29 agosto 2015

Hiroshima

Inizia, qui, una serie di post sul Paese del Sol Levante che ho visitato quest'Agosto.
Procederò in ordine rigorosamente sparso, pindaricamente tra le ferrovie, il cibo, il lavoro e i cessi.
Siccome 'sto blog si occupa un po' di scoutismo, materanità, cazzi miei, geopolitica e Software Libero, non cercate qua informazioni per il vostro viaggio in Giappone, ci sono fior fiore di blog sparsi per la rete scritti da italiani che in Giappone magari ci vivono e sono ben più autorevoli di me.
Solo per puro caso potreste trovare qua informazioni uniche non presenti altrove.
Vi ho avvertiti.





Arrivare ad Hiroshima in treno significa abbandonare una stazione ferroviaria anonima ma efficientissima della linea metropolitana che la congiunge con l'Isola d Miyajima.
Significa uscire nella calura tropicale di agosto in una piazza circondata da palazzi sul marroncino su cui come rampicanti si attorcigliano cavi elettrici.
Il cielo è quello tipico dell'Agosto Giapponese, grigio opprimente in un'aria satura di umidità rovente.
So di Hiroshima dalle elementari.
Dai libri di lettura, poi da saggi specifici ma anche dal manga Gen di Hiroshima di Keiji Nakazawa o dal bel film Rapsodia in Agosto.
Nel corso del tempo ho maturato una mia opinione sui fatti basata sui dati storici disponibili.
Un'opinione piuttosto sfumata, devo ammetterlo.
E per fortuna è così.
Le opinioni su un bombardamento nucleare, quelle formatesi a diecimila km e a 40 anni di distanza dai fatti, devono superare un test.
La signora anziana seduta alla fermata dell'autobus di fianco ad una ragazza e che assieme tentano di darti una mano per decifrare le indicazioni in giapponese sulla pensilina senza conoscere una sola parola di inglese potevano essere proprio lì 70 anni fa.
Uguali, identiche, ad aspettare un tram in un mattino di un giorno di guerra.
E' un po' difficile avere un'opinione su un bombardamento nucleare con queste due donne in carne ed ossa  davanti a te.
Quando l'autobus passa su un ponte riconosci il fiume, quel fiume che non ti immaginavi così largo quando leggevi dei cadaveri che trascinava e delle persone che ci si gettavano dentro con gli abiti in fiamme.
Quante persone servono per riempire un fiume così largo di cadaveri?
Non ti puoi fare un'opinione in merito, a priori.
Ci devi venire.
Hiroshima si vergogna della bomba.
E' tutto confinato nel parco della Pace o giù di lì.
Palazzi nuovi, nuovi nel senso che non hanno mai più di dieci vent'anni.
Traffico ordinato, autobus efficienti.
Negozi di giocattoli...




Gente gente gente, sorridente, preoccupata, imbronciata.
Negozi e le tipiche luci di una grande città Giapponese.
Cala la notte e lo senti che c'è qualcosa di diverso perchè sei in un posto diverso.
Sei in un posto dove è capitato di addormentarsi e poi di essere vaporizzati.
La visita al complesso del museo della Pace ti carica di emozioni, orrore e pensieri.
Per inciso, la visita al museo della Pace è stata la primissima occasione in cui il Giappone non si è dimostrato perfetto ai miei occhi.





L'organizzazione del museo è palesemente sbagliata con le varie teche contenenti i reperti posizionate in un ordine logico ben differente da quello fisico (e con l'audioguida in italiano te ne accorgi subito) cosa strana di suo e parecchio scomoda nell'affollamento dell'agosto giapponese: il museo era affollatissimo e sarebbe stato scomodo visitarlo se il percorso fosse stato lineare, ma con la gente che veniva immessa dai custodi come nella metropolitana di Tokyo è stata davvero una bella impresa risalire più volte la corrente browsiana per poter visitare tutte le teche nell'ordine giusto.




Il museo, poi, è completamente decontestualizzato.
La Seconda Guerra Mondiale è un episodio a margine, magari questo ci può anche stare, ma della situazione dello stesso Giappone o della recente battaglia di Okinawa non c'è traccia.
I reperti e le storie narrate, invece, sono di grande interesse storico e di ancor maggiore impatto emotivo.





Quel che rimane dopo una detonazione nucleare parla da solo.
Le vite cancellate, impresse a negativo sul terreno, le vite torturate fino alla morte per giorni e quelle marchiate dalla malattia per anni.
E i sopravvissuti fin pure a tarda età, marchiati per sempre dall'orrore.
Vederle, certe cose, mette in discussione tutte le opinioni.
La cronaca dei nudi fatti è meglio che ve la leggiate su Wikipedia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Bombardamenti_atomici_di_Hiroshima_e_Nagasaki

facendo anche una bella lettura di:

https://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Downfall

Le opposte tesi sul bombardamento visto come crimine inutile ed ingiustificato o come sacrificio di centinaia di migliaia di innocenti che ha risparmiato la vita di decine di milioni, ad una lettura critica non sono inconciliabili.

