Nella mia vita la Pianura è eccezione, non regola.
Il crepaccio della Gravina di Matera, il Pollino: ecco i miei orizzonti naturali.
L'abitudine a salire, ad arrampicarmi, mi ha accompagnato sin da piccolo e forse è anche per questo che soffro di vertigini: il precipizio ti entra dentro.
Il problema è quando ti trovi, inaspettatamente, in pianura.
Fisica e lavorativa.
Quando la tua vita cambia e non riesci ad abituarti che quelle salite, quelle rocce, non ci sono più.
Dovrebbe essere tutto più semplice ma più semplice non è.
Così, pur con la miglior situazione lavorativa in tasca da dieci anni a questa parte, stabilità affettiva ed un tetto sulla testa, mi è diventato subito evidente che non stavo facendo Servizio lievemente.
Che uscire di casa per ogni attività legata allo Scoutismo mi stava costando molto, troppo.
Perchè lo Scoutismo è un servizio impegnativo ma non pesante.
E se lo senti pesante ...
Il mio cuore voleva abbandonare tutto.
La mia mente ha perseverato.
Bisognava solo aspettare che il ghiaccio del primo anno bolognese si sciogliesse.
Per un Capo, pur esperto, formato, brevettato, laureato stile zaino e scarponi, che alle uscite di gruppo si portava due scolte tipo bodyguard per tenere lontani i facinoros ehm, i lupetti, l'impatto con un Cerchio è completamente spiazzante.
Chi non ha nessuna esperienza di branca L/C come me si ritrova a cominciare letteralmente da zero.
Ed è bellissimo.
Ricominciare da zero.
No, non parlerò dell'impatto emotivo del rapporto tra Babbo Scoiattolo e le Coccinelle.
Sarebbe vanità.
Parliamo, piuttosto, della meraviglia che ancora ti viene quando scopri un mondo nuovo, anzi:
il mondo nuovo.
Il Mondo Nuovo che queste bambine faranno partendo da questi primi passi nello scoutismo fino a diventare Guide Scolte e Donne della Partenza.
Ma, forse, questo è ancora più banale dell'emozione di allacciare per la prima volta le scarpe da trekking a chi ti chiede da un metro più in basso:
"Bill, mi allacci le scarpe per favore?" *
Il fatto è che la banalità inizia a diventare qualcosa di prezioso mentre tutti si affannano a cercare un'eccezionalità propria, peculiare, eterna.
Fino a raggiungere quell'altezza che più mi da le vertigini.
Costruirsi una carriera, una vita fatta di apparente prevaricazione anche solo di idee nella Politca, nell'universo parallelo del web, in ufficio, per poi ritrovarsi il Sabato Pomeriggio a non avere nessuna, nessuna possibilità di fingere.
Cocci, la piccola coccinella, cerca prima nel Prato, poi nel Bosco ed infine sulla Montagna i sette punti neri che il suo antenato ha perso nel trambusto e nella fretta di raggiungere l'Arca di Noè durante il Diluvio Universale.
Un mesetto buono ce l'ho messo a rendermi conto che avrei fatto meglio a mettermi in cerca pure io dei miei sette punti neri.
E che allacciare quel primo paio di scarpe è stato uno dei miei più significativi gesti di servizio.
Non me ne vogliano i miei E/G ed R/S, ora diventati giovani adulti, di questa mia confessione: sono loro che mi hanno insegnato ad essere Capo.
Sono loro che hanno dovuto pagare i miei errori ed a loro vanno le mie scuse per tutte le mie mancanze dell'epoca.
Arriva il momento in cui ci si mette alla prova, si desidera il successo e quando lo si raggiunge si prova compiacimento ed orgoglio.
Che passa, quando il successo si manifesta effimero, quando diventa eccezione in una quotidianità che oscilla tra fallimenti e pareggi.
E allora?
Cosa fa un capo E/G - R/S al suo primo mese di L/C?
Si mette a cercare anche lui i suoi punti neri smarriti.
Non si limita a 'mettersi in ascolto' come buona prassi.
Si mette a cercare le competenze che gli mancano.
Dopo tanti anni torna, per lui, il tempo della 'Scoperta'.
Ogni scoperta è un traguardo sì eccezionale, unico, irripetibile.
