4 novembre 2018

4 Novembre 1918 4 Novembre 2018: l'italia Caporetta

L'Italia di Caporetto è la regola, quella di Vittorio Veneto l'eccezione.
Così Mario Silvestri, uno dei massimi storici militari italiani.
Cent'anni fa ebbe termine una delle più assurde stragi della Storia Umana: la Prima Guerra Mondiale.
E' un fatto storico che va letto, come tutti i fatti storici, nel contesto dell'epoca in cui è avvenuto e nella prospettiva dell'epoca in cui viviamo.
Noi non possiamo rimproverare all'Imperatore Adriano (secondo i parametri moderni un dittatore militare pedofilo e stupratore) di non aver abolito la schiavitù come non possiamo fare una colpa al Presidente Lincoln di non aver instaurato i matrimoni tra omosessuali.
Allo stesso modo non possiamo giudicare né, tanto meno, schierarci come se la Prima Guerra Mondiale fosse una questione politica contemporanea: non è il Reddito di Cittadinanza o la Flat Tax.
Eppure, il livello di dibattito sulla questione sembra proprio questo.
Da un lato una insopportabile retorica nazionalista e dall'altra l'altrettanto retorica del pacifismo a senso unico.
Eppure, cent'anni fa un esercito di contadini analfabeti, male armati e peggio guidati da ufficiali incompetenti e generali macellai riuscì a tenere il fronte dopo Caporetto e a vincere.
Perchè non ci si può limitare ad esporre memoria dei crimini mostruosi commessi contro l'umanità e la contestuale memoria di un risultato di cui dovrebbe essere banale l'evidenza?
L'Impero Austro Ungarico non esiste più.
L'Italia è ancora qua.
Cosa significa, quindi, memoria del 4 Novembre 1918?
Memoria dell'assurdità della Guerra.
Memoria delle conseguenze di una Guerra Assurda: i totalitarismi e la peggior mattanza della Seconda Guerra Mondiale.
Memoria di come l'Italia, nelle peggiori condizioni possibili, sia sopravvissuta, di come gli Italiani possano andare avanti nonostante bassa istruzione e leader incompetenti e corrotti.
Memoria di come questi regolari bagni di sangue siano stati interrotti dal processo di unificazione economica e culturale prima, si spera politica poi, dell'Europa.
E, certo, Memoria delle stragi di innocenti e degli eroismi di ragazzini di 18 anni.
Memoria non è retorica e nemmeno arma.
Memoria è crescita, guardarsi indietro e poi avanti, verso un futuro progettato in maniera da evitare gli errori del passato.
L'Italia di Caporetto è la regola, è vero: è l'Italia della Marcia su Roma, quella dei Gas tossici sugli etiopi, quella del fascismo, delle leggi razziali, dell'aggressione vigliacca a Francia e Grecia, l'Italia dell'esercito in Russia senza carri armati e con le scarpe di cartone, l'Italia dell'8 Settembre.
E' l'Italia della Diaz e di Bolzaneto, l'Italia di Ustica, l'Italia di Salvini/Novax & affini.
Ma c'è sempre l'eccezione:
quella di Vittorio Veneto, quella di El Alamein, di Nikolaewka, della Resistenza, del Miracolo Economico, della Longevità, della Sanità per tutti, della Lunga Pace e di un livello di benessere materiale riservato a pochi sul Pianeta.





Libri del giorno: Isonzo 1917 e Caporetto, di Mario Silvestri.

PS: dato che l'Italia non è circondata da Stati con un livello di civiltà pari a quello Islandese, dato che il Paese è uno dei più sicuri al Mondo per chi ci vive, un pensierino di ringraziamento alle Forze Armate oggi sarebbe  dovuto proprio da tutti tutti...

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