo, non nel Partito Democratico che ha appoggiato Monti e poi Letta.
Il Partito Democratico è un contenitore che, sulla carta, appunto, ha la forma giusta per il mio Pensiero Politico.
Ne esistono altri?
No.
SEL mi piace quando si parla di diritti della Persona, ma tra Economia e Politica Estera ... Brr...
Di sicuro non credo di voler avere a che fare con la Lega Nord... 
Non me ne vogliano i militanti di M5S, ma, se hanno avuto spazio per il Reato di Clandestinità (e potrei aggiungere una discreta teoria di altri esempi) non possono avere spazio per me.
Certo, il ‘contenitore’ Partito Democratico predica bene e razzola malissimo, è satollo di personaggi inadeguati, forse anche corrotti, ma restano personaggi, appunto, che nulla hanno a che vedere con la funzione del contenitore...
E non sto raccomandando un montanelliano “turatevi il naso ma votate PD”, proprio il contrario: abbiamo bisogno di respirare, respirare a pieni polmoni e cercare di ridurre quanto più possibile potere e presenza dei satrapi che bloccano l’ultimo partito nazionale rimasto in un ruolo da barzelletta.
E per questo ho un progetto, un piano, una speranza: la Mozione Civati.
Ne trovate ampia testimonianza in questo blog.
Il PD disegnato dalla Mozione Civati non è solo una prospettiva di rilancio per la Sinistra Italiana, ma uno stimolo a proseguire il mio impegno a livello locale.
E mi pare un buon catalizzatore per far sì che la ‘prossima volta’ ci siano le forze sufficienti che ho trovato manchevoli nella mia esperienza.
Per il resto, del Partito Democratico Lucano, intravedo solo macerie di cui ho pena anche solo a raccontarne le miserie.
Per tacere di quello Nazionale, avvinghiato al governo col PDL e in cui i satrapi si affrettano a benedire un Renzi che, dal mio punto di vista, col suo bagaglio di Dottrina Marchionne e compagnia bella potrebbe benissimo candidarsi a sostituire Alfano.
Se anche il tentativo di Civati dovesse risolversi in un fallimento allora muoia pure il PD, ma non morirà mai lo Spazio Politico coerente che il PD avrebbe dovuto occupare coi fatti e non solo a parole.
Non sono affezionato al PD in quanto tale.
Ma alla mia coscienza.

12 ottobre 2013

Ehi, tu!

Ehi, tu!
Tu che ti senti di sinistra!
Tu che non andrai più a votare perchè magari hai votato Grillo e anche Grillo ti ha deluso!
Tantomeno andresti a votare ad un Congresso del PD o a delle Primarie, vere o false che siano.
Aspetta un attimo, non ti voglio convincere di niente, ti devo solo ricordare la differenza tra certezza e probabilità.
Se non vai a votare hai la certezza matematica che altri voteranno al tuo posto e tra questi ‘altri’ molti saranno i clientes che tanto, giustamente, disprezzi e che consideri il cancro della democrazia.
E tu mi rispondi:” Non so chi votare, sono tutti uguali e non cambia niente!
Ecco.
Hai appena dimostrato con la tua risposta che non hai ben chiara la differenza tra probabilità e certezza.
E’ certo che se nessuno fa qualcosa di concreto le cose andranno come al solito. Ti dirò di più: meno tu ti impegni più i satrapi, locali e nazionali delle varie forze politiche, vedranno rafforzato il proprio potere: è matematico:
se i Satrapi controllano il 30% dell’elettorato via clientelismo, se questo 30% diventa il 90% dei votanti perchè la maggior parte degli elettori si astiene non c’è matematicamente speranza di cambiamento.
E tu mi rispondi:” Perchè, se mi tessero e vado a votare ad un congresso, a delle Primario o alle elezioni anche uno decente, a trovarlo, qualcosa cambierà davvero?
Ecco, ti rispondo io, è improbabile, tutto sommato, ma è possibile.
Seeee, mi rispondi tu.
Certo che sì, incalzo io:
seguimi: se ti prendi la tessera del PD
(in sottofondo rumore di ringhi, vomito, urla, armi da fuoco)
mica poi sei obbligato ad andare a votare, giusto?
Giusto.
Però se ti prendi la tessera del PD puoi andare a votare al Congresso PD
(in sottofondo risate tipo show televisivo)
Dicevo, al Congresso PD la Mozione Civati.
CiChi?
Civati.
Insomma, informati, mica è Renzi che si porta appresso i Satrapi e la Dottrina Marchionne, si è opposto a Monti e al governo Letta PDL.
Ebbè, mi dici tu, mi sono opposto pure io a Monti e al governo Letta PDL.
Ecco, rispondo io: lo vedi che siamo d’accordo?
Se riusciamo a portare in alto la Mozione Civati magari non ci sarà mai più un governo Letta PDL e magari ci sarà qualcuno che tu abbia cuore di votare nelle prossime elezioni comunali - regionali - nazionali.
Meglio essere in minoranza ed essere che non essere.
E anche questo è matematico.
Coraggio… Scegli la speranza e non rassegnarti alla certezza!

