22 luglio 2014

Soldaten: combattere, uccidere, morire

La Wehrmacht della Germania Nazista, per quasi un lustro, è stata la forza di combattimento più efficiente del mondo ed una delle più letali della storia.
Le legioni romane hanno tenuto il mediterraneo per secoli, Alessandro Magno è arrivato all'Indo e Gengis Khan ha cavalcato per tutta l'Asia.
Ma, anche alla fine del 1944, ci volevano 5 carri armati americani per sconfiggere un carro Tigre tedesco, con la prospettiva di perderne tre. 
Secondo il manuale dei carristi americani.
Diciassette Milioni di soldati tedeschi hanno conquistato quasi tutta l'Europa e travolto in battaglia tutti gli eserciti che hanno affrontato, fino a farsi sopraffare dal numero e dalla follia del loro Padrone.
Moltissimi soldati tedeschi finirono prigionieri degli inglesi che avevano l'abitudine di mettere microspie nelle camerate dei campi di prigionia.
Sessant'anni dopo le trascrizioni di quelle intercettazioni finirono su un libro di due storici tedeschi.
Il quadro generale è quello di un meccanismo infernale in cui uccidere è il lavoro.
Avete presente un tecnico preparato, capace, industrioso, che guarda con orgoglio il gigantesco macchinario che ha montato alla perfezione e pure in anticipo?
Ecco, i 'soldaten' parlano con orgoglio dei carri armati distrutti, degli aerei abbattuti, dei soldati nemici ammazzati.
Parlano con orgoglio di un lavoro 'ben fatto' e si rammaricano di esser stati fatti prigionieri prima di aver potuto ammazzare un altro po'.
La violenza autotelica come lavoro.
In una guerra completamente tecnologica, l'orgoglio del membro di equipaggio per il suo sottomarino,  il suo carro tigre od il suo caccia a reazione Me-262 si mescola in un unico sentimento: quello di perfetta contiguità tra l'orgoglio professionale tecnico e quello di assassino.
I tedeschi, quindi, non vincevano anche in inferiorità numerica perchè erano più coraggiosi: loro stessi erano sbalorditi dal coraggio dei russi (e pure da quello di certe unità italiane) o dalla determinazione degli inglesi.
I tedeschi vincevano perchè per loro la guerra era un lavoro.
Un lavoro come un altro, compiuto con teutonica precisione ed abnegazione.
Come catalizzatore: la violenza.
Come risultato: morte e distruzione, 
Non serve odiare gli ebrei per sterminarli, lo sterminio è un dato di fatto.
'Soldaten' non aderisce al falso mito di SS cattive e Wehrmacht buona (anche se è storicamente accertato che qualche episodio cinematografico in tal senso è accaduto davvero).
'Soldaten' è una cronaca.
La cronaca di come una nazione prospera civile ed ordinata riesca ad infondere in metà della propria popolazione maschile la volontà di trasformare la capacità di costruire una macchina affidabile e prestante, un servizio postale efficiente ed un treno che arriva in orario in una manovra tattica devastante.
Ne suggerisco vivamente la lettura: spiega perchè così tanti italiani son disoccupati ...




7 luglio 2014

un volgare riduzionista

Ed eccomi qua, un mese dopo il trasloco.
Casa nuova, quasi vita nuova.
In che senso?
Nel senso che sto cercando di ridurre il mio consumo di carne.
Ma, no: non intendo diventare vegetariano.
Molto semplicemente credo di aver ridotto del... boh.
Di quanto ho ridotto il consumo di carne?
Vediamo.
Per motivi logistici che ora non vi sto a logorroicamente spiegare prima di traslocare pranzavo tutti i giorni in ufficio con un panino imbottito di insaccati.
Poi, aggiungete un paio di bistecche settimanali, un kebab in centro il sabato, il sugo con la braciola la domenica...
Insomma, oggi è passato un mese in cui, invece:

  • il panino imbottito è diventato sporadico, tipo uno ogni 10 gg, al suo posto pranzo con verdura o pasta;
  • la bistecca è diventata rigorosamente monosettimanale;
  • la carne nel sugo è praticamente scomparsa;
  • Sono scomparsi anche gli stuzzichini serali e sostituiti con gallette di mais ed altre cosucce sapide ma non basate su insaccati.

