Alla vigilia di una settimana lavorativa particolarmente impegnativa ho avuto l'infelice idea di vedermi "Io sono Leggenda". Anni fa, più di dieci, ebbi l'altrettanto infelice idea di leggermi il Romanzone "I, the Legend" da cui il film in questione è tratto. Beh, ora mi trovo con la stessa medesima sensazione di angoscia esistenziale di quando lessi la scena della morte del cane in un piano terra di Torino a metà anni '90. Richard Matheson scrisse il romanzo nel 1954 e le sue tre trasposizioni cinematografiche ( L'ultimo uomo sulla terra, occhi bianchi sul pianeta terra e io sono leggenda ) ne ricostruiscono solo parzialmente l'angoscioso messaggio. Che non descriverò. Ormai dovrei saperlo che i film con epidemie e relative ecatombi risvegliano in me tutti i possibile tentacoli dell'ansia per la completa incertezza del futuro. La consapevolezza di vivere al di sopra dei propri mezzi, l'incapacità di rendermi del tutto indipendente, il deteriorarsi del mondo che mi circonda e la futilità di ogni sforzo per cambiare il mio modo di relazionarmi col prossimo mi sono amplificate, chissà perchè, da questo genere di film.
E anche il disco nuovo dei Baustelle che ho comprato ieri non fa certo da antidoto.
Domani è lunedì, primo giorno di una settimana fatto di orari impossibili e incontri cruciali.
Nel frattempo, posso crogiolarmi nell'alternare sensazioni di catastrofe incombente con certezze di catastrofi in corso.
Decisamente, ho bisogno di farmi una scorpacciata di 'Mary Poppins'.
E anche il disco nuovo dei Baustelle che ho comprato ieri non fa certo da antidoto.
Domani è lunedì, primo giorno di una settimana fatto di orari impossibili e incontri cruciali.
Nel frattempo, posso crogiolarmi nell'alternare sensazioni di catastrofe incombente con certezze di catastrofi in corso.
Decisamente, ho bisogno di farmi una scorpacciata di 'Mary Poppins'.
Nessun commento:
Posta un commento
Che ne dici?