10 luglio 2013

il No agli F-35 spiegato ad una bimba, perchè cresca laica di pensiero, parole e azioni.

Il dibattito su questi maledetti aerei si fa sempre più infuocato.
Dibattito è un termine oggettivamente improprio, infatti non ho letto da nessuna parte una discussione laica sull'argomento.
Immagino che esistano anche dei gruppi facebook di 'pro F-35', mentre sono stato coinvolto in maniera piuttosto fastidiosa dagli 'anti F-35' soprattutto per i continui messaggi mandati a pioggia a tutti i contatti...
Magari ci si mobilitasse uguale per i centomila morti siriani...


 F-35

La mia posizione, più volte ribadita su questo blog, in Francia o in Germania, anzi, probabilmente all'estero e basta, sarebbe annoverabile tra gli 'anti F-35'.
Infatti io non credo che sia (stato?) il caso di partecipare al programma.
Purtroppo ho commesso la gravissima colpa di essere contrario agli F-35 per motivi tecnici, economici, politici e finanziari ma non ideologici.
Colpa definitiva, come già sapete, in Italia.
Se fate una ricerca con chiave F-35 su questo blog scoprirete che la mia prima opposizione pubblica agli F-35 risale al 2010, ben prima che il 90% degli italiani ne avessero mai sentito il nome.
Tuttavia, ultimamente, ho avuto la netta impressione di aver fatto per anni  propaganda pro F-35 e non contro, a giudicare dalla qualità dei commenti ricevuti.
La posizione ortodossa per non essere annoverato tra gente assetata di sangue e rubamerendine ai bambini è "No agli F-35 senza se e senza ma" e guai ad aggiungerlo, questo ma.
Io, però, ce lo metto.
E vaffanculo alla maggioranza.
Inserirò numerosi link a wikipedia, così da lasciar modo ai lettori di informarsi direttamente alle fonti.
Iniziamo coi motivi tecnici che mi fanno opporre al programma e spero di riuscire in maniera semplice, seppure un po' prolissa, a spiegare le mie ragioni distinguendo tra fatti ed opinioni.
Abbiate, quindi, pazienza.
Per prima cosa sappiate che esistono moltissimi tipi di aerei da guerra.
In Italia, purtroppo, la stampa nazionale è abituata a spararle grosse anche nel campo della difesa, quindi il pubblico è costantemente traviato ed è stato portato a credere che esista un solo aereo militare: il bombardiere nucleare.
Ricordo ancora quando si dovettero noleggiare gli F-16ADF e i Tornado ADV per rimpiazzare i vetusti F-104. Pur essendo privi di praticamente qualunque capacità offensiva aria suolo e dedicati esclusivamente alla difesa aerea, la triade dei quotidiani nazionali Lastampa Larepubblica ed Ilcorrieredellasera li dipinse invariabilmente come bombardieri atomici.
Ritengo, quindi, che un 'cappelletto' tecnico su cosa siano e cosa facciano gli aerei da guerra nel XXI secolo abbia la sua utilità.
Siccome la teoria è noiosa, per tener alto il livello di attenzione del lettore, mi invento qui su due piedi una storiella di fantapolitica.
E, visto che gli sto proprio antipatico, facciamo che voglio arruffianarmi un po' qualche militante di 5 Stelle e vedete un po' cosa propongo.
Facciamo finta che, stufi dell'ingerenza del mondo teutonico nei limpidi affari del bel paese, avendo, un certo movimento, ottenuto il famoso 100%, l'Italia dichiari guerra alla Germania e all'Austria.
Non me ne vogliano i lettori, è l'esempio più assurdo possibile ma mi serve per illustrare a cosa servono 'sti benedetti aerei da guerra se mai dovessero servire, quindi ridiamoci su.
E parliamo di aerei.
Per prima cosa ci sono i caccia.
Quelli di Top Gun, per intenderci.
Aerei ad alte prestazioni, veloci, con discreta autonomia, i migliori sensori, potenti missili aria aria, dedicati a distruggere gli aerei nemici. Sulla carta vanno distinti tra caccia da superiorità aerea, destinati ad avere la meglio sui caccia avversari, ed intercettori, destinati ad abbattere bombardieri e cacciabombardieri avversari, ma non entriamo troppo nel dettaglio
Esempi 'classici' sono gli F-14 di Top Gun, gli F-15, il Tornado ADV,  il supercaccia stealth F-22 ed i corrispettivi Russi Mig-29, Mig-31, Su-27, Su-30 e Su-35. Non dimentichiamoci l'Eurofighter Typhoon.
In genere, questi aerei nascono per il ruolo aria - aria e solo in seguito, quando iniziano a non essere più i 'primi della classe', li si modifica per ruoli aria - superficie sostituendo i missili con le bombe.
Torniamo al nostro esempio.
I Tornado ADV (intercettori) pattuglierebbero i cieli della Pianura Padana impedendo ai tedeschi di bombardare le nostre città, contemporaneamente i nostri Typhoon (caccia da superiorità aerea) si spingerebbero a nord delle Alpi per scortare i nostri aerei d'attacco e distruggere i caccia tedeschi in volo.

Typhoon

Poi, ci sono i Bombardieri, destinati a portare la morte nel cuore della nazione nemica.
Il famigerato B-52, quello sì nato come bombardiere nucleare, è l'esempio di superfortezza dei cieli, capace di volare per mezzo mondo col suo carico di testate atomiche.
Ma ci sono anche il supersonico B1 ed i B2 stealth.
In Occidente l'uso di Bombardieri è, oggi, esclusivo appannaggio dell'USAF.
Non esistono aviazioni europee che ne siano equipaggiate.

B1

Diverso il discorso per i bombardieri di origine russa.
Tupolev 16, Tu-22, Tu-22M backfireTU-160, TU-95, TU-142, sono tutte sigle di bombardieri costruiti dagli anni '50 in poi che l'URSS ha largamente esportato. Quindi può capitare di imbattersi anche in aviazioni  Africane dotate di vecchi bombardieri medi armati con missili a lungo raggio.
A parte l'uso nucleare, questi aerei sono stati estensivamente usati in molti dei recenti conflitti perchè possono portare un devastante carico di bombe convenzionali.
Dall'Afghanistan al Golfo, (ma anche nel Ciad da parte libica) questi aerei hanno disseminato centinaia di tonnellate di bombe in pochi minuti durante una singola incursione, superando l'intensità dei bombardamenti sulla Germania della Seconda Guerra Mondiale.
Nel caso della nostra simulazione, l'Italia, potrebbe essersi fatta prestare un po' di Tupolev 22 Blinder dalla Libia e li potrebbe usare per attaccare obiettivi industriali nella Germania Settentrionale con missili supersonici a lungo raggio di fabbricazione sovietica.


