27 novembre 2012

Il mio voto Cristiano per le Politiche 2013

Il mio voto alle prossime Elezioni Politiche  vorrei che possa essere Cristiano.
Il "Vorrei" è condizionato dalla scarsa probabilità di trovare sulla scheda elettorale qualcuno che corrisponda minimamente alla mia intenzione di voto Cristiana.
Lo so, in Italia il voto dei cosiddetti cattolici, secondo i tiggi', appartiene a gente tipo Casini o la Binetti o agli organizzatori del family day e quella gente lì, ma è solo propaganda, l'azione politica di costoro forse obbedisce al potere temporale di varie gerarchie umane, ma di Cristiano non ha nulla. 
Cosa io intenda per voto cristiano è facile: quello che cerca di realizzare in Terra una passabile imitazione di Società Cristiana.
Ma, secondo me, una Società Cristiana non è quella in cui tutti vanno in Chiesa o l'aborto è punito per legge.
E' una società basata sulla Relazione tra uomini liberi.
Messi nella condizione di imparare ad amarsi.
Certo, i punti di partenza sono importanti:
"Partiamo dal Lavoro, no, dalla Scuola! Anche, ma pure dall'Ambiente, dall'Energia, dalla Cultura, dalla Legalità!"
Partiamo, sì, certo, partiamo!
Ma per andare dove?
Ecco, io ritengo indispensabile fermarsi a riflettere sul tipo di società in cui vogliamo vivere.
Ed io voglio vivere in una Società basata sulla Relazione tra Persone.
Per me, cioè, sinonimo di Società Cristiana.
La Società Cristiana ideale non è quella in cui l'aborto è proibito, ma quella in cui è statisticamente inutile.
Perchè educazione sessuale, contraccezione e servizi sociali avanzati lo rendono, nella prassi, superfluo.
La Società Cristiana ideale non è quella in cui i rapporti prematrimoniali costituiscono stigma sociale, ma quella in cui è possibile tornare a sposarsi a 25 anni.
La Società Cristiana ideale non è quella in cui le Chiese sono piene la Domenica, ma quella in cui le mense della Caritas sono vuote.
La Società Cristiana non è quella in cui si lascia libero il ladro (o lo si mette assieme ad altri 14 in una cella da 4), ma quella in cui gli si consente di risarcire la vittima e di non dover rubare più. 
(Nota: la Società in cui i ladri non esistono dicesi Paradiso, non bisogna esagerare con le attese...)
La Società Cristiana non è quella in cui uno dei fulcri non è il Consumo, ma la Relazione.
Relazione.
Sarebbe troppo lungo elencare i requisiti per realizzare quello che intendo per Relazione.
Potrei fare una descrizione estesissima della mia Città Cristiana Ideale.
Ma a che servirebbe?
Chi mi legge credo avrà capito.
Ho bisogno di sapere dove il mio 'candidato' vuole andare a parare.
Non solo 'come', il che sarebbe già moltissimo, dato che nessuno dei candidati alle primarie della Sinistra, o di M5S se è per questo,  mi sembra abbia uno straccio di dettaglio a riguardo.
Io voglio una Speranza.
Una speranza matematicamente plausibile di una Vita diversa dal binomio
"Vegeta e Disperati" vs "Produci Consuma Crepa "
Quindi, sì: il Software Libero è importante.
Il fotovoltaico è importante.
La Scuola è importante.
La guerra alla Speculazione Edilizia è importante.
Un lavoro degno per tutti è importante.
Ma, più importante di tutto, per me, è avere l'opportunità di vivere in Relazione col mio Prossimo.
Perchè è la base della Vita per come la intendo.
Una Vita Cristiana, appunto.

24 novembre 2012

Quel che rimane dopo le primarie

Ma guarda un po' quanta bella gente ha scoperto la Politica per queste Primarie.
Ci si agita, si esternano pensieri, si linkano le frasi dei leaders e si dribblano le armi batteriologiche di 5 Stelle, sembra proprio una bella festa, no?
Essenzialmente, è così.
E' un bel momento di Democrazia.
Io non voterò alle primarie, intendiamoci, per meri motivi logistici.
Sarebbe stato carino poter votare qui a Casalecchio, ma non avevo voglia di affidare alle Poste Italiane il mio certificato elettorale.
E, poi, queste modalità così macchinose quanto meno mi indispettiscono.
Bisogna sempre mettere l'acino di pepe che guasta la minestra, vero?
Beh, due cose separate e distinte.
Chi avrei votato se avessi potuto?
Non Bersani nè Vendola nè Renzi.
Bersani mi piace, non mi piacciono i suoi compagni di viaggio.
Ha una vision (ci tornerò) ma i suoi compagni di viaggio sono la garanzia che tale resterebbe.
Vendola mi piace di più, ma ci sono dei vuoti nella sua proposta, vuoti gravi.
La politica estera, tanto per cominciare.
Delle due l'una: o Vendola crede davvero che l'Italia NON sia nel centro del Mediterraneo (sulla linea del fronte, in altri termini) o non si cura affatto della sicurezza del Paese.
Renzi?
Lo scarto non per i suoi difetti, di cui non mi importa.
Ma per l'assenza di pregi.
"Io sono giovane"
"E come crede di risolvere il problema X e la questione Y?"
"Facendo il bravo" (traduzione di Spendiamo Meglio i fondi europei, facciamo meglio ecc.)