Quindi, ad occhio, direi che ho ridotto il consumo di carne di più del 50% ma non mi spingerei a stimare oltre l'80%.
Poi, siccome non mi piacciono particolarmente le uova e non mi è pratico procurarmi il latte fresco credo di essere diventato, in almeno 3 - 4 giorni a settimana, praticamente vegano a mia insaputa.
Come mi sento? Non poi così meglio, ma innegabilmente più leggero.

Perchè ho preso questa decisione?
Per motivi di salute: nel corso degli ultimi mesi avevo esagerato parecchio coi grassi. 
E messo su pancia.
Ah, le verdure costano un occhio e sono anche più complicate logisticamente, quindi in realtà ho notato che la spesa settimanale (il primo che mi fa osservazioni su quanto sono economici i mercatini rispetto ai centri commerciali o su quanto convenga comprare verdura fresca tutti i giorni lo rispedisco via spaziotempo al suo posto, ossia quello di uno statale degli anni '80) è lievitata di una decina di €.
Ora ho un po' meno pancia, ma non è solo merito del cibo...
Quindi?
Quindi voglio affinarmi nella cucina vegetariana (dopotutto in grigliate ho già il cucchiaio d'oro) ma continuerò a divorare Podolica, salsiccia lucana, agnello arrosto e sushi in ben scadenziate occasioni.


Ah, nel caso vi chiediate perchè non scrivo più di grillini, guerre incombenti, Software Libero, Scoutismo e palazzinaggio selvaggio a Matera con associata bolscevica violazione istituzionalizzata della legge di domanda e offerta, beh, sappiate che è molto più divertente andare in bicicletta ...
Ma questa è un'altra storia e la si dovrà raccontare un'altra volta.

Ma non vi preoccupate, il vostro logorroico preferito tornerà.

6 giugno 2014

Se Winters fosse rimasto a casa invece di lanciarsi da un aereo

Se non ci fosse stato lo sbarco in Normandia le cose sarebbero andate molto diversamente.
L'Armata Rossa di Stalin non si sarebbe fermata sull'Elba ma avrebbe proseguito fino al Reno. E forse anche fino alla Manica.
Un'Europa Occidentale quasi del tutto sovietica, eccetto, probabilmente, la Spagna e l'Italia Centro-Meridionale (Roma fu liberata il 5 Giugno 1944).
Oppure, ipotesi ancora più spaventosa, Hitler avrebbe potuto fermare l'Armata Rossa in Ucraina coi rinforzi provenienti da Ovest: quando, un anno dopo, la guerra finì, l'Armata Rossa era completamente dissanguata da 4 anni di feroci battaglie e da 20 milioni di caduti, Stalin avrebbe anche potuto decidere di accontentarsi dello status quo ante.
Questa seconda ipotesi è ancora peggiore, con un'Europa Occidentale devastata e Nazista.
Non sarebbero stati dei begli anni, quelli, in nessuno dei due casi.
Ecco l'importanza pratica per gli europei dello sbarco in Normandia.
La differenza tra quello che abbiamo vissuto e quello che hanno vissuto, per esempio, in Polonia ed Ungheria fino al 1989, con nessuna garanzia di crollo sovietico.
La realtà di un'Europa Occidentale Nazista è così atroce che nemmeno oso immaginarla.
Quindi, Maggiore Winters, e milioni di tuoi commilitoni di ogni nazionalità, grazie.


A sinistra e a destra il maggiore Winters, al centro una immagine tratta dalla serie TV Band of Brothers


Di cuore.

