18 dicembre 2024

5 Anni di Proposta Educativa




La Redazione di Proposta Educativa di cui ho fatto parte ha concluso il suo mandato durato dal 2019 al 2024.

Con la pubblicazione dell'ultimo numero sul portale cede il passo ad una nuova compagine.

E anche questa è fatta!

Tutto è cominciato con questo post.

Non è che fece scalpore, eh, però è uno dei più letti del blog.

A quanto pare, l'argomento stuzzica ancor oggi.

A me sembra chiarissimo, tanto è vero che mi sono sentito in diritto di scriverne.

Ma non divaghiamo.

Il post è stato letto da qualcuno che ne ha parlato bene a qualcun altro.

Proprio mentre stavo meditando di prendermi una pausa dal Servizio.

Dopo 4 anni di coccinelle avevo accettato di buon grado di passare in Reparto ma, a posteriori, posso dire di aver fatto il passo più lungo della gamba. 

Ah, di divertente è stato divertente eh, ma ancor meno sostenibile delle coccinelle.

Quindi, quel giorno, me ne stavo sul sagrato della Chiesa a dire ai Capi Gruppo che avevo bisogno di un pit stop alla fine di 5 anni di Servizio in cui, tra l'altro, mi ero sposato, avevo comprato casa ed era nata la mia figlia maggiore.

Quello stesso pomeriggio ricevetti la prima telefonata, chiamiamolo così, del processo di reclutamento.

Guarda caso...

E poi ricordo il primo treno per Milano, i tunnel della metropolitana fino a sbucare, con un po' di fiatone, nella Cappella della sede AGESCI della Lombardia dove riposano Baden e Kelly.




E poi Servizio.

Tanto, bellissimo, avvincente e faticoso.

Quattro numeri all'anno per cinque anni.

Anni di conoscenza, incontri, viaggi, meningi spremute e dita sporche d'inchiostro per prendere appunti.

Momenti di spiritualità e fratellanza altissimi.

Studio, documentazione, esercizio.

Anni in cui qualcuno, con pazienza, mi ha insegnato a scrivere meglio.

Ma non è stato tutto rose e fiori. 

Lungo la Strada ci ha lasciato Martino Poda che è tornato alla casa del Padre prendendo, troppo presto, una scorciatoia terribile.

La piccola comunità, di fatto famiglia, che si è formata tra le pagine della rivista è qualcosa che durerà per sempre.

Ieri, mentre pubblicavo sul portale di PE l'ultimo numero della rivista, mi sono sentito parte di un bene concreto e ben poco letterario.

Quello che nasce dalle case lì dove la rivista cartacea viene anche dimenticata.

E ho visto le copie di PE sui mobiletti del bagno, sui comodini, usate come rivestimento dei portafrutta, abbandonate tra le bollette sul mobile dell'ingresso.

Le ho viste lette, le ho viste negli zaini e nelle borse di Capi di tutte le età.

Ho visto quelle riviste testimoni mute delle vite di decine di migliaia di sorelle e fratelli unici ma impegnati nello stesso strenuo Servizio.

So che qualcuna delle mie parole scritte è stata utile, è stata formativa.

Ma mi interessano di più quelle mute, quelle mai lette, quelle che sono lì, proprio ora, nelle case di chi non la pensa come me ma combatte con me per lasciare il mondo un po' migliore.

Eccole, le mie, le nostre parole, lì nelle stesse stanze di Persone che non si arrendono al dolore dei bambini, alla solitudine degli adolescenti, alla rabbia dei giovani.

E che sanno andare oltre la Speranza, perché sanno, in cuor loro, che il Paradiso può e deve essere qua perché già esiste nelle nostre sedi, nei nostri Campi Scout.

Questo è l'indice dei miei articoli: 

202001 - https://pe.agesci.it/articolo/fedeli-e-imperfetti/

202004 - https://pe.agesci.it/articolo/perche-laltro-fa-paura/

202005 - https://pe.agesci.it/articolo/grattacapi-ambientali/

202007 - https://pe.agesci.it/scoutismo-e-software-libero-a-che-punto-siamo/

202009 - https://pe.agesci.it/articolo/paura-e-speranza-nello-stesso-zaino/

202012 - https://pe.agesci.it/articolo/fratelli-tutti-il-sogno-di-papa-francesco/

202105 - https://pe.agesci.it/articolo/i-testimoni-della-porta-accanto/

202105 - https://pe.agesci.it/articolo/essere-forti-per-essere-utili/

202109 - https://pe.agesci.it/articolo/noi-capi-siamo-pronti/

202201 - https://pe.agesci.it/articolo/benvenuti-al-nord-e-anche-al-sud/

202201 - https://pe.agesci.it/articolo/una-cosa-ben-fatta-ci-siamo-fatti-in-tre/

202201 - https://pe.agesci.it/articolo/contaminarsi/

202202 - https://pe.agesci.it/articolo/come-stai/

202202 - https://pe.agesci.it/articolo/2-salute-e-forza-fisica/

202203 - https://pe.agesci.it/articolo/quel-rumore-di-sottofondo/

202203 - https://pe.agesci.it/articolo/essere-forti-per-un-futuro-migliore/

202204 - https://pe.agesci.it/articolo/la-pedagogia-dellesempio/

202301 - https://pe.agesci.it/articolo/iniziazione-cristiana-si-puo-fare/

202302 - https://pe.agesci.it/articolo/parlare-col-cuore/

202302 - https://pe.agesci.it/articolo/impigliati-nella-rete-senza-saperlo/

202303 - https://pe.agesci.it/articolo/relazioni-lunghe-una-vita/

202401 - https://pe.agesci.it/articolo/un-attimo-di-per-sempre/

202402 - https://pe.agesci.it/articolo/felicita-pura/

202403 - https://pe.agesci.it/articolo/in-che-senso-una-biblioteca/

202403 - https://pe.agesci.it/articolo/mo-sei-ecologico/

202404 - https://pe.agesci.it/articolo/lirripetibile-da-ripetere-per-sempre/


Non ringrazierò abbastanza Laura e la Redazione di Pe per questi anni di crescita, amicizia, fratellanza.

L'esperienza nella redazione di Proposta Educativa è stata forte, intensa, indimenticabile.

Ma Proposta Educativa la leggevo anche prima e continuerò a leggerla ancora perché è uno strumento fondamentale nella formazione permanente dei Capi.

E concludo con un piccolo pezzo che non è stato pubblicato sul portale, penso che sia il degno finale di una grande avventura:


ESSERE SPERANZA 

È vero: al voga finale di Arena24 non potevamo metterci tutti in cerchio, ma scommetto che ognuno di noi, lì, si sia sentito parte di un immenso cerchio azzurro. Io mi sono sentito anche parte di un immenso circolo virtuoso. Sono andato in Route colmo di speranze, figlie della somma dei miei anni di servizio.

Sono tornato dalla Route con i frutti di quelle speranze davanti agli occhi e tanta felicità nel cuore. Perché adesso so: non ho più bisogno di credere. So che la nostra fraternità è concreta, vitale e porta il centuplo di felicità in ciascuno di noi pronto a servire. 

L’ho visto: io c’ero. Ci sono. E ci sarò. Perché è nel mio (e nostro) servizio che tutto si genera di nuovo. Perché anche nelle coccinelle che magari dimenticheranno il mio nome, io vedo già le capo di domani, testimoni di una felicità che viene da lontano, piccolo seme di una felicità eterna che è alla portata di ogni essere umano.





Buona Strada alla Nuova Redazione, non vedo l'ora di leggervi!





16 dicembre 2024

Su-34, l'angelo della morte (che non ha salvato Assad)

Il bene e il male











Alla fine ho ceduto e ho ricominciato a fare modellini di quell'organizzazione criminale che è lo stato russo.

Il male va documentato a futura memoria.

Comunque, il Sukhoi Su-34 Fullback è un grosso bimotore biposto derivato dalla grande e prolifica famiglia dei Su-27 Flanker.

Successore del Su-24, sulla carta ha tutte le virtù: carico bellico impressionante, prestazioni da caccia in un aereo destinato a fare da bombardiere, avionica completa,  capacità teorica di farsi largo tra gli intercettori nemici combattendo e anche un bell'aspetto elegante che non guasta mai anche nella falce di Sorella Morte.

In pratica, è un prodotto 100% russo dell'era Putin.

Su circa 160 costruiti, una trentina sono andati persi nella guerra contro l'Ucraina. Un po' tantini visto la modalità di impiego e l'assenza di qualsivoglia opposizione aerea: non sono stato certo usati per attacchi in profondità con bombe a guida laser su obiettivi difesi da intercettori E contraerea.

Non è di certo l'equivalente russo dell'italico CR-42 Falco, ma non è nemmeno la super Wunderwaffen arma letale spacciata come tale dalla propaganda di Putin.

Ha prolungato l'agonia del regime siriano anticipando sulla Siria i bombardamenti terroristici effettuati poi sull'Ucraina.

Nel silenzio dei puri di cuore nostrani durato una quindicina d'anni mentre il Su-34 era impiegato per dar concretezza al terrore putiniano.

Passerà alla storia come mediocre strumento di morte nelle mani di ancor più mediocri uomini di potere.

E, per una volta, la macchina è migliore dei suoi utilizzatori.