10 ottobre 2013

...aggiornare le informazioni relative al rapporto intrattenuto con Poste Italiane...

Un paio di giorni fa mi è arrivata una lettera da Poste Italiane in cui mi si invitava a "recarmi" in un ufficio postale per "aggiornare le informazioni relative al rapporto intrattenuto con Poste Italiane".
Pena l'impossibilità di eseguire alcune operazioni e addirittura il recesso dei rapporti in essere.
E' quantomeno seccante farsi un conto online e poi essere convocati allo sportello.
Tanto per cominciare.
Quindi, armatomi di santa pazienza, vado nel mio ufficio postale.
Per fortuna semivuoto.
Ovviamente, il sistema informatico per aggiornare queste benedette informazioni (la data di scadenza della Carta di Identità) non funziona.
L'impiegata allo sportello è cortese, come è cortese il suo collega che, però, decide di versare con un bel sorriso la goccia che fa traboccare il vaso. 
"Evvabbè, tanto c'è tempo fino al 30 Novembre, torna la settimana prossima, che fa?"
Che vi devo dire, mi è venuta istantaneamente una rabbia ...
"Vabbè che a Matera siamo tutti disoccupati o cassintegrati, ma forse qualcuno vorrebbe anche darsi da fare, questa mezzora me la rimborsa lei? Se è così ci possiamo vedere pure tutti i giorni!"
Silenzio.
Mi calmo.
Rifletto.
La colpa di quest'oretta scarsa di tempo buttato via è dell'impiegato?
No. Quella è dei dirigenti di Poste Italiane.
Ma l'Impiegato non è innocente.
E' colpevole di assenza di consapevolezza.
Per come stanno le cose nel mondo in cui vive al di là dello sportello.
Un mondo di disoccupati o di lavoratori senza diritti.
Incluso quello di ammalarsi di influenza o andare a un funerale.
Se l'ente pubblico in cui sei impiegato provoca disagi Kafkiani ai cittadini scusati e taci.
Non sfottere.

Quindi, gentile Dott. Paolo Martella, Responsabile BancoPosta come da firma su missiva ricevuta, Lei  o chi per Lei è responsabile di:

  • avermi fatto perdere un'ora del mio tempo oggi;
  • avermi fatto perdere un numero imprevedibile di ore per la prossima o successiva settimana;
  • aver fatto perdere a impiegati e clienti (non ero l'unico oggi, ma tre sportelli su cinque erano occupati da clienti col mio stesso problema) tempo e denaro che Lei non ci risarcirà;
  • in sostanza, di aver inviato una lettera agli utenti senza aver verificato che le procedure richieste agli utenti fossero attuabili.
Mi auguro che Poste Italiane, come tutta la Pubblica Amministrazione, possa iniziare a  risarcire e non solo a scusarsi per i danni provocati.

