17 settembre 2011

Caro Monaciello

Caro Monaciello,
è un momento difficile.
Dato che vivi accanto a me praticamente 20 ore su 24 non potrai non essertene accorto.
Sai, il lavoro, la Politica e pure la politica con la minuscola.
Sai bene che sono molto impegnato per tentare di restare a galla, un po' come tutti.
Vivo circondato da monitors da cui il mondo vorrebbe da me soluzioni possibilmente gratis ed avantieri.
Non parliamo proprio di come vanno le cose in Città.
E di quanto mi senta desolato nel non poter tornare agli Scout.
Sto per schiattare dal caldo e l'unico motivo per cui non sono ingrassato 10 kg è perchè sopra i 30°C, invariabilmente, sublimo!
Spero di poter ricominciare la boxe quanto prima se la temperatura si decide a scendere un po' anche se ho il dubbio che il Presidente del Consiglio deciderà che, se lui fa il premier a tempo perso, noi italioti ( di cui un buon 36% dichiara tutt'ora che gli va bene così ) dovremmo lavorare aggratiss anche di notte.
E, poi, ammettilo.
Ti faccio divertire un mondo!
In una stanza di due metri per tre con 4 di numero ripiani ti do spesso occasione di sbizarrirti come credi.
Per esempio, è stato molto bello lo scherzetto di quest'Estate.
Hai nascosto il fermaporta ( che impedisce inopportune chiusure ad elevato numero di decibel ) a fine maggio e non potrai negare che sarà stato uno spasso vedermi svuotare tutti gli armadi alla sua ricerca. Scommetto che ti sei anche preso la briga di venire fino ai vari bricocenter mentre cercavo, disperato, un sostituto.
E sai che ridere quando ho usato una batteria di UPS esausta ( dato che qui in Città non si sa bene cosa farne ) come fermaporta e mi hai visto darci involontari calci la notte mentre andavo a far la pipì, calci in cui di certo non è stata la batteria a farsi male.
Ho molto apprezzato l'averlo ritrovato, il mio bel fermaporta in plastica, ieri mattina, proprio in bella vista tra un case usb ed il rotolo di nastro adesivo, ti ringrazio di avermelo restituito alla fine della stagione di più largo uso.
Sei stato gentile.
Ora, però, come avrai potuto comprendere da queste poche righe, mi trovo in difficoltà.
Come dici?
Che non sai leggere? Ma come: vorresti farmi credere che non sei su Facebook?
Ah, ci sei ma ti bloccano tutti? 
Non importa, io la letterina te la lascio sul blog, così te la fai leggere con calma e, magari, ti metti una manina sulla coscienza che so senz'altro immacolata.
Vedi, caro Monaciello, apprezzo moltissimo anche il tuo ultimo scherzo. 
Il mio adattatore display port - HDMI si è giust'appunto volatilizzato.
Ha un certo valore economico, per non parlare di quella particolare affezione che mi lega agli oggetti di complessa reperibilità.
Sono sicuro che quando ti sarai divertito abbastanza me lo restituirai.
Io, però, non voglio privarti del tuo sano divertimento, sai che non sono cattivo ed insensibile, magari un po' pigro, goloso,  arrivista, snob e affamato di prebende politiche ( vox populi,  vox dei fai tu ) e dico pure le parolacce mentre guido a chi tenta di ammazzarmi, ma tutto sommato non sono così malvagio da privare un Monaciello D.O.C. come te del tuo diletto.
Ecco, volevo chiederti questa cortesia: Se tu ti facessi acchiappare 'sto cappello, poi ti giuro che mi potrai far sparire tutti gli oggettini che vuoi: io continuerò a dannarmi per cercarli e tu potrai tenerteli più a lungo. Che ne dici? Ci veniamo incontro l'un l'altro?