TU-22 armato con missile da crociera supersonico

Molto più piccoli e molto più diffusi, sono i velivoli da strike. 
In italiano sono inclusi, con traduzione  impropria, tra i cacciabombardieri.
Questi aerei, come l'Europeo Tornado IDS, l'americano F15E ed i russi SU-24 e SU-34, (tutti bimotore e biposto) sono destinati ad attaccare ponti, centrali elettriche, aeroporti, sistemi di comunicazione, concentramenti di truppe per paralizzare il nemico.
Nel nostro piccolo wargame i nostri Tornado attaccherebbero le difese aeree, gli aeroporti e le colonne di Panzer Tedeschi subito a nord delle Alpi per scompaginare le forze armate della Bundesbank ehm, della Germania.

Tornado

Questi aerei opererebbero, per esempio, in coppia e quasi sempre di notte, volando a bassa quota, individuando gli obiettivi grazie ai loro sofisticati sensori ed attaccandoli con munizioni di precisione sganciabili al di fuori della portata di gran parte delle difese.
Nota: mi rifiuto di usare il termine "bomba intelligente", è un insulto all'umanità.
Il caso classico è la distruzione di un ponte con un'unica bomba a guida laser o il lancio di missili aria superficie contro un aeroporto da una cinquantina di km di distanza.
La prossima categoria è quella dei cacciabombardieri propriamente detti, la più comune classe di velivoli militari.
Si tratta di aerei generalmente monoposto e monomotore.
Sono la spina dorsale di ogni aviazione e si adattano a fare un po' di tutto: i caccia, gli intercettori, i velivoli da strike ed il supporto aereo ravvvicinato.
Occhio all'ultimo ruolo, ci torneremo.
Il Cacciabombardiere occidentale per antonomasia è l'F-16 venduto in migliaia di esemplari a mezzo mondo. Ma è una categoria davvero immensa come quantità e qualità, citiamo il Gripen  svedese, il Rafale francese, una pletora di modelli di Mig e caccia Sukhoi. Aggiungiamo, perchè ci serve nel nostro esempio applicativo, l'italo brasiliano AMX.

AMX, notare il numero di bombe

E, giunto alla fin della tenzone,  il famigerato F-35.
Descriviamola un po', questa brutta bestia.
E' un cacciabombardiere stealth monomotore e monoposto. Stealth significa che è quasi invisibile ai radar, caratteristica ottenuta modellando la fusoliera in un certo modo ed usando materiali speciali.  Questo, però, non vuol dire che l'aereo è invulnerabile.
Solo che, invece di essere rilevato dal radar nemico a 100 Km verrà rilevato a 5 Km di distanza.
Per ottenere questo risultato, inoltre, l'aereo stealth non può trasportare le armi o serbatoi ausiliari di carburante sotto le ali, ma deve tenerle in una stiva bombe interna.
Su un B2 la stiva bombe interna può anche essere grande, ma sul piccolo F-35 le due stive bombe interne possono contenere due bombe e due missili aria aria per autodifesa.

F-35, notare il numero di bombe dipinte di rosso nelle due stive bombe

Certo, l'F-35 può portare armi e serbatoi anche sui tradizionali piloni alari rinunciando alla famosa invisibilità stealth.
Un po' pochino, comunque, questo carico bellico, diciamo la metà scarsa del carico bellico di un cacciabombardiere non stealth.
Gli americani hanno la fissa con lo stealth.
Il guaio è che sì, questi aerei sono invisibili ai radar, quindi meno vulnerabili ai missili aria aria e soprattutto superficie aria, ma sono anche terribilmente costosi e di difficile manutenibilità, per non parlare del problema di ripararli quando danneggiati, roba da incubo, dato che sono fatti in compositi speciali.
Per fortuna, russi e cinesi stanno rincorrendo l'USAF esi stanno incamminando anche loro sulla folle strada di aerei invisibili ai radar, costosissimi, delicati e con prestazioni ben inferiori ai predecessori.
Tanto, poi, quando si arriva ai fatti, aevoglia ad essere invisibile ai radar, caro supercaccia F-22, dovrai accenderlo tu il tuo radar per agganciare il missile (e sarai individuato), dovrai aprire la stiva bombe (e sarai individuato) oppure, banalmente, ti troverai di fronte un a mezza dozzina di visibilissimi ai radar  vecchi caccia in pieno giorno che ti sommergeranno col numero, dato che tu costi 100 e loro 5.

F-22 Raptor con le 3 stive missili aperte

Ah, la logorrea.
Torniamo al nostro F-35.
Ha un raggio d'azione di 1000Km (dichiarato dal produttore, quindi sarei cautelativo) ed una velocità massima di mach 1,6 niente di eccezionale ma questo è il suo difetto meno grave.
Infatti, nel ruolo aria superficie, questo non è molto importante, lo è solo in quello aria aria e non è il compito primario dell'F-35.
Il guaio di questo aereo non è nel fatto che è ancora pieno di difetti tecnici, quelli si superano col tempo (e il denaro). No, il guaio di questo aereo è il costo unitario, un guaio da cui discendono tutti gli altri.
200 milioni di dollari.
Una enormità, direte voi.
Peggio, rispondo io: una assurdità: l'F-22, il supercaccia USAF che ha capacità belliche e prestazioni di gran lunga superiori all' F-35 (e pur essendo molto più grosso dell'F-35 è anche più stealth dell'F-35 che paga il prezzo di troppi compromessi al ribasso) sapete quanto è costato all'USAF?
150 milioni a pezzo.
E gli americani l'hanno giudicato troppo, tanto che ne hanno comprato solo una parte di quelli previsti.
Ma su questi conti ci torniamo dopo.
Ricapitolando, abbiamo un cacciabombardiere che porta una parte del carico bellico dell'AMX ed una frazione di quello del Tornado, ha il raggio d'azione paragonabile a quello dell'AMX ma di gran lunga inferiore a quello del Tornado che dovrebbe sostituire.
Torniamo alla nostra simulazione e chiediamoci:
cosa farebbero i nostri caccia bombardieri AMX nella nostra campagna di ripristino delle libertà monetarie del Belpaese?
Si occuperebbero del lavoro sporco.
Quello più pericoloso: il supporto aereo ravvicinato.
L'avete visto in azione in decine di film americani, da Gunny a Platoon, da Apocalypse now a Salvate il soldato Ryan.
Sul più bello (brutto), quando i nostri sono ad un passo dall'essere sopraffatti, spuntano i falchi stelle e strisce e fanno a pezzi i cattivi di turno a due passi dai nostri eroi.
Facile, no?
I nostri bersaglieri si trovano di fronte una collina tenuta da fanatici dell'eurozona?
Arrivano gli AMX e la annaffiano di napalm.
Gli alfieri corazzati della cancelliera sui loro panzer leopard2 ci stanno circondando su un fianco?
Ecco la nobile vedetta lombarda guidare l'apposito attacco aereo controcarro.
Lasciate perdere le suggestive scene di battaglia dei film e inziamo a pensare un po' seriamente a cosa stiamo descrivendo.
Il nostro pilota di AMX sta volando di giorno ma non troppo veloce, se no non riesce né a vedere né tanto meno a mirare ai bersagli, che sono trincee, case trasformate in casamatte, singoli carri armati o veicoli.
E non è che sita volando dritto ed alto, così avrebbe un' ottima visuale e tutto il tempo di scegliere gli obiettivi, mirare e sparare, ma ci tiene alla pelle: perché gli obiettivi sparano a loro volta.
Al nostro pilota su AMX stanno sparando contro con mitragliatrici, missili contraerei, cannoncini, fucili e pistole.
Quindi vola basso e quasi sempre deve sorvolare l'obiettivo per colpirlo.
Certo, ci sono armi stand off e munizioni di precisione, ma sono utili per lo più contro bersagli fissi o contro i carri armati, per il resto si fa alla vecchia maniera.
Andando relativamente 'lenti' sul campo di battaglia e operando di giorno.
Con gravi rischi per velivolo e pilota.
Tanto gravi che sia USA che URSS (ma anche noi col nostro AMX) per questo genere di missioni hanno sviluppato degli aerei fatti a posta (A-10, SU-25), praticamente corazzati per resistere al fuoco dei fucili e delle mitragliatrici, relativamente lenti (perché sfrecciare a Mach 1.2 per mirare ad una trincea è poco pratico), capaci di volare anche con delle parti di aereo strappate via dalle esplosioni e di portare un pesante carico di razzi e bombe.
Quando l'USAF ha provato ad usare il supersonico F-16 per rimpiazzare l'A-10 nel ruolo del supporto aereo ravvicinato (detto Close Air Support, ossia CAS) i risultati sono stati talmente scadenti che il tentativo è stato annullato.
Ora, a questo punto, qualche lettore potrebbe iniziare a capire dove sto andando a parare.
Facciamo finta di averli comprati 'sti F-35 e torniamo sui nostri passi.
Potrebbe, l'F-35, sostituire il Tornado nelle sue missioni in profondità nella Germania centrale?
No. Non ne ha l'autonomia.
E nemmeno l'armamento.
E nemmeno la relativa sicurezza di andare in missione così lontano da casa contando su due motori invece che su uno.
Quindi, quando ho letto che la nostra aviazione voleva comprare gli F-35 per sostituire i Tornado sono rimasto di stucco: vogliono sostituire un Furgone Ford Transit con un Sidecar.
L'F-35 non è progettato per fare da velivolo da Strike per un'aeronautica come quella Italiana.
Punto.
Potrebbe, l'F-35, sostituire l'AMX nel suo ruolo di aereo di attacco per il supporto ravvicinato ai nostri bravi bersaglieri?
Ne ha l'autonomia ed è anche più veloce, caratteristica che abbiamo visto essere inutile per quel ruolo.
Ma di inutile ha ben altro.
Immaginatevi la scena.
Il nostro sofisticato, invisibile ai radar, caccia, si avventa con due sole bombe due, in pieno giorno, in piena vista, a 700 Km all'ora contro la nostra collina tenuta dagli eurosoldaten.
Tutti i compromessi fatti per rendere l'aereo stealth diventano inutili difetti.
In piena vista l'F-35 è preso di mira da missili a guida infrarossa, mitragliatrici, fucili, pistole e, dato che è vicinissimo ai radar della difesa aerea della teutonica collina, pure dalla contraerea guidata dal radar. Esattamente come il non stealth AMX.
Il nostro bravo e coraggioso pilota sgancia le sue bombe e finisce d'un colpo solo le munizioni, mentre un AMX avrebbe avuto modo di portare altri attacchi.

 A-10 in missione di Close Air Support

Una volta tornato (si spera) alla base si scopre che qualche proiettile di contraerea è andato a segno.
L'AMX può essere facilmente riparato col fil di ferro, la fusoliera in composito dell'F-35, no.
In ogni caso abbiamo usato un aereo da 200 milioni per fare meno lavoro di uno  che ne costa un decimo. In pratica, un solo F-35 costa quanto un intero gruppo di AMX e porta meno bombe.
Quindi, quando ho letto che la nostra aviazione voleva comprare gli F-35 per sostituire gli AMX sono rimasto di stucco: vogliono sostituire un trapano normale con un trapano da dentista... con tutta la  poltrona da dentista attaccata.
Sfortunatamente, non ho ancora finito.
Dunque, le ragioni tecniche le abbiamo sviscerate, ce ne sono altre ma non voglio esagerare, vi lascio qualche pulce nell'orecchio: chi prevarrebbe in un duello tra l'F-35 ed un SU-30?
Ok, andiamo avanti.
I motivi economici.
Devo entrare nel dettaglio?
Costa troppo.
Costa uno sproposito.
Il fatto che gli USA stiano per comprare un migliaio di questi cosi che costano il 25% di più del più avanzato caccia al mondo (l'F-22) la dice lunga sul potere delle lobby americane: l'azienda che produce F-22 ed F-35 (che è una versione ridotta dell'F-22) è la stessa: Lockeed Martin.
Quando la commessa F-22 è stata tagliata ... Si sa: se tagli di qua poi devi ridare di là: per gli USA sarebbe più economico produrre altri F-22 che proseguire con gli F-35. Costerebbero di meno e potrebbero svolgere ruoli di caccia e strike senza compromessi.

F-22 che supera il muro del suono senza postbruciatori

Mistero, eh?
Queste lobby, fanno miracoli: spendere il 25% in più per avere il 70% in meno ...
L'F-35 costa troppo e non solo per quello che vale, ma per quello che dovrebbe fare.
Veniamo ai motivi politici.
Ad oggi, la nostra aeronautica militare è equipaggiata, per i compiti di prima linea, di Eurofighter Typhoon, Panavia Tornado IDS e AMX, progettati e costruiti in Europa i primi due, con il Brasile il terzo.
Sono velivoli anche di produzione nazionale, pensati e progettati con i nostri cugini europei.
Il Tornado l'abbiamo fatto con tedeschi ed inglesi, il Typhoon con l'aggiunta degli spagnoli, insomma, sono macchine europee per una difesa europea.
Costano anche loro care, ma significano anche know how industriale, occupazione e ricerca.
Significano indipendenza.
Invece, comprare 'sto coso dagli USA è un bel regalo dei nostri soldi che se ne vanno tutti oltreoceano senza adeguate compensazioni industriali e senza acquisizione di know how degno di questo nome.
Le ricardute occupazionali della cancellazione del programma ci saranno, ma, francamente, il gioco non vale la candela.
Sarebbe molto meglio continuare come abbiamo fatto fino ad ora, ossia costruire i nostri aerei assieme ai nostri vicini.
E' il primo passo della cooperazione militare e ne abbiamo già fatti tre nella giusta direzione della difesa comune europea (che è ben altro che la NATO).
Perchè fare questo passo falso e pure nella direzione opposta?
Piccola postilla dato che siamo in tema di datagate.
L'F-35 è un velivolo le cui sofisticate funzioni sono controllate da un sistema di computers ...
su cui gira un software proprietario...
Di cui non solo l'Italia non potrà mai controllare i sorgenti (la mia fissa sull'open source, direte voi), ma ciò implica la non remota (anzi, la quasi certa) possibilità che l'aereo possa essere in parte o completamente controllato dagli USA che potrebbero semplicemente 'spegnerlo' se usato in contesti non graditi al governo americano.
Fantascienza?
Sì, come no. Voi vi fidereste?
Coraggio, siamo quasi alla fine: le considerazioni finanziarie.
Si dice che il programma ci costerebbe almeno 13,5 Miliardi di €.
Qui gli amichetti del "Senza se e senza Ma" probabilmente hanno preso una cantonata, infatti vanno spammando, ehm, spargendo in giro la 'furoviante' informazione secondo cui 'sti soldi li si deve sganciare tutti domattina.
Non è così, sono spalmati in 24 anni ma restano un'enormità e la stima dei 13,5 Miliardi è probabilmente al ribasso. Parliamo, probabilmente, di 1,5 forse 2 Miliardi all'anno per i primi anni, con tante incognite per quelli successivi.
Ma anche se fossero solo 50 Milioni l'anno, gettarli via in un aereo semplicemente inadatto a sostituire Tornado ed AMX è peggio di uno spreco, perchè implica anche pesanti ricadute negative sulle nostre relazioni con le altre nazioni dell'UE, ritarda l'integrazione europea a livello della difesa ed impoverisce il nostro background industriale e tecnico.
Non so esattamente cosa succederebbe se, per un benaugurato miracolo, il programma fosse cancellato.
Ho dei dubbi che si risparmierebbe poi tantissimi, ma sicuramente qualcosa si risparmierebbe.
Mi piacerebbe che gli eventuali risparmi fossero, almeno per un paio di anni, dedicati alla detassazione delle attività produttive o alla 'nazionalizzazione' e potenziamento del servizio antincendio.
Poi, si potrebbero usare per incaricare industrie aeronautiche nazionali/europee per aggiornare la flotta esistente di Tornado ed AMX e magari comprare qualche Typhoon in più.
Certo, resta il problema delle nostre portaerei, dato che l'ammiraglia è stata costruita per ospitare gli F-35, ma questa è un'altra storia.
Tremo all'idea che gli eventuali risparmi finiscano nel foraggiare altra pubblica burocrazia parassita, ma siamo in Italia dove le cose meno utili e più dannose sono anche le più probabili.
Da quanto ho scritto credo che sia evidente che non ho nessuna simpatia per gli F-35 mentre ne ho molta per la Germania, in cui il costo della vita è molto più basso di quello italiano mentre occupazione, produttività industriale salari, servizi e diritti, beh, non sono nemmeno da raffrontarsi.
Qualche anno fa, perso nella noia di un pomeriggio di convalescenza, ho scoperto che la Svezia, pacifica, civile e circondata da popoli pacifici, è, relativamente all'Italia, molto, molto più armata.
Quindi, qualche giorno fa, mi sono informato sulle forze aeree dei paesi del Nord Africa e della Siria.
Sapevo che i paesi arabi sono pesantemente armati e militarizzati e conoscevo già la potenza delle forze aeree Egiziane e Siriane.
Non avevo idea, invece, della modernità e della potenza dell'Aviazione Algerina.
Mig 29, supercaccia SU-30, velivoli da Strike SU-24.

SU-30 Algerino

Ho postato le foto di questi aerei, senza commenti, ma sono stato accusato di voler coprire le porcate del PD, come se stessi in qualche modo suggerendo la necessità di comprare gli F-35 dopo aver scritto ovunque (e questa è solo l'ultima mia pubblica dichiarazione di contrarietà) che sono contrario.
Un esempio a caso: l'esistenza di un'aviazione Algerina moderna e ben armata è un dato di fatto e non implica la necessità di una corsa agli armamenti automatica ma smentisce la pacificità del Mediterraneo data per scontata dagli anti-F35 ideologici. Tutto qua.
L'assenza della cognizione della collocazione anche semplicemente geografica, per non dire geopolitica, del Paese in cui si vive, mi sembra, per un'eccessiva percentuale della popolazione, un altro dato di fatto.
L'Italia ha bisogno di un sistema difensivo molto più della Svezia.
Quindi bisogna pensarci.
Non vado oltre, resto a questa affermazione.
Bisogna pensarci, coi numeri alla mano, non con le ideologie.
L'obiettivo è semplice: nessun SU-30 o F-16 straniero deve poter far danni al Bel Paese e ci sono molti modi per impedirlo.
L'F-35 non è uno di questi.
Ma nemmeno "senza se e senza ma".


Se siete arrivati fin qua potreste anche apprezzare questi miei vecchi post a tema:

http://invernoerosa.blogspot.it/2010/12/la-svezia-sta-allitalia-come-likea-sta.html

http://invernoerosa.blogspot.it/2013/06/la-difesa-aerea-delleuropa-sogno-di-una.html







9 luglio 2013

Whonix, TOR per tutti

In questi tempi di datagate potrebbe essere interessante avere sotto mano qualcosa che ci permetta di navigare in relativa sicurezza.
Date uno sguardo a questo sito.
Whonix è un sistema che consente di navigare anonimamente attraverso la rete TOR.
TOR, lo devo ricordare, non è un sistema perfetto e non garantisce una cippa su scala globale ma per evitare di far sapere al vicino con cui condividete il router 'ndo andate può essere più che sufficiente.
E voi mi direte: sì, anche io uso TOR, cos'ha di diverso il tuo sistema?
Whonix è costituito da due macchine virtuali per Oracle Virtualbox.
Mi dispiace di non poter descrivere qui cenni di virtualizzazione applicata, sarei estremamente prolisso, datevi una lettura all'apposito articolo di wikipedia su Virtualbox e facciamo che siete in pari.
Del resto, mi dispiace, ma questo non è un sistema proprio banale, un po' ci si deve applicare per farlo funzionare
Torniamo alle nostre macchine virtuali.
Sono basate su Debian.
La prima fa da router tor: ha due schede di rete, una in NAT per la navigazione TOR e l'altra collegata ad una rete privata interna a virtualbox per consentire alla seconda macchina di poter navigare.
Faccio notare che questa seconda macchina è collegata solo ad una rete virtuale isolata che non esce direttamente sul web.



L'immagine presa dal sito di whonix vale più di altre cento righe di spiegazioni Sul vostro PC virtuale avete due macchine, una per lavorarci, su rete isolata, l'altra connessa solo a TOR.
Il vantaggio di quesa soluzione è che, se il sistema whonix non è originariamente compromesso, non c'è modo di 'infettare' la whonix workstation.
Vi ricordo, per esempio, che se usate Windows con software magari pirata aevoglia a usare TOR: dall'ultimo anello della catena di server cifrati il vostro traffico uscirà comunque colmo delle stesse schifezze che avete sulla vostra macchina infetta.
Pronti?
Si va ad incominciare.
Occorre scaricare le due macchine virtuali e, possibilmente, fare lo sforzo di verificare che non siano corrotte.
Per il resto virtualbox farà tutto da solo, basta fare doppio click (anche in Linux :P) e Virtualbox importerà le due macchine virtuali.
Whonix Gateway gira con 128 MB di RAM (è una debian testuale che funge da router gateway) mentre Whonix Workstation di RAM ne ha 768 MB.
Ovviamente, sono valori alterabili dall'utente ma non ho riscontrato problemi nell'uso normale.
Per prima cosa avviamo  la Macchina Virtuale (d'ora in poi VM)  gateway e attendiamo che sia completamente caricata. 
La VM si connetterà alla rete TOR attraverso la scheda di rete in NAT e si predisporrà per traslare il traffico sulla scheda collegata alla rete privata.
Poi, lanciamo la VM Workstation.
L'utente user è abilitato al login automatico su entrambe le macchine virtuali, l'utenza root ha come password l'autoesplicativa changeme.
Suggerisco di cambiare la password e se si è paranoici anche disabilitare il login automatico: effettivamente, la possibilità che qualcuno comprometta la workstation da console è una delle più probabili falle di sicurezza.
Dopodichè si devono fare un paio di cose: aggiornare entrambe le macchine

su root
apt- get update
apt-get upgrade

e riavviare.

Io ho sperimentato un fastidioso problema con il mouse (si muoveva solo in una porzione dello schermo)  che ho potuto risolvere solo installando i virtualbox guest addition:

su root
apt-get install virtualbox-guest-x11

e riavviare.

E poi?
E poi niente: navigate con qualche sicurezza in più.
Il browser è una versione customizzata di Firefox 17.0.3 aggiornabile alla 17.0.7

L'ambiente KDE è curato e fluido ed è possibile installare nuovo software con synaptic.

La navigazione non è un gran che.
La rete TOR non è famosa per la rapidità, quindi, in pratica, è un sistema riservato a comunicazioni confidenziali ed è poco pratico per la navigazione di tutti i giorni.
Inoltre è un buon modo per capire un po' il networking in linux e tra Macchine Virtuali.
Inoltre, è gratis: dateci un occhio.


Laicità

Laicità.
Se andate oggi, su wikipedia, troverete riferimenti al crocefisso nelle scuole.
Ossia, che la Laicità riguardi in qualche modo i rapporti tra credenti e non credenti nelle più varie fedi religiose.
Io voglio il crocifisso, tu non lo vuoi, a quell'altro non glie ne frega niente, io sono cristiano ma comprendo le ragioni di un musulmano, io sono ateo e penso che vi siate tutti bevuti il cervello, cose così.
Ma le credenze irrazionali sono solo un'esclusiva dell'ambito religioso?
O appartengono anche a quello della politica?
Probabilmente esistono superstizioni di gran lunga peggiore di quelle che coinvolgono fattucchiere e malocchio.
Le credenze religiose, intese nel significato più deteriore del termine, sono forse tanto più perniciose delle credenze irrazionali che credono di essere laiche ?
Il mai abbastanza compianto Mario Silvestri affermava:
"Il fascismo è la menzogna che crede di essere verità".
E questo è quanto.

5 luglio 2013

Short(s) War

Ho deciso di dedicare qualche minuto alla recente 'polemica' su pantaloncini e minigonne innescata da un giornalista sardo genovese, Marco Cubeddu.
In molti hanno già contestato efficacemente le tesi espresse dal Cubeddu (qui l'articolo originale) e non mi metterò di certo ad aggiungere parole già dette se posso.
Una frase dell'articolo, però, mi ha colpito particolarmente:

"Perché le ragazzine si vestono così da sgualdrine? (cit.) "

E qui devo confessare di averci messo qualche anno a maturare una mia idea.
Ecco, magari a 14 anni apprezzavo molto le minigonne, ma non potevo nascondere a me stesso che forse non avrei voluto, proprio, portare all'altare una ragazza che si vestisse con gonne troppo corte, appunto, come ' di quelle sulla via di Bari'

(Nota: viv(ev)o in Basilicata, probabilmente l'uninca regione d'Italia in cui non vi sono prostitute per le strade. A parte la peculiarità statistica che dovrebbe stuzzicare la curiosità di un lettore non lucano ad approfondirne le cause, ricordo che, a 20 km da Matera, verso Bari, appunto, l'anomalia statistica in questione si risolve in gran tripudio di carne a prezzi di saldo).

Poi, però, sono cresciuto.
Beh, forse non sono ancora cresciuto abbastanza da dirmi uomo fatto.
Però, una cosa la so: quando incrocio una prostituta, sia sui viali di Bologna che sulla via di Bari, non riesco a  darle una "bella taliata" come farebbe il Camilleresco dottor Augello.
"Povera figlia, maledetti porci".
Sono le unice cose che penso e sento nei pochi secondi in cui quei corpi passano nel mio parabrezza.
Povera carne macellata, di ragazze che potrebbero essere le mie figlie, le mie scolte, le mie guide.
Porci: sfruttatori e clienti.
Quello che ritengo sfugga al Cubeddu è che nè ragazzine nè donne adulte si vestono come le prostitute.
Non possono.
La mamma in prendisole che ho incrociato al supermercato stamattina mostrava la sua bellezza di persona libera, invece, le donne seminude che, mentre scrivo, sono sotto il sole sulla via di Bari (e su troppe vie di altre 18 regioni d'Italia), non indossano altro che le catene della viltà maschile di sfruttatori e clienti.
Quindi, per mia fortuna, apprezzo anche più di prima le minigonne ma mi sono liberato da lustri dai miei pensieri di ragazzino imbranato.
Le donne possono o meno mostrare le gambe a loro scelta, le prostitute di strada scelta non ne hanno.
Del resto il cane si morde la coda: uomini che finanziano la prostituzione, uomini che ne traggono profitto, uomini che guardano ogni donna con lo stesso sguardo con cui guardano ogni prostituta, uomini che scrivono parole illogiche sul corpo delle donne.
Ma saranno uomini come me, questi uomini?


1 luglio 2013

Spy vs Spy, ovvero: buon #prism per tutti per un #datagate eterno

A quanto pare una cosa sapevo che nessun altro in Europa sapeva:
che tutti gli stati spiano tutti gli altri stati come e quanto possono.
Ho perso il primato a causa dello scandalo Prism, ma non me ne lamento, non era una informazione con cui sono mai riuscito a fare soldi.