EDIT del 6 Novembre 2013

Ho finalmente risolto.
Dopo l'oretta persa il 10 Ottobre ho aspettato qualche settimana e, complice un'altra incombenza burocratica, mi sono presentato all'ufficio postale centrale di Matera.
Dopo 90 minuti 90 di attesa l'impiegato mi ha fatto tornare a casa dispiaciutissimo perchè gli serviva anche la carta di identità di mia sorella, cointestataria. Da notare che la lettera di Poste Italiane è arrivata indirizzata esclusivamente a me e non, come gli estratti conto e le altre comunicazioni, ad entrambi... 
Mi sono informato se servisse solo la Carta di Identità di mia sorella e se servisse anche la sua presenza, ma mi è stato risposto che non serviva neppure la delega.
Oggi, finalmente, sono tornato al mio ufficio postale e dopo 55 minuti di attesa la gentile impiegata voleva mandarmi indietro perchè serviva la presenza di mia sorella.
Ho chiesto senza alzare di un'ottava il tono della voce e dop oaver riepilogato la vicenda che me lo mettessero per iscritto dato che sulla lettera mia sorella non era nemmeno nominata: "Io torno con mia sorella, lei adesso mi verbalizza che la vostra lettera è errata".
L'impiegata non mi ha risposto, si è messa a lavorare e 10 minuti dopo la faccenda era risolta, lascio al lettore interpretare se con forzatura impiegatizia o solo dopo esecuzione di corretta procedura, ma più lunga.
Un'altra falla nel TitanicItalia.

EDIT del 26 Novembre 2014


Evidentemente Poste Italiane sta mandando un sostanzioso numero di lettere in giro per l'Italia dato che i visitatori di questo post sono aumentati in maniera esponenziale.
Riassumo qui i miei suggerimenti del caso:


  1. Probabilmente vi verrà richiesta semplicemente la nuova copia della carta di identità. Attenzione: se il conto è cointestato dovete presentarvi tutti alle poste.
  2. E' probabile che possiate prenotare un appuntamento, quindi, prima di andare a fare l'inevitabile fila provate a contattare il vostro ufficio postale di riferimento per telefono e se qualcuno vi risponde provate anche ad informarvi per le deleghe degli eventuali cointestatari.
E' tutto, spero di esservi stato utile.

4 ottobre 2013

Cielo d'Ottobre

La commozione di ieri è diversa da quella dell'anno scorso?
E di quella del mese scorso?
E dell'altr'anno?
Sarà diversa da quella della prossima settimana?
Dell'anno prossimo?
Che condanna, la commozione, quando non diventa mai rimorso.
Nè azione.

