31 dicembre 2020

Un Anno (e rotti) di Proposta Educativa



Mi sa che è tornato il tempo di parlare di scautismo dedicandogli l'ultimo post del 2020.

Anche perchè è una delle poche realtà che, non solo ha retto l'urto della Pandemia, ma sta anche continuando a fare del suo meglio per migliorare il Mondo che verrà. 

E' passato poco più di un anno da quando ho deciso di prendermi un periodo di pausa dal Sevizio in Unità.

Ed è passato all'incirca lo stesso tempo da quando, accaldato e un po' intimorito, uscivo dalla Metropolitana di Milano per ritrovarmi sulla tomba di Baden a pregare.

Avevo pensato di prendermi una vacanza, invece mi sono ritrovato, inaspettatamente, alle prese con un Servizio piuttosto impegnativo.

Credo di dover ringraziare questo post per la mia cooptazione

Ovviamente, io non avevo nessuna idea di come funziona la redazione di una rivista con 30mila copie di tiratura per 4 numeri all'anno:

quando la Capo Redattrice mi ha mandato il Timone del primo numero pensavo che si riferisse a qualche oscura faccenda di scoutismo nautico.

E' un Servizio di pochi per moltissimi: una dozzina di persone che per quattro anni si assumono la responsabilità di esprimere la Voce di una Associazione di trentamila adulti (e 150mila ragazzi) in un complesso equilibrio tra i pensieri dei singoli, il Piano Editoriale e la  comune lettura della realtà.

Come tutte le forme di Servizio in Associazione ne ho sempre sentito il peso della Responsabilità che trovo molto differente da quella di un Servizio in unità.

Ma di quale sia lo Scopo di Proposta Educativa e di quanto sia uno strumento utile per i capi preferisco parlare in altra sede.

In Proposta Educativa ho riscoperto il peso delle parole:

le persone per cui scrivo sono filtrate dalle parole e le parole devono essere scelte con cura.

Per fortuna, non solo da me: se non fosse per il costante aiuto e pazienza della CR e degli altri Redattori...

Ma le parole che scrivo non le scrivo per me, al contrario di queste.

Io scrivo così: non sto ad immaginarmi i trentamila sconosciuti pur accomunati da una fratellanza che ha dimostrato la sua concretezza anche in questo terribile 2020.

Scrivo per i Capi che conosco, che ho incontrato e che in qualche caso ho pure cresciuto.

Le Parole, almeno le mie, sono per le Persone, non per il loro Numero.

La mia sensazione, il mio sentire è simile a quello che provavo alla fine del CFA: non che un altro mondo è possibile, ma che esiste già.

E' piccolo ma è forte e ci si vive davvero bene.

Ma bisogna farlo sapere a tutti.

Lo so, ci hanno già provato.

Ma so' capatosta.

Ci vediamo in un posto tipo questo, tra un paio di anni.


29 dicembre 2020

Una bistecca, le tue coronarie e un neonato in Nuova Zelanda



Considerate una bistecca, magari proprio una Fiorentina, le vostre coronarie e un neonato dall'altra parte del mondo.

Un neonato sanissimo, non importa se figlio di persone benestanti o povere, di un matrimonio felice o scalcinato.

Ciao, Bill, benvenuto al mondo!

Scommetto che nel Dicembre del 2020 è nato almeno un bambino che si chiama Bill in Nuova Zelanda.

Beato lui, vive in una Nazione praticamente Covid Free e piuttosto avanzata per Qualità della Vita ed indice di Sviluppo Umano.

Questo bambino, nato negli ultimi scampoli del 2020, ha tutte le carte in regola per una vita lunga (probabilmente fino ai 120 anni, quindi fino al 2140) e colma di fioriture umane.

Però tu ti stai mangiando 'na Fiorentina.

E' poco salutare per il tuo cuore, ma saranno pure fatti tuoi, sei grande e vaccinato (finchè ci è consentito dirlo).

Il problema è che la tua bistecca  è una piccola parte della grande macchina fatta da scelte collettive ed individuali che minaccia la vita di Bill.

Tra cinquant'anni Bill potrebbe soffocare nella CO2, essere sommerso dall'Oceano o essere vittima di Covid-69.

La gigantesca spada di Damocle dei mutamenti climatici che pende sulla testa di Bill la stai costruendo anche tu mangiando la tua bistecca.

Oggi.

Come ieri.

E non importa quanto sia piccola la tua parte, la fai ogni giorno.

Mi risponderai, magari: "Sono forse io custode di mio fratello" (o dei figli degli altri)?

Già, è sempre la stessa storia, solo che 'sta volta è globalmente letale.

Per la cronaca, parlo a me stesso: ieri al Conad le fiorentine erano in offerta e non ho resistito.

Dopotutto è mio pieno diritto legale, no?

Il Diritto Legale del singolo e la vita di un bambino dall'altro lato del mondo.

Che sia Covid o l'Effetto Serra il Singolo uccide la Specie.

"Il viaggio più lungo è quello che conduce alla casa di fronte" 

Don Tonino Bello.



PS: qui si rispettano tutte le religioni, incluso il veganesimo antispecista ma io professo un'altra religione.

16 dicembre 2020

Assembra-menti

 



Qui sopra c'è una bottiglia di vino, Aglianico del Vulture per la precisione.

Se non ci si deve mettere alla guida o al lavoro il consumo di alcool è permesso.

Non mi risultano limitazioni legali, nemmeno in caso di patologie o gravidanza.

Le evidenze scientifiche concordano nel considerare il vino una sostanza tossica e piuttosto pericolosa anche se una minoranza qualificata della comunità scientifica ne considera salutare un uso in modiche quantità.

Eppure, berne fino a  intossicarsi non è reato.

