21 maggio 2013

un fiore e nulla più

E' stato rischioso toccare la terra.
La mia Terra.
Quasi fatale passare le dita sulla pietra.
La mia Pietra.
Mentre i polpastrelli si muovevano sulle pareti di calcare mi sembrava di entrare nell'orbita di un buco nero.
Di sentire l'attrazione gravitazionale di quella massa oscura.
Essere parte del luogo.
Pochi minuti coi piedi su quella Terra, su quella Pietra, sono bastati per provare la vertigine adesiva a quella Terra e quella Pietra.
Sono tornato in auto appena in tempo.
Ma la gravità lascia vuoti incolmabili.









19 maggio 2013

Nemmeno la Morte dura per sempre: i vivi, i morti e gli altri.

Nell'ambito della letteratura horror - fantescientifica non prediligo il genere catastrofe-che-spazza-via la razza umana.
Mi mette ansia.
Ansia tipo esame universitario.
Comprenderete, quindi, che io tenda a saltare a pie' pari il genere, che si tratti di libri o anche di cinema.
Che so, '28 giorni dopo' o 'la strada', ecco, cose così: li trovo parecchio disturbanti.
Tuttavia, per la penultima fatica di Claudio Vergnani non potevo che fare la classica eccezione.
Bando alle premesse stucchevoli e gettiamoci nella mischia con uno scopo preciso: 
capire.
Cosa e perchè?
Capire il fascino di questa storia di oltre 450 pagine che si è lasciata divorare in meno di 24 ore.
Ed il perchè.
Per prima cosa: scordatevi i personaggi della trilogia precedente di Claudio.
Qui abbiamo carne fresca.
Ed armi nuove.
Ma il nemico resta lo stesso.
Quello appena scorto nel 18° Vampiro, poi più nitido nel 36° Giusto, completamente a fuoco ne L'ora più buia.
Come, ancora vampiri?
No, qui si tratta di zombie!
E come fai a dire che il nemico è lo stesso, caro recensore dei miei stivali?
Perchè i romanzi di Claudio hanno uno spessore culturale e polemico ben superiore al banale intrattenimento da treno.
La sua ultima fatica è una definitiva conferma di come sia possibile tracciare un'impietosa analisi della società italiana del XXI Secolo pur descrivendo, apparentemente, storie di morti  .
Altri.
E viventi.
Questo Paese da chi è governato?
Certo, non da morti.
Ma da vivi?
Possiamo ragionevolmente affermare che, dalla classe dirigente al più ignorante ed umile dei disoccupati, in questo Paese si vada verso la Vita?
La Vita futura?
O, forse, possiamo dobbiamo rassegnarci all'evidenza della preponderanza dell'alterità tra Vita e Morte?
L'altro.
Come definirlo?
Io, non posso.
Non ne sono capace.
Vi toccherà leggere il romanzo di Claudio.
Il ritmo della narrazione è gestito con maestria.
Tra un inseguimento ed un'irruzione, tra una fuga ed  un caricatore cambiato all'MP5 (apprezzabile, la scelta di Claudio, di far notare al grande pubblico che le armi si surriscaldano quando si sparacchia così tanto), i nostri eroi riescono a trasmettere anche la stanchezza, la spossatezza e l'atroce ansia di una situazione di fine del mondo zombie.
Claudio Vergnani è scrittore.
Scrive dell'Italia contemporanea, anche se lo fa narrando di Vampiri e Zombies.
E ci lascia con una missione:
Tornare tra i vivi.