L'ambiente del Bosco, la Jungla, il magnifico Staff che ti ha accolto, le preziose confidenze delle bambine e il gioco sfrenato nei pomeriggi d'inverno nei prati dietro la Chiesa:
scoprire nuove vie, nuove persone, adulte e bambine, scoprire un e stesso felicissimo di balzare oltre il fosso e scivolare nel fango nel tentativo (fallito) di far meta.
Scoprire un Metodo di crescita che si salda con quelli già noti delle altre branche, scoprire un modo diverso di relazionarsi, scoprire, scoprire, scoprire.
Scoprire di avere ancora tanta voglia di scoprire.
E il fardello del cuore evapora, non certo in un'ora ma evapora.
Il peso nel cuore si trasforma. E allora il Servizio ti interroga, a tu per tu, sulle tue motivazioni.
E ti tocca scrostare, con olio di gomito, tutte le emozioni effimere, come quando riempi lo zaino per la Route.
Fai il Capo perchè ti ricordi di quando eri ragazzino. Via.
Fai il Capo perchè ti piace vivere all'aria aperta. Via.
Fai il Capo perchè così puoi continuare a fare le famigerate buone azioni di BP.
Via.
Via un'altra mezza dozzina di motivi.
Nessuno dei quali, magari, negativo.
Solo superfluo.
Hai i tuoi guai, sei dovuto andar via dalla tua Città in 'età matura', eppure ti ritrovi a dormire in sacco a pelo una sera di gennaio.
Ci deve essere qualcosa di solido, sostanzioso, immateriale a far da scheletro alle tue fragili intenzioni.
Allacciare una scarpa a una bambina è una buona traccia di quello che intendo...
Riconoscere in un gesto banale, semplice, indispensabile l'unicità del Servizio Gratuito ai più piccoli non come momento 'elevato' di scelta elitaria, ma come quotidianetà, banalità anche ripetitiva, magari, di ricerca della persona più importante per tutti noi:
il Nostro Prossimo, da amare come noi stessi.
* Nota: il mio nome nell'universo fantastico del Cerchio è Bill, alias di Babbo Scoiattolo: nome breve e facile. Avrei preferito Ken, in omaggio all'indimenticato Guerriero di Hokuto: ha pure i sette punti neri addosso ma verrebbe scambiato dalle bambine per il trombamico di Barbie: meglio evitare.
Il crepaccio della Gravina di Matera, il Pollino: ecco i miei orizzonti naturali.
L'abitudine a salire, ad arrampicarmi, mi ha accompagnato sin da piccolo e forse è anche per questo che soffro di vertigini: il precipizio ti entra dentro.
Il problema è quando ti trovi, inaspettatamente, in pianura.
Fisica e lavorativa.
Quando la tua vita cambia e non riesci ad abituarti che quelle salite, quelle rocce, non ci sono più.
Dovrebbe essere tutto più semplice ma più semplice non è.
Così, pur con la miglior situazione lavorativa in tasca da dieci anni a questa parte, stabilità affettiva ed un tetto sulla testa, mi è diventato subito evidente che non stavo facendo Servizio lievemente.
Che uscire di casa per ogni attività legata allo Scoutismo mi stava costando molto, troppo.
Perchè lo Scoutismo è un servizio impegnativo ma non pesante.
E se lo senti pesante ...
Il mio cuore voleva abbandonare tutto.
La mia mente ha perseverato.
Bisognava solo aspettare che il ghiaccio del primo anno bolognese si sciogliesse.
Per un Capo, pur esperto, formato, brevettato, laureato stile zaino e scarponi, che alle uscite di gruppo si portava due scolte tipo bodyguard per tenere lontani i facinoros ehm, i lupetti, l'impatto con un Cerchio è completamente spiazzante.
Chi non ha nessuna esperienza di branca L/C come me si ritrova a cominciare letteralmente da zero.
Ed è bellissimo.
Ricominciare da zero.
No, non parlerò dell'impatto emotivo del rapporto tra Babbo Scoiattolo e le Coccinelle.
Sarebbe vanità.
Parliamo, piuttosto, della meraviglia che ancora ti viene quando scopri un mondo nuovo, anzi:
il mondo nuovo.
Il Mondo Nuovo che queste bambine faranno partendo da questi primi passi nello scoutismo fino a diventare Guide Scolte e Donne della Partenza.
