15 febbraio 2008

Carpe Diem e pure la Carpa

Stamattina, venendo al lavoro, mi era venuta voglia di scrivere di Afghanistan.
Poi, la voglia mi è passata. Perché, a ben vedere, cosa me ne potrebbe interessare? Ai Talebani non si può sparare, le povere afgane da lapidare non si possono salvare, attendiamo in pace che le scene della TV si trasferiscano nelle nostre strade e non se ne parli più.
In attesa di tale sicuro evento sto pianificando una cenetta per stasera e ringrazio il Cielo di avermi fornito l'occasione di fare una Buona Azione per il prossimo week end, una Buona Azione Estremamente dilettevole...
Cari lettori, magnate beve e trombate e compratevi tanti cellulari e vestitini finché potete, sta arrivando il tempo degli AK47...

13 febbraio 2008

prove generali di inquisizione

Due righe solo per rendere pubblico il disgusto per ciò che è accaduto ieri a Napoli.
Attendere fuori dalla sala operatoria una Donna che sta abortendo per interrogarla sotto anestesia sull'accaduto non necessita commenti.
Coloro che hanno ispirato questa terribile azione ne renderanno conto, speriamo in tribunale, sicuramente di fronte al Signore che, magari, perversamente ritengono di servire.
Ancora una volta si bestemmia Cristo tentando di diffondere una parodia della Parola con la Forza.
Che vergonga, che tristezza...

12 febbraio 2008

la congiuntura

Finalmente ce l'ho fatta.
Erano due settimane che tentavo di farlo ma non ci riuscivo.
Un po' per mancanza di tempo, un po' per mancanza di buona volontà, un po' per mancanza dell'occasione giusta.
Al mattino? Nah, troppo di fretta!
Al pomeriggio appena rientrato? Nah, c'è sempre qualcuno che interrompe!
A sera ? No, troppo stanco.
Ma non potevo più rimandare oltre, non ce la facevo a continuare in queste condizioni!
Così, poco fa, mi sono rinchiuso in sala server solo soletto e lontano da sguardi indiscreti...
Mi sono seduto,
mi sono chinato e...
finalmente!
Ho cambiato i lacci alle scarpe...

11 febbraio 2008

Sushi e Cavatelli

Il week end di tutto riposo è stato quanto mai salutare.
Peccato non aver dormito abbastanza..
Sabato sera abbiamo fatto il sushi:
e ci siamo divertiti un mondo.
I risultati sono stati discreti anche dal mero punto di vista gastronomico. Ovviamente, c'è ampio margine di miglioramento. La prossima volta sarà il caso di fare il riso un po' prima e di limitarsi a tre tipi di pesce: gamberi, salmone e tonno. Insomma, la via per diventare un esteta del sapore Zen è ancora lunghissima!
Ma la soddisfazione del successo è stata ugualmente saporita...
La domenica è stata più riposante, con sveglia ad un orario decente e passeggiata nel freddo, passeggiata davvero rilassante. Ma, dopo la gigantesca pasta al forno domenicale è tornato il turno dell'Agesci.
Già, domenica pomeriggio uscita di Comunità Capi.
Ho partecipato alla preparazione di quest'evento focalizzato sulle relazioni tra adulti. Il problema è: come mai tra i capi dell'agesci si litiga così spesso e così ferocemente?
Risposte precise non ne ho e non era nostra intenzione risolvere questa complessa e dolorosa questione con un dibattito stile portaporta. Nel corso del tempo un'idea me la sono fatta. Per descriverla occorrerebbe argomentare a lungo, ma con una frase credo di trasmettere il succo: i.n Agesci si litiga perché le strutture associative favoriscono il fenomeno e perché in molti capi l'Intenzionalità Educativa è debole. Ossia, i vari organi associativi, pensati per favorire il confronto, spesso consentono che il dialogo diventi scontro. Inoltre, molti dei Capi dell'associazione, indipendentemente dalla loro competenza tecnica nello scouting, non mettono al primo posto l'effetto che la loro azione avrà sui singoli ragazzi.
Questi due 'poli' agiscono come geni dominanti, basta che si manifesti una disfunzione strutturale o vi siano anche pochi capi che sono in Agesci per fini diversi dall'Azione Educativa per giungere al patatrack.
Non potendo assolutamente affrontare un tema del genere in poche ore, abbiamo scelto un approccio indiretto volto a cementare i rapporti tra noi capi e a far riflettere i contendenti sullo stato delle cose. Abbiamo avuto successo? Non lo so. Ma credo che tutti si siano divertiti abbastanza.
Il clou della serata? Ma la cena con previa preparazione della pasta fatta in casa, fatta per lo più da Baghera e me con la collaborazione di Maddalena e Donato e l'insostituibile sprone di Rocco.
Certo, ci siamo dovuti difendere alungo dalle 'ladre' di pasta.... Per fortuna il Capo Clan faceva buona guardia e puniva chi di dovere con carezza alla cipolla sui capelli....
Ed ecco il risultato:
Le altre foto sul fotoblog...
A me sono capitati un paio di incidenti seccanti:

