5 settembre 2019

Confessioni dopo la Marcia su Roma (e dintorni) di Emilio Lussu



Lessi la dolorosa, tragicamente ironica, cronaca dell'avvento del Fascismo scritta da Emilio Lussu alle scuole medie, subito dopo aver letto "Un anno sull'Altipiano".
Ho sempre amato Lussu e rileggo la sua opera più famosa sull'atrocità e la follia della guerra relativamente spesso.
Anzi, è probabile che la rileggerò tra poco.
Oggi, tuttavia, non voglio nemmeno davvero parlare di "Marcia su Roma e Dintorni" che ho deciso di rileggere per dovere civico.
Il Web è pieno di recensioni, riassunti, appelli alla lettura continua di questa splendida e desolante descrizione dell'Italia.
Un'Italia che è cambiata pochissimo in questi cent'anni nei suoi caratteri fondamentali.
Il cuore della narrazione non è nella descrizione della violenza fascista ma, all'inizio, nella descrizione della pochezza delle istituzioni democratiche e dei suoi rappresentanti.
E, in seguito, nel crollo, come un castello di carte, della resistenza morale della stragrande maggioranza degli italiani ostili al fascismo.
Antifascisti combattivi, capaci di affrontare gli agguati, la morte, il carcere, si trasformano in fascistissimi gerarchi di primo piano in una sola notte.
Come devastato da un cancro fulminante, il tessuto sociale italiano si corruppe letteralmente più velocemente di quanto i fascisti osassero sperare.
Superato il punto critico in cui le violenze di una piccola minoranza non sono state contrastate e debellate dallo Stato di Diritto, quest'ultimo si è dissolto perchè non più sostenuto.
E questa è semplicemente la lettura del testo che va per la maggiore.
Ma a me è venuta in mente un'altra considerazione, diciamo più personale.
Non credo che la Storia si ripeta, so che le circostanze storiche sono ripetibili: uno stato debole, un'opinione pubblica divisa e ancor più debole ed ecco la singolarità dell'involuzione che fa l'occhiolino lì a due passi.
Ecco, dicevo, io ho pensato che mi ci ritrovo molto in quegli avvocati, ufficiali, medici, disperatamente antifascisti, democratici, repubblicani, onesti e puntualmente gerarchi cinque minuti dopo essersi trovati soli di fronte alla prospettiva della catastrofe personale e familiare.
In altre parole, io non mi ci vedo a seguire le orme di Lussu, quelle del carcere, della resistenza armata, dell'esilio.
Ecco perchè, per me, le Istituzioni democratiche sono sacre.
Ecco perchè, per me, ogni minima devianza di Polizia, Carabinieri, Professori e Ministri è un grave attentato alla Libertà e alla Democrazia.
Perchè sono le Istituzioni che devono difendere la maggioranza pavida degli italiani (eccomi) dalla minoranza violenta, xenofoba, antiscientifica, affamata di menzogna, in una parola: la minoranza fascista che è endemica come lo era la malaria.