23 febbraio 2010

L'Estate della Paura

L'orrore dell'infanzia che transmuta in adolescenza, compromessi, tradimento.
Ecco, cosa sono, per me, questi romanzi.
Un cielo azzurro in pomeriggi senza fine ed un mostro in agguato nel buio.
IT, La Guerra dei Bottoni, L'Estate della Paura, Il Corpo.
Tutti racconti di bambini che vincono il male, racconti narrati da adulti che il male hanno attraversato. Lo scrittore sopravvive alla morte dell'infanzia. Un'infanzia che non è un tempo dorato, ma un tempo netto. In cui amicizia, passione, gioia, sono parole univoche e disambigue. E il male che tanti scrittori incarnano in mostri, demoni e vampiri, non è forse la banale resa di fronte alla Vita che implica l'allentamento e la dissoluzione dei legami d'infanzia?
Dove una volta arrostivo salsicciotti in un forno scavato nel terreno ora c'è un parcheggio.
Il Diserbante ha trasformato in una distesa brulla il boschetto di acacie spinose che ci terrorizzava.
Niente più lucciole nei cieli d'estate.
Forse, la stanchezza mi gioca brutti scherzi. Ma, mentre le ultime pagine del libro di Dan Simmons scorrevano via, mi sento nelle orecchie questa canzone dei Baustelle che mi fa tornare indietro ai primi anni '80 del Secolo Scorso, quando non ero ancora mai stato tradito da nessuno che avessi mai chiamato Amico

L'Aeroplano, Baustelle:

Che cosa resta di noi che scopiamo nel parcheggio
Cosa resta di noi: un rottame di Volksvagen
Il ricordo, si sa, trasfigura la realtà
La verità se ne sta sulle stelle più lontane
Ci rimane una città, un lavoro sempre uguale
Una canzone che fa sottofondo all’Indecifrabile.
Cosa rimane di noi, ragazzini e ragazzine
La domenica dentro le chiese
ad ascoltare la parola di Dio.
Il futuro era una nave tutta d’oro
che noi pregavamo ci portasse via lontano
Cosa rimane di noi
Ora che ci siamo amati ed odiati e traditi
E non c’è più limite

Sfreccia in cielo un aeroplano
Io ti amo e non ti penso mai
Penso a quello che ci resta
Vola l’aeroplano, Va lontano
Vola su Baghdad
Noi voliamo invano

Che cosa resta degli anni passati ad adorarti
Cosa resta di me
delle bocche che ho baciato in discoteca
Che cosa ne è della nostra relazione
Stupidi noi che piangiamo disperati
Che cosa resta dei sogni che avevamo nella testa
La nostra esperienza a che cosa servirà

Sfreccia in cielo un aeroplano
Io ti amo e non ti penso mai
Penso a quello che ci resta
Vola l’aeroplano, Va lontano
Vola su Baghdad
Noi voliamo invano

2 commenti:

  1. è bellissima questa canzone, adoro i baustelle...trattasi di insana passione credo...

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  2. Non so dove arrostivi salsicciotti, so però che dietro casa tua c'era un campetto dove andavo a giocare dopo la scuola.
    Ora mi sembra che almeno il prato ci sia ancora, ma l'erba è alta e le porte di ferro sono sparite per chissà quale motivo.
    Ricordo anche un prato in salita che all'occorrenza si usava anch'esso per giocare ed il sorteggio del lato del campo verso cui attaccare spesso decideva l'esito della tenzone, e questo campo mi sa che non esiste più...

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