In sostanza, ritengo che gran parte delle argomentazioni dei campi opposti non siano mutualmente esclusive.
Gli articolo di Wikipedia sono, al solito, un ottimo sistema per avere informazioni neutrali e precise, ma, nel caso specifico, suggerisco alle menti aperte di approfondire il tema con qualche lettura pi specifica.
Il Dibattito Storico non si fa a mezzo blog, ma io a Hiroshima ci sono stato.
E, siccome ci sono stato, trovo profondamente offensiva per le vittime ogni speculazione basata sul vuoto. Purtroppo, dopo la Palestina è Hirosima l'argomento su cui l'ideologia, altro che oppio dei popoli, è il Crack degli italiani.

Problema: Dobbiamo distruggere le industrie tedesche.
gli USA: "Bombardiamo di giorno cercando di colpire solo le fabbriche, i nostri  B17 subiranno gravi perdite ma ce la faremo".
Gli Inglesi: "Ma chi ce lo fa fare? Bombardiamo di notte le città mirando esplicitamente ai civili, subiremo molte meno perdite e ammazzeremo più tedeschi, possibilmente donne e bambini così colpiamo anche il morale dei soldati al fronte".
Poi arriva un italiano e grida: "Maledetti Yankee assassini".
Fatevene una ragione: il bombardamento a tappeto delle città potranno averlo pensato i vari Dohuet e i tedeschi a Guernica, ma lo hanno inventato ed implementato i cortesissimi britannici.
"Oh, really?"
Really.
Ecco, il dibattito ideologico che trascende i fatti è uno dei mali d'Italia. 
Ne faccio volentieri a meno
Noi sappiamo cose che non si sapevano nel 1945.
Diamo per scontate cose che all'epoca non erano nemmeno state pensate.
Taglio corto: io, che so, non avrei usato la bomba su due città ma, se è per questo, nemmeno avrei bombardato Dresda.
Ma nemmeno si può ignorare che ogni mese di guerra in Asia costava la vita a circa 200mila civili e anche se il Giappone si fosse arreso senza la distruzione di Hiroshima e Nagasaki e nemmeno senza ulteriori bombardamenti convenzionali, che so, a metà Ottobre del 1945, le vittime civili e militari sarebbero state molte di più anche in assenza di particolari attività belliche.
Per non parlare di quello che sarebbe successo, senza invasione,  entro la fine del 1945 se la guerra non fosse finita: la morte per fame di milioni di giapponesi, salvati poi solo dagli aiuti americani dopo la resa.
Io avrei lanciato la bomba su un'area disabitata, cosa che fu effettivamente proposta ma scartata perchè si temeva che l'arma non avrebbe funzionato.
Ecco, l'ho scritto, ma per onestà intellettuale ricordo a tutti che  è una affermazione che non ha senso.
E, francamente, credo che quelli a doversi porre la domanda:

"Senza il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki il Giappone si sarebbe arreso prima di una invasione alleata o comunque prima che il conto del macellaio della guerra avesse superato quello degli olocausti nucleari?"

debbano essere per primi i giapponesi.

Non mi è piaciuto affatto l'atteggiamento del Giappone che sfiora il negazionismo sui propri crimini durante la Seconda Guerra Mondiale.
Lo Stupro di Nanchino, le vare marce della morte, la Corea ridotta in schiavitù e lo sterminio della propria stessa popolazione civile (si veda la Battaglia di Okinawa e poi ci si interroghi sul destino del Giappone in caso si fosse arrivati all'invasione) spacciato (ricordo una mostra di manga sulla Guerra nel Museo dei Manga di Kyoto) come 'crudele e tragico destino'.
Destino un cazzo.
Sono stati i fascisti giapponesi,non il Destino.
Anche dopo Nagasaki l'Esercito Imperiale non aspettava altro che avere l'occasione di ammazzare un mezzo milione di americani nell'imminente sbarco.
Ecco, non mi è piaciuto affatto tutto il clima di innocenza e vittimismo che si respira in Giappone in merito.
E non sto minimamente sostenendo che "se la sono voluta".
Anzi.
Ritengo che l'attacco nucleare sia stato un crimine contro l'umanità. 
Così come lo è stato bombardare Dresda, ad esempio, perchè ammazzarne la popolazione con 1000 bombardieri invece che con 1 non ha accorciato la guerra di un solo giorno.
Solo, non mi viene in mente un giudizio per Hiroshima.
Non da parte degli uomini.
Il proseguimento della guerra avrebbe avuto un prezzo di vite sicuramente superiore anche senza invasione anfibia del Giappone.
Ma quello che ho visto nel museo mi ha convinto dell'assoluto orrore dell'arma atomica.




E saperla in mano degli Ayatollah e della dinastia Kim Il Sung non è tranquillizzante.