Da buon italiano meridionale sono abituato ad essere interrogato, sin dalla tenera età, dalla vicina di casa e/o affini su dove stessi andando, su cosa stessi andando a fare e sul perchè lo stessi andando a fare.
Immaginatevi vari me: bimbo col pallone, giovanotto sulla vespa, ragazzetto con lo zaino scolastico, scout con lo zaino scout, testimone di nozze col vestito del testimone di nozze.
"Dove vai? Cosa fai ? Con chi vai?"
Celeberrime domande che poi, o te le pone la vicina o te le pone il carabiniere al posto di blocco: fanno parte della natura umana.
Ogni tanto, però, il Segreto di Pulcinella viene a galla.
Il web è satollo da anni di informazioni sul ruolo dell'NSA e che facesse certe cosucce non proprio rispettose della privacy è piuttosto noto da anni.
A tutti i linux day d'Italia degli ultimi 10 anni si sarà ironizzato sulle backdoors lasciate aperte nei sistemi opertivi Microsoft ad uso e consumo del governo USA o sui rischi dei sistemi proprietari con codice chiuso di cui nessuno sa cosa facciano alle nostre spalle.
Un tempo, lo spionaggio era una cosa che riguardava le persone.
Le informazioni dovevano essere scambiate a mano, i progetti delle armi nemiche dovevano essere fotografate con le macchinette di James Bond
Oggi, l'avvento della comunicazione digitale, ha spalancato le porte a nuove forme di invasione della riservatezza personale, politica ed economica.
Ma l'indignazione dei leaders europei russi e cinesi (per non parlare dei politici nostrani) è il classico gioco delle parti.
Dispiace che sia il 'buon' Obama (e non il perfido Bush) a fare la parte del cattivo, ma voi credete che la Francia non spii l'Italia?
E credete che l'Italia non abbia la sua mini-NSA? (In cui magari lavorano raccomandati con pc anteguerra del golfo ma questo è un altro discorso).
Credete davvero che anche quando il più impresentabile dei nostri premier sia andato in visita alla Casa Bianca o alla tenda di Gheddafi non gli sia stato fatto prima un briefing informativo?
Credete che la FIAT non spii la Ford?
Che la Vodafone non spii la Wind?
O siete davvero soddisfatti della dichiarazione del nostro Ministro della Difesa sul 'datagate che mette a rischio la credibilità della nostra alleanza con gli USA'?
Come se noi fossimo nella NATO per motivi diversi dal fatto di essere vaso di coccio tra vasi di ferro...
Altro che F-35 ...
Davvero spassose queste dichiarazioni.
Certo, è oggettivamente spiacevole e seccante la massiccia violazione della Privacy sia personale che industriale a cui siamo soggetti.
Ma è intrinseca nel mezzo: il web.
Non sto, ora, a fare un riassunto tecnico del perchè, leggetevi pure gli articoli di wikipedia su prism per avere un quadro sintetico della faccenda.
Ma dalla Russia e dalla Cina, quotidianamente, da anni, partono massicci attacchi informatici alle infrastrutture di rete occidentali e i cinesi, soprattutto, fanno spionaggio industriale a tutti i livelli completamente alla luce del sole.
Nel silenzio generale (al netto dei quattro fessi che palrano ai linux day per esempio).
Magari, bisognerebbe protestare ed attivarsi per rigettare i costi economici di questo genere di danni al mittente.
Magari bisognerebbe chiedere a gran voce l'abbandono dei software proprietari coinvolti nel datagate in favore di soluzioni GNU/Linux o comunque open source.
Stracciarsi le vesti perchè gli USA ci spiano (e ci spieranno come noi, nel nostro piccolo, vi assicuro che spiamo loro) è qualcosa fuori dal mondo.
Su, confessate: anche se siete innamoratissimi e fidanzatissimi quando passa una bella ragazza in minigonna la guardate o no?
(E viceversa per le lettrici e altre combinazioni di gusti).
E' nella natura umana.
L'indignazione ipocrita ci sta tutta, va bene, ma le cose serie sono altre.
Invece di indignarvi, proteggetevi.
Smettetela di usare software contraffatto da russi e cinesi che useranno il vostro pc per le loro nefandezze.
Smettetela di usare sistemi proprietari i cui veri proprietari sono non voi che li avete pagati ma i produttori e l'NSA (od equivalente cinese).
Usate codice aperto e cifratura:
il codice aperto per avere la sicurezza di non trovare sgradite sorprese nel vostro software, la cifratura per tenere gran parte dei ficcanaso lontano dai fatti vostri (ma sappiate che l'NSA drizza le orecchie in modo particolare proprio sul traffico cifrato).
Non è difficile nè costoso, anzi.
Probabilmente anche l'hardware contiene backdors (vi piacciono gli smartphone e i notebook a due lire made in china, eh?) ma per quello ora non so cosa suggerire.
Sugli attentati eventualmente sventati grazie a Prism non mi pronuncio, non è questa la sede, forse Prism ha salvato moltissime vite e forse no.
Insomma, basta stracciarsi le vesti perchè si è visto in TV (mentre era scritto in molti altri posti da anni) che gli americani ci spiano.
Ci spiano anche i cugini europei, i russi ed i cinesi.
Ci spiamo tra di noi.
Stiamo su Facebook per farci spiare meglio.
Insomma, serietà!

PS: Ma voi ve lo ricordate un certo Mister B. che voleva affossare tutte le intercettazioni?

29 giugno 2013

Lo Zaino

Sono anni che, saltuariamente, scrivo raccontini scout.
Da oggi, per festeggiare i cinquantamila visitatori sul mio blog, inizio un nuovo esperimento.
Sto scrivendo una serie di storielle scout, magari collegate tra di loro, ma le pubblicherò non in ordine 'logico', ma in ordine cronologico di scrittura, con label "L'assalto alla cambusa".
Divertitevi e criticatemi.





In tanti anni la cosa che per me è rimasta sempre uguale è il pomeriggio prima della partenza per il Campo Scout.

E la notte.

E il mattino.

Lo so, ogni zaino è diverso: Branca EG e Branca RS richiedono approcci differenti.

Contenuti differenti.

Ma il tempo per fare lo zaino è lo stesso.

I pensieri dello zaino gli stessi.

Ho avuto tre zaini, vediamo, in quanti? 

25 anni di scoutismo?

Sì.

Tre zaini.

Un vecchio zaino della fanteria, comprato usato da Michele La Stoppa, senza spallacci imbottiti e senza intelaiatura, per i primi anni di Reparto.

Quando si bagnava (e capitava spesso) puzzava terribilmente.

Non so che fine abbia fatto, probabilmente si è disintegrato ed è stato gettato via.

Poi, uno zaino Ferrino, di nylon verde, con telaio di alluminio.

Mi ha abbandonato alla fine dell’Hyke del CFM.

Diciamo che ho rotto il telaio di alluminio per fatica …

Ma non era da gettar via: è stato conveniente riciclato per qualche ragazzino del Reparto.

Poi, un altro Ferrino, con telaio interno.

Il mio zaino.

Conosco il mio zaino. 

So dove vanno a finire le cose.

“Vorrai dire: dove sono conservate le cose?”

No, intendo esattamente dove vanno a finire.

Metto il sacco a pelo in fondo ed al suo fianco la sacca notte, poi la giacca a vento a contatto con la schiena ed il resto del vestiario al centro. 

In cima cibo e spiritiera, cassetta del pronto soccorso ed impermeabile.

In genere, l’impermeabile è l’unico che resta in cima, alla sosta per il pranzo. 

La spiritiera è regolarmente abbracciata al sacco a pelo: ma si sa, per me, mangiare e dormire ...

Ci metto un sacco a fare lo zaino perchè perdo tempo.

Perdo tempo perchè penso anche ad altro.

Francamente, penso al “Chi me lo fa fare”.

Ci penso sempre.

Ci penso mentre metto in atto i trucchi del mestiere: le batterie della macchina fotografica nella tasca della cintura dello zaino.

I Fiammiferi e l’accendino in piccole tasche separate.

Le spille da balia, come da manuale.

Ago e filo. L’ago è magnetico, perchè una bussola di riserva può far comodo.

Il filo, non tanto per ricucire bottoni, ma per sgonfiare le bolle ai piedi durante la notte... 

E non vi dico come: certi vecchi trucchi si tramandano solo da Capo a Ragazzo...

Rivedo la cassetta del pronto soccorso: per certe cose mi sento tranquillo solo se controllo due volte.

Consumerò una quantità industriale di repellente antinsetti, lo so, come so che esaurirò la pomata per le contusioni e l’acqua ossigenata.

Se posso, un po’ di borotalco.

A portata di mano, sempre nella cintura, metto le caramelle.

Quelle del commercio equo e solidale.

L’ideale per un boost zuccherino quando le forze svaniscono di fronte all’ennesima salita a sorpresa.

Arrotolo l’isolante e mentre lo assicuro col cordino (di canapa, non bariamo!) allo zaino mi viene in mente che non ho ancora sistemato il mio rotolo di corda di riserva.

Va nella stessa tasca del coltello, un banale opinel da cinque euro con cui, però, faccio di tutto. Ci taglio il pane, il cordino (quando ci vuole ci vuole), la carne, la frutta e il formaggio. E, no: non l’ho mai usato come bisturi... beh, quasi mai.

La luce elettrica, la doccia, il letto ed il frigorifero, niente di questo mi mancherà.

Non c’è posto nello zaino per molte cose.

L’ansia è troppo ingombrante, non ci entra.

Nemmeno la viltà spicciola, quella che ti fa voltare dall’altro lato in autobus quando un cretino fa un commento razzista su un poveraccio col suo ingombrante borsone di speranze e merce contraffatta.

Però lo zaino non è ancora chiuso.

Nel frattempo, l’ansia ha ancora campo libero.

Inizio a ricoprire la cartina del percorso col nastro adesivo.

La mappa IGM è stampata su un normale foglio A5.

La impermeabilizzo col nastro adesivo, un gesto meccanico, perfetto per far evaporare l’ansia.

Quando finisco di ricoprire la carta col nastro adesivo avvolgo la mappa attorno alla bussola. Anche questa resta a portata di mano in una tasca della cintura dello zaino.

Quando si marcia, sotto la pioggia, lo sguardo alla mappa in basso ed alle cime in alto è pura consolazione: sapere, una volta ogni tanto, nella vita, dove si è e dove si sta andando.

Mi concentro per evitare che la paura si infiltri tra cinghie e chiusure lampo nel mio zaino.

La paura che tutto quello che accadrà, portando lo zaino, sia una inutile o, peggio ancora, dannosa menzogna.

Che tutto lo Scoutismo infonda una perniciosa idealità laddove dovrebbe inculcare solo tecnica e che strappi via da corpi ed anime i sani anticorpi dell’egoismo e della amoralità così necessari alla quotdianità contemporanea.

Provo gli spallacci, ma so che è un gesto inutile: l’assestarsi del peso sulle spalle è mutevole, variabile, continuo.

Rimetto a terra lo zaino, in verticale.

Inizio a chiuderlo, verifico le cerniere, tiro al massimo le cinghie sotto cui ho incastrato l’isolante.

E spero di lasciar fuori l’ultima paura.

Che quello sia il mio ultimo zaino del mio ultimo campo Scout.

26 giugno 2013

La Difesa Aerea dell'Europa (sogno di una notte di inizio estate)

Facciamo finta di vivere in un Paese in cui lo sport nazionale non sia sostenere contemporaneamente il diritto della moglie ad essere ubriaca e della botte a restare piena.
Ossia, supponiamo che tra i miei lettori, del Partito Democratico e non, vi siano persone consce della necessità di scegliere tra l'ombrello militare USA e quello nazionale/europeo.
Un or secco, per dirla in altri termini.
In questi  giorni di feroce dibattito sulla faccenda "F-35" solo Pippo Civati (mi pare) è andato oltre il classico "No, senza se e senza ma" tipico delle italiche genti, proponendo, invece, la  più sensata alternativa dello spostamento a livello europeo delle spese militari.
La faccenda è terribilmente complessa, quindi ci permetteremo qualche semplificazione.
Per prima cosa le fonti: wikipedia, tanto per uniformare le cose.
Poi l'ambito: esclusivamente i velivoli da combattimento.
Con il classico pallottoliere ho compilato la tabellina seguente contenente gli aerei da combattimento delle aviazioni dei paesi dell'Unione Europea:


Italia 197
Francia 239
Germania 274
Spagna 147
Portogallo 35
Grecia 265
Ex Yugoslavia 75
Inghilterra 279
Benelux 130
Scandinavia 190
Ungheria 14
Bulgaria 56
Romania 36
Polonia 112
Repubblica Ceca 40
Repubblica Slovacca 8
Austria 15


