31 gennaio 2011

La Mummia

Sono una Mummia.
Imbalsamato nella mia giacca che porto per darmi un tono ma su cui non sopporto di portare la cravatta. Mi illudo di essere vivo, ma è solo una reazione galvanica.
Mi affanno: Scalo montagne nella neve, la mia scrivania è ingombra di carte e monitor. Sono impegnato in Politica, ero ( ormai non è il caso di usare il presente ) impegnato nel sociale, leggo una catasta di libri ogni anno, scrivo e prendo posizioni pubblicamente, cucino, suono male la chitarra, ho sempre due righe da dedicare alla povertà di spirito della Nazione, sono un ciuccio da lavoro piuttosto efficiente, ma nulla si muove attorno a me.
Neppure io.
Queste pagine sono satolle di pensieri a cui mi sono sforzato con discreta efficacia di dar seguito azioni coerenti. 
Ma è il 31 Gennaio 2011 e la viscosità della stessa aria che respiro suggerisce qualcosa di più di una stagnazione economica.
Mi sento immobile in una Città immobile di una regione Immobile.
In un Paese che, invece, affonda.
I popoli più giovani, nel Mediterraneo, si rivoltano imprevedibilmente.
Le 'monarchie' dittatoriali arabe sono state una parte del paesaggio per decenni e si stanno sfaldando in poche settimane. A chi toccherà dopo?
Non di certo all'Italia.
L'unica cosa preoccupante, di questa rivoluzione culturale, è cosa succenderà in Israele e Palestina, su cui già incombe l'atomica iraniana e spero solo che non si arrivi ad inculcare nell'opinione pubblica israeliana un clima da " muoia sansone con tutti i filistei, nel frattempo cominciamo coi filistei ".
Ecco.
L'Italia, tace. Per fortuna, anche l'Europa tace: mal comune mezzo gaudio.
Mummificata nella paralisi di pensiero a favore dei popoli giovani.
All'ombra delle piramidi, di nuovo, la vitalità.
Lontano dalle piramidi, mummie.
Quest'immobilismo asfissiante mi fa sentire una mummia in tutti i sensi.
Qui, tutto incoraggia al sonno, al riposo.
Ma da quali fatiche?
Certi Pub aprono alle 22, poco dopo l'inizio dell'ultimo spettacolo al cinema.
Un concerto inizia praticamente a mezzanotte.
Tutto incoraggia a dormire.
Eppure, le inziative professionali non mancano.
Eppure, l'azione politica non langue.
Tuttavia, mi sento una mummia, immobilizzata dalle strette bende della congiuntura sociale più che economica.
Anche se, in un mondo di sarcofagi sigillati da cui trafilano solo i tetri bagliori televisivi, dovrei sentirmi meglio ad essere libero di vagare di notte avvolto in bende.
Ma così non è.

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