Usciti dal museo la visita al Parco della Pace è necessaria per mettere ordine nel cuore.
I monumenti e tutto l'insieme danno un'idea di riconciliazione.
E' impressionante camminare nell'epicentro di un attacco nucleare in un mare di verde, acqua corrente, alberi e monumenti curatissimi, colmi di fiori e origami di piccole gru.
Una città intera, moderna, pulita, vitale, risorta dalle ceneri di un atroce crimine, circonda il parco.
E' facile perfino dimenticare la stessa ragione della nostra presenza lì.
Questa:




25 agosto 2015

#Coeducazione: una storia incompleta

Oggi pomeriggio ho dato una bella lettura a gran parte del numero 03/2015 di Proposta Educativa che recita, in copertina: Donne e uomini (non solo gente).
Questo numero della rivista associativa dei Capi AGESCI è dedicata alla Coeducazione.
A tutti i livelli, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, giovani ed adulti dell'Agesci vivono la dimensione della presenza paritaria dell'altro sesso.
Non è esagerato affermare che l'AGESCI è una delle pochissime realtà italiane e non in cui il frutto della coeducazione dall'infanzia all'età adulta è una assoluta parità di genere nei fatti prima ancora che nella teoria.
La Coeducazione e la conseguente Diarchia, sono una delle cose che più mi rendono orgoglioso del mio essere socio dell'AGESCI.
Vedere realizzato in concreto quello che è, purtroppo, ancora un sogno anche in paesi ben più evoluti dell'Italia, è fonte di gioia e serenità per il mio Servizio.
Non ho critiche da avanzare a quanto ho letto.
Penso, tuttavia, che questo sistema che dovrebbe essere la normalità assoluta ovunque e che, invece, è ancora un sistema avanzato rispetto alla media mondiale e anche europea, non è nato per caso.
Deriva da scelte coraggiose fatte negli anni 60 e 70 del secolo scorso da persone coraggiose.
Leggendo Proposta Educativa mi è venuta una curiosità.
Certo, la storia del processo che ha portato ASCI ed AGI a fondersi e a forgiare l'attuale metodo dell'Agesci è nota e non è questa la sede per ricapitolarla.
Quella che non mi è nota è la storia del NO.
Quando, nel 1974, si arrivò a proporre reparti misti, Clan/fuochi misti, non era cosa di tutti i giorni.
Ragazzi e Ragazze assieme attorno al fuoco?
Bravi ragazzi/e cattolici in route in calzoncini e maglietta nella stessa radura?
Quanti si saranno opposti all'idea?
In quanti, dentro l'AGI, l'ASCI, la Chiesa, la Società Civile avranno gridato il loro veto?
Io credo che le obiezioni, le dichiarazioni di scandalo che sicuramente ci sono state 40 e passi anni fa, sarebbero, oggi, un preziosissimo documento.
Un documento storico.
Una testimonianza di... errori.
Errori che 40 e passa anni fa abbiamo avuto il coraggio e la forza di non commettere.
E che di fronte alle nuove sfide poste dalla società del XXI Secolo, più evoluta e quindi, secondo me, ancora più adatta, per certi versi, a raggiungere la completezza del complesso messaggio di Amore del Vangelo, sarebbe quanto meno singolare commettere oggi.
La Carta del Coraggio non mi ha certo entusiasmato ma certe critiche mi sembravano provenire, appunto, dal cuore degli anni 60 e 70 del secolo scorso.
Io credo che siano stati molto più coraggiosi coloro che adottarono la Coeducazione e la Diarchia nell'Italia degli anni 70 che quelli che vorrebbero ora per forza equiparare in un'unica Torre di Babele tutte le forme di affettività possibili (e lo scrivo da sostenitore delle nozze omosessuali).
Ma, d'altro canto, non posso fare a meno di notare come la naturale caduta dei pregiudizi sessuali sia ferocemente avversata ben oltre la razionalità come le cronache raccontano.
E mi chiedo: 
"Ma, quarant'anni fa, come abbiamo fatto a fare questo gigantesco balzo se oggi abbiamo paura di fare un passettino?"