Che fanno un totale di 2112 tra intercettori, caccia leggeri e caccia-bombardieri.
E', praticamente, la stessa consistenza numerica dell'USAF.
Certo, non altrettanto moderni, ma si tratta comunque di circa duemila macchine.
Facciamo gli stessi conticini  per i nostri vicini, sia geografici che geopolitici.
La Russia schiera 1525 caccia (moderni, niente Mig 21-23) e quasi 200 bombardieri nucleari.
Ovviamente, questa forza aerea è sparsa sull'immenso territorio nazionale, non dobbiamo immaginarci che siano tutti puntati contro di noi.
La Turchia dispone di 485 aerei, l'Iran di 500, la Siria di 782 mentre proprio i dirimpettai Algerini schierano 153 aerei, inclusi una quarantina di modernissimi supercaccia russi SU-30.
L'Egitto dei fratelli musulmani si ferma a 465 aerei, mentre al momento l'aviazione libica è al lumicino.
L'ex-colonia del Bel Paese è arrivata a schierare ben 600 caccia sovietici (e qualcuno francese) negli anni '80, con una piccola forza di bombardieri.
Ricordiamo che la Libia ha lanciato due IRBM contro l'Italia negli anni '80.
Nota di colore: tra i più tenaci oppositori del programma F-35 si contano anche coloro che vorrebbero imporre una No flight zone a protezione di Gaza da Israele. 
Beh, dovrebbero ricordarsi che gli israeliani dispongono di 730 caccia per cui servirebbero tanti tanti tanti aereoplani per realizzare i loro desideri.
Diamo, quindi, ai lettori, un termine di paragone.
Una delle zone più 'calde' del pianeta è la penisola di Corea.
La Corea del Nord schiera qualcosa come 660 aerei, di cui solo 40 Mig-29 realmente utilizzabili, gli altri sono poco più che rottami.
I sudcoreani di aerei ne hanno pochi di meno, ma quasi tutti moderni.
Nel 'pacifico' Mediterraneo, invece, i caccia si contano a migliaia.
Può darsi che mi sbagli, ma, per come sono andate le primavere arabe, venti di disarmo proprio da queste parti non ne soffiano e non ne soffieranno per un bel pezzo
Cosa significa, quindi (e voi direte: "finalmente!") una difesa europea?
Beh, prima di tutto si tratta di un problema politico gigantesco che non ritengo possa essere risolto a breve salvo eventi di forza maggiore. Non me li vedo i francesi a cedere sovranità, ma nemmeno gli inglesi o gli svedesi, se è per questo.
Gli italiani la sovranità non la vogliono quindi ... Quindi siamo dannati a comprare da schiavi gli F-35 americani o, se non li compreremo, a sottometterci ancora di più alla 'protezione' dello Zio Sam.
Però l'idea è buona, anzi, più che buona: necessaria.
Necessaria per poter garantire sicurezza e 'peso' politico a quella che, tutto sommato, rappresenta una delle più avanzate invenzioni sociali e politiche della storia umana: l'elenco dei paesi extra UE in cui è meglio vivere rispetto a quelli dell'UE non è poi lunghissimo.
Diamo, quindi, uno sguardo alla cartina:




Unificare la difesa aerea dei paesi dell'Unione implica, ipso facto, una razionalizzazione di costi e risorse: Gran Bretagna, Francia settentrionale, Benelux, Germania e Danimarca potrebbero, ragionevolmente, essere difesi da pochissimi aerei mentre il nerbo delle forze dovrebbe essere concentrato tra Spagna, Italia e Grecia con uno schieramento secondario tra Finlandia Polonia e Romania.
La standardizzazione dei meccanismi logistici e di addestramento potrebbe consentire di mantenere lo stesso numero di aerei con minor spesa, o, in alternativa, lo stesso livello di sicurezza (meno aerei ma schierati lì dove servono) con un drastico calo delle spese militari complessive.
Anche semplicemente con una integrazione a livello operativo, quindi spostando le unità lì dove servono, consentirebbe un incremento del livello di sicurezza ed un innalzamento della credibilità internazionale dell'Unione Europea:
Erdogan può tranquillamente permettersi di 'non riconoscere il Parlamento Europeo', infatti quest'ultimo dispone di 0 aerei, la Turchia di 485...
Insomma, l'idea è buona.
Ma quanto è fattibile?
Io credo sia un problema più politico che altro.
Certo, resta il macigno dell'unificazione degli apparati industriali: i francesi sono notoriamente allergici ai programmi europei quali Tornado ed Eurofighter, per non parlare delle feroci lotte per definire le gerarchie di questa teorica European Union Air Force.
Da un punto di vista strettamente pratico le cose non dovrebbero essere troppo complicate: il personale delle varie aviazioni europee parla correttamente l'Inglese e le procedura di volo, operative e di manutenzione sono quelle standard NATO.
Tutta da scoprire, poi, la volontà europeista anche dal punto di vista militare e non solo da quello dell'Erasmus dei popoli europei.
Mi piacerebbe, poi, chiedere a Civati di precisare nel concreto, con la consueta progettualità pragmatica che contraddistingue le sue dichiarazioni, come affrontare il tema della sicurezza del Bel Paese.
Tuttavia, per ora, resta solo un'utopia.
Mentre le centinaia di caccia dei nostri dirimpettai sono una concreta realtà.
L'argomento non può certamente essere esaurito qui, vi do appuntamento per una seconda parte, prima o poi...












23 giugno 2013

Non è tutt'oro il Linux che luccica

Da qualche settimana ho iniziato a studiare certi aspetti un po' più tecnici del mio beneamato universo GNU/Linux.
Quindi, tra macchine virtuali ed installazioni fisiche sul notebook utilizzando un vecchio HD mi sto addentrando nel mondo di Arch Linux e Gentoo.
Insomma, mi interessa capire i processi 'da sotto'.
Quindi il mio Notebook HP 6540b è diventato, de facto, una macchina di test.
Dato che ho sufficientemente smanettato con la mia copia Technet di Windows 8 mi sono detto: togliamo di mezzo Windows  dal Desktop e sostituiamolo con una distro 'stabile', insomma, serve anche a me una macchina da 'produzione' e non da test.
Dato che Mint15 ha funzionato alla perfezione sul mio HP Probook 6540b come già recensito qui, ho pensato di schiaffarlo sopra il mio autocostruito Core i7 (di prima generazione, eh, viaggia per i 5 anni).
E feci male.
Sono incappato in un raro ed, al momento, senza workaround bug che mi impedisce di accedere  convenientemente via LAN al mio server su cui conservo i dati.
Per non parlare dei capricci di wuala che non ne vuol sapere di partire una volta su due.
Per non parlare dei continui blocchi di caja senza alcuna traccia in /var/log ecc.
Insomma, il Mint15 che funziona una meraviglia sul laptop non ne ha voluto sapere di girare decentemente su un desktop dotato di componenti collaudate.
Vabbè.
Proviamo con Debian 7.1.
"Firmware mancante".
Per una scheda di rete di 5 anni fa?
Vabbè, clikkete clikkete e risolviamo anche questa.
E al riavvio ...
Niente Gnome 3.
E nemmeno il doppio monitor!
Ok, con calma risolviamo, nel frattempo iniziamo a reimportare i dati dallo share di rete ...
Eccome sarebbe a dire a 3 MB/sec?
Su connessione Gigabit fatta da 2 macchine?
(Il vituperato windows 8 volava sui 40 di media con punte di 70 80)
E poi, dulcis in fundo, k3b che non ne vuol proprio sapere di masterizzarmi i blue ray (con Mint funzionava).
Quindi?
Quindi Ubuntu 13.04.
Doppio monitor out of the box, la LAN è tornata a funzionare decentemente e sono tornato in possesso del mio hardware.
Lo so, l'incompatibilità è colpa dei drivers proprietari e poi non tutte le ciambelle riescono col buco, quindi: niente panico e pazienza.
Tanta.