22 maggio 2014

45° del Villanova I



Un giorno di primavera del 1989 mi ritrovai nei dintorni di Matera con il Reparto Sagittario di cui ero, allora, ViceCapoSquadriglia.
Festeggiavamo il quarantesimo della fondazione del gruppo.
C'erano un sacco di persone e tanti tanti adulti col fazzolettone.
Adulti che non avevo mai visto che collaboravano tutti assieme per montare cucine, distribuire pasti, giocare e cantare.
Non mi rendevo conto troppo bene delle circostanze.
Il senso delle cose.
Sono passati quasi 25 anni da quel giorno e, anche se chi mi guidava allora adesso deve sforzarsi di guidarmi dal Cielo, sento ancora assolutamente saldo il filo che ci legava tutti.
Un filo che si è dipanato per tutte le mie esperienze Scout della vita e che ho potuto riagguantare domenica scorsa quando ho potuto rivivere un evento simile dall'altro lato della barricata.
A Villanova.
45° del Gruppo in cui sto ricominciando pian piano col Servizio attivo.
Certo, anche i miei recenti incarichi per la Route Nazionale sono Servizio, ma, quando c'è di mezzo sudore, camion da scaricare e lavoro fisico da fare coi ragazzi, è meglio.
Di nuovo una grande festa in una grande famiglia.
Da quel giorno di primavera del 1989 molte cose sono cambiate, molte altre sono rimaste identiche, accetto le une e le altre.
Domenica c'era il Sole e sono tornato a casa con la sensazione che il seme fosse pronto a dar frutto.


17 maggio 2014

Mint 17

At bottom in English.

Mint 17 non è ancora completamente tra noi, ma la rc è disponibile da qualche ora e non ho resistito ...
In poche parole: è una bomba!
In questo momento sto reimportando da un Hard Disk esterno usb 3.0 (un WD Elements da 2TB) il mio backup. Con una velocità di punta che spesso supera i 100 MB/sec.
Ho reimportato anche tutto il software  che avevo aggiunto alla mia installazione con un semplice click dato che prima di formattare ho usato l'utilità di backup dei pacchetti che ha creato un semplice file di testo da cui Mint17 ha reinstallato tutti i pacchetti aggiornati rispetto alla versione 16.
Mint 17 è basata su ubuntu 14.04 LTS, con supporto a lungo termine per 5 anni.
Un'ottima scelta per un desktop aziendale, per esempio.
Ma c'è di più.
A ottobre 2014 uscirà ubuntu 14.10. Ma, la Mint che uscirà qualche settimana dopo non sarà basata su ubuntu 14.10, ma ancora sulla Ubuntu 14.04 e si chiamerà Mint 17.1 con aggiornamento diretto da Mint 17 senza necessità di formattare.
E così per le successive tre release di Ubuntu che saranno ignorate fino alla successiva LTS, prevista per Aprile 2016. Quando uscirà Mint 18.
Nel frattempo, ogni sei mesi, usciranno le Mint 17.1, .2 e .3. Sempre basate su Ubuntu 14.04.
In pratica, Mint è diventata una distribuzione semi-rolling almeno tra una LTS e l'altra.
Quindi, chi installa Mint 17 si troverà in possesso di un sistema operativo che sarà aggiornabile su base LTS per anni.
Ho provato sia Cinammon 2.2 che, in macchina virtuale, Mate 1.8 che io raccomando a tutti i possessori di hardware non recentissimo.
Nessun problema nella configurazione dell'hardware e nell'installazione dei drivers delle schede video. 
Nessun problema nella configurazione del doppio monitor.
Il Software Center consente, attraverso un editor grafico di sorgenti software, di scegliere il server più veloce in funzione della posizione geografica e di aggiungere in maniera grafica sorgenti software per applicazioni di terze parti.
Esistono, in rete, numerose recensioni sulle novità tecniche di questa release, quindi non mi dilungherò affatto su questi aspetti.
Le prestazioni dei miei sistemi sono aumentate a vista d'occhio e sono riuscito a ripristinare completamente la macchina in minuti invece che in ore.
Cinammon è decisamente consigliato a chi desidera un desktop funzionale e privo di orpelli, Mate è ancora più leggero. Il software è moderno e sarà costantemente aggiornato per i prossimi due anni senza alcuna necessità di riformattare.
Pensateci, una delle migliori distribuzioni desktopo linux è tornata più in forma che mai: la prossima settimana su tutti i migliori server del web.



Mint 17 is not yet fully among us, but the RC is available for a few hours and I could not resist ...
In a nutshell : it's a bomb !
Right now I am re-importing from an external usb 3.0 hard drive ( a WD Elements 2TB ) my backup. With a top speed that often exceeds 100 MB / sec .
I re-imported all the software that I had added to my installation with a simple click as before formatting I used the backup utility package that has created a simple text file from which Mint17 reinstalled all the updated packages from the version 16 .
Mint 17 is based on ubuntu 14.04 LTS, with long-term support for 5 years.
A great choice for a corporate desktop , for example.
But there's more .
In October 2014 will be released Ubuntu 14.10. But, the Mint that will be released a few weeks after that will not be based on ubuntu 14.10 but still on Ubuntu 14.04 and will be called Mint 17.1 with direct upgrade from Mint 17 without the need to format .
And so for the next three releases of Ubuntu that will be ignored until the next LTS, scheduled for April 2016. When will be released Mint 18.
Meanwhile, every six months, will be released the Mint 17.1 , .2 and .3.
Always based on Ubuntu 14.04.
In practice, Mint distribution has become a semi-rolling distro at least between a LTS and the other .
So who install Mint 17 will be in possession of an operating system which will be upgradeable to LTS for years.
I have tried both Cinammon 2.2, and, in a virtual machine, Mate 1.8 that I recommend to all holders of not very recent hardware .
No problem in the hardware configuration and installation of the drivers of the video card .
No problem in configuring dual monitors .
The Software Center allows , through a graphical editor source software , choose the fastest server depending on the geographical location and add a graphics software source tool for third-party applications .
There are, on the Web, numerous reviews on the technical innovations of this release, so I will not bother at all about the issues.
The performance of my systems have increased visibly and I was able to completely restore the computer in minutes instead of hours.
Cinammon is definitely recommended for those who want a functional desktop and without frills, Mate is even lighter . 
The software is modern and will be constantly updated for the next two years without the need to reformat.

Think about it, one of the best Linux distributions desktopo is back in better shape than ever: next week on all the best file servers of the web .


13 maggio 2014

#carofrancesco


E' notte ed è bello servirvi, siamo in tanti, ora, da tutta Italia, sarete di più ...

30 aprile 2014

I Promessi Sposi

I Promessi Sposi.
Un Romanzo che è spesso associato alla più completa noia, asfissia ed ansia adolescenziale.
Un romanzo che "Ma è vecchio, superato, che noia, e poi... E poi... Che volete che possa significare nell'Italia del XXI Secolo?"
Già.
Obsoleto.
Vecchio.
Che non descrive la nostra realtà.
Ah, può darsi.
Può darsi.
Però, vediamo, in Italia.
Nell'Italia di oggi.
Abbiamo, vediamo un po', abbiamo Don Abbondio? 
Quello debole coi forti e forte coi deboli?
Abbiamo Don Rodrigo?
Abbiamo i Bravi?
L'Azzeccagarbugli?
I Birri?
La Peste?
La Madre di Cecilia?
Fra Cristoforo?
Almeno, su Renzo e Lucia siamo sicuri di essere tutti d'accordo che quelli, almeno, ci sono.
Vi lascio qualche fotografia, così, per riflettere, magari per accostare alle parole "Bravi, Azzeccagarbugli, Birri, Peste, Cecilia,Cristoforo, Don Abbondio, Ferrer, Fra Cristoforo" le immagini a vostro gusto.
Io vi lascio le mie associazioni...
Per certe di combinazioni di parole e immagini, poi, l'attualità dei Promessi Sposi emerge come l'Iceberg che affondò il Titanic. Anzi, il TitanicItalia...

 Azzeccagarbugli
 i Birri
 i Bravi
 Don Abbondio
 Ferrer
 Fra Cristoforo
 La Madre di Cecilia
La Peste

25 aprile 2014

In Cerca di Patria: 8 Settembre 1943 25 Aprile 1945, 25 Aprile 2014.

Anche se di guerra era pur sempre Natale.
Il pranzo di Santo Stefano era stato leggero facendo di necessità virtù.
Si era alzato presto e aveva lasciato Chiara a dormire nella stanzetta sopra casa di suo padre, sul Piano.
Era sceso nei Sassi ancora addormentati, facendo attenzione a non cadere nei canali di scolo e a qualche pitale svuotato dalle finestre.
In pochi minuti fu a Porta Pistola da cui si addentrò nel canyon della Gravina.
Si stava dirigendo all'eremo in cima alla collina al centro del canyon.
Scese guardingo per il sentiero reso sdrucciodevole dall'umidità, fino a raggiungere il torrente gonfio per le piogge invernali.
I sassi che sporgevano dal pelo dell'acqua erano lucidi per l'umido ed erano scivolosi sia alla vista che al tatto.
Ma lui li conosceva a memoria.
Memoria.
Prima dello sfondamento finale, se li era ricordati, quei sassi, quando si era trovato dietro un pezzo anticarro faccia a faccia con un bestione d'acciaio.
Uno due, destro sinistro destro ed ecco l'altra sponda della Gravina.
Nemmeno questa volta si era bagnato gli scarponi.
Le scarpe, gemelle di quelle che lo avevano sostenuto praticamente dall'Asia all'Italia.
Dono di suo Padre.
Un'altra cosa che doveva ancora fare: ringraziare suo padre per quelle scarpe che gli avevano salvato la vita.
Un paio di scarpe, una vita.
Iniziò  a risalire la ripida collina sassosa che si contrapponeva alla parete in cui era scavata la sua città.
Non aveva bisogno di arrampicarsi con le mani, era ancora abbastanza allenato dopo tutta la strada fatta a piedi alla fine dell'Estate.
In quei cento metri di ascesa tra pietre ghiacciate pensò a Chiara che dormiva nel letto al piano di sopra di casa sua.
A quel matrimonio fatto in fretta, poverissimo, punto di arrivo di altri pensieri, quelli che li avevano sorretto nell'infernale inverno precedente.
Troppe ne aveva viste, troppe ne aveva fatte.
I ragazzini del suo plotone arsi vivi, squartati dalle granate sul tappeto di gelo, la follia dei superiori e le atrocità degli alleati.
Quelle troie dei Savoia!
Che li avevano abbandonati ai nazisti, ai fascisti e a far la guerra con le cerbottane contro i carri armati!
Quei figli di puttana dei tedeschi e il lago di sangue che si lasciavano dietro.
Quei bastardi vigliacchi dei fascisti arditi nella fuga e geni della strage della propria gente.
Arrivò in cima mentre un timido sole illuminava la città scavata nella roccia.
"In nome di Sua Maestà Vittorio Emanuele Terzo In grazia di Dio e per volontà della Nazione 
Re d'Italia... Si presenterà al distretto militare... Assumerà il comando della Compagnia..."
Avevano lo stomaco di mandargli la letterina di coscrizione come se niente fosse stato.
Come se non fosse il Re il primo disertore che aveva abbandonato lui e milioni di altri alla mercè dei tedeschi.
Odiava il Re e i suoi generali.
Odiava i fascisti prima che i tedeschi.
E grido'.
Un grido lungo, umano, che diventò eco tra le querce del fondovalle.
Poteva ignorare la lettera e darsi malato, non era fesso, si sa come vanno le cose, basta pagare.
Ma era quel pensiero ad averlo fatto gridare.
Il pensiero di aver patito freddo, fame, orrore, per colpa di fascisti, tedeschi e ignavi savoiardi e doversi accontentare di aver salvato la pelle.
Era quella rabbia a farlo urlare.
Cosa ne sarebbe stato di lui se fosse rimasto a casa?
Entro un paio di anni gli americani sarebbero stati a Berlino, era chiaro.
E se lui se ne fosse stato a casa poi cosa ne sarebbe stato di quei porci che li avevano ridotto così?
Sarebbero tornati dalla prigionia allegri e felici e avrebbero ripreso da dove si erano interrotti e lui sarebbe sempre rimasto come quello che scappava.

Scappato dalla Russia, scappato dai tedeschi, scappato dai fascisti, genuflesso agli americani e pure a quei bastardi di inglesi.
E no, perdio, lui e i suoi non erano mai scappati da nessuno.
In Russia erano usciti dalla sacca al grido "Tutti i vivi all'assalto".
Lontano, i campanacci delle vacche.
Scese nell'eremo, dove gli affreschi millenari lo guardavano severi.
Sarebbe andato.
Sarebbe andato di nuovo con l'Esercito del Re.
Sarebbe andato, avrebbe preso a calci i tedeschi, i loro lacchè fascisti, poi sarebbe toccato ai Savoia ai generali e a tutti i mammasantissima che li avevano portati a vent'anni di macello.
Sarebbe andato a piedi, come al solito, come al solito con un fucile vecchio, una divisa inglese logora e forse un paio di scarpe americane, ma sarebbe andato.
Come era andato a piedi in Albania, Grecia, Iugoslavia, Africa e Russia e dalla Russia all'Italia.
Sarebbe andato a piedi da Matera a Milano e poi sarebbe tornato a Brindisi o a Roma o dovunque Savoia e fascisti si fossero andati a nascondere.
Iniziassero a scappare, a scappare, loro!

Stoner

Il mio apprezzamento per il terzo romanzo di John Edward Williams è causato dalla densità di significato di ogni pagina e dalla capacità dell'autore di descrivere con precisione e continuità un Uomo.
E' un'impresa difficile, raccontare un Uomo.
I romanzi, in genere, narrano di gesta, fatti, periodi, eventi.
Raccontano gli uomini attraverso i loro pensieri e i loro atti in periodi ben delimitati.
Stoner ci viene raccontato nella memoria di ogni uomo: dai primi sprazzi di infanzia alla terribile lievità degli ultimi istanti.
Stoner è un uomo la cui mitezza è pagata a caro prezzo con una passività devastante.
Di cui, tuttavia, l'uomo si rende conto non dandole alcuna importanza.
Nè da importanza alle sue nemesi incarnate nella moglie e nel collega: sono fatti della vita, come il tuono e la rugiada.
Ma Stoner si trasforma, diventa: da insegnante incapace a luminare della docenza, da anaffettivo a padre affettuoso e tenero amante e, pur nella sua costante passività, arriva fino in fondo alla vita.
E' una vita crudele, la sua, in cui dolcezza e sapore gli sono dati solo per rammentargli la costante sciapa amarezza del quotidiano.



Ed è una vita sapientemente descritta, priva di tempi morti, con una penna che mai si stacca dal foglio.
La vita di un Uomo che scopre la letteratura a vent'anni e la respira fino alla fine, potrà mai dirsi vuota?


22 aprile 2014

La giornata della Terra 2014, la mia dedica all'hobby imposto ai materani: il palazzinaggio.


Io ho un hobby, mi piace guardare le formiche.
Mi siedo ed osservo, senza interferire, le loro ordinate attività.
Nella mia città, un hobby diffusissimo è prendere un pezzo di terra, un bel po' di acqua ed aria e costruire un palazzo.
Poi, tenerlo così, vuoto e lasciare che siano altri a pagarne le conseguenze.
Conseguenze assai care da un punto di vista economico, sociale, ambientale.
Un hobby costosissimo a spese della collettività.
Ogni tanto un tribunale disturba i giocolieri, ma intanto la mia città è un deserto di torri vuote, di palazzi nuovi che cadono, semi di emigrazione e povertà.
Dedico questa giornata della Terra a chi, da edifici come quello in effige, ricava soddisfazione e profitto.