20 luglio 2015

Geremia e Borsellino nell'Italia Mafiosa del XXI Secolo


Nelle ore in cui veniva assassinato Giovanni Falcone i miei compagni di strada del Clan Orione Matera 1 mettevano le loro firme sull'autobiografia di Baden Powell, "La mia vita come un'avventura" che mi regalarono per i miei 18 anni.
Poche settimane dopo fu la volta di Paolo Borsellino.
Ero molto sicuro delle mie idee, all'epoca.
Il Pentapartito servo delle mafie, la pubblica amministrazione corrotta, i leghisti complici ed eversori.
Poi, vent'anni.
Vent'anni in cui l'Italia è diventata berlusconiana e in cui la Politica è crollata.
Ma cosa è successo, tra noi e la Mafia, in questi ultimi venti anni?
Nel 1992 io sapevo chi erano i Corleonesi, Riina, Povenzano.
Cari lettori, voi lo sapete oggi chi è il capo della Mafia?
Chi sono i più potenti rappresentanti della Cupola?
Forse alla DIA lo sanno.
Io non lo so più.
La Mafia delle stragi, dei delitti, della contrapposizione militare dov'è?
Oggi, Luglio 2015, dov'è la Mafia?
Stamane ho partecipato alla Commemorazione della Strage di Via D'Amelio.
Qui, a Villanova.
Eravamo una decina di persone, di cui quattro Scout.
Abbiamo ascoltato, sull'attenti, il messaggio del Presidente della Repubblica.
Il caldo di questa estate Emiliana ci ha fatto compagnia in questa domenica di memoria.
Di fronte a me un vigile urbano e due Carabinieri, di cui una Donna.
Sin dal mattino, mentre mi preparavo per la Cerimonia indossando l'uniforme pulita e stirata, ho iniziato ad avvertire un sottile disagio.
Lottallamafialottallamafialottallamafia.
Cosa è rimasto della lotta alla mafia della tua giovinezza?
Manifestazioni di Libera?
Commercio Equo e Solidale?
Acquisto e diffusione dell'opera di Saviano sulla Camorra?
Quali fatti eclatanti, quali vittorie durature puoi mettere al tuo attivo?
In macchina il disagio aumenta.
Fa caldo e sono quasi a Villanova.
Parcheggio e mi avvio a piedi verso la Rotonda Falcone e Borsellino.
Quando raggiungo i due soldati in piedi sotto il sole di fronte alla targa commemorativa non mi sento il testimone di un sacrificio vittorioso.
Non sono un reduce di una guerra vinta che ricorda i commilitoni scomparsi.
Mi rendo conto, con orrore, di essere un sconfitto.
Di essere lì a ricordare il sacrificio di uomini, magistrati e membri delle scorte, sopraffatto dalla Realtà, quella degli uomini di buon senso, che sanno stare al mondo.
Dov'è la Mafia? Dove sono i suoi killer spietati?
Le sue bombe, i suoi lanciarazzi?
Dove?
Lo sgomento cresce quando ti ricordi da dove vieni.
Dalla Regione dove la Mafia NON Esiste.
Dalla Regione dove manco le prostitute (per strada) esistono.
Da quella Lucania Felix della cementificazione selvaggia e dell'occupazione della Società da parte del Potere Partitico.
Non so se la Mafia abbia completamente vinto.
Immergendosi nelle Imprese del ricco Nord e dell'ancor più ricco Nord Europa.
Scomparendo sottopelle, rassicurante, nelle imprese di trattamento rifiuti, in quelle edili e nel cemento pulito dell'Italia fatta un decimo d'asfalto.
Ed eccomi qua, a commemorare Borsellino e, al termine della Cerimonia Civile, a pregare con le Beatitudini ricordando chi è (stato) perseguitato in nome della Giustizia.
E, poi, la diga si rompe.
La Mafia è dappertutto.
Vincente.
Trionfante.
E' nel Parlamento, nei cantieri, nelle manovre economiche stravolte dalle lobbies, nella TAV, nell'EXPO', dalla Sicilia al Trentino.
E' nell'Economica Lucana bloccata, nel Piano Casa materano, nel cemento dei cavalcavia incompleti, nelle aliquote fiscali irrazionali e nelle riforme del governo, minuscolo, sempre diverso e sempre uguale, che sembrano scritte sempre da un contabile di un latifondista.
E' nell'isteria sui migranti, nell'apatia verso le crisi militari che ci circondano.
Guardo i carabinieri e mi chiedo, loro, a cosa possono pensare adesso trovandosi lì sicuramente meno per dovere d'ufficio di me.
Coi loro colleghi macellati, cosa staranno pensando di fronte a quattro boy scout come maggioranza assoluta del piccolo pubblico venuto a ricordar Borsellino e la sua scorta?
Ricambio gli sguardi, e vorrei dire, se fosse utile e non lo è:
Tu come ti senti ad essere in una città l'ultimo baluardo a difesa di una popolazione stremata e in un'altra città, per esempio in ValSusa, quasi una forza di occupazione del potere economico mafioso, anzi dello strapotere economico che ha prevalso ormai su tutto?
Come ti senti a portare soccorso all'Aquila e a minimizzare la devastazione ambientale in Val D'Agri?
Troppi pensieri, troppo poco tempo.
La piccola assemblea si scioglie e io mi ritrovo fradicio di sudore nella mia uniforme.
Penso al mio Servizio, ai miei Valori, alle mie coccinelle.





Ormai il merito è essere selezionati per Il Grande Fratello, mica tener fede a qualcosa di così retrò come la Promessa e la Legge Scout.
Il mio sistema di valori è perdente, credo sia ormai palese.
La Mafia nemmeno spara più per infrangerlo.
Non ne ha bisogno.
Perchè c'è la fila di gente che chiede solo di essere comprata.
E io, forse, dico questo perchè sono solo stato troppo pigro per mettermici, in fila.
I miei valori sono perdenti, è vero.
Ma non sono falsi.
Poco dopo, in Chiesa, ho potuto ricordare il Perchè.
Sfogliando il canzoniere, nella calura familiare del Coro, ho ritrovato questo testo:

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto violenza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno;
ognuno si beffa di me.
Quando parlo, devo gridare,
devo urlare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me
causa di vergogna e di scherno tutto il giorno.
Mi dicevo: «Non penserò più a lui,
non parlerò più nel suo nome!».
Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente,
trattenuto nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.