Deboluccio.
Non ho avuto modo di informarmi adeguatamente sugli altri candidati.
Io avrei votato Pippo Civati, ma non si è  candidato.
Peccato.
Mi piacciono i suoi progetti per l'Italia, sapete, quelle cose rarissime in Politica, in cui uno si prende la briga di descrivere pubblicamente un processo complesso per la risoluzione di problemi complessi.
Ma non si è candidato.
Andrà come andrà.
Ma quanto è rilevante come andrà?
Mettiamo che vinca Renzi.
Cosa succederà dopo?
Mettiamo che vinca Vendola.
Cosa succederà dopo?
Mettiamo che vinca Bersani.
Cosa succederà dopo?
Già.
Dopo.
Dopo cosa?
Un rito?
Cosa sono le Primarie, a lungo termine?
Le Primarie ci sono già state in passato.
E cosa hanno lasciato in eredità?
Non credo che le prossime lasceranno un'eredità differente.
L'illusione di cambiare le cose organizzando, partecipando e votando alle Primarie l'ho già vissuta.
Ho già dato, grazie.
Pensate a Gennaio.
Quanti di quelli che ora si agitano su Facebook a Gennaio muoveranno un dito anche solo per sostenere nei fatti il candidato di loro scelta che ora esaltano qua e la?
Quanti sono consapevoli che la situazione attuale non è solo responsabilità dei vari capoccia ma di tutte le teste pensanti che alla Politica non hanno avuto alcuna voglia di pensare?
Scoprirla per le Primarie è troppo comodo E troppo tardi.
Per queste Primarie.
Votate.
Ma, poi, agite.
Vita Natural Durante.

17 novembre 2012

Un Polpo alla Gola




Due ore a San Pardo.
Due ore passate a leggere questa graphic novel con gli occhi, due ore indietro nel tempo nel parco degli ulivi che, nel 1980, era di fronte la Scuola Elementare di San Pardo.
A Matera.
Ora lì c'è solo cemento.
Ma la mia infanzia è tornata a trovarmi senza malinconia, leggendo questo secondo libro di Zerocalcalre.
Non è la nostalgia del passato che mi ha regalato, ma la tenerezza di un bambino che imparava a distinguere il bene dal male. Ed il ricordo di amicizie che si sono trasformate nel tempo e che magari scopri trent'anni dopo ancora saldissime. 




E' stato bello leggere, è stato bello ricordare, è stato bello guardare avanti dopo aver chiuso l'ultima pagina.
Bravo, Zerocalcare, grazie ancora.

11 novembre 2012

Sintomi Preoccupanti

E' iniziato tutto ignorando la questione della Provincia di Matera.
Avevo iniziato a scrivere un post in cui mi interrogavo su quanto davvero sia grave la chiusura della Provincia rispetto ad altri problemi e provocavo i lettori su quanto magari saremmo fortunati se, assieme alla Provincia, svanisse la gigantesca emorragia di denaro pubblico gettata negli stipendi parassitari di tanta parte della Pubblica Amministrazione Locale.
Cioè, voi lo sapete,  vero, che ogni Pubblico Dipendente inefficiente e/o dannoso e/o pleonastico ipergarantito negli orari di lavoro e nei diritti sindacali implica lo stato di disoccupazione e/o lo sfruttamento di parecchie altre persone? 
Questo fatterello lo possiamo dare per acquisito, vero?
Quindi concludevo il mio pezzo con qualcosa tipo "Vada pur via la Provincia se assieme cadano anche le migliaia di filistei di cui sopra".
Poi, ho cancellato il post.
"Ma chi me lo fa fare di mettermi a litigare? Ho ben altro da fare in questi giorni!"
Le cose si sono aggravate con le primarie del Partito Democratico.
Bersani, Renzi, Outsiders, Vendola, le regole, la registrazione al portalone, il senso delle cose, i dispettucci, tutte informazioni che mi entrano da un orecchio per uscire subito dopo dall'altro.
E anche qui ci ho provato, scrivendo qualcosina su Vendola che chiede diritti per le bambine afghane nella stessa frase in cui chiede di consegnarle ai Taleban ritirando quello schifo di contingente che teniamo laggiù.
Ma è un problema mio questo? 
Dico, che un candidato alle Primarie non abbia alcuna idea dei fatti della vita? 
Certo che sì, ma io che ci posso fare?
E neppure le tragicomiche vicende del Movimento 5 Stelle locale e nazionale degne del miglior direttivo PD, mi hanno spinto anche solo a togliermi qualche sassolino dalla scarpa.
Dulcis in fundo, la notte elettorale americana non mi ha provocato il minimo brivido emotivo.
E' grave?
E' grave questa sensazione non di rigetto, ma di irrilevanza di ogni parola letta, ascoltata, pronunciata e scritta?
O è solo un'intossicazione momentanea? Una indigestione, un riposo, un respiro?

