12 marzo 2015

Versetti Pericolosi di Alberto Maggi

Ho conosciuto Alberto Maggi con questo breve commento al Vangelo di Luca.
Versetti Pericolosi.
La prima supposizione, il pregiudizio, per farla breve, su un commento al Vangelo con questo titolo, è che il pericolo deve essere per qualcuno o qualcosa di cattivo.
Che il Vangelo sia pericoloso è noto, lo dice Gesù in prima persona: Vengo per Dividere.
Il Pericolo.
Torniamo al Pericolo.
Il Pericolo è qualcosa da cui siamo abituati a fuggire.
Il Pericolo è morte, dolore, sofferenza, paura.
Di primo acchito, il Pericolo dei Versi del Vangelo di Luca è per chi se lo merita: i cattivi, la Morte, Satana, chissà.
Ecco, ho iniziato a leggere con questo pregiudizio nel cuore.
I Versetti sono Pericolosi per me.
Prima sono stato colpito dalla dettagliata spiegazione della situazione sociale di Israele.
Il contesto storico dei Vangeli mi era noto superficialmente.
Certo, sapevo dei Romani, della divisione tra Giuda e Samaria, delle legioni della Provincia di Siria, del regno cliente di Erode.
Ma non avevo idea della complessa trama di rapporti tra classi sociali, perfettamente descritta nei Vangeli ma invisibile, praticamente, ai nostri occhi moderni.
Drammatica, ad esempio, è la decifrazione dell'episodio dell'Adultera, hollywoodianamente affidato a fomose attrici mentre "quella che trascinano davanti a Gesù è una ragazzina, tra i dodici e i tredici anni"
Alberto Maggi legge il Vangelo.
Tutto qui.
A pensarci bene tutto il testo non è altro che una nota a piè pagina della Buona Novella.
Maggi legge il Vangelo pericolosamente.
Devo confessare di essere stato molto a disagio nella lettura.
Alberto Maggi descrive un Cristo che intuivo, per fortuna, sin da bambino.
Ma lui si spinge fin quasi alla dimostrazione matematica della sua rivoluzionaria azione per l'Uomo.
Man mano che le pagine scorrevano veloci il mio disagio è aumentato.
Non è il caso di girarci attorno: il Cristo inviso al Potere, al Clero, alla Religione Formale che innalza supposti dogmi morali sopra il bene dell'Uomo, oggi, non si troverebbe esattamente nella stessa situazione di duemila anni fa?
"Quando il bene della persona non è trattato come unico valore assoluto, ma al suo posto si sostituiscono la dottrina, l’onore e il prestigio dell’istituzione religiosa e della casta sacerdotale, ogni sorta di male è possibile, dalle menzogne ai tradimenti, dalla persecuzione all’omicidio".
"Gesù sta dichiarando che non è il peccatore che va in cerca di Dio, ma è il Signore che lo va a cercare, e, quando lo incontra, non lo umilia e castiga per i suoi peccati, ma gli fa sperimentare il suo abbraccio affettuoso"
La Gioia di vedere ancor più aumentata la carica d'Amore che la Buona Novella ci porta in Dono è strettamente legata al Pericolo e al Coraggio che questa Lettura porta in dote.
Sentivo da sempre in cuor mio che è così.
Scopro quanto sia ancora maggiore il Coraggio necessario ad andare fino in fondo.
Per fortuna, non da solo.
E assieme ai miei vecchi e nuovi fratelli di Strada, Scribi e farisei, abbondantissimi ancor oggi, ci faranno compagnia lungo la strada fino al perdono finale.
E magari essere al loro fianco, alla fine, nel ruolo del buon ladrone.


11 marzo 2015

Costruire per distruggere


C'è sempre un ottimo motivo, sicuramente legale, per tagliare un albero che si ritiene pericoloso.
Non si trovano mai motivi per demolire il cemento illegale, inutile, speculativo, pericolosissimo non solo per l'ambiente ma per le vite degli altri.
Quegli altri strozzati dalla speculazione che arricchisce pochissimi, dà da campare a pochi e fà emigrare.
Gli altri.
Le vite degli altri: non valgono forse più degli alberi?


9 marzo 2015

#isisminaccia: sì, vabbè, ma siete dilettanti...




PS: Bravi a Twitter: chiudono l'account satirico di @isisminaccia ma non sono capaci di chiudere quelli atroci delle belve. 
O gli fa comodo?