Geremia prima, Cristo poi, mi hanno avvertito.

Che la strada giusta è quella della sconfitta di fronte al Nemico, una sconfitta che non è definitiva e che non deve attendere il Regno dei Cieli per essere ribaltata.

Ma per prima cosa, se si vuole vincere la prossima guerra alla Mafia, si deve ammettere che l'ultima è stata perduta
Mi inchino alla memoria di quegli uomini coraggiosi.
Quando rialzo il capo, attorno a me, la Mafia prevale.
Ieri, oggi, domani.
Ma non per sempre.

12 luglio 2015

#grexit: la fine dell'UE e della NATO

I lettori di questo blog sanno quanto l'autore sia un profondo ammiratore del Nord Europa.
Dalle biciclette ai rifiuti, dall'etica del lavoro (sia di lavoratori che dei datori di lavoro) alla correttezza civile ...
Ma ve l'immaginate il traffico scarso e ordinato, una pubblica amministrazione effciente, il doppio dello stipendio, garanzie sociali, servizi degni di questo nome?
No, dall'Italia è difficile immaginarlo.
Da tempo medito di fare ben più che un salto in Germania, Scandinavia o Regno Unito...
La crisi greca sta cambiando le cose.
Sono sgomento, non tanto dal cieco egoismo, ma dall'atteggiamento suicida del Nord Europa.
E' giusto che gli sciali e i conti truccati dai greci siano pagati dagli altri? 
Da altri Pesi Poveri che hanno fatto anche maggiori sacrifici?
L'abisso greco è solo colpa dei greci?
No, non intendo rispondere a queste domanfe
La crisi greca non è solo questione di soldi.
Guardate una cartina:
Tunisia, Libia, Egitto, Siria, Turchia, Ucraina, Russia.
L'Europa è circondata da instabilità.
La Grecia fuori ha tanti possibili esiti, pochi dei quali favorevoli al benessere degli europei.
La Grecia fuori dall'Euro significa probabilmente la sua uscita dalla NATO ed il suo avvicinamento alla Russia in chiave anti turca.
La Grecia fuori dalla NATO significa una esposizione ulteriore per l'Italia, sola sul fronte sud.
Non so se sia noto al grande pubblico, ma, mentre non esistono forze navali dei baltici/scandinavi in supporto all'Italia nell'emergenza emigrazione esistono caccia Typhoon italiani a supporto dei baltici/scandinavi nel Baltico contro la minaccia russa.

Ricapitoliamo:

  • I bravi ragazzi del Nord esigono il rispetto delle regole per quanto riguarda i conti.
  • I bravi ragazzi del Nord sono corresponsabili del collasso Libico.
  • I bravi ragazzi del Nord se ne fottono delle coseguenze tanto pagano greci italiani e spagnoli l'invasione dei profughi;
  • i bravi ragazzi del Nord si cagano sotto di fronte a Putin e chiamano gli sfaticati meridionali a pagare i voli di pattugliamento nel Baltico.
Non mi tornano i conti.

Nemmeno per i parametri dei bravi ragazzi del Nord.

Non so cosa succederà, nei dettagli, se i bravi ragazzi del Nord butteranno fuori la Grecia dall'Euro.

A me piacerebbe che l'Italia ritirasse seduta stante le sanzioni alla Russia (Ah, Barak Obama, spiacente, fatti risarcire dalla Merkel), il blocco di tutte le attività di difesa dei baltici (i soldi della Grecia investiteli in Typhoon che dovrete comprare da noi) e anche qualcosina di più a livello NATO, ma un paese guidato da chi è guidato non può andare troppo oltre l'aprirsi le chiappe e aspettare le conseguenze.
Ma, anche con l'Italia a 90, c'è un solo modo in cui può finire se i bravi ragazzi del Nord ripudiano l'Unione.

Nel fuoco.




6 luglio 2015

How to upgrade from Mint 17.1 to Mint 17.2

This is a perfect copy of this post of the Dicember 2014

The Procedure is quite identical...

Linux Mint 17.1 is a Linux Distribution based on Ubuntu 14.04.
Linux Minti 17.2 is ... a Linux Distribution based on Ubuntu 14.04 too.
The Mint Team decided to base the developement of their fine distro on the LTS version of Ubuntu and to introduce a  graphical dist-upgrade toool allowing the update fron the 17.1 to 17.2 version without the need to format.
And here's how:

First, update the update manager and be shure that there are no other updates:




then, without reboot, in the update manager Edit Menu appears a new voice:

Upgrade to Linux Mint 17.2 Rafaela 


Then is about a Windows-like procedure 


Except for the obligation to read the release notes



and the new features list



for the rest of the update is fast (much depends on the speed of the internet connection for downloading packages)


et voilà






I tested successfully the procedure on a Cinnamon 17.1 64 bit HP 6540b Probook, on a Virtualbox machine, on a Mate 17.1 64 bit Asrock Q2900-ITX based barebone and on an HP Xw4400 17.1 workstation
The update procedure between one release to another is the icing on the cake for Mint, then...