23 settembre 2013

Exit Strategy

Il Partito Democratico, per quel che mi concerne, è alla vigilia della sua dissoluzione.
Anche io mi sento alla vigilia della mia dissoluzione come cittadino italiano.
La Direzione del PD della settimana scorsa, associata alle grottesche Primarie del Centro Sinistra di Basilicata e all'avvitamento complessivo della situazione politica nazionale non mi fanno sperare per il meglio, neppure a livello macroscopico.
Insomma, non ci credo più.
L'intervento di Civati in assemblea mi ha fatto quasi rabbia.
La rabbia giovane che deve aver provato Galileo quando i suoi giudici dell'inquisizione si rifiutarono di guardare nel cannocchiale e di vedere coi propri occhi dimostrate le tesi galileiane.
Ha alle spalle un nucleo di persone preparate, coese nelle idee e nelle capacità progettuali.
La Mozione Civati esprime una visione del futuro del Paese che passa dalla risoluzione ragionata dei suoi problemi.
Ha un programma organico (ricordo 10 cose buone per l'Italia che la Sinistra dovrebbe fare subito come esempio rapido) privo di utopie irrealizzabili.
La Mozione Civati non è personalistica, basata solo sul particolare carisma del pur bravo Pippo.
E' corale.
Ma è inserita in un contesto avvelenato.
Nonostante rappresenti una larga fetta dei militanti è completamente ignorata dalla stampa 'amica' e palesemente osteggiata dal Corriere della Sera che si ingegna a falsificare grossolanamente le relative 'notizie'.
Insomma, mi sono ritesserato nel PD proprio per poter votare la Mozione Civati al Congresso.
Senza Paura.
E senza speranza.
Mi piacerà combattere in retroguardia, fare il bel gesto, l'ennesimo, ma so che in cuor mio è una battaglia persa.
Purtroppo, vincerà Renzi portandosi appresso tutta la dottrina Marchionne e tutto il trasformismo dei satrapi che sono già passati a fare a gara per ungergli il capo.
Ma sarà l'ultima goccia.
Dopodichè mi ritroverò senza rappresentanza politica.
Perchè un Renzi segretario passi, ma un Renzi segretario con alle spalle i Satrapi no.
Quindi?
Quindi, combatterò per la Mozione Civati come potrò.
Ma non sono ottimista per un mio tesseramento nel PD per il 2014 ammesso e non concesso che al 2014 ci arrivi, 'sto partito.
Guardando le cose nel quadro generale lo sconforto è ancora maggiore.
Tra un PDL che torna Forza Italia ed un M5S incapace di fare quello che faccio io in queste righe (ES: sputazzare in testa al tipo che va in Parlamento a sprecare il tempo dei cittadini cianciando di complotti sull'11 Settembre ed altre dozzine di cose simili) e destinato ad avvitarsi nel settarismo mi dovrei buttare su SEL, ma i silenzi dei 'pacifinti' di sinistra sulla Siria mi hanno definitivamente disgustato.
Francamente, se la situazione lavorativa lo consentisse, tornerei ad occuparmi esclusivamente di scoutismo e non per voglia di aventino, ma semplicemente per poter fare decentemente quello che so fare decentemente, insomma, per mere questioni di ottimizzazione delle risorse.
Purtroppo, così non è.
E' arrivato il momento di impostare una Exit Strategy.
E lasciare il cerino acceso ... magari a chi lo ha acceso!