Un Premier a Tempo Perso

Figuriamoci i danni che avrebbe fatto a tempo pieno.
Ma non è atroce lui.
Sono quelli che ci vanno ancora appresso

14 settembre 2011

III Classe, 1° Fascia

E' incredibile di come la burocrazia di questo paese ti costringa a sperimentare i sentimenti più contraddittori.
Quando ho trovato nella cassetta delle lettere un attestato della mia partecipazione prestata a titolo di Servizio Gratuito ad un evento per cui terzi hanno, invece, ricevuto fior di quattrini, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la canzone di De Andrè "Il Testamento": 'voglio lasciare a Biancamaria che se ne frega della decenza un attestato di benemerenza che al matrimonio le spiani la via...'
Non s(apev)o di preciso perchè.
Intuivo.
Poi, ho letto nel foglio complementare che 
"Qualora la S.V. volesse fregiarsi delle insegne relative alla classe conseguita potrà procedere all'acquisto, con oneri a proprio carico, esclusivamente presso la società tal dei tali individuata all'esito di apposita procedura di gara, quale produttore e distributore unico."
Giuro che ancora adesso, solo a rileggerle 'ste parole, mi viene contemporaneamente da ridere e da piangere.
Ridere per il ridicolo, ridicolo, ridicolo, dell'atto stampato. 
Pure su questo si vuol far danaro.
Piangere per il dolore mai sanato da cui, in ultima analisi, tutto questo discende.
Anche questo pezzo di carta finirà archiviato in un armadio.


 




Spero che la canzone di De Andrè vi sia piaciuta, lascerei più o meno lo stesso a gran parte dei miei concittadini.

13 settembre 2011

Si pregano i fatti di non ironizzare sulle opinioni

Il recente incidente 'nucleare' ( che tecnicamente nucleare non è stato ) in Francia non ha mancato di avere le sue ricadute nel Bel Paese.
Leggo con la consueta costernazione del mattino di pronuclearisti pronti ad ironizzare sul pericolo che staremmo correndo per l'incidente francese.
"Ve l'avevamo detto che le centrali le dovevamo fare anche noi perchè tanto se succede un incidente in Francia siamo fottuti uguale! Visto? In Francia c'è stato l'incidente, marameo! " O giù di lì.
Non sono in grado di comprendere queste masochistiche affermazioni.
Prima di tutto, l'incidente è la prova provata che la tanto vantata ( dai pronuclearisti ) filiera nucleare francese ( che avremmo importato in Italia se fosse stato bocciato il referendum nucleare ) è tutt'altro che perfetta. 
A Matera credo ci sia una pregnante espressione idiomatica per definire chi si vanta pubblicamente di aver commesso un madornale errore di valutazione.
Poi, ancora una volta, si ricorre al falso mito della uguale pericolosità per gli italiani di un incidente in quel di Lione rispetto ad uno in quel di Brianza. Cosa che, numeri alla mano, è facilmente smentibile dalla banale osservazione di quello che è accaduto a Chernobil e a Fukushima: il fallout si disperde per superfici immense portando cancro e mutazioni ma è solo nelle immediate vicinanze che le concentrazioni di radionuclidi sono immediatamente mortali e tali da rendere la zona contaminata inabitabile a lungo.
Qui c'è, poi, un link ad una simulazione in perfetta corrispondenza con quanto, purtroppo, accaduto nella realtà ( altrove ).
Basta spostare l'epicentro nella valle del Rodano per avere anche una prova grafica, non bastassero quelle matematiche, del fatto che un incidente nucleare in Francia sarebbe dannoso per le italiche genti ma nemmeno paragonabile al cataclisma che si avrebbe se lo stesso incidente avvenisse sul suolo Patrio.
Ma non è di questo che volevo parlare.
Quello che mi sconcerta è l'incapacità di raccordare cuori e menti con la realtà.
Voglio dire, ad uno può piacere il cioccolato e ad un altro i panzerotti. 
E' questione di gusti.
Si possono avere infinite opinioni su molte, molte cose.
L'arte, la letteratura, pure la politica o la bellezza di una donna.
Ma come si fa ad avere 'opinioni' sui dati di fatto matematici, tecnologici e fisici?
Il Problema Nucleare viene affrontato in troppe teste come se fosse una questione di gusti.
L'Italia è ricca di uranio? No. 
L'uranio è un materiale fissile esauribile come i combustibili fossili di cui ci è facile ed economico procurarci le scorte necessarie? No.
Una centrale nucleare, ergo, diminuisce o mantiene invariata la nostra dipendenza energetica dall'estero? Incredibilmente si arriva a dire che la diminuisce.
E lo stesso per questioni banali, come il tempo di decadimento, il raggio di ricaduta, i venti prevalenti, l'effetto scudo delle Alpi, per non parlare dei tempi di costruzione e smaltimento, dei costi e di un'infinità di altri parametri misurabili scientificamente senza neppure troppa difficoltà con estrema e sovrabbondante precisione.
Al Politecnico il piano di studi, ai miei tempi, non consentiva grandi variazioni. Per l'unico esame che potevo inserire a mio piacimento mi venne il ghiribizzo di scegliere "Sociologia del Lavoro". 
Del lavoro non si parlò quasi per nulla, il corso, infatti, fu sugli incidenti tecnologici e sul comportamento non lineare degli impianti tecnologici complessi.
In pratica, passai un semestre a studiare Chernobyl e Bhopal.
Un zinzino di competenza spero mi sia rimasta, ma non si sa mai.
Il Prof paragonò i due incidenti in maniera matematica.
"Ci sono due parametri da contrapporre ai possibili vantaggi nella costruzione di impianti industriali complessi. Per Chernobyl il vantaggio  era energia a basso costo, per l'India industrializzazione e benessere. Considerate, quindi, i parametri che sono Rischio e Probabilità di Incidente. Rischio alto e discreta probabilità di incidente per Bophal. Rischio infinito e bassissima probabilità di incidente per Chernobyl.
Infinito per 0,00000000000000001 quanto fa?"
E noi tutti, bravi ingegneri del 5° Anno, rispondemmo in coro: "Infinito"
Danno Infinito.
Sistema inaccettabile.
Ma come si fa?
Come si fa a costruire qualsivoglia cosa nella compiacente e continua violazione del banale sillogismo aristotelico?
A = B, B = C ma per noi no: A è diverso da C. 
E guai a far notare il piccolo salto logico.
Ti ritrovi in mano il cartellino del censore.
E, forse avremmo bisogno dei censori, ma quelli dell'Antica Roma, non dell'Italietta del tempo presente. Anche, perchè, siamo fin troppo vicini ad un'epoca in cui il Potere si compiacerà di obbligarci ad affermare che 2 + 2 fa Cinque.
Queste sono solo le prove generali

