L'alba è stata accompagnata da uno splendido arcobaleno che ho goduto in solitudine, dato che le mie giovani marmotte ronfavano ancora della grossa.
Abbiamo smontato il campo, fatto colazione e pulito la zona ma, prima della partenza, ci siamo fermati nella chiesetta del Santuario, per una preghiera ed un momento di riflessione sulle fatiche della giornata e sul tema della Route.
Zaino in spalla eh...
ed un sentiero meraviglioso in cui il Clan ha dato il meglio di se, dopandosi di tanto in tanto con le ormai famigerate caramelle della Bottega del Mondo e dissetandosi con carote condivise piuttosto che con le borracce.
Il Sentiero dapprima scende dalsantuario ripido, poi si biforca: da un lato Piano Jannace, dall'altro Colle dell'Impiso. Ci siamo diretti verso Piano Jannace attraverso un bosco fresco e fitto, passando sopra un ponticello prima di iniziare una salita per me abbastanza terribile da lasciarmi senza fiato appena giunti ai piani.
Lì abbiamo fatto una piccola esercitazione di orientamento facendo il punto mediante triangolazione ed io ne ho approfittato per riprendermi: sapevo bene quanto sia dura la salita fino ai piani di Pollino ed il sentiero che si snoda nell'immensa radura, poi, si impenna parecchio appena giunti nel bosco!
Infatti, quella salita me la ricordo centimetro per centimetro, coi piedi che affondavano nel fango e tutta la mia volontà impegnata ad ogni passo!!!
Quando il bosco è finito, assieme alla salita, ci siamo trovati nei pressi della sorgente Pittacurc dove le sue acque ci hanno praticamente resuscitato.
E' stato il momento di riposare assieme in un paesaggio incantato, circondato dalle Cime irte di pini loricati. In vista della salita ripida che ci avrebbe impegnato nel pomeriggio, abbiamo pranzato e ci siamo rilassati a lungo, attendendo di ritemprare le forze.
Anche perchè, non essendoci assolutamente acqua in cima, ci siamo dovuti caricare di razioni supplementari in bottiglie di plastica che avevamo portato con noi vuote in vista di cucina e pernottamento.
Poi, il momento dell'arrampicata.
Temevo il peggio, ma ce la siamo cavata egregiamente mente sotto di noi il panorama prendeva consistenza, sopra di noi i pini loricati si avvicinavano e la vetta si appiattiva ai nostri occhi.
Temevo il peggio, ma ce la siamo cavata egregiamente mente sotto di noi il panorama prendeva consistenza, sopra di noi i pini loricati si avvicinavano e la vetta si appiattiva ai nostri occhi.
Dalla sorgente avevamo individuato una radura erbosa priva di rocce a pochi metri dalla cima e siamo riusciti a raggiungerla direttamente: l'ideale per montare il campo, protetta dal vento da una piccola cresta semicircolare. Montate le tende con estrema cura ( una cosa è un temporale a 1500m, un'altra a 2000m ), asciugato il sudore e sistemato il campo, siamo saliti in cima.
Ora, qui, mi fermo.
Vi lascio con un'immagine di Serra delle Ciavole presa dalla cima di Serra di Crispo.
Domani, magari, avrò altre parole.
Mi stai diventando vecchio? Ih ih, scherzo. Ci sentiamo e vediamo presto!
RispondiEliminaeh, può essere oppure è più ottimistico pensare che sono completamente fuori allenamento ;)
RispondiEliminaTi scrivo tra oggi e domani eh eh eh
dì ai praghesi di preparare le riserve di birra!!!