10 settembre 2013

Differenze

Facciamo finta di entrare in una stanza speciale.
Una stanza che contiene corpi di morti ammazzati in vari posti e in varie epoche.
Un giovane  Partigiano Italiano fucilato sulle rive del Po nel '44.
Un'appena meno giovane SS morta ammazzata dai russi mentre difendeva il bunker di Hitler.
Le ceneri di un bambino ebreo passato per il camino.
Una ragazzina francese spappolata dalle bombe inglesi cadute sulla sua casa durante lo sbarco in Normandia.
Un bambino siriano ucciso dai gas.
Una ragazza siriana tagliata in due da una raffica di mitragliatrice.
Un miliziano di Al-Quaeda bruciato dal napalm sganciato da un Mig-23 di Assad.
Ecco, io ritengo che a questo punto, questo elenco di pietà umane possa essere più che sufficiente allo scopo.
E ritengo che non ci sia un modo giusto o sbagliato di porsi di fronte a questi corpi.
La posizione di chi non vede differenza nella morte violenta di queste persone è perfettamente comprensibile.
Ma richiede molta forza per essere coerenti.
Perchè, ad esempio, si applica anche ai mafiosi inseguiti dai carabinieri...
Se la violenza è intrinsecamente dannosa per la Collettività, lo è sempre.
Se non lo è sempre, allora non tutte le vittime da me elencate qui in cima sono uguali nella pietà della morte.
Lascio volentieri ad ognuno le proprie convinzioni in merito.
Purchè si resti nell'ambito della coerenza.
Chi ritiene che i partigiani caduti per la libertà siano degni di stima e orgogliosa memoria rispetto alle SS di Auschwitz poi perde il diritto di considerare uguali nella morte altre vittime di guerra.
E viceversa.
Si è parlato, in questi giorni, sulla stampa di sinistra, dell'irrilevanza della gravità dell'uso di armi chimiche in Siria.
Morire di Sarin, morire di AK-47, è lo stesso.
Forse, per i morti.
Ma per i vivi?
Perchè (e ritengo, giustamente) l'uso dei gas nervini è considerato alla stessa stregua dell'uso di armi nucleari in ambito geopolitico?
Per due ragioni, una tecnica una legata alla realtà della guerra, così come è tramandata da quando l'uomo ha imparato a scrivere.
La ragione tecnica è legata a quello che sarebbe stato l'impiego di gas tossici in una eventuale Terza Guerra Mondiale.
Si prevedeva che i Sovietici avrebbero usato grandi quantità (centinaia di migliaia di volte maggiori di quelle usate in Siria) di aggressivi chimici persistenti contro obiettivi in Germania Occidentale, Norvegia, Danimarca, Olanda ed Italia Settentrionale.
Gas usati in concentrazione tale da uccidere in pochi istanti tutti gli esseri viventi (moscerini inclusi) in vaste aree attorno a  depositi, aeroporti, impianti energetici.
Gas capaci di depositarsi su tutte le superfici e restare lì, come una patina letale al semplice tocco, per settimane e mesi.
Le modalità d'uso dei gas da parte Sovietica era tale da rendere, in certi casi, i loro effetti più devastanti e duraturi di quello di armi nucleari.
La NATO, decise, quindi, di avvertire i Sovietici che l'uso di armi chimiche sarebbe stato considerato alla stregua dell'uso di armi nucleari e che i russi si regolassero di conseguenza.
Pertanto gli eserciti occidentali non dispongono di arsenali chimici, bastavano e avanzavano le bombe atomiche.
Ecco, questa è la ragione tecnica.
L'altro motivo è più sottile.
Torniamo alla bambina francese uccisa dalle bombe inglesi durante lo sbarco in Normandia.
Non è che il pilota inglese desiderava uccidere bambini francesi.
Ha lanciato le sue bombe, sparato coi suoi cannoncini contro un carro armato tedesco e o lo ha mancato, oppure lo ha colpito e nell'esplosione è rimasta coinvolta la bambina francese.
Sta di fatto che una bambina è morta e con lei giovani soldati sui 18 anni.
Il tutto in una battaglia per cacciare il bestiale nazifascismo dalla faccia della terra.
Ecco, anche in questo caso può valere il messaggio del Papa sull'assoluta negatività della guerra, così come resta valido il pensiero noviolento di Gahndi.
Faccio solo notare che la nonviolenza di Gahndi è stata usata con successo nei confronti di un avversario come questo e mai contro avversari di quest'altro genere.
Stesso discorso vale di fronte ai repubblichini uccisi dai partigiani: non si possono applaudire questi ultimi se si è convintamente nonviolenti.
Le armi nucleari, come i gas tossici, come le rappresaglie tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale in cui si bruciavano vive nelle chiese le popolazioni civili, fanno parte di un'unica categoria di violenza, quella indiscriminata e deliberata contro i civili.
Non si possono usare i gas contro obiettivi militari e basta.
Non si possono usare le armi atomiche contro obiettivi militari e basta.
Se si attacca un aeroporto, un quartier generale o un carro armato per strada e contemporaneamente si ammazzano civili innocenti, si cade nel caso della bambina francese morta durante la liberazione della Francia.
Chi usa i gas, invece, uccide deliberatamente civili innocenti esattamente come se li avesse rastrellati per strada e gettati in una camera a gas.
Ancora una volta, riconosco pienamente il diritto di considerare i due casi (le camere a gas e la morte sotto le bombe destinate al carro armato tedesco) come equivalenti.
Ma credo di aver reso l'idea del perchè un attacco coi gas sia considerato de facto un crimine di guerra, almeno per quanti non considerino tutte le azioni di guerra come crimine (inclusa la liberazione di Auschwitz o la lotta partigiana, però).
Ora.
Io non so se i gas in Siria li abbiano usati Assad o i Ribelli Qaedisti (il caso peggiore, perchè implica il possesso di armi di distruzione di massa da parte di Al Qaeda).
Non sono assolutamente favorevole a interventi militari a casaccio.
Le dichiarazioni di Quirico, il giornalista tenuto in ostaggio dai Qaedisti per 5 mesi sono chiare. Costoro sono il Male assoluto, anche paragonato alla feroce dittatura di Assad.
Non intendo disquisire sulla complessa situazione siriana.
Ma ritengo che vada fatta chiarezza sulle implicazioni della scelta che il Santo Padre ci ha esortato a compiere nella splendida veglia di preghiera di Sabato 7 Settembre.
Non si può servire Dio e Mammona.
Se si è contro la guerra e la violenza in maniera assoluta lo si può essere a prezzo del sacrificio personale (e non di terzi) ed in maniera coerente.
Tutti quelli che, invece,  vorrebbero essere nonviolenti e pacifisti ma solo per certi casi meritano un unico appellativo: guerrafondai.
Io, invece, mi considero debole ed incapace di seguire fino in fondo il messaggio del Papa.
Considero che sia stato giusto combattere il nazifascismo anche a prezzo di vittime innocenti.
Considero la guerra un crimine anche perchè vi periscono innocenti.
E considero le vittime innocenti parte del fardello di responsabilità di chi tali conflitti ha provocato.
E l'omicidio deliberato di innocenti cosa diversa dalla loro morte non premeditata in operazioni militari.
Forse sbaglio, ma ritengo il mio pensiero coerente.
Chi ha sbeffeggiato Obama per il suo (secondo me errato) proposito di intervento militare dopo aver taciuto per due anni sui centoventimila morti siriani con cosa è stato coerente?