12 maggio 2013

L'uccello che girava le viti del mondo, dieci anni dopo

E' passato molto tempo, un paio di lustri, temo da quando lessi per la prima volta "L'uccello che girava le viti del mondo".
Conobbi Murakami così.
Con un tascabile di oltre mille pagine.
E', per me, il romanzo dello stallo.
Ricordo l'incanto per quelle parole, così precise, così dettagliate, mai noiose.
Ricordo l'impossibilità di smettere di leggere un romanzo in cui non succede tutto questo gran che.
Ha una trama?
Sì, ma non una trama di avvenimenti.
Una trama di fasi, direi.
Un susseguirsi di fasi evolutive concrete dei protagonisti.
Un insieme di io narranti che, alla fin fine, raccontano una storia semplice: il Fascismo è il male e l'Amore è l'unico rimedio.
Ma racconta anche qualcosa di ancora più raro: il cambiamento.
Quello effettivo, quello che si tocca con mano.
Quante volte nella nostra vita abbiamo passato fasi critiche, quante volte il dolore ci ha trafitto in maniera tale da costringerci a guardare e vedere i nostri errori, da guardare e vedere in faccia la realtà.
E quante poche volte, pochissime, il cambiamento che ci siamo promessi di effettuare si è concretizato nei fatti?
Quante volte la rabbia di un momento si è trasfromata in effettiva rinascita?
Ognuno ha la propria risposta per questa domanda.
L'uccello che girava le viti del mondo racconta di un mutamento dei fatti.
Una evoluzione duratura di un uomo che impara a riconoscere la realtà anche sognando, se necessario.
Ecco, ho riletto con molto piacere  quello che resta, secondo me, il vero capolavoro di Murakami.
Ne avevo dimenticato gran parte, il che ha reso ancor più piacevole la ri-lettura.
Se la letteratura esiste, (certo ci sono pochi dubbi in merito) quest'opera è di letteratura.
Parole dotate di significato pratico.
Per chi vuol cambiare.



7 maggio 2013

Maramaldi, Maramaldi ovunque.

Ricordo bene le albe livide della fine degli anni '70 (del secolo scorso).
Il rapimento Moro, le Brigate Rosse.
Ricordo ancor meglio la plumbea atmosfera politica della fine degli anni '80, prima della Caduta del Muro.
CAF: Craxi, Andreotti, Forlani.
Pentapartito.
Muro di Gomma.
Mafia e misteri, segreti e collusione.
Andreotti era l'avversario per antonomasia.
Combattuto anche da quei 4 ragazzini della sezione A del Liceo Classico "E Duni" di Matera.
Poi, il mondo cambiò.
Andreotti cadde, assieme ai suoi sodali.
Si presentò ai processi da imputato esemplare, ma non è del giudizio della Storia nè di quello della Magistratura che mi voglio occupare oggi.
Nè voglio commemorare un uomo che ritengo corresponsabile di molti dei miei guai.
Però i messaggi di giubilo per la morte di quest'uomo mi hanno poco rattristato e molto preoccupato.
Rattristato per aver visto tanta gratuita e vigliacca ferocia.
Preoccupato per aver constatato la maramalda italianità di questi gesti.
Ho combattuto lui e quello che rappresentava, poi i suoi eredi morali e poi ancora, ancora e ancora.
E vederlo dileggiato, magari da gente che non ha fatto altro che guardare la TV e non ha mai fatto nulla di gratuito per il prossimo suo, rigorosamente dopo la morte del cattivo, ovviamente, non mi ha fatto per nulla piacere.
Ovviamente, non mi riferisco ad Ambrosoli, di cui non posso che apprezzare ed approvare il gesto simbolico.
Perchè Ambrosoli, appunto, ne ha tutto il diritto.
Come dopo le monetine a Craxi ci sono toccati gli anni peggiori, così, vedere così tanta gente sputare su un feretro mi mette i brividi.
O, forse, banalmente, mi viene da pensare che se io, che l'ho combattuto, rinuncio al sollievo di una falsa esultanza, che diritto avete voi?
Che diritto avete voi?