  • mi sono fatto un banale ma fastidioso graffio spaccando la legna per il fuoco
  • sono rovinosamente caduto causa rottura sedia sbattendo la capa al ripiano della cucina e, cosa terribile, sprecando l'ottimo aglianico che il Capo Gruppo mi aveva testè versato nel mio bicchiere di alluminio. Gran parte del vino mi è finito... sulla testa: così tutti i presenti sono sbiancati credendo che il vino fosse sangue.
Sta di fatto che la capa al marmo l'ho sbattuta e per circa 3-5 secondi mi sono sentito davvero sul punto di svenire, ma non mi è venuto neppure un mezzo bernoccolo.
Quindi delle due l'una: o la botta è stata lievissima o la mia capa è più dura del marmo. I rottami della sedia hanno fatto il danno maggiore, una piccola escoriazione sulla tibia sinistra. A parte l'orgoglio ferito, of course: gettar via un vino così buono, non è da me.
Il problema successivo è che abbiamo finito tardi, poco prima delle 23 e temo che ciò non sia stato "bene"...
Ho concluso la serata sotto la doccia per togliermi il vino di dosso, non mi era mai capitato di avere più vino tra i capelli e sui vestiti che in panza....



9 febbraio 2008

Sabato Mattina

Scendere per via Cappelluti alle Otto e mezzo di Sabato mattina con "Niente Paura" di Ligabue è stato un bell'inizio di Week End. Nonostante provenga da una settimana lavorativa di circa 60 ore, stamattina mi sono svegliato alla solita ora. E ho pensato di fare una passeggiata.
Il cielo era limpido ma si è rannuvolato in pochi secondi con ampi squarci di sereno. E mi sono goduto l'aria frizzante del mattino. Cioccolato con panna, la pioggia sul viso, i baustelle nelle orecchie. Il più è fatto

7 febbraio 2008

Election Day

Amo questa canzone e medito di proporla alla Comunità Capi domenica e al Clan la prossima settimana.


Nella chiesa di Bellusco


Mercanti di Liquore


SIb

SIb DO- SOL- SIb
Nella chiesa di Bellusco, ci arrivarono i tedeschi, proprio all’ora della messa che cercavano i fuggiaschi
FA MIb DO- FA SIb
ma i fuggiaschi eran nascosti prorio in cima al campanile, i tedeschi fin lassù non sapevano arrivare.
SIb DO- Mib SOL- SIb
Era il mese di febbraio che faceva un freddo cane, eran gli anni di una guerra che chiamavano mondiale,
FA MIb DO- FA SIb
a quel tempo noi trovammo invasore l’alleato, il capitolo finale di un ventennio sciagurato.