7 settembre 2013

Una Settimana sull'Isola che non c'è





Un Campo EG è puzza di fumo, di sudore e la costante sensazione di indossare, sulla pelle, una patina di terra e foglie secche triturate finemente da decine di scarponi da trekking che macinano il sottobosco.
E' restare semidigiuni perchè la squadriglia che ti ospita ha esagerato definitivamente col sale o ha fatto cadere la pasta minestrando (non che questo osti poi tanto dal recuperarla e mangiarla se la fame bussa a sufficienza).
E' una settimana di fatica tale da farti addormentare all'istante nonostante la relativa scomodità del sacco a pelo e dell'isolante.
E' imparare ad ignorare gli insetti che ti sciamano addosso (vespe escluse, quelle non ho mai imparato ad ignorarle).






Ma è anche poter sorridere tutto il tempo e, proprio mentre ti togli gli scarponi che ti hanno imprigionato i piedi per tutta la giornata, provare un sollievo angelico nel sentire due guide che, nella loro tenda, cantano Rino Gaetano.
E' vedere un picchio prima ancora di sentirlo.
E' avere il privilegio di ascoltare.
A un certo punto, però, sentimentalismi di questo genere possono prendere il sopravvento e occorre difendersi.
Un campo Scout non è un avvenimento emotivo.
E' un fatto razionale.
Un Campo Scout è un seme di senape.
Ma di quale pianta?
La stupefacente purezza e perfezione di 4 squadriglie sul campo (indipendentemente dalla qualità tecnica del loro operato) è un fatto reale o è confinato nel recinto di quegli otto giorni sull'Isola che non c'è?
Quando torno indietro ai miei campi di reparto vissuti da ragazzo scopro di ricordare quasi tutti i dettagli e mi rendo conto di quanto siano stati fondamentali per la mia formazione quei quaranta giorni scarsi spalmati su quattro anni.
Così, mentre carico il camion e passano tra le mie mani paletti di legno, bidoni d'olio per le cucine, casse di squadriglia e viveri, mi domando se sto infondendo linfa sana nella società o mi sto limitando a difendere gli ultimi bastioni di valori ormai derisi e nocivi per la sopravvienza biologica dei singoli.
Mi scopro sul punto di urlare "Andate a frequentare una scuola di calciatori o un corso da veline" ma mi trattengo.
I dubbi si nascondono sull'autobus che ti porta nei boschi di Accettura. Torneranno.
Descrivere il campo è inutile.
Descrivere lo Scouting in poche righe pretenzioso.
Un campo scout è fatto anche di tende, paletti e corde per vivere comodi come a casa propria.
Ma, soprattutto, è fatto dai ragazzi a cui si presta Servizio.




Quando si torna a casa la stanchezza seppellisce tutto aiutandosi con le soffici coltri dell'Entusiasmo Emotivo:
il campo è stata un'espreienza bellissima e le notti stellate già ci mancano.
Ma è meglio farsi venire qualche dubbio.
Tutta questa fatica, questo sacrificio, sono serviti a qualcosa?
Ho fatto del mio meglio?
E ammesso e non concesso di aver fatto del mio meglio, ho applicato come dovevo il Metodo?





E' difficile rispondere da soli a queste domande.

Forse, solo il confronto con la Comunità Capi può aiutare e non è detto che sia esaustivo.
Quest'anno mi sono divertito molto e non ho ancora capito se ho lasciato l'isola che non c'è o me la porto nel cuore.
Come porto nel cuore Alessio alla cui memoria, idealmente, dedico questi otto giorni di Servizio.


La Veglia di Preghiera per la Pace in Siria del 7 Settembre 2013

Sono passati due anni da quando è iniziata la guerra civile siriana, prima come rivolta contro la dittatura di Assad nell'ambito della Primavera Araba, poi come ulteriore campo di battaglia jahdista.
Di fatto, oggi, ad una dittatura spietata si contrappone non tanto una opposizione liberale e laica, ma direttamente Al-qaeda (per semplificare un minimo).
In questi due anni, fino alle recenti dichiarazioni USA di volontà di intervento nulla si è mosso nel fronte dei classici 'pacifisti' nostrani.
Atrocità, Sarin, centoventimila morti, due milioni di profughi, nel silenzio generale di chi, normalmente, usa un bel tono alto per denunciare ogni violenza a Stelle e Strisce (e/o targata Stella di Davide).
Toni tutti ritrovati dopo le dichiarazioni di Obama.
La Siria è una polveriera che l'intervento USA potrebbe far deflagrare e che, anche in caso di successo, potrebbe lasciare al Medio Oriente in eredità una Siria Quaedista.
Ma non è questo il luogo per ricapitolare la situazione siriana.
Io ritengo che un intervento USA sia estremamente pericoloso e che si sia arrivati alla situazione attuale anche per grave colpa delle opinioni pubbliche 'pacifiste' dell'Occidente.
Nel mio piccolo conserverò memoria, ad esempio, delle dichiarazioni di condanna delle violenze israeliane e del contemporaneo biennale silenzio sui massacri siriani.
Per costoro il definirsi 'pacifisti' suonerà per sempre, alle mie orecchie, come un beffardo ossimoro.
Non ho ricette, non ho soluzioni.
Papa Francesco si è attivamente prodigato, in questi pochi mesi, per la Siria.
Ma, francamente, non credo che il digiuno di oggi possa smuovere i cuori  della fazione di Assad o di quella di Al-Quaeda:
gli uomini che praticano la violenza in nome della Religione sono eretici del credo che vorrebbero professare e che, invece, insozzano.
Credo, invece, nell'importanza di un gesto personale di riflessione.
Non digiuno per spingere qualcun altro al 'pentimento'.
Digiuno perchè sento il bisogno di ascoltare quello che il Signore ci urla da sempre.
E prego per chiedergli di aiutarmi ad ascoltarlo.
Tutto qua.