30 aprile 2013

Il giorno della sconfitta

Abbiamo perso.
Berlusconi ha vinto.
Abbiamo perso come generazione, come singole persone, come reti di relazione.
Abbiamo perso nell'impegno politico e abbiamo anche perso quello nel volontariato, dato che è diventato impossibile farlo.
Abbiamo perso per l'irrilevanza della nostra cultura, perchè alla prova dei fatti non è servito a nulla leggere "Vita e Destino" o "I Promessi Sposi".
Abbiamo perso anche la resistenza, dato che ai vincitori neppure interessano le nostre opime spoglie.
Se è per questo, non ci interessano neppure quelli più sconfitti di noi, gli illusi della vittoria, i complici della restaurazione e della stagnazione.
Ci interessa aver passato i trenta, i quaranta, come se fosse antani.
Eppure siamo vivi, integri, anzi, integerrimi, intatti.
Non contaminati neppure dalle buone intenzioni e dalla farina del diavolo.
Eppure siamo abituati ad imitare l'acqua che scava la pietra:
questa battaglia è completamente perduta, ma ci sono ancora anni di luce: c'è tempo per vincerne un'altra.

26 aprile 2013

Cadere Dormendo...

Avete presente la sensazione di cadere nel vuoto durante il sonno?
Credi di ritrovarti col sedere per terra ed invece ti risvegli nel tuo letto.
Ecco, a me sta succedendo all'incontrario.
E nel microsecondo che dura il salto nel vuoto mi vengono in mente le solite futilità:
ma io sono di Sinistra?
E di che Sinistra?
Sono per le pari opportunità tra generi e ceti sociali, ma pure per la meritocrazia.
Sono per la scuola pubblica, ma quella in cui si boccia.
Sono per impostare l'economia su parametri ecologici e per garantire all'uomo una vita di relazione, ma non credo allo Stato come datore di lavoro e sono favorevolissimo ai licenziamenti dei dipendenti pubblici in esubero per non parlare dei nullafacenti e non tanto per giustizia ma perchè per ognuno di costoro vagano nel paese molti disoccupati in più.
Sono cattolico e credo che i comportamenti prescritti dalla Fede non siano atti privati, ma che non possano e non debbano essere codificati in leggi, fatte per tutti e non per i soli Cattolici.
I diritti individuali non sono in contrasto con la Società finchè chi la pensa diversamente può comportarsi diversamente.
Sono per la Palestina Libera ma non sono contro Israele e penso che prima di Israele ad opprimere Gaza sia Hamas.
Sono contro l'acquisto degli F-35 ma ritengo indispensabile che il Pase abbia una sua difesa aerea.
Sono per la Sanità Pubblica intesa come servizio a tutti i cittadini e non come un prodotto.
Sono per una ridistribuzione del carico fiscale non solo in base al patrimonio ma anche in base  alla funzione sociale della ricchezza accumulata.
Penso che senza Verità e Giustizia per Genova resteranno troppe ombre sullla Repubblica.
Che penso sia vivissima, come dimostrato dalla partecipazione di tante persone ai recenti avvenimenti.
Penso che se non si rende centrale il lavoro non si va da nessuna parte.
Ora, fino ai recenti avvenimenti ritenevo che gran parte di queste istanze fossero parte della missione del Partito Democratico.
Ed ecco, puntuale, finito il millisecondo che dura la caduta nel sonno, questa volta mi sono svegliato sbattendo dolorosamete il fondoschiena sul duro pavimento.
Non intendo annoiarvi con un riassunto di quel che sapete già da fonti più chiare di me sulla disastrosa performance del PD dalla Campagna Elettorale ad oggi e non è assolutamente detta l'ultima! 
Ma, un'eventuale alleanza politica di quel che resta del PD con il PDL cancellerebbe definitivamente questa mia convinzione di trovare nel PD i miei valori di riferimento.
Fermo ma troppo passivo oppositore del Governo Monti non intendo reiterare l'errore di non aver fatto una opposizione più dura: sono un fermo ed attivo oppositore di un governo con il PDL che non sia di esclusivo respiro di risoluzione delle urgenze più immediate e riforma della legge elettorale.
Pertanto, pubblicamente, do il mio appoggio alle iniziative di Pippo Civati per riportare il PD a quello che dovrebbe essere!
Visitate il suo blog e sosteniamoci a vicenda sui social network ed ovunque sia possibile.
Siamo caduti dormendo, ora ci svegliamo e camminiamo ad occhi aperti dove noi vogliamo.



