10 settembre 2025

Capitolo 2 Primo Volo, Giulia, Domenica 2 Settembre 2001

 

Giulia parla con Michela, la Capo Fuoco


Per Giulia, andare a Messa senza Marta fu estraniante.

La sera prima le aveva scritto una lettera e non aveva ancora capito se, dopo, si era sentita meglio o peggio. Aveva guadagnato il suo solito posto nel coro ma, al suo fianco si era seduta la Capo Fuoco e non quella specie di armadio ambulante a cui somigliava la sua più cara amica.

Michela si era seduta di proposito nel posto lasciato vuoto da Marta: il muso lungo di Giulia era così evidente che le chiese subito: «Stai bene uagne’?»

Michela aveva quella odiosa capacità di farsi raccontare la verità, parlando così, senza preamboli, diretta e sorridente anche quando rivoltava il coltello nella piaga.

«No, mi manca assai Marta».

«Dovete seguire le vostre strade e poi siamo a messa tutti assieme, noi qui e lei a Torino. Oh, non ti sto dicendo che è la stessa cosa eh, solo che non è mica morta. Per ora è così, vi vedrete a Natale, poi, nel tempo, che ne sai?»

«Non sei molto rassicurante».

«No. Sono pagata per farti vivere felice, non per rifilarti pietose bugie».

«Pensavo che i Capi lavorassero gratis».

«Sono pagata in millimetri quadrati di Paradiso».

Ci fu un breve silenzio. Giulia aveva iniziato a intuire quali fossero le motivazioni dei capi scout che si accollavano gratuitamente un carico di lavoro enorme, ma non aveva ancora un’idea precisa. Poi, Michela proseguì: «Giulia, un’amicizia come la vostra potrebbe durare tutta la vita o spegnersi. Dipende da te, da Marta e anche dal caso. Puoi serenamente fare di tutto per starle vicina anche a mille km di distanza mentre vai avanti per la tua strada. Ma alcune delle mie più care amiche dei tempi del Clan vivono a Matera e sì e no se ci salutiamo per strada».

Giulia pensò che le parole della Capo Fuoco non fossero di grande aiuto.

Ma, almeno, erano vere.

Dopo la Messa si trattenne con Luca e Marco. 

Lo squilibrio si notava già.

Marta poteva uscire di casa praticamente solo dopo la Messa domenicale per un aperitivo e aspettava questa occasione per tutta la settimana.

In teoria, poteva uscire anche il sabato sera, eccetto il piccolo dettaglio che per lei il coprifuoco scattava alle 23, ossia all’orario in cui i suoi coetanei uscivano di casa.

I ragazzi andarono lo stesso a prendere l’aperitivo e a Luca venne un’idea: 

«Oh, chiamiamo Marta? Vediamo come sta?»


Giulia, Luca e Marco al bar


«No!» 

Giulia aveva risposto d’impulso.

Secca.

Luca non replicò.

«Ci starebbe troppo male, dopo». 

Lo precisò con una voce molto più morbida, quasi a scusarsi dello scatto di poco prima.

«E poi domani ha il test d’ammissione, lasciamola studiare, sarà per un’altra volta».

Marco annuì e i tre amici parlarono d’altro.


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