SIb DO- Mib SOL- SIb

I soldati nel silenzio cominciarono a cercare, tra le panche, in sagrestia e anche nel confessionale,
abbaiavano tra loro come fossero i padroni, mentre il parroco stupito domandava spiegazioni.
“Non potete star qua dentro obiettava il reverendo, non si trova in questo luogo ciò che voi state cercando”
“Seguo ordini precisi, continuate pure messa, non c’è niente da temere” rispondeva l’ esse esse.

Nella chiesa di Bellusco era entrata la paura, come avesse superato anche l’ultima barriera,
anche l’ultimo rifugio era stato profanato,e il paese si scopriva vulnerabile e smarrito.
I fedeli spaventati testimoni della scena “Qui ci portano in Germania, qui ci sparano alla schiena
oh Signore c’è la guerra proprio dentro alla Tua casa, non lasciare che ci prenda te ne prego fa qualcosa”

La perpetua e il sagrestano si tenevano a braccetto, la paura gocciolava fra le gambe al chierichetto
si levò un invocazione come un mormorio compatto, tutti presero a pregare come mai avevan fatto.
Mentre gli altri rivoltavano quella povera chiesetta, a un soldato venne voglia di una bella sigaretta,
se l’accese sull’altare, quasi senza farci caso, per il prete fu la goccia che fa traboccare il vaso.

Si avventò sul militare con la furia di un ciclone, lo afferrò per la casacca e poi giù uno sganassone,
poi guardandolo negli occhi disse alla camicia bruna “nella casa del Signore non si spara non si fuma”.
Il timore fra la gente prese forma di terrore “ora tutti quanti insieme si fa visita al creatore”
eran certi che la belva fosse pronta ad aggredire, ed invece il comandante fece cenno ai suoi di uscire.

Dalla chiesa di Bellusco se ne andarono i tedeschi, mentre in cima al campanile si abbracciavano i fuggiaschi
Oggi di questa vicenda si ricordan solo i vecchi, se gliela fai raccontare gli vedrai brillare gli occhi.

4 febbraio 2008

Il Pensiero Debole e la Stella Gialla

Tanto per cambiare, vi segnalo la desolante vicenda del boicottaggio proposto da Rifondazione Comunista nei confronti del prossimo Salone del Libro di Torino, reo di aver dedicato l'edizione del 2008 ad Israele. Se potrò, nei prossimi giorni scriverò per esteso le mie opinioni su un tema a me caro.
Riflettete da voi, vi lascio i link a deggli articoli de "La Stampa":
L'intervista al Sindaco di Torino, l'intervento di Yeoshua, scrittore impegnato per una Pace giusta e quello di Gianni Vattimo, filosofo del Pensiero Debole, tanto indigesto al Paolo Nori di 'Bassotuba non c'è', romanzo da me amato e regalato in proporzione.
Alla luce degli ultimi accadimenti, il boicottaggio in questione mi sembra un'ennesima conferma dell'Antisemitismo strisciante o, a voler essere generosi ed ottimisti, nell'incapacità da parte di molti 'insospettabili' di mettere in atto iniziative concrete che avvicinino la Pace invece di accoltellarla, come in questo caso.
Alla pochezza e all'inesattezza di interventi e dichiarazioni pro boicottaggio come quella del Filosofo contrappongo la speranza delle Azioni di Daniel Barenboim, celebre musicista ebreo, che proprio poche settimane fa è riuscito ad ottenere la doppia nazionalità:
ha aggiunto al suo passaporto israeliano quello Palestinese, perché, secondo lui, tutti gli abitanti di Terra Santa, dovrebbero avere due passaporti in quanto Persone che devono dividere la stessa Terra in Pace e in Vita.