8 marzo 2015

#iostoconerri: La Parola Contraria

Ho comprato e letto nel giro di qualche ora il pamphlet di Erri De Luca scitto sul suo processo per 'istigazione a delinquere'.
In seguito ad una intervista pubblicata da De Luca sull'Huffington Post del 1 Settembre 2013, il legale rappresentante della LTF sas, la ditta francese che sta costruendo la TAV in Val Susa, denuncia direttamente "all'attenzione" dei P.M. che si 'occupano' dei movimenti anti TAV (un po' come entrare al pronto soccorso con un ginocchio sbucciato per farsi visitare direttamente dal Primario di Neurologia) il fatto come istigazione a delinquere
Il pamphlet non è un'autodifesa.
Quella avverrà in sede processuale.
Perchè De Luca (di cui non ho letto nessuna opera) è stato rinviato a giudizio.
Qui potete trovare l'articolo incriminante.
Fatevi una opinione.
Trovo poco senso nel riassumere quello che De Luca ha scritto nel suo libricino di 62 pagine ed € 4 di prezzo.
Mi ha colpito la sua schiettezza morale, il suo coraggio.
Mi hanno colpito le sue parole.
Non sono, in linea di principio, contrario alla TAV ma ho sempre avuto i miei dubbi.
Erri De Luca non mi convince, in merito.
Mi convince completamente sul campo della lotta giusta contro la denuncia per istigazione a delinquere.
De Luca fa comparire nella mia mente, con le sue parole contrarie, una contiguità perfetta, con buona pace di ogni Travaglio di turno, tra la criminalità economica, i picchiatori ed i torturatori in divisa del G8 di Genova ed i giudici che, impunemente, possono sentenziare di vaccini ed autismo senza assumersi nessuna responsabilità delle atroci conseguenze del caso.
De Luca mi ricorda una cosa semplice: la Magistratura è la Magistratura Italiana: solo un altro ingranaggio della stessa automobile di quello Stato che divora i suoi figli.
Al processo, a porte chiuse, secondo tradizione ottocentesca, Erri De Luca sarà da solo.
Le sue Parole, contrarie a tutto questo, no.

Babbo Scoiattolo alla ricerca dei sette punti neri

Nella mia vita la Pianura è eccezione, non regola.
Il crepaccio della Gravina di Matera, il Pollino: ecco i miei orizzonti naturali.
L'abitudine a salire, ad arrampicarmi, mi ha accompagnato sin da piccolo e forse è anche per questo che soffro di vertigini: il precipizio ti entra dentro.
Il problema è quando ti trovi, inaspettatamente, in pianura.
Fisica e lavorativa.
Quando la tua vita cambia e non riesci ad abituarti che quelle salite, quelle rocce, non ci sono più.
Dovrebbe essere tutto più semplice ma più semplice non è.
Così, pur con la miglior situazione lavorativa in tasca da dieci anni a questa parte, stabilità affettiva ed un tetto sulla testa, mi è diventato subito evidente che non stavo facendo Servizio lievemente.
Che uscire di casa per ogni attività legata allo Scoutismo mi stava costando molto, troppo.
Perchè lo Scoutismo è un servizio impegnativo ma non pesante.
E se lo senti pesante ...
Il mio cuore voleva abbandonare tutto.
La mia mente ha perseverato.
Bisognava solo aspettare che il ghiaccio del primo anno bolognese si sciogliesse.
Per un Capo, pur esperto, formato, brevettato, laureato stile zaino e scarponi, che alle uscite di gruppo si portava due scolte tipo bodyguard per tenere lontani i facinoros ehm, i lupetti, l'impatto con un Cerchio è completamente spiazzante.
Chi non ha nessuna esperienza di branca L/C come me si ritrova a cominciare letteralmente da zero.
Ed è bellissimo.
Ricominciare da zero.
No, non parlerò dell'impatto emotivo del rapporto tra Babbo Scoiattolo e le Coccinelle.
Sarebbe vanità.
Parliamo, piuttosto, della meraviglia che ancora ti viene quando scopri un mondo nuovo, anzi:
il mondo nuovo.
Il Mondo Nuovo che queste bambine faranno partendo da questi primi passi nello scoutismo fino a diventare Guide Scolte e Donne della Partenza.
Ma, forse, questo è ancora più banale dell'emozione di allacciare per la prima volta le scarpe da trekking a chi ti chiede da un metro più in basso:
"Bill, mi allacci le scarpe per favore?" *
Il fatto è che la banalità inizia a diventare qualcosa di prezioso mentre tutti si affannano a cercare un'eccezionalità propria, peculiare, eterna.
Fino a raggiungere quell'altezza che più mi da le vertigini.
Costruirsi una carriera, una vita fatta di apparente prevaricazione anche solo di idee nella Politca, nell'universo parallelo del web, in ufficio, per poi ritrovarsi il Sabato Pomeriggio a non avere nessuna, nessuna possibilità di fingere.
Cocci, la piccola coccinella, cerca prima nel Prato, poi nel Bosco ed infine sulla Montagna i sette punti neri che il suo antenato ha perso nel trambusto e nella fretta di raggiungere l'Arca di Noè durante il Diluvio Universale.
Un mesetto buono ce l'ho messo a rendermi conto che avrei fatto meglio a mettermi in cerca pure io dei miei sette punti neri.
E che allacciare quel primo paio di scarpe è stato uno dei miei più significativi gesti di servizio.
Non me ne vogliano i miei E/G ed R/S, ora diventati giovani adulti, di questa mia confessione: sono loro che mi hanno insegnato ad essere Capo.
Sono loro che hanno dovuto pagare i miei errori ed a loro vanno le mie scuse per tutte le mie mancanze dell'epoca.
Arriva il momento in cui ci si mette alla prova, si desidera il successo e quando lo si raggiunge si prova compiacimento ed orgoglio.
Che passa, quando il successo si manifesta effimero, quando diventa eccezione in una quotidianità che oscilla tra fallimenti e pareggi.
E allora?
Cosa fa un capo E/G - R/S al suo primo mese di L/C?
Si mette a cercare anche lui i suoi punti neri smarriti.
Non si limita a 'mettersi in ascolto' come buona prassi.
Si mette a cercare le competenze che gli mancano.
Dopo tanti anni torna, per lui, il tempo della 'Scoperta'.
Ogni scoperta è un traguardo sì eccezionale, unico, irripetibile.
L'ambiente del Bosco, la Jungla, il magnifico Staff che ti ha accolto, le preziose confidenze delle bambine e il gioco sfrenato nei pomeriggi d'inverno nei prati dietro la Chiesa:
scoprire nuove vie, nuove persone, adulte e bambine, scoprire un e stesso felicissimo di balzare oltre il fosso e scivolare nel fango nel tentativo (fallito) di far meta.
Scoprire un Metodo di crescita che si salda con quelli già noti delle altre branche, scoprire un modo diverso di relazionarsi, scoprire, scoprire, scoprire.
Scoprire di avere ancora tanta voglia di scoprire.
E il fardello del cuore evapora, non certo in un'ora ma evapora.
Il peso nel cuore si trasforma. E allora il Servizio ti interroga, a tu per tu, sulle tue motivazioni.
E ti tocca scrostare, con olio di gomito, tutte le emozioni effimere, come quando riempi lo zaino per la Route.
Fai il Capo perchè ti ricordi di quando eri ragazzino. Via.
Fai il Capo perchè ti piace vivere all'aria aperta. Via.
Fai il Capo perchè così puoi continuare a fare le famigerate buone azioni di BP.
Via.
Via un'altra mezza dozzina di motivi.
Nessuno dei quali, magari, negativo.
Solo superfluo.
Hai i tuoi guai, sei dovuto andar via dalla tua Città in 'età matura', eppure ti ritrovi a dormire in sacco a pelo una sera di gennaio.
Ci deve essere qualcosa di solido, sostanzioso, immateriale a far da scheletro alle tue fragili intenzioni.
Allacciare una scarpa a una bambina è una buona traccia di quello che intendo...
Riconoscere in un gesto banale, semplice, indispensabile l'unicità del Servizio Gratuito ai più piccoli non come momento 'elevato' di scelta elitaria, ma come quotidianetà, banalità anche ripetitiva, magari, di ricerca della persona più importante per tutti noi:
il Nostro Prossimo, da amare come noi stessi.





* Nota: il mio nome nell'universo fantastico del Cerchio è Bill, alias di Babbo Scoiattolo: nome breve e facile. Avrei preferito Ken, in omaggio all'indimenticato Guerriero di Hokuto: ha pure i sette punti neri addosso ma verrebbe scambiato dalle bambine per il trombamico di Barbie: meglio evitare.


17 febbraio 2015

le vittime non scrivono la Storia






La guerra che verrà
non è la prima. 
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame. 
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente
egualmente.
( Bertolt Brecht)