Direttamente da qui, il Blog di Pippo Civati:
1. Salvare la politica.
Soprattutto da se stessa: col superamento dei rimborsi elettorali,
con i
tetti di spesa e i
rendiconti trasparenti, e col controllo di un’autorità
indipendente (la Corte dei
Conti) sui bilanci. Stop a
listini e listoni bloccati, e stop anche ai vitalizi e al numero di
mandati
(non più di tre).
2. Corruzione zero.
Decadenza dalle cariche e ineleggibilità dei condannati in via
definitiva,
anagrafe pubblica degli
incarichi, degli appalti e delle consulenze, adozione dei meccanismi
internazionali contro la
corruzione tra privati e l’autoriciclaggio, con il ripristino del
reato di falso
in bilancio.
3. Fisco 2.0. Un nuovo patto
fiscale tra Stato e cittadino, basato sulla lealtà, sulla
ridistribuzione, e su
strumenti nuovi: semplificazione contabile, gestione elettronica
delle
fatture, più oneri
deducibili, più tracciabilità e la limitazione dell’uso del
contante. E poi una
vera pressione sui paradisi
fiscali (la Svizzera).
4. Il credito pubblico per
abbassare le tasse. Spending review, fatta non con i tagli lineari,
ma con l’abbattimento
degli sprechi e la revisione delle partecipazione statali (e locali,
soprattutto).
Ristrutturazione del capitale pubblico e privato. Incubatori per le
startup,
efficientamento della
giustizia civile, e soprattutto il passaggio del carico fiscale dai
mobili agli
immobili. E una
mini-patrimoniale a progetto.
5. Uguaglianza è un po’
più di equità. I precari non sono solo di più: stanno peggio che
altrove. Contratto unico,
sussidio universale e reddito minimo di cittadinanza come orizzonte,
come accade in tutta la Ue.
E concorrenza leale, che è parente stretta dell’uguaglianza.
6. Una questione maschile.
La nostra società deve essere a misura di donna: perciò si deve
chiedere, ancora, la parità,
promuovendo al contempo la differenza. Riconoscere il tempo
dedicato alla cura (anche ai
fini della pensione), porre la maternità a carico della fiscalità
generale, rendendo
obbligatorio il congedo parentale per i padri per un tempo congruo.
7. Terra! Cinquant’anni
dopo Le mani sulla città, di Francesco Rosi, il tema del consumo di
suolo non è ancora centrale
nella politica italiana. Primo, fermare la rendita e l’uso
improprio
degli oneri di
urbanizzazione, secondo orientare la spesa pubblica al riuso e al
recupero, terzo
promuovere l’agricoltura e
la riflessione sul cibo, tema del futuro.
8. Green vuol dire
democratico. Anche malgrado le battaglie poco considerate, e i
referendum snobbati.
Efficienza, rinnovabili, rete e piano energetico nazionale le
priorità
assolute. Una rivoluzione
che muove dalle nostre città, e dal comportamento di tutti,
cittadini,
amministratori,
legislatori.
9. La cultura del futuro.
Dobbiamo ‘mangiare’ chi dice che con la cultura non si mangia.
Valorizzare il ruolo degli
insegnanti, veri alleati dei produttori. Superare il dualismo tra
cultura
umanistica e tecnica: perché
la ‘novità’ è che servono entrambe, al Paese della creatività,
della
storia e della cultura. E
l’informazione è centrale, in tutto questo, non secondaria.
10. Il paese
dell’innovazione. L’Italia non ha altra scelta: la banda larga
vale qualche punto di
Pil, significa
occupazione, servizi avanzati, risparmi e nuove soluzioni per la vita
quotidiana
della Pubblica
Amministrazione, delle imprese e dei cittadini. Innovazione non è il
contrario di
tradizione, ma di
conservazione.
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