12 settembre 2011

zero su zero

Ho partecipato alla prima riunione di Comunità Capi.
Ormai, sono sempre più restio a farlo, per motivi esclusivamente irrazionali.
Mi secco.
Mi secca la partecipazione passiva a cui sono costretto.
Anche perchè, come credo sia ormai noto, sono abbastanza allergico a suggerire linee d'azione di cui non mi posso prendere la responsabilità pratica.
D'altronde, io lì ci sto bene perchè ne sono parte.
Ma sono parte di un qualcosa a cui non do più contributo.
Mi dispiacerebbe compiere l'ultimo passo fuori dal cerchio anche se sono sempre più convinto che se tutti i capi che non possono più ragionevolmente sperare di poter tornare in Servizio facessero questo passo, forse, qualcuno ai piani alti si accorgerebbe di aver perso una bella fetta delle fondamenta associative.
Si tratta di una formalità, di cui sento tutta la futile importanza.
Non mi decido.




11 settembre 2011

Guerra è sempre.

Dieci anni fa stavo studiando Analisi Matematica II.
Avrei superato l'esame, in effetti, la settimana successiva.
Ma quel Martedì si svolse secondo una routine piuttosto classica:
sveglia presto, caffè, radio tre in sottofondo e studio fin da prima delle otto. Lì mi sa che stavano parlando di un altro 11 Settembre, quello del 1973: il colpo di stato di Pinochet in Cile.
Panino per pranzo ( mi piace cucinare la sera con calma ) e poi di nuovo in pista tra sistemi di equazioni differenziali.
Piccola pausa TV, quasi sicuramente per vedere Ally McBeal e...
Impressa con lo stesso fuoco dell'incendio, l'immagine del TG3 con la prima torre in fiamme.
Poi, l'impatto del secondo aereo che si fonde, nella mia memoria, col caos delle ore successive, i deliri della premiata ditta Ferrara, Calderoli & Formigoni e i successivi schianti delle guerre in Afghanistan ed Iraq.
Senza poter nominare tutte le violenze di cui non si scrive sui giornali, in Asia Centrale, Africa e persino Europa.
L'Occidente ha sparso lacrime e sangue in mezzo mondo, dibattendosi in una spirale di violenza che ha anche causato il tracollo economico di questi mesi.
Tra i vinti, la povera gente faceva la fame.
Tra i vincitori, la povera gente faceva la fame egualmente...
Noi siamo andati oltre, abbiamo abolito l'idea di vincitori e vinti, abbracciando quella della guerra eterna.
L'11 Settembre ha portato ad una compressione delle libertà individuali una specie di suicidio mistico per una civiltà che ha proprio in questo il fulcro del suo benessere.
Ha portato gli USA a fare debiti e a commettere crimini.
Ha bloccato la nascita delle Stato Palestinese.
Ci ha infilato in una stagnazione economica che è diventato un dramma sociale generazionale.
Ha salutato l'alba della Cina.
E, la cosa più grave di tutto, ci ha reso completamente indifferenti ed apatici.
Tutto può succedere al di la del mare, senza che ce ne fotta davvero nulla.
Purtroppo, questo cambierà.
Bisogna solo avere pazienza.
Dopotutto, non ci resta che attendere l'inizio della nostra guerra.
Non ve ne eravate accorti?
Non è ancora cominciata.

6 settembre 2011

Linux Day 2011? Sì, Grazie

Già:
dopo qualche iniziale titubanza il Linux Day 2011 si farà anche a Matera, per la quinta volta.
Sul sito: http://materalinux.mixxt.com/ e sull'immancabile gruppo Facebook potete leggere il verbale della prima riunione. E ricordo sempre di dare uno sguardo al forum di Baslug:

In questa sede credo sia il caso di riportare uno stralcio del messaggio che ho inviato al nostro piccolo consesso, giusto per darvi un'idea del mio stato d'animo:


Carissimi,
il 22 Ottobre 2011 si terrà il Linux Day credo per la decima volta in Italia.
Sarebbe la quinta a Matera.
Uso il condizionale perchè la decisione di partecipare e programmare l'evento non è scontata.
Il Linux Day è stata un'occasione di crescita personale e professionale a cui non rinuncierei a cuor leggero.
Ma non è neppure un evento a cui intendo partecipare per abitudine.
Guardiamo in faccia alla realtà.
Non ci è riuscito, in 4 edizioni, di costruire una comunità vitale.
Non ci è riuscito di coinvolgere imprese, scuole e pubblica amministrazione.
Ci siamo divertiti molto.
Abbiamo fatto conoscere il mondo di GNU Linux ad un po' più di un pugno di persone che se ne sono innamorate e a cui abbiamo cambiato in meglio la vita (almeno quella informatica ).
Aggiungete pure voi il resto.
Programmare il linux day è un compito impegnativo in cui c'è posto per tutti:
un pugno di muli ma anche per tante api operaie.
E' un lavoro di Comunità: la cosa che mi piace di più.
Vedete, in questi giorni mi è stato nuovamente risposto con non troppo entusiasmo ad una mia nuova sollecitazione ad iniziare finalmente la programmata migrazione al Software Libre nel Comune di Matera.
Idem per le scuole.
La situazione del nostro Paese è quella che è.
Vien voglia di dedicare quel tempo ad altro.
Ma, forse, è in questi momenti di crisi, di bilico, che si deve senza alcuna enfasi rassegnarsi ad uno sforzo ulteriore.



Abbiamo gettato, quindi, il cuore oltre l'ostacolo.
Ma senza nasconderci le criticità insite nel progetto.
E nell'ambiente circostante.
Più che un atto di Fede non posso definirlo.
Alla prossima!

5 settembre 2011

Era sui Quarant'anni, Paolo Pietrangeli

Era sui quarant'anni
e non se n'era accorto
tutta la vita lui stata a pensar
cosa dovesse far

"Vale la pena
vale la pena
vale la pena o no
ora lo chiedo a qualcheduno
e poi deciderò".

Si camminava in tre
restava sempre indietro
meglio la pasta od il bignè
perdeva sempre il treno.

No che non era fesso
le cose le capiva
e se ne dispiaceva
e se ne dispiaceva
ma non serviva più.

Era sui quarant'anni
e si trovò lì in mezzo
oh che gran colpi, che confusione
era la rivoluzione.

"Vale la pena
vale la pena"
gli altri dicevan no
"vale la pena
vale la pena"
e intanto lui ci andò.

Era sui quarant'anni
e non se n'era accorto
non ebbe il tempo di fiatar
che si ritrovò morto.

E tutti i suoi compagni
ch'eran sempre sicuri
ora gli fanno omaggi
e lapidi sui muri.

Gran rivoluzionario
tempra di combattente
il suo dovere ebbe
sempre presente e in mente
e si sacrificò.

"Vale la pena
vale la pena
vale la pena o no
vale la pena
vale la pena"
e intanto lui ci andò.

"Vale la pena
vale la pena"
gli altri dicevan no
"vale la pena
vale la pena"
e intanto lui ci andò.

Vicenda Alberi di La Nera: il comunicato dei cittadini richiedenti l'abbattimento


Diffondo volentieri il comunicato dei cittadini materani che hanno richiesto ed ottenuto dopo aver espletato l'iter burocratico, l'abbattimento dei cipressi ( di loro proprietà ) nel quartiere di La Nera.
Dato il clamore e lo spazio riservato agli oppositori di tale abbattimento su tutti i media mi sembra doveroso dare un minimo contributo alla voce delle persone che fino ad ora di voce non ne hanno avuta affatto, anche meno degli alberi in questione se potessero parlare:


Siamo stanchi delle continue offese ricevute da gruppi politici e associazioni, riportate senza la doverosa verifica da alcuni mezzi di informazione. E non meno risentiti siamo nei confronti dell’Amministrazione comunale, che avrebbe dovuto far presente alla cittadinanza le valide motivazioni rispetto a questa vicenda. 
A questo punto, poco importa che possa essere una questione di natura politica o meno, come si è potuto leggere su diverse testate, o che la tutela del verde possa realmente interessare alcune associazioni scese in campo. La questione, dal nostro punto di vista, si pone in ben altri termini. 
La richiesta di abbattimento degli alberi è stata depositata il 24 febbraio 2011 all’ufficio del verde del Comune di Matera e agli uffici della Regione Basilicata ( sede di Matera – Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità – Ufficio Urbanistica e Tutela del Paesaggio) nelle forme richieste, stante il vincolo paesaggistico ricadente sull’intera zona. Una richiesta corredata da apposita perizia agronomica e tecnica. 
In aggiunta, abbiamo ritenuto opportuno informare gli uffici investiti della richiesta, dell’evento verificatosi il giorno 01.03.2011, consistente nell’ l’intervento dei Vigili del Fuoco a seguito dello sbrancamento di un enorme ramo che, cedendo, aveva invaso l’intera strada urbana. Si trattativa di un albero indicato in perizia e richiesta. 
La squadra intervenuta, rilevata l’imminenza del pericolo di cedimento dell’albero adiacente a quello interessato dallo sbrancamento, ha provveduto all’abbattimento totale. Evento, quest’ultimo, che ha giustificato ed avvalorato i motivi della richiesta di taglio, ossia: la pericolosità e l’instabilità delle alberature per mancanza di equilibrio statico. Di quanto accaduto è stato informato il Comune e gli uffici della Regione. L’Ufficio regionale competente ha espresso parere favorevole in ordine alla richiesta di abbattimento presentata per esigenze di pubblica e privata incolumità, con prescrizione di reimpianto. Il parere citato è stato trasmesso alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Regione Basilicata. Il 21.03.2011, il Comune di Matera (Settore Igiene e Ambiente) ha rilasciato autorizzazione all’abbattimento con prescrizione di nuove essenze arboree. Infine, con determina dirigenziale del 9.06.2011, il Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità – Ufficio Urbanistica e Tutela del paesaggio, ha autorizzato le opere richieste ai sensi delle vigenti leggi sulla protezione delle bellezze naturali e paesaggistiche, sulla base dell’acquisito parere vincolante espresso dalla Soprintendenza ai sensi dell’art. 146 D.Lgs 42/04: “Favorevole al progetto,in quanto l’intervento proposto di abbattimento non modifica in maniera sostanziale il contesto dei luoghi, conservando quindi le peculiarità che sono alla base del provvedimento di vincolo. Inoltre, condividendo le prescrizioni indicate dalla Regione”. 
E si legge sempre nella determinazione: “Considerato che l’intervento rientra nei casi di cui all’art. 5 della L.R. n. 50/93 e visto il parere favorevole espresso dallo scrivente ufficio all’abbattimento di n. 5 essenze arboree di cipresso, in quanto la relativa eliminazione è dettata da esigenze di pubblica e privata incolumità, con la prescrizione tuttavia di reimpiantare essenze di ibisco, disposte serialmente e a distanza idonea, dando comunicazione dell’avvenuta sostituzione”. E così sono state autorizzate, definitivamente, le opere. 
Fatti decorrere i termini di rito, abbiamo inoltrato, al comando di Polizia Municipale, la richiesta di istituzione temporanea del divieto di circolazione per procedere alle opere in sicurezza. Veniva emessa una prima ordinanza per il 12 luglio dalle ore 8.00 alle ore 17.00, non eseguita dai privati cittadini poiché nel tardo pomeriggio del giorno precedente, alle ore 18.55 circa, perveniva sull’utenza mobile dei uno dei richiedenti la telefonata dell’Ufficio Verde del Comune con la quale si invitavano tutti i richiedenti a temporeggiare e a soprassedere a dare corso alle opere di abbattimento stante le intervenute manifestazioni di dissenso da parte di alcune associazioni e comitati politici, che a loro volta chiedevano delucidazioni in ordine ai provvedimenti autorizzativi. 
Abbiamo accolto l’invito ad un colloquio con l’assessore comunale Falcone il quale, pur riconoscendo la legittimità della richiesta e dei relativi provvedimenti rilasciati dalle diverse autorità competenti, reiterava la sollecitazione ad attendere qualche giorno in modo da consentire alla stessa amministrazione di fare chiarezza sulla questione con comitati e associazioni. 
Di tutto questo, purtroppo, non si è parlato sulla stampa, creando dubbi in ordine ad un provvedimento di “sospensione” dell’abbattimento, inesistente e mai notificato agli interessati. La nostra richiesta di taglio degli alberi è stata basata sull’accertamento di danni già subiti, a cui si è fatto fronte a spese degli interessati, e su altri possibili problemi alle abitazioni che presentano fondazioni superficiali (nelle vicinanze corrono le diverse condutture idriche e fognanti). Perché la stampa non ha parlato dei visibili cedimenti, sollevamenti interni e esterni delle pavimentazioni (molte delle quali già soggette a ripristino nei diversi anni) e dei cordoli? 
Le radici degli alberi, come è ben spiegato nella perizia del tecnico agronomo, avranno fatto la loro parte alla luce del fatto che essendo alberi incompatibili con l’impianto urbano per la loro vicinanza alle abitazioni e dunque alle condutture, non trovando spazio, rompono e sollevano. La perizia tratta di aspetti di natura agronomica da un punto di vista di pericolosità e sicurezza pubblica e privata, fa riferimento ad aspetti di natura giuridica tali da giustificare un richiesta legittima a tutela dell’incolumità e non solo della proprietà. 
A quanti paventano irregolarità procedurali, diciamo di aver assolto a tutte le necessarie autorizzazioni.
Tre residenti si sono opposti e continuano ad opporsi accanitamente ad eventuali altri abbattimenti. Guarda caso, due di questi non hanno più alberi di fronte alle proprie abitazioni. Che fine hanno fatto gli alberi? E come sono stati abbattuti? Dove sono le autorizzazioni? Altri residenti non hanno sollevato obiezioni.
Del tutto fuori luogo l’atteggiamento di chi ha inveito contro alcuni degli interessati con espressioni ingiuriose, offensive e denigratorie della persona, quali “assassini”, “mafiosi”, in tal modo esponendosi ad azioni legali, come altri in città, che hanno trovato “accoglienza” su giornali e tv. 
Inspiegabile, e forse deontologicamente discutibile, il comportamento assunto nell’intera vicenda da giornalisti che hanno preso parte attiva alla contestazione, interferendo addirittura con le attività di chi stava eseguendo le opere di abbattimento, contestando anche gli organi di Polizia municipale e cercando di impedire la prosecuzione dei lavori per poi riportare sulla propria testata insinuazioni verso chi, invece, le questioni le affronta con serenità, competenza, nel rispetto di norme, leggi e persone.
In questa vicenda siamo stati oggetto di una strumentalizzazione politica? Abbiamo assistito ad una vicenda in cui non si è voluto comprendere e chiarire le esigenze di tutte le parti interessate. 
Siamo profondamente amareggiati e delusi da un modo di contestare e di fare informazione in maniera del tutto unilaterale. Ed è ovvio, a questo punto, che ci stiamo attivando per percorrere vie legali a tutela delle persone che si sono viste offendere deliberatamente e gratuitamente nella dignità e nella propria professionalità. L’ipotesi vale tanto per le persone fisiche quanto per associazioni, comitati, testate giornalistiche, emittenti televisive e social network.
Distinti saluti

Angelo Frangione, Domenica Larotonda, Santo Coretti, Eustachio Paolicelli e Nicoletta Ruggieri

3 settembre 2011

Mistero della Fede

Il Cassonetto della raccolta differenziata della carta è pieno già tre giorni dopo averlo visto svuotare. Seccante.
Viene naturale inveire contro l'Amministrazione e dirsi che sono degli incapaci.
E che se la ditta è inadempiente magari li si può cacciare.
E, questo, solo se si è particolarmente ben disposti verso i nostri eroi asserragliati nel Palazzo.
Infatti, il comune sentire e pensare è senz'altro ben peggiore.
Poi, dato che fai parte della Segreteria del Partito Democratico cerchi di fare il piccolo Assange dei poveri e  di metter su una specie di Materaleaks ( marchio registrato ).
E tenti disperatamente di informarti.
Di capire il perchè ed il percome.
Ma, come spesso accade, non c'è bisogno di trasformarsi in 007.
Con pervicacia e calma basta domandare e ridomandare.
E ancora domandare.
La reticenza, il muro di gomma, ti fanno temere il peggio:
" Se qui tacciono vuol dire che stiamo davvero combinando casini a non finire".
Poi, piano piano, arrivano un po' di risposte.
Qualche amara verità viene a galla.
E resti di stucco.
La ditta appaltatrice è obbligata dal contratto in essere a svuotare quel cassonetto ogni 15 giorni 15 e solo grazie al lavoro dell'Amministrazione si riesce a svuotarli ogni settimana. E che l'Amministrazione è conscia che il valore minimo sarebbe due volte a settimana.
E che se in qualcosa la Ditta è inadempiente in altro ci viene incontro.
E che non è affatto vero che sia una banalità 'mandarli via': si rischia una mezza bancarotta e mesi di rifiuti accumulati per strada stile Napoli.
E che, in sostanza, dato l'appalto ereditato, bloccato, da 3 Milioni di Euro  ( invece che da 5-6 come sarebbe stato, come dire, il caso ), è un mezzo miracolo che nelle condizioni di Napoli non ci siamo già.
Ma non è di questo che voglio parlare, oggi.
Aggiungiamo qualche altro esempio.
Salvo miracoli, nel senso letterale del termine, il Primo Gennaio 2012 Matera avrà a disposizione circa 7 milioni e mezzo di Euro in meno del Primo Gennaio 2010.
Su un bilancio iniziale di una quarantina di milioni.
Ad oggi sembra un segreto ben custodito.
Scommettete cosa succederà quest'inverno su chi sarà ritenuto 'colpevole' del taglio dei servizi?
Per non parlare del caso "Alberi di La Nera" su cui non mi pronuncio ignorando materialmente gli aspetti legali della questione ma che ha visto una serie di violentissimi attacchi praticamente subiti in maniera gandiana dall'Amministrazione.
E seppure fosse stato preso un provvedimento discutibile perchè non si è resa pubblica una linea, criticabile finchè si vuole, ma una linea che sia una?
O della recente querelle sul web riguardo più gli ottoni che i dobloni.
Ma ci volete spiegare perchè tacete?
Perchè siete reticenti soprattutto quando avete 'ragione' da vendere?
Perchè consentite che problemi grossi quanto la Gravina causati da terzi ( i rifiuti o i prossimi tagli di bilancio, ad esempio ) vi siano addebitati in maniera esclusiva ed anche infamante?
Perchè i meccanismi della comunicazione sono così inefficaci?
Perchè si sta su Facebook, ad esempio, sfruttando lo strumento in maniera al meglio autolesionistica?
Ho suggerito l'esempio di Emiliano: certo, lui a volte 'vince' e a volte 'perde', ma non solo mantiene un contatto diretto con i cittadini, ma, banalmente, a volte 'vince'. Qui si gioca solo a perdere!
E' per mancanza di tempo o perchè è diffusa ormai endemica l'arte del comando al posto di quella del governo?
O per semplice sottovalutazione colposa delle catastrofiche implicazioni di una simile linea di condotta?
Mistero.
Appunto, della Fede.
Fiducia, ancora, ce n'è.
La Fede, invece, è cosa diversa.