Ma, forse, questo è ancora più banale dell'emozione di allacciare per la prima volta le scarpe da trekking a chi ti chiede da un metro più in basso:
"Bill, mi allacci le scarpe per favore?" *
Il fatto è che la banalità inizia a diventare qualcosa di prezioso mentre tutti si affannano a cercare un'eccezionalità propria, peculiare, eterna.
Fino a raggiungere quell'altezza che più mi da le vertigini.
Costruirsi una carriera, una vita fatta di apparente prevaricazione anche solo di idee nella Politca, nell'universo parallelo del web, in ufficio, per poi ritrovarsi il Sabato Pomeriggio a non avere nessuna, nessuna possibilità di fingere.
Cocci, la piccola coccinella, cerca prima nel Prato, poi nel Bosco ed infine sulla Montagna i sette punti neri che il suo antenato ha perso nel trambusto e nella fretta di raggiungere l'Arca di Noè durante il Diluvio Universale.
Un mesetto buono ce l'ho messo a rendermi conto che avrei fatto meglio a mettermi in cerca pure io dei miei sette punti neri.
E che allacciare quel primo paio di scarpe è stato uno dei miei più significativi gesti di servizio.
Non me ne vogliano i miei E/G ed R/S, ora diventati giovani adulti, di questa mia confessione: sono loro che mi hanno insegnato ad essere Capo.
Sono loro che hanno dovuto pagare i miei errori ed a loro vanno le mie scuse per tutte le mie mancanze dell'epoca.
Arriva il momento in cui ci si mette alla prova, si desidera il successo e quando lo si raggiunge si prova compiacimento ed orgoglio.
Che passa, quando il successo si manifesta effimero, quando diventa eccezione in una quotidianità che oscilla tra fallimenti e pareggi.
E allora?
Cosa fa un capo E/G - R/S al suo primo mese di L/C?
Si mette a cercare anche lui i suoi punti neri smarriti.
Non si limita a 'mettersi in ascolto' come buona prassi.
Si mette a cercare le competenze che gli mancano.
Dopo tanti anni torna, per lui, il tempo della 'Scoperta'.
Ogni scoperta è un traguardo sì eccezionale, unico, irripetibile.
L'ambiente del Bosco, la Jungla, il magnifico Staff che ti ha accolto, le preziose confidenze delle bambine e il gioco sfrenato nei pomeriggi d'inverno nei prati dietro la Chiesa:
scoprire nuove vie, nuove persone, adulte e bambine, scoprire un e stesso felicissimo di balzare oltre il fosso e scivolare nel fango nel tentativo (fallito) di far meta.
Scoprire un Metodo di crescita che si salda con quelli già noti delle altre branche, scoprire un modo diverso di relazionarsi, scoprire, scoprire, scoprire.
Scoprire di avere ancora tanta voglia di scoprire.
E il fardello del cuore evapora, non certo in un'ora ma evapora.
Il peso nel cuore si trasforma. E allora il Servizio ti interroga, a tu per tu, sulle tue motivazioni.
E ti tocca scrostare, con olio di gomito, tutte le emozioni effimere, come quando riempi lo zaino per la Route.
Fai il Capo perchè ti ricordi di quando eri ragazzino. Via.
Fai il Capo perchè ti piace vivere all'aria aperta. Via.
Fai il Capo perchè così puoi continuare a fare le famigerate buone azioni di BP.
Via.
Via un'altra mezza dozzina di motivi.
Nessuno dei quali, magari, negativo.
Solo superfluo.
Hai i tuoi guai, sei dovuto andar via dalla tua Città in 'età matura', eppure ti ritrovi a dormire in sacco a pelo una sera di gennaio.
Ci deve essere qualcosa di solido, sostanzioso, immateriale a far da scheletro alle tue fragili intenzioni.
Allacciare una scarpa a una bambina è una buona traccia di quello che intendo...
Riconoscere in un gesto banale, semplice, indispensabile l'unicità del Servizio Gratuito ai più piccoli non come momento 'elevato' di scelta elitaria, ma come quotidianetà, banalità anche ripetitiva, magari, di ricerca della persona più importante per tutti noi:
il Nostro Prossimo, da amare come noi stessi.
* Nota: il mio nome nell'universo fantastico del Cerchio è Bill, alias di Babbo Scoiattolo: nome breve e facile. Avrei preferito Ken, in omaggio all'indimenticato Guerriero di Hokuto: ha pure i sette punti neri addosso ma verrebbe scambiato dalle bambine per il trombamico di Barbie: meglio evitare.
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