Berne fino a morire  non è reato.

Il Consumo di Alcool è lasciato alla responsabilità del singolo.

Una fiducia mal riposta, dato il costo sociale ed umano in vittime di incidenti, malattie, violenze, conseguenze della dipendenza.

Il consumo responsabile di alcolici forse è un ossimoro, forse qualcosa di possibile.

Non so.

Il Governo può proibirlo, mantenerlo legale, imporre restrizioni o toglierle.

Ma, al netto delle circostanze socioeconomiche madri delle dipendenze, la scelta è del singolo.

E ci si può trovare, del tutto incolpevoli, vittime delle scelte di altri: se me ne sto a debita distanza ma un altro mi si avvicina non posso far molto, soprattutto quando l'altro è 'moltissimi altri'.

Colpevolizzare i cittadini per gli assembramenti è ridicolo, assolvere in massa il singolo irresponsabile è italico.



15 dicembre 2020

la dittatura dell'armadio rack

Un mio fortunato post su Facebook di oggi:




Questi sono server in un armadio rack. Fanno funzionare le cose: Internet, la posta elettronica, Facebook, la corrente che vi arriva in casa, i vostri telefoni cellulari, i semafori, gli ospedali, pure le trasmissioni di Barbara D'Urso. Sono basati su brevetti di multinazionali potentissime e in parte su tecnologia militare. Per costruirli servono metalli rari. Funzionano in base a principi fisico-chimici complessi e grazie ad astrusi linguaggi di programmazione che solo in pochi capiscono.

Gestiscono la vostra vita.

Quindi, se vi fidate di quello che c'è in un armadio rack e ne accettate l'esistenza (e lo fate, altrimenti non potreste leggere queste righe) potete accettare immuni, il vaccino e il verbo di Burioni.

Se no andate dove c'è il contatore dell'Enel, staccatelo, sedetevi sul pavimento e aspettate tranquillamente la morte.

Ma zitti. 

8 dicembre 2020

Amazon: Piegare il cucchiaio

C'è una scena, nel film "Matrix" in cui un bambino invita il protagonista a piegare un cucchiaio con la forza del pensiero.

Dopo l'inevitabile fallimento del protagonista il bambino gli mostra come si fa: 

Bambino: "Non cercare di piegare il cucchiaio. È impossibile. Cerca invece di fare l'unica cosa saggia: giungere alla verità".

Neo: "Quale verità?"

Bambino: "Che il cucchiaio non esiste".

In queste settinane è in corso una campagna antiAmazon su più fronti, dai social ai media mainstream.

E penso che sia l'ennesimo mix di arretratezza e cattiva coscienza da parte di una opinione pubblica/massmedia ancora una volta compeltamente impreparati alla comprensione della realtà.

Facciamo qualche ragionamento sulle principali motivazioni di questa campagna.

La tutela dei negozi fisici:

    • Comprendo che ci sia un equilibrio tra funzione sociale e impresa ma sul serio il rischio di impresa in Italia deve nuovamente ricadere sul Pubblico in maniera così generalizzata? I Negozianti fanno beneficienza o lavorano per un legittimo profitto in un regime di semiconcorrenza ? Le mie esperienze con i negozi fisici, per quanto riguarda l'ambito informatico, sono particolarmente negative ben prima che Amazon irrompesse sul mercato. Inoltre, comprare su Amazon molto spesso vuol dire comprare dal negozietto sotto casa che si è attrezzato per vendere Online, quindi, con un potenziale mercato di livello nazionale e non di quartiere. Sarebbe il caso di seguirlo fino in fondo 'sto neoliberismo darwinista che tanto piace agli imprenditori (leggasi anche titolari di esercizio commerciali) del Bel Paese. Piuttosto,  non sarebbe meglio concentrarsi sul far pagare le tasse ai colossi del web? Ah, no, se un popolo è allergico alla legalità è allergico eh, che pretendete.

La tutela dei lavoratori:

    • Ecco, questa è la cosa che mi interessa di più e su cui ritengo si abbiano almeno flebili speranze di successo. Quello che succede nei magazzini di Amazon non è accettabile e questo è piuttosto oggettivo. Ma perchè, che cosa succede nei 'negozi di quartiere'? Perchè non vi fate un giro su pagine FB tipo "il Padrone di Merda?" Il settore del commercio  non è proprio tutelato come quello dei ministeriali. Non si capisce perchè sia riprorevole sfruttare un magazziniere e/o un corriere di Amazon ma non un commesso o una cassiera di un negozio fisico.  

Il Modello di Comunità (Piegare il Cucchiaio)

    • Questa è la cosa che mi farebbe anche sbellicare dalle risate se non mi facesse laicamente irritare. Ma cosa credete? Che non piacerebbe anche a me  finire di lavorare alle 16:30, fare un giro in bicicletta fino ad una libreria, chiacchierare col simpatico libraio del caso, poi prendere l'aperitivo al caffè letterario lì di fronte? Ammesso e non concesso che mi fosse possibile spendere parecchio di più per lo stesso bene acquistato in un negozio fisico invece che sul web, quando si pensa che dovrei effettuarli, codesti acquisti? Hanno introdotto la settimana di 30 ore e non me l'hanno detto? Penso ai regali di Natale: anche senza il Covid di mezzo quando sarei mai potuto andare in giro per andare alla ricerca degli specifici oggetti che ho acqusitato su Amazon? Per non parlare dei regali alla Famiglia lontana. Il Cucchiaio non esiste: comprare su Amazon non implica quasi mai un mancato acquisto in un negozio fisico.
Non è Amazon il nemico, ma chi non è capace di tassarlo e di far rispettere i diritti dei lavoratori.
Poi si può scegliere di mettersi a vendere biciclette o rimanere a fare i maniscalchi.