Buon Appetito :)

2 luglio 2015

#grexit e lo sport prediletto degli europei

L'Unione Europea non serve mica per far fare l'Erasmus ai ragazzini, viaggiare senza Passaporto e travel's cheque e sentirsi sostituire il mantra Dio lo vuole con quello Ce lo chiede l'Europa.
L'Unione Europea serve per impedire il ripetersi di avvenimenti quali:
  • guerre napoleoniche
  • guerre di indipendenza di varie etnie
  • guerra austro prussiana
  • guerra franco prussiana
  • prima guerra mondiale
  • seconda guerra mondiale
eccetera, in prequel e sequel. Lascio a voi i conti

Non si sta a Bruxelles per legiferare sul latte nei formaggi o sull'uva nel vino.
Si sta a Bruxelles per evitare di stare in trincea.
Dal 476 DC al 1945 è stato lo sport di gran lunga preferito dagli europei, quello di scannarsi.

Se non si guarda alla vicenda greca con questo filtro fondamentale può sembrare solo una faccenda di creditori, debitori, strozzini e furbetti.

E' una faccenda di creditori, debitori, strozzini e furbetti.
Anche.

Principalmente è una faccenda di vita o di morte.

Con la Russia che non ne vuole proprio sapere di considerare gli Europei come, ad esempio, gli Italiani considerano i danesi o i portoghesi, ossia come tutti gli altri esseri umani eccetto per il fatto che considerano impossibile ammazzarcisi a vicenda (faccende di calcio escluse), Africa e Medio Oriente in fiamme è proprio una bella alzata di ingegno quella dei banchieri di lanciare siluri all'Unione Europea  per far valere le "regole".
Ma anche questo è secondario.

L'Unione Europea è come minimo la nostra assicurazione sulla vita.

Magari serve anche alle faccende di carta igienica e quote latte.

Ma non è questo lo scopo primario.

Se buttiamo fuori la Grecia per faccende di soldi come potremo fidarci l'uno dell'altro per faccende di sangue?
Ci rendiamo conto che se lasciamo cadere Atene cadrà la NATO?


A noi italiani, soprattutto, con il voltafaccia europeo sull'immigrazione, conviene davvero che passi il principio  che le basi e lo scopo fondamentali dell'Unione Europea (salvarsi la pelle) vengano messi in terz'ordine?




28 giugno 2015

#grexit, dal Sonno alla Morte: l'Europa Ignava

L'Europa incredula, l'Europa avida, l'Europa ignava.
L'Europa ingrassata da settant'anni di Pax Americana.
L'Europa degli individui, singoli, unici, monadi della Terra.
L'Europa che desidera veder morir di fame quattro pensionati greci per la salvezza dei conti.
L'Europa dei diritti dei singoli e a

cui i doveri collettivi non interessano più.
Eccola, l'Europa potentissima, mezzo miliardo di abitanti più grassi che vivi.
L'Europa che non ha abbastanza schiene da mostrare a tutti i popoli che tradisce.
L'Europa miope e vigliacca che vive di social network e indifferenza.
E' vero, i greci hanno truccato i conti.
E li cacciamo.
Mentre la Russia preme ai confini, mentre le apocalissi africane figlie della nostra avidità riempiono il Mediterraneo di cadaveri e le frontiere di poveri cristi.
Ma i presidenti degli europei che ieri mandavano i bombardieri ora mandano la polizia per respingere chi scappa dalle bombe
E i loro banchieri, come avvoltoi, aspettano le carcasse della Grecia.

Ma la Grecia non è zavorra, è chiglia.

L'Europa si illude di abbandonare la Grecia ma apre solo una falla nella propria fragile imbarcazione.
A Est la Russia, a Sud il Jihad e le classi dirigenti europee si affannano per farsi ridare del denaro che non c'è da un Paese fratello stremato.
Denaro che non coprirebbe nemmeno un mese dei danni geopolitici e sociali che l'espulsione della Grecia comporterà.

Miope, incredula, stupida.

Eccola l'Europa del 2015. Mezzo miliardo di IO e pochissimi NOI.

Un'Europa desiderosa di passare direttamente dal sonno alla morte.


14 giugno 2015

L' #agescidalpapa ed io: breve punto della strada

L'autobus viaggia veloce verso Nord nella campagna toscana colorata dall'estate imminente.
Il Villanova 1 dorme stremato dalla fatica di questa lunga giornata.

Accanto a me capi, Rover Scolte ed esploratori rannicchiati sui sedili.