O, forse, è la politica che mi ha reso impossibile appassionarmi alla Politica?

Kobo Glo, un e-reader coi baffi


Ci sono cascato Il mio Sony Reader funziona ancora piuttosto bene, durata della batteria a parte. Complice la classica megaofferta da centro commerciale annesso a libreria mondadori ho ceduto. Il Koblo Glo è largo 11,4cm x 15,5 ed è spesso meno di un centimetro. Le dimensioni effettive dello schermo sono di 9 x 12 cm, i dettagli tecnici li lascio alle riviste specializzate, però ci tengo a raccontarvi che lo schermo e-link è di ultimissima generazione ed è di una nitidezza mai vista prima. Inoltre, è illuminato... Parentesi: i tablet, i monitor dei pc e dei portatili sono retroilluminati per definizione. Stancano la vista. Gli schermi e-link degli e-book readers non sono lcd, quindi, ad esempio, io lavoro al computer con gli occhiali, sennò non vedo niente, ma leggo libri ed e-book senza. Al buio, però, gli e-book sono illeggibili, esattamente come i libri di carta. Quindi, di sera, serve una lucetta per leggere gli e-book reader. Beh, il Kobo Glo ha un sistema di illuminazione integrato dello schermo. Comodissimo, quando si legge a letto! Inoltre, lo schermo è un tuch controllato mediante infrarossi, quindi può essere anche usato coi guanti: farò la prova quest’inverno... Il lettore ha solo due pulsanti fisici: quello di accensione - standby e quello per attivare l’illuminazione. Ora, veniamo ai formati. Il Glo legge praticamente tutto, incluso il blindato e proprietarissimo .mobi di amazon. Qui, però, scatta l’applauso: il Glo legge anche i CBZ ed i CBR, i formati su cui sono distribuiti sul web i fumetti... Cioè. Vi rendete conto, vero? Il Kobo permette di leggere abbastanza comodamente fumetti, anche grazie allo slot MicroSD che consente di immagazzinare altri 32 GB di dati oltre al GB e rotti consentito dalla memoria interna. Che va benissimo per gli ebook, un po’ meno per i fumetti, di gran lunga più esigenti in fatto di spazio. Quindi, lo slot microsd, cade a fagiolo. Alla prima accensione il mio Kobo ha chiesto di connettersi al wifi domestico e ha scaricato l’aggiornamento del firmware. L’interfaccia tattile non è intuitivissima, si deve fare un po’ di fatica per ottenere l’elenco dei propri e-book, il tutto è studiato più per accedere al portale http://www.kobobooks.it/ che a gestire i files locali. Ma la lettura è piacevole con questo schermo così nitido e rapido nel cambio di pagina. Per cambiare pagina basta un ‘tap’ sul lato destro dello schermo (ma la cosa è personalizzabile) ed è facile cercare una parola sul dizionario, basta premerci un polpastrello sopra. Non ho esplorato molto il portale, esiste una applicazione desktop ed una per dispositivi mobili, è possibile acquistare gli ebooks e sincronizzarli via wifi e via pc con l’ebook reader. Il Glo è basato su un ecosistema aperto, quindi ha il vantaggio di un portalone per acquistare gli ebook (by Mondadori) assieme a quello di non avere alcun vincolo di formato come capita al cugino Amazon (praticamente identico nell’hardware). Inoltre, ecosistema aperto implica l'esistenza di una comunità di sviluppatori pronti lì con firmware alternativi e migliorati... Piccola chicca: nel menu extra è presente un browser per navigare sul web a 16 toni di grigio ed anche alcuni giochi tra cui gli scacchi. Insomma, se non avete un ebook reader il Glo è davver un’ottima scelta, se ne avete uno di vecchia generazione e vi piace l’idea di uno schermo illuminato, il Glo è l’ereader che fa per voi. Se lