18 luglio 2020

E l'Uomo Creò Satana... Per fortuna

Una scena del film

Vi racconto un fatterello.
Uno dei miei film preferiti è l'eponimo " E l'Uomo creò Satana" in cui uno smisurato Spencer Tracy interpreta la Ragione contro l'Oscurantismo clericale e fondamentalista.
Il film è racconta in maniera piuttosto accurata un evento realmente accaduto nel 1925 negli Stati Uniti d'America.

Una foto del Processo della Scimmia


Nonostante fosse la nazione più avanzata del mondo, appena uscita vincitrice dalla Prima Guerra Mondiale anche grazie ai progressi della Scienza e della Tecnica (che implica armi moderne, acciaio, munizioni, farmaci, aeroplani, eccetera) nello stato del Tennessee, all'inizio del 1925 venne approvata una legge che, cito:<<vietava, in ogni struttura scolastica finanziata dallo Stato del Tennessee, l'insegnamento di "qualsiasi teoria che nega la storia della Divina Creazione dell'uomo, come insegnata nella Bibbia, e che insegna invece che l'uomo discende da animali di ordine inferiore".>>
Vabbè, vi potete immaginare la trama (e anche l'accaduto): ovviamente un insegnante viola questa legge assurda, ovviamente viene arrestato, ovviamente si arriva ad un processo mediatico a livello nazionale (il processo della scimmia) in cui l'accusa è sostenuta addirittura da un pezzo grosso del Partito Democratico.
Della trama non svelo nulla, e la Storia è lì tutta per voi da leggere, vi ho lasciato un link a posta.
Quindi?
Beh, quindi il film mi piace, mi suscita la stessa volenterosa indignazione che provo di fronte ai #novax, ai leghisti e ai gonzi che abboccano alle fake news.
Già, i gonzi.
Fino a ieri mi sarei fermato qua.
Come non si può ammirare il coraggio e la forza di chi si oppone all'oscurantismo religioso in nome della ragione, del progresso, della laicità?
Che altro c'è da aggiungere se non lasciar parlare sceneggiatore, attori e regista?
Beh, forse lasciar parlare anche la Storia.
E la Storia, purtroppo per me, povero gonzo, non è tutta quella che si trova su Wikipedia.
Oh, vi anticipo già che nè il film nè il trafiletto di Wikipedia dedicato al fatto dicono falsità e il creazionismo è una cagata pazzesca.
Ma c'è dell'altro.
Da qualche giorno sto leggendo una moderna Storia degli Stati Uniti d'America:
Queste Verità, di Jill Lepore.
E' un corposo volume di quasi mille pagine e proprio ieri mi sono imbattuto nella narrazione dei fatti legati a questo episodio.
Non vorrei impiegare più pagine di quante ne ha usate l'autrice, quindi cercherò di sintetizzare.
Nel Processo della Scimmia l'accusa era rappresentata da  William Jennings Bryan. 3 Volte Candidato  (sconfitto) alla Presidenza degli USA e anche Ministro degli Esteri (Segretario di Stato) sotto Wilson.
Insomma, non un portaborse a caso.
Un uomo del genere che aveva vissuto l'incredibile ascesa scientifica tecnica ed economica degli USA, poteva davvero considerare una teoria scientifica così pericolosa da legiferare contro?
Beh, cos'è per voi la teoria dell'Evoluzione di Darwin?
La conoscete, no? 
Sopravvive il più adatto e si riproduce e gli altri muoiono, così dai batteri arriviamo in qualche miliardo di anni all'Homo Sapiens.
Facile, no?
Beh, cent'anni e rotti fa il darwinismo era un po' come la fisica quantistica di oggi: si pensava di applicarlo un po' ovunque, incluse le scienze sociali.
Secondo i propugnatori di questa teoria (e della teoria cugina del Taylorismo sulla selezione del 'lavoratore più adatto'), quello che vale per l'origine della Specie vale anche per la quotidianità dei rapporti tra esseri umani.
Solo il più adatto sopravvive.
Ossia, in soldoni, il darwinismo sociale era una teoria che propugnava una vera e propria macelleria sociale. 
Limiti agli Orari di lavoro? Limiti al Lavoro minorile o delle madri? Sussidi di disoccupazione? Sanità gratuita? Pensioni?
Eresie: solo il Mercato era il giudice, la giuria e, di fatto, il carnefice  dell'umanità racchiusa nell'Arca della Scienza.
In due parole: giustificazione scientifica dello sfruttamento dei lavoratori e dei più deboli.
Già.
Diciamo che lo sceneggiatore de "E l'uomo creò Satana" non si è applicato troppo per mostrare anche questo punto di vista.
Quello in cui Spencer Tracy è l'avvocato, sì di Darwin, ma anche delle Corporations e delle Multinazionali in erba, degli amministratori delegati e dei tecnocrati.
Che di lì a un lustro avrebbero precipitato gli USA in una catastrofica crisi economica, ciechi di fronte ai risultai dei loro stessi calcoli e teoremi.
Per i contemporanei meno sprovveduti del Processo della Scimmia, la campagna di Bryan contro l'insegnamento della teoria dell'evoluzione era solo una parte della più vasta campagna contro il Darwinismo Sociale, contro lo sfruttamento dei lavoratori e del lavoro minorile, delle immense masse senza speranza che vivevano all'ombra dell'un per cento degli americani che possedevano praticamente tutta la ricchezza nazionale.
Bryan vinse un processo contro la Storia, una battaglia disperata della guerrà già perduta contro "la macchina", la guerra per spezzare l'ingranaggio della Tecnologia che teneva in vita l'Umanità ad un prezzo esorbitante.
Non prendo le difese di Bryan: il Progresso Scientifico, è evidente, ha risolto gran parte dei problemi che Bryan si illudeva di risolvere bloccando l'insegnamento della Teoria dell'Evoluzione.
Mi viene da pensare che, anche quando tutto sembra palese e univoco, è meglio farsi venire un dubbio di più che uno di meno.
Ma non è tutto.
Negli USA del 1925 il processo suscitò un dibattito su come una minoranza a conoscenza della verità dei fatti (la scienza) potesse rapportarsi con una maggioranza immersa nell'ignoranza (la religione).
Cito da "Queste Verità":

Il Giornalista Walter <<Lippmann soppesò la tesi di Bryan. «Jefferson sosteneva che i cittadini non avrebbero dovuto pagare per l’insegnamento dell’anglicanesimo» scrisse. «Mentre il signor Bryan si chiedeva perché mai avrebbero dovuto pagare per l’insegnamento dell’agnosticismo.»
Cosa comportava la democrazia? Se la maggioranza degli elettori avesse deciso che Charles Darwin fosse nel torto e che la teoria dell’evoluzione non dovesse essere insegnata nelle scuole, cosa avrebbero dovuto fare gli altri? Se quella dell’evoluzione fosse stata una teoria importante e plausibile su come avvengono i cambiamenti in natura, come avrebbe fatto la minoranza che riteneva attendibile la teoria a controbattere le argomentazioni della maggioranza, a cui per generazioni era stato insegnato l’opposto?
Lippmann decise di riflettere sul problema immaginando un dialogo in cui Jefferson e Bryan a turno sottopongono la questione a Socrate, Jefferson in difesa della ragione, Bryan della religione, ma entrambi sostenendo il ruolo decisivo del popolo. Entrambi, dopo aver presentato il proprio caso, accettano di attenersi alla decisione di Socrate.

JEFFERSON: E quindi, qual è la vostra conclusione?

SOCRATE: Che la gente comune odia la ragione, e che la ragione è la religione di un’élite, composta da gentiluomini come voi.

BRYAN: La ragione è una religione? Cosa intendete dire?

SOCRATE: La gente comune ha sempre saputo che la ragione è una religione. Per questo la disprezza con tanta veemenza.
Se la gente comune odia la ragione, concludeva Lippmann, allora in nessun modo un governo di persone potrà tutelare la libertà di pensiero. >>

Il che, concludo io, implica anche che vale lo stesso quando l'èlite intellettuale odia e disprezza la religione.
Perchè la libertà di pensiero è tutelata solo da uno stato il più possibile laico.
E non c'è laicità dove c'è esclusione.




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PS: un uomo raccolse il guanto di sfida di Bryan, pochi anni dopo la sua morte.
E guidò il Mondo verso un'era di pace e prosperità come non se ne erano mai viste nella Storia:
Franklin Delano Roosvelt

PS2: se siete incuriositi dal film (o dal suo omonimo remake televisivo del 1999 con Jack Lemmon e George C. Scott) affrettatevi:  di questi tempi sarebbero considerati entrambi film razzisti da cancellare: ambientati nel Tennessee non mostrano nemmeno un afroamericano...

12 luglio 2020

Ué Ricchio'!

Qualche giorno dopo il terremoto del 1980 i miei mi concessero di giocare con gli amici nel giardino recintato  del condominio. Probabilmente, pensavano che più tempo me ne fossi stato fuori casa meglio era. O, forse, erano semplicemente distratti dalle circostanze. Fatto sta che, ovviamente, mi trovai immediatamente a gironzolare proprio lì dove era proibito farlo: il cancello di ingresso. Lì gironzolavano anche i bambini delle case vicine (probabilmente perchè era proibito anche per loro razzolare da quelle parti). Uno dei bambini più grandi del mio condominio, che li conosceva un po' tutti perchè aveva già da tempo il permesso di uscire dal cortile, tentò delle presentazioni:
"Lui è Angelo", disse il mio vicino.
"Ué, Ricchio'!"
mi apostrofò all'istante il nuovo venuto.
Non "io sono Mimmo".
"Ué, Ricchio'!"
Ecco, io sono cresciuto lì, alla periferia di Matera negli anni 80 del secolo scorso.
Dove per intimidire il nuovo venuto, lì alla frontiera tra il condominio e le case popolari, si andava per le spicce.
Cosa fosse un "Ricchio'" io non lo sapevo e la cosa non mi preoccupò nè mi incuriosi': gli orecchioni li avevo appena avuti e non mi sembrava un gran problema: il massimo del fastidio era stato indossare un passamontagna di lana un paio di giorni.
Ma avevo capito che doveva essere un insulto peggiore di vaffanculo o de laputtandmamt.
Tipo: peggio di così non c'è niente, forse è lo stesso di dire puttana a una bambina.
Del resto, di lì a pochi anni, durante laa scuola media, (ah, i danni delle professoresse di Lettere Serie nelle scuole di periferia) l'ordine delle cose che mi spaventavano non includeva nemmeno lontanamente l'omosessualità: dovevo preoccuparmi dell'Olocausto Nucleare, di Chernobyl e soprattutto dei Drogati: quelli sì che erano pericolosi.
Sarà stata l'educazione, qualche lettura, l'ambiente familiare, ma l'omosessualità, considerando anche le mie limitatissime competenze in campo eterosessuale (mai avuto paura dell'AIDS, io), è sempre rientrata nella categoria "colore dei capelli" piuttosto che in quelle delle Virtù Morali, Virili o Teologali che siano.
E così, non solo ho pensato, sentito, ma anche agito.
(Ben venga pure il matrimonio in Chiesa, terrapiattismo delle gerarchie consentendo.)
E di più: xenofobia, razzismo, antivaccinismo, antisemitismo, tutte manifestazioni del mortale mix di ignoranza e odio che appestano l'umanità, qui non sono tollerate e sono attivamente combattute.
Tuttavia, non si esce vivi dalla propria infanzia.
Quando vengo preso alla sprovvista (esempio classico: qualcun* tenta di ammazzarmi usando un'automobile) l'imprecazione che mi vien fuori d'istinto dalla bocca è verbalmente  o sessista o omofoba.
Lo so che non mi caga nessuno, ma se mettessero su youtube un mio video  del mio quotidiano tragitto casa lavoro in bicicletta sarei immediatamente  messo in blacklist (o come si dice ora: blocklist) dai novelli Savonarola del politicamente corretto: a uno che tenta di ammazzarti con l'automobile, probabilmente è lecito solo urlare "cattivone di un tentato omicida stradale".
Questo fa di me un omofobo sessista?
Scommetto quello che volete che secondo qualcun*, sì.
Del resto, qualche anno fa, per il dato di fatto di essere Capo Agesci e/o di non essere Antispecista e Vegano sono stato definito "oggettivamente Violento Sessiste e Omofobo".
Il legame tra la salsiccia di Tricarico e l'Omofobia continua a sfuggirmi.
Ora, ammetto di non sapere molto delle varie sfumature del movimento #blacklivesmatter ma, capirete, dopo l'esperienza nel Partito Democratico, come dire, vista una organizzazione tribale, viste tutte.
Comprendo la necessità storica e pratica di movimenti come #metoo, insomma anche a voler essere squisitamente materialista, se non ci schiodiamo di dosso la violenza del patriarcato non abbiamo nessuna speranza di combattere le conseguenze dei cambiamenti climatici.
Serio, eh.
Ma quando si propone di Cancellare Steven Pinker, si vandalizza una statua di Baden Powell, io mi allarmo.
Mi allarmo molto.
Come dice mia madre: "Più a Sinistra del Partito si è a Destra".
Abbiamo bisogno di diritti ed equità, non di una nuova versione orwelliana della Santa Inquisizione.
Perchè è già orrendo che ancora esista l'omofobia, ma è imperdonabile che per combatterla venga inventata.

8 luglio 2020

Venite, venite, B-52

B-52 Stratofortess


Quello qui sopra è un bombardiere nucleare americano B-52.
E' in servizio dal 1955, ossia da 65 anni. 
Secondo i programmi resterà in servizio nell'aviazione americana ancora per molti anni fino a sfiorare il secolo di vista operativa.
Guardatelo bene.
Poi pensate alla vostra vita:
Al vostro reddito di dieci o anche cento volte quello dei vostri nonni.
Alla vostra vita media che, soprattutto se siete donne, è quasi triplicata da quando il bestione qui sopra era sui tavoli da disegno.
Pensate alle automobili, al cinema, alla tv, alle elezioni, anche a quella rottura di coglioni che sono le elezioni comunali materane, pensate alla libertà, a quella di parola, a quella di stampa, anche a quella di usare Facebook per inneggiare alla Cina o a Giuseppe Stalin.
Pensate a Internet e pure a Youporn, alla letteratura, ai farmaci salvavita, ai supermercati, all'aperitivo, alla rivoluzione sessuale, alla libertà religiosa, ai diritti umani, al matrimonio omosessuale, all'Erasmus, agli smartphones, alla lavatrice, al frigo, alla birra, alla lavastoviglie e all'asciugacapelli.
Pensate alla TAC, alle vaccinazioni, al benessere di massa, agli antidolorifici, agli antibiotici, allo shopping, ai voli low cost, al veganesimo, alla non violenza, ai figli dei fiori, a Woodstock, ai Nirvana, ai Pink Floyd, a Fabrizio De Andrè, ai Baustelle, pure a Guccini, al turismo, in poche parole a tutto quello che è diverso nella vita in Europa, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nord America rispetto alla Corea del Nord, all'Egitto, al Sinkiang.
Anche il diritto di scrivere/leggere queste mia cazzate.
Anche questo blog, questo social network, questo schermo da cui leggete.
Tutto.
Tutto è sotto la Protezione delle ali del B-52.
Nemmeno un grammo delle nostre vite esisterebbe in maniera riconoscibile al di fuori del raggio d'azione dei B-52.
Insomma, viviamo tutti all'ombra delle sue ali.
Non vuol dire che sia una cosa nè buona nè giusta.
Non vuol dire che sia qualcosa di immutabile, non migliorabile o innocente.
Sotto le ali dei B-52 sono stati commessi crimini orrendi, stragi di innocenti e delitti contro l'umanità.
Ma c'è anche tutto quello di cui sopra, incluse le migliori speranze di affrontare i mutamenti climatici.
E lontano dalla sue Ali c'è la Repubblica Teocratica dell'Iran, l'agonia di Hong Kong, l'annessione della Crimea, l'omofobia fatta legge nell'Islam e in Russia, il gulag, la sorveglianza di stato del singolo, il delirio Jahdista e chi più ne ha più ne metta.
Il B-52 prima o poi andrà in pensione e sarà dimenticato.
Ma non potrete far finta di campare meglio del resto del mondo e di tutta la precedente umanità dolente per vostro merito o per diritto divino/naturale.
Sono i B-52 a offrirvi questa spettacolare ed unica opportunità di vita.
Potete anche ammirare Salvini o idolatrare Mao, grazie ai B-52.
Potete pure farvi pestare a Genova, se è per questo, grazie ai B-52.
E non è una questione di sputare nel piatto in cui (abbondantemente) si mangia.
E' che per andare lontano dalle ali dei B-52 prima bisogna rendersi conto di dove si è:
non si arriva al Polo Nord andando sempre verso Est.
.

 

4 luglio 2020

Le nostre anime di notte




Ho passato il lockdown in letture che si possono dividere secondo due filoni:

  1. riletture di romanzi ansiolitici (ES: Harry Potter, il Cardinale, Nei Panni di Pietro, Dance Dance Dance;
  2. Kent Haruf con la sua Trilogia della Pianura e il romanzo "Le nostre anime di notte".
Credo che i romanzi di Haruf mi abbiano scelto, più o meno come io ho scelto di rileggere Harry Potter perchè ne avevo bisogno.
Sapere che il male può essere affrontato e sconfitto anche da Neville Paciock/Longbottom in lunghe ore di letture mentre l'ansia sale a livelli intollerabili è stato un farmaco potentissimo.
La lettura è stata la mia ancora di salvezza in questa primavera che resterà nella Storia.
Haruf l'ho incontrato per caso e le sue parole hanno fatto fatica a farsi spazio, all'inizio.
Harouf mi è stato necessario, spietato come la vita, delicato come i colori dell'alba, determinato nel descrivere situazioni di profonda umanità.
I suoi romanzi sono privi di una trama lineare, sono finestre su vite, sentimenti e giorni.
Si arriva ad Holt, la cittadina fittizia del Colorado in cui sono ambientati i romanzi, (probabilmente ispirata a Yuma: se volete leggere qualcosa di Haruf fateci un giro con google maps), si passa un po' di tempo coi suoi abitanti, poi ci si congeda.
Si entra nelle vite ordinarie di persone che non sono implicate in avventure, omicidi, furti, o complotti.
Fanno la spesa, si occupano dei genitori anziani, si incontrano con gli amici, fanno un giro in bici.
Affrontano il male senza nessuna speranza di batterlo semplicemente perchè non è nei loro obiettivi sopravvivergli o superarlo.
Come ognuno di noi sa in cuor suo, del resto.
Chi di voi spera di vedere la fine delle malattie?
La fine delle ingiustizie?
La trilogia della Pianura e Le nostre anime di notte (mi mancano ancora la strada di casa e vincoli) sono stati di grande aiuto.
La letteratura può essere di sostegno?
Pepe Carvalho, il protagonista dei romanzi di Manuel Vázquez Montalbán, pensa di no: brucia i libri proprio perchè leggerne tantissimi sin dall'infanzia non gli ha insegnato a vivere.
Io concordo abbastanza con Carvalho: leggere è bellissimo e serve a tante cose ma non a vivere.
Eppure, le parole di Kent Haruf vanno molto vicine ad avermi dato un sollievo fisico.
Perchè anche la mia vita di questi mesi avrebbe potuto scriverla lui.
Ma ho dovuto farlo io.