25 aprile 2013

25 Aprile 2013

No, poca retorica.
Solo un po' di memoria.
Un ricordo lieve, come la terra che copre le spoglie di chi non tornò.
Partigiani dietro le linee tedesche, soldati italiani ed alleati nelle trincee dall'Adriatico al Tirreno.
Servitori dello Stato e cittadini scannati dalla Mafia, scrittori perseguitati, passanti macellati dalle bombe di stato, emigranti con la schiena dritta e uomini che dicono la verità.
Uomini che dicono la verità in mezzo a gente che mente credendo di essere verità: 
Uomini in mezzo a fascisti.
Altro che ricorrenza.
E' cronaca.





20 aprile 2013

irrilevanza

Ma tutto il tempo da me dedicato alla Politica, fuori e dentro un Partito, nelle strade, sui social network, scrivendo, parlando, dannandomi, insomma, questo tempo, questo tempo speso da me e da quelli come me per costruire, immaginare, il software libero, le energie rinnovabili, la lotta alla cementificazione, il partito radicato, insomma, fate voi.
Dico, ma tutto questo tempo, questi sforzi, dove se ne sono andati?
A che cosa sono serviti?
TI viene da sperare che almeno abbiano fatto male a qualcosa, che siano stati un errore, uno sbaglio, un guidare contromano, che abbiano peggiorato la situazione invece di migliorarla.
E com'è, invece, che ho questa sensazione di compelta, assoluta e generalizzata irrilevanza?

19 aprile 2013

ZeroZeroZero: la tua vita lontano dalla tua vita.

Finito ieri sera.
E l'unica cosa che mi ha davvero colpito è la sofferenza di Saviano.
Il linguaggio è quello di 'Gomorra', moderno e teso.
La narrazione non è avvincente come nel suo precedente lavoro ma assolutamente neppure noiosa.
Saviano racconta fatti, li snocciola. li  mette in riga, come piste parallele di coca.
Bianche di coca, rosse di sangue, le pagine scorrono senza intoppi nè velocità.
Saviano ci mette pochissimo a convincerti dell'immensità del potere del Narcotraffico di cocaina e della sua pericolosità.
E della ferocia, quella che si studia in apposite scuole, quella che si impara, che si apprende come si impara ad andare in bicicletta.
La smisurata ferocia che ruota attorno alla cocaina.
Saviano è efficiente ed efficace in questo.
Nota tecnica: mi piacerebbe che Saviano esplicitasse in maniera completa la sua idea di legalizzazione, le cinque righe cinque in cui lancia la sua idea non bastano neppure come provocazione ...
Gran parte delle parole le spende nel narrare le storie di cocaina  e le storie di chi la cocaina la tratta.
Troppe parole.
Non perchè siano sprecate, ma perchè tolgono equilibrio al testo.
Ogni tanto, infatti, affiora il vero senso dell'opera.
Il Dolore di Saviano.
Soprattutto nel finale: "Ho guardato nell’abisso e sono diventato un mostro."
Ecco, quando affiora la sofferenza dell'uomo solo, strappato a se stesso, ecco che le parole accelerano, come sotto effetto della coca.
Roberto, grazie per tutte le tue parole.
Ma, il prossimo libro, scrivilo per te.
Non per noi, non contro di loro.
Scrivi del tuo dolore, della tua vita sotto scorta, della tua vita lontano da Napoli.
Della tua vita lontano dalla tua vita.