3 febbraio 2008

Omega Man

Alla vigilia di una settimana lavorativa particolarmente impegnativa ho avuto l'infelice idea di vedermi "Io sono Leggenda". Anni fa, più di dieci, ebbi l'altrettanto infelice idea di leggermi il Romanzone "I, the Legend" da cui il film in questione è tratto. Beh, ora mi trovo con la stessa medesima sensazione di angoscia esistenziale di quando lessi la scena della morte del cane in un piano terra di Torino a metà anni '90. Richard Matheson scrisse il romanzo nel 1954 e le sue tre trasposizioni cinematografiche ( L'ultimo uomo sulla terra, occhi bianchi sul pianeta terra e io sono leggenda ) ne ricostruiscono solo parzialmente l'angoscioso messaggio. Che non descriverò. Ormai dovrei saperlo che i film con epidemie e relative ecatombi risvegliano in me tutti i possibile tentacoli dell'ansia per la completa incertezza del futuro. La consapevolezza di vivere al di sopra dei propri mezzi, l'incapacità di rendermi del tutto indipendente, il deteriorarsi del mondo che mi circonda e la futilità di ogni sforzo per cambiare il mio modo di relazionarmi col prossimo mi sono amplificate, chissà perchè, da questo genere di film.
E anche il disco nuovo dei Baustelle che ho comprato ieri non fa certo da antidoto.
Domani è lunedì, primo giorno di una settimana fatto di orari impossibili e incontri cruciali.
Nel frattempo, posso crogiolarmi nell'alternare sensazioni di catastrofe incombente con certezze di catastrofi in corso.
Decisamente, ho bisogno di farmi una scorpacciata di 'Mary Poppins'.

29 gennaio 2008

il debole parere del Potere

Adesso che è passato un po' di tempo e che i Telegiornali hanno altro a cui pelare, mi sembra giunto il momento di affrontare la questione del Papa e della sua visita alla Sapienza.
Preferisco evitare mie elucubrazioni mentali e lasciar parlare i protagonisti e persecutori, dato che la loro bizarra condizione di potenti sembra li abbia resi muti dato che le uniche ragioni che ho ascoltato sono quelle della CEI e dei suoi deboli sostenitori dell'intero arco politico
Ecco la lettera dei 67 professori:

«Magnifico Rettore, con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l'intervento di papa Benedetto XVI all'Inaugurazione dell'Anno Accademico alla Sapienza. Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano. In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato».


Ed ecco quella del primo Firmatario, Marcello Cini:

Signor Rettore, apprendo da una nota del primo novembre dell'agenzia di stampa Apcom che recita: «è cambiato il programma dell'inaugurazione del 705esìmo Anno Accademico dell'università di Roma La Sapienza, che in un primo momento prevedeva la presenza del ministro Mussi a ascoltare la Lectio Magistralis di papa Benedetto XVI». Il papa «ci sarà, ma dopo la cerimonia di inaugurazione, e il ministro dell'Università Fabio Mussi invece non ci sarà più».
Come professore emerito dell'università La Sapienza - ricorrono proprio in questi giorni cinquanta anni dalla mia chiamata a far parte della facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali su proposta dei fisici Edoardo Amaldi, Giorgio Salvini e Enrico Persico - non posso non esprimere pubblicamente la mia indignazione per la Sua proposta, comunicata al Senato accademico il 23 ottobre, goffamente riparata successivamente con una toppa che cerca di nascondere il buco e al tempo stesso ne mantiene sostanzialmente l'obiettivo politico e mediatico.
Non commento il triste fatto che Lei è stato eletto con il contributo determinante di un elettorato laico. Un cattolico democratico - rappresentato per tutti dall'esempio di Oscar Luigi Scalfaro nel corso del suo settennato di presidenza della Repubblica - non si sarebbe mai sognato di dimenticare che dal 20 settembre del 1870 Roma non è più la capitale dello stato pontificio. Mi soffermo piuttosto sull'incredibile violazione della tradizionale autonomia delle università - da più 705 anni incarnata nel mondo da La Sapienza dalla Sua iniziativa.
Sul piano formale, prima di tutto. Anche se nei primi secoli dopo la fondazione delle università la teologia è stata insegnata accanto alle discipline umanistiche, filosofiche, matematiche e naturali, non è da ieri che di questa disciplina non c'è più traccia nelle università moderne, per lo meno in quelle pubbliche degli stati non confessionali. Ignoro lo statuto dell'università di Ratisbona dove il professor Ratzinger ha tenuto la nota lectio magistralis sulla quale mi soffermerò più avanti, ma insisto che di regola essa fa parte esclusivamente degli insegnamenti impartiti nelle istituzioni universitarie religiose. I temi che sono stati oggetto degli studi del professor Ratzinger non dovrebbero comunque rientrare nell'ambito degli argomenti di una lezione, e tanto meno di una lectio magistralis tenuta in una università della Repubblica italiana. Soprattutto se si tiene conto che, fin dai tempi di Cartesio, si è addivenuti, per porre fine al conflitto fra conoscenza e fede culminato con la condanna di Galileo da parte del Santo ufficio, a una spartizione di sfere di competenza tra l'Accademia e la Chiesa. La sua clamorosa violazione nel corso dell'inaugurazione dell'anno accademico de La Sapienza sarebbe stata considerata, nel mondo, come un salto indietro nel tempo di trecento anni e più.
Sul piano sostanziale poi le implicazioni sarebbero state ancor più devastanti. Consideriamole partendo proprio dal testo della lectio magistralis del professor Ratzinger a Ratisbona, dalla quale presumibilmente non si sarebbe molto discostata quella di Roma. In essa viene spiegato chiaramente che la linea politica del papato di Benedetto XVI si fonda sulla tesi che la spartizione delle rispettive sfere di competenza fra fede e conoscenza non vale più: «Nel profondo.., si tratta - cito testualmente - dell'incontro tra fede e ragione, tra autentico illuminismo e religione. Partendo veramente dall'infima natura della fede cristiana e, al contempo, dalla natura del pensiero greco fuso ormai con la fede, Manuele II poteva dire: Non agire "con il logos" è contrario alla natura di Dio».
