2 febbraio 2012

Battute. Poi ti tocca il maalox

Ah, il gusto della battuta.
Chi può resitervi?
Neppure l'algido Presidente del Consiglio.
Che bella battuta quella sulla monotonia del posto fisso, nel paese delle dimissioni firmate in bianco, dei sindacati di pensionati, del 30% di disoccupazione giovanile (valore ufficiale, il che implica che in pratica i giovani davvero occupati sul serio saranno meno di 1 su 2) e compagnia bella.
Risparmiamoci l'elenco dei mali patri.
Il Discorso di Monti non fa una piega, dico, la seconda parte.
Quella sulla necessità di creare lavoro.
Ok, fattori emotivi a parte, tutto sommato, il ragionamento filerebbe se fossero già vere un paio di cosucce:
Sovrabbondanza di lavori precari e lavori precari di gran lunga più onerosi di quelli stabili.
Allora sì che sarebbe possibile accogliere le battutine del premier con qualcosa di differente dallo sconcerto.
No, dico: pure lui?
Pure lui sente il bisogno di far battute sulla pelle degli altri?
Ma perchè non ci si rende conto di quanto siano sgradevoli le battute sulla vita e sulla morte?
Tu puoi anche permetterti di abolire l'articolo 18, tagliare l'età pensionabile e licenziare, licenziare, ma le battute NO. 
Le battute sono la cosa più berlusconiana che abbia fatto Monti.
Tra le altre...

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