Non ho sonno.
Ho voglia di gridare.
Ho voglia di correre.
Come già intuivo prima di partire, non sono andato ad un evento mediatico.
Ad uno spettacolo.
L'incontro con Papa Francesco, per me, è stato ben poco didascalico e molto, molto pratico.
Mentre il Papa ci ricordava le scelte della Carta del Coraggio o la nostra importanza all'interno della Chiesa cattolica italiana, per me gran parte della gioia era arrivata già negli incontri avuti sulla Strada in questa memorabile giornata.
Abbracci fin quasi alle lacrime con chi ha condiviso la mia Strada dalla Promessa alla Partenza e durante il mio Servizio di Capo.
La certezza nel cuore di non essere li per sola apparenza, ma per un incontro in Cristo che non si limita alla    predica settimanale ma è quotidianità di ogni giorno per tante tante persone, al proprio meglio, dai ragazzi a scuola agli adulti nel mondo del lavoro, nella Società Civile e nella Politica.
Non siamo tanti, forse poco più di duecentomila scout attivi di tutte le associazioni in Italia.
Eppure, la nostra e' una presenza attiva nel Paese non proporziona al numero.
Ci siamo e Papa Francesco non ci ha sgridato per le polemiche sulla carta del coraggio ma ci ha incitato a far meglio, sempre meglio: andate avanti così ed impegnatevi a diventare costruttori di ponti in una società che è abituata ad innalzare muri.
Ma io ascoltavo quelle parole rapito dalla gioia di aver incontrato le persone a me più care con cui la fratellanza scout si è cementata durante i miei anni da Esploratore, Rover e Capo.
Ancora mi vengono i brividi per il sollievo della certezza di una Vita comune a tutte queste Persone che esce dal limbo dell'utopia per manifestarsi nel dolore e nella fatica, ma anche nella gioia e nell'Amore di ogni giorno.
"Angelo" Gridato da Antonella, mia Guida nel Rearto Sagittario Matera 1, ora nel Pozzuoli 2.
E solo un gesto che possa tradurre tutte le emozioni e la logica ferrea dell'accaduto: un abbraccio.
Un abbraccio per l'Amore, un abbraccio per la Forza del Servizio, un abbraccio per la fratellanza mai spezzata dopo tutti questi anni ed eventi.
E, poi, ancora "Angelo" Urlato da Sivia, con cui abbiamo fatto tanta Strada assieme nel Can Orione del Matera 1 da Rover e Scolta e che ritrovo Donna della Partenza, Madre, Capogruppo, Moglie, Capo Fuoco, in ordine sparso, del Genova 15.
E l'incontro con la mia vecchia Comunità Capi da cui solo lo squallido livore della Classe Dirigente Lucana mi ha potuto strappare.
Incontrare i ragazzi di un tempo ora Uomini e Donne della Partenza in Servizio, splendidi assieme ai loro Capi di un tempo, ora stessi pilastri di una Comunità che non si arrende davanti alle difficoltà di una Città devastata dalla lotta per bande che passa per Politica e da una crisi economica che dura da lustri.
Vederli lì sotto il mio stesso cielo
Ma ad ogni male c'è il suo rimedio e quello che mi è stato tolto mi è stato ridato con gli interessi nel mio Villanova1.
E tutti questi pensieri, tutte queste emozioni, questo ragionare nei pochi minuti in cui Papa Francesco ci ha parlato.
Dovrei concludere qui, sull'onda dell'entusiasmo per una giornata splendida, per una prova fisica di Verità del nostro Servizio.
Ma basta autoincensarsi.
I problemi ci sono, eccome.
Una signora che mi acchiappa uscendo dal bagno del ristorante (ebbene sì, anche i capi agesci apprezzano l'amatriciana) e che mi sollecita a difendere "Lafamigliacheèunasola!"
Un esploratore che interroga i suoi capi sull'Aborto e a cui si devono dare risposte adeguate, adeguate alla sua età, semplici ma non semplicistiche, che gli consentano di interrogarsi e di agire senza, tuttavia, aumentare la sua confusione.
Siamo chiamati ad un duro lavoro per costruire ponti tra l'inconciliabile.
Il traguardo è lontano e non siamo i primi in gara.
Ma siamo in gara, uniti da Matera a Pozzuoli, da Bologna a Genova.






11 giugno 2015

Perchè vado con l'#agescidalpapa

Ultima riunione con le Coccinelle.
Giugno, sole e caldo.
Un altro Sabato pomeriggio che si protrae fino a sera, anche se non c'è la Messa.
Gavettoni e risate, acqua come gioia.
Da Ottobre ad oggi, solo una manciata di week end sono stati a mia disposizione.
Sono davvero stanco.
Quando la porta della Quercia si chiude non mi vergogno di ospitare anche il pensiero: "Finalmente".
Magari un sabato posso andare al mare pure io.
Sono allergico alle adunate oceaniche.
Detesto la folla e il caldo.
Un'adunata oceanica nella folla e al caldo non è in cima alle mie preferenze su come passare il week end in questo periodo piuttosto pieno.
Che poi, se devo ascoltare un messaggio, beh, per ascoltare va benissimo lo streaming, va ancora meglio la lettura e la riflessione.
No.
Decisamente non vado a Roma per provare un'emozione, magari tra un boccheggiamento da calca ed un colpo di calore.
Non vado a Roma perchè quello che sentirò mi cambierà la vita.
Nè vado a Roma perchè "Oh, che festa, gente, tutti assieme su le mani".
Vado a Roma perchè ho bisogno di un gesto concreto da farsi con la mia Comunità.
Ho bisogno di fare Strada e andare a Testimoniare lungo la Strada con gesti fisici, non virtuali.
Mi serve il calore dell'Estate, la notte sull'autobus nel dormiveglia, la calca al parcheggio, la marcia verso la piazza sotto il sole, la pazienza della fila, l'attesa abbacinante, il tutto in un unico abbraccio fraterno.
Mi serve arrivare, dopo la fatica, al gridare che noi non ci limitiamo ad esistere chiusi nelle nostre Sedi e nelle Parrocchie e che siamo Cristiani e Scout ogni giorno della nostra vita.
Non siamo persone con cui fare i conti ma su cui contare.
E che non bastano le parole.
Parlare e scrivere, sì.
Ma anche servire, amare, camminare, incontrare Cristo sulla via del Pellegrinaggio e per le strade di tutti i giorni.
Quindi, uniforme perfetta e stirata, stanchezza nello zaino, la mia stanchezza del mio lavoro, piccola offerta per questa bella giornata:
domani vado conl'#agecidalpapa.

Barabba, Giuda, Don Abbondio e l'8 per mille

"Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato."
San Paolo mi perdonerà, ma non ho abbandonato tutto ciò che era da bambino.
Perchè è forse solo con gli occhi da bambino che vedo certe cose, altrimenti non si spiega come potrei scrivere questo post.
A giudicare dal sentire comune della maggioranza, non praticante, degli Italiani, cosa sia veramente una Comunità Cristiana è una specie di mistero.
In ordine misto siamo accusati di acquiescenza a sparate cardinalizie degne di Torquemada, buonismo, nazismo, frustrazione sessuale, bigottismo, ipocrisia, settarismo, arroganza, copertura della pedofilia e pure stupidità e fanatismo dibattistiano.
In genere, in base all'output di affidabilissimi media quali Porta a Porta o esternazioni di Politici sedicenti cattolici a cui calzano, invece, tutti gli epiteti di cui sopra.
Cosa si faccia in una Parrocchia moderna  non trova spazio in TV o presso il popolodelweb.
Teatro?
Corsi e spazi per la Musica di tutti i tipi?
Gruppi di lettura? (Le Memorie di Adriano, ossia: quando il cristianesimo non c'era ancora, gli dei erano morti e l'uomo era solo)
Cinema?
Corsi di Informatica Libera?
Cucina per la Comunità?
Ah, scoutismo per qualche centinaia di ragazzini?
Per non parlare degli invisibili, degli scomodi, degli imbarazzanti, tutte persone che in Chiesa sono a  casa loro come me.
Giusto per non essere accusato di piaggeria  ricordo come la mia esperienza non sia stata limitata ad un unico, fortunato caso.
Prima di entrare nel Villanova 1 vivevo nei pressi della Parrocchia di San Silverio di Chiesanuova ed andavo a Messa lì.
Beh, nell'Omelia non si è mai parlato di matrimonio omosessuale come minaccia alla famiglia.
Ma sulla difficile quotidianità di chi decide una vita di Testimonianza e di chi ne è spaventato per la difficoltà o allontanato dall'ipocrisia di chi non è all'altezza del proprio ruolo.
Dal pulpito parole sul lavoro, sulla crisi, sull'accoglienza degli immigrati.
E alla fine della Messa gli annunci del parroco snocciolavano incontri sul lavoro, sulla solitudine degli anziani, su come fare ad aiutare i più deboli.
No, niente teoria.
Solo pratica.
In poco meno di un anno ho costruito un'altra casa tra i prati di Sant'Ambrogio, qui a Villanova.
Per me Chiesa  non è un Cardinale che parla in TV.
Nè, tantomeno, un politico democristiano che vaneggia di valori che stupra ogni istante che apre bocca.
Chiesa è la persona che ho accanto.
Nello specifico, Chiesa, per me, è una Comunità che non si raduna per un rito, ma per Testimoniare un modo di vivere diverso e possibile.
Chiesa è un prato in cui i bambini giocano coi genitori?
No, non solo.
E' un posto in cui dare forza al Cristo che è in noi.
Che convive con Barabba, Giuda e Don Abbondio in me ogni giorno della mia vita.
E non è che si debbano sempre e per forza scacciare o schiacciare la violenza, il tradimento, la vigliaccheria.
Basta che Don Abbondio venga rincuorato, che Giuda esiti, che Barabba abbia paura delle proprie azioni.
Ed è difficilissimo anche solo questo.
Sono assolutamente consapevole dei gravi problemi della Chiesa.
Trovo irritanti gli spot dell'8 per mille: "Chiedilo a loro".
No: io voglio poter andare sul sito del Vaticano e trovare un bilancio più trasparente in cui ci siano meno auto blu e più soldi per le Parrocchie.
Apprezzo moltissimo la Chiesa Valdese per questo  sforzo e per come usa il denaro dell'5 per mille:
le e obiezioni all'uso dell'8 per mille da parte della Chiesa Cattolica sono tante e le faccio tutte mie.
Ma anche se c'è un inquilino disonesto nel mio condominio non per questo io posso pensare che la sua disonestà sparirà se smetto di pagare affitto e/o condominio.

La Chiesa è gravemente imperfetta ma è la mia Chiesa.