Non insisto sulla pericolosità di questo programma dal punto di vista politico e culturale: basta pensare alla reazione sollevata nel mondo islamico dall'accenno alla differenza che ci sarebbe tra il Dio cristiano e Allah - attribuita alla supposta razionalità del primo in confronto all'imprevedibile irrazionalità del secondo - che sarebbe a sua volta all'origine della mitezza dei cristiani e della violenza degli islamici. Ci vuole un bel coraggio sostenere questa tesi e nascondere sotto lo zerbino le Crociate, i pogrom contro gli ebrei, lo sterminio degli indigeni delle Americhe, la tratta degli schiavi, i roghi dell'Inquisizione che i cristiani hanno regalato al mondo. Qui mi interessa, però, il fatto che da questo incontro tra fede e ragione segue una concezione delle scienze come ambiti parziali di una conoscenza razionale più vasta e generale alla quale esse dovrebbero essere subordinate. «La moderna ragione propria delle scienze naturali - conclude infatti il papa - con l'intrinseco suo elemento platonico, porta in sé un interrogativo che la trascende insieme con le sue possibilità metodiche. Essa stessa deve semplicemente accettare la struttura razionale della materia e la corrispondenza tra il nostro spirito e le strutture razionali operanti nella natura come un dato di fatto, sul quale si basa il suo percorso metodico. Ma la domanda {sui perché di questo dato di fatto) esiste e deve essere affidata dalle scienze naturali a altri livelli e modi del pensare - alla filosofia e alla teologia. Per la filosofia e, in modo diverso, per la teologia, l'ascoltare le grandi esperienze e convinzioni delle tradizioni religiose dell'umanità, specialmente quella della fede cristiana, costituisce una fonte di conoscenza; rifiutarsi a essa significherebbe una riduzione inaccetabile del nostro ascoltare e rispondere».
Al di là di queste circonlocuzioni (i corsivi sono miei) il disegno mostra che nel suo nuovo ruolo l'ex capo del Sant'uffizio non ha dimenticato il compito che tradizionalmente a esso compete. Che è sempre stato e continua a essere l'espropriazione della sfera del sacro immanente nella profondità dei sentimenti e delle emozioni di ogni essere umano da parte di una istituzione che rivendica l'esclusività della mediazione fra l'umano e il divino. Un'appropriazione che ignora e svilisce le innumerevoli differenti forme storiche e geografiche di questa sfera così intima e delicata senza rispetto per la dignità personale e l'integrità morale di ogni individuo.
Ha tuttavia cambiato strategia. Non potendo più usare roghi e pene corporali ha imparato da Ulisse. Ha utilizzato l'effige della Dea Ragione degli illuministi come cavallo di Troia per entrare nella cittadella della conoscenza scientifica e metterla in riga. Non esagero. Che altro è, tanto per fare un esempio, l'appoggio esplicito del papa dato alla cosiddetta teoria del Disegno Intelligente se non il tentativo - condotto tra l'altro attraverso una maldestra negazione dell'evidenza storica, un volgare stravolgimento dei contenuti delle controversie interne alla comunità degli scienziati e il vecchio artificio della caricatura delle posizioni dell'avversario - di ricondurre la scienza sotto la pseudo-razionalità dei dogmi della religione? E come avrebbero dovuto reagire i colleghi biologi e i loro studenti di fronte a un attacco più o meno indiretto alla teoria danwiniana dell'evoluzione biologica che sta alla base, in tutto il mondo, della moderna biologia evolutiva?
Non desco a capire, quindi, le motivazioni della Sua proposta tanto improvvida e lesiva dell'immagine de La Sapienza nel mondo. Il risultato della Sua iniziativa, anche nella forma edulcorata della visita del papa (con «un saluto alla comunità universitaria») subito dopo una inaugurazione inevitabilmente clandestina, sarà comunque che i giornali del giorno dopo titoleranno (non si può pretendere che vadano tanto per il sottile): «Il Papa inaugura l'Anno Accademico dell'Università La Sapienza».
Congratulazioni, signor Rettore. Il Suo ritratto resterà accanto a quelli dei Suoi predecessori come. simbolo dell'autonomia, della cultura e del progresso delle scienze.

Marcello Cini

Credo che anche questa sia Testimonianza. Per me, vale quanto annunziato dalla Parola:

Matteo Cap. 22, v. 21


28 gennaio 2008

Fine di un Noviziato

Dopo una lunga assenza, è di nuovo il momento dello Scoutismo.
Lo scorso week end è stato dedicato al mensile pernottamento col Clan. Luogo: il santuario della Chiesa rupestre della Palomba. Il tragitto: beh, un tragitto alternativo:
invece della classica discesa nella Gravina partendo da Porta Pistola seguita dalla risalita via Madonna delle Vergini, abbiamo deciso di fare qualcosa un po' più da Clan che da Branco. Quindi, abbiamo raggiunto la Palomba percorrendo quasi interamente il fondo del Canyon della Gravina per risalire sul piano solo all'ultimo momento. Decisamente è stata una di quelle esperienze forti che tanto ci viene raccomandato di far vivere ai ragazzi ai campi di formazione e sui manuali. Man mano che la luce del giorno se ne andava, la Strada si faceva più faticosa e difficile. Ma è solo nell'affrontare insieme le difficoltà che si tempra la comunità. E qui siamo indietro. All'arrivo al Santuario abbiamo trovato il ristoro di un the caldo e abbiamo potuto affrontare l'argomento 'Carta di Clan'. Io ho parlato della Strada. Non è il caso che ripeta qui un discorso che mi è parso abbastanza appassionato ma non so quanto efficace. Ho parlato della mia strada e chi l'ha vissuta con me non ha bisogno di spiegazioni. La Strada è il luogo in cui depurarsi da ogni superfluo per conoscere in fondo la parte migliore di se stessi e degli altri. Sulla Strada Cristo comparve ai discepoli, ad Emmaus. Sulla Strada cadono le fortezze di egoismo e viltà. Potrei continuare a lungo ma ogni parola in più sarebbe statisticamente fradicia di errori...
La serata sembrava delle più classiche: un'allegra cena comunitaria fin troppo abbondante, la preparazione del fuoco di bivacco dei canti e dei giochi. Ma, proprio quando eravamo tutti riuniti pronti ad accendere il fuoco ho chiamato il Noviziato a raccolta e li ho portati lontano.
Alle nostre spalle crepitavano le fiamme, di fronte a noi la piccola pineta della Palomba immersa nella Notte.
Ci siamo seduti in cerchio alla luce dei lumini e l'ho buttata lì con semplicità: "Il Noviziato è finito". Avevo preparato un deserto, ma è stato del tutto superfluo. I ragazzi hanno preferito parlare e hanno assorbito bene la sorpresa. Ho spiegato loro le motivazioni su cui ha poggiato la scelta di un noviziato breve e, dopo aver ricevuto il ricordino di rito, sono andati via assieme verso il fuoco dove il Clan li attendeva cantando 'Scouting for boys". Mi perdonerete se non entro nei dettagli tecnici e descrittivi dell'accaduto, non ne vedo la necessità.
Devo, però, confessare il quasi sollievo per la fine del Noviziato.
Le cose erano partite a meraviglia, ma la fase di stanca legata alle attività parrocchiali natalizie ha praticamente stroncato l'entusiasmo dei ragazzi. Traduzione: io non sono stato capace di far viver loro con lo stesso entusiasmo dell'uscita di Lamaquacchiola la costruzione del presepe o la partecipazione alla Messa Settimanale, tanto per citare due esempi concreti...
In pratica, abbiamo preferito far converegere ora il Noviziato ( invece che a Pasqua ) per evitare di disperdere le già logore energie dello Staff su due fronti. Incombono Carta di Clan, Capitolo, Challenge e Route, per non parlare del Servizio Associativo ed Extrassociativo... Tutti 'macigni' che non abbiamo ritenuto possibile, date le circostanze, affrontare con Noviziato e Clan in separata sede.
Nonostante non abbiamo commesso uno 'stupro metodologico' ( il noviziato di 3 mesi è descritto nel Manuale di Branca ) non ho motivo di ritenermi 'The very Best' dei Maestri dei Novizi. E' mancato un pezzo importante nel rapporto capo-ragazzo. E' vero, ho pagato il prezzo dell'inesperienza specifica. Ma è anche vero che in tanti si sono riuniti al Clan.
Ora c'è da pensare al challenge e al Capitolo. Per fortuna la riunione è stata spostata dal Sabato al Giovedì e questo mi consentirà di riprendere fiato. Febbraio sarà un mese intenso tra attività di Co.Ca e Giornata del Pensiero: i Sabati liberi mi saranno preziosi.
Ma torniamo all'uscita. E' stata davvero divertente ed appagante. Che dire del Rover che si è seduto su una cacca di mucca freschisssima? O di quello che ha otturato il Water costringendoci tutti ad estenuanti getti di acqua bollente e lavorio di sturacessi? O del giovin signore che non ha portato con se nè borraccia nè posate nè gavetta nè carte igienica? E del russare incessante che ha derubato del Sonno del Giusto molti membri della Comunità? Per non parlare della pigrizia endemica di chi si dichiarava indisponibile per l'"eccessiva difficoltà" a seguire un sentiero fatto dai lupetti un paio di anni or sono...Beh, lo spirito comunitario non è stato un gran che al ritorno quando non solo in pochi hanno prestato aiuto a chi era in difficoltà, quanto in tropp(e)i l'aiuto necessario non l'hanno chiesto, preferendo sedersi al centro del sentiero e minacciare lo sciopero...
Eppure, per tutto ciò, ho una medicina sicura e a buon mercato: LA STRADA!! Un altro paio di uscite impegnative e serie come questa e ce la faremo a creare una vera Comunità capace di affrontare una Route degna di questo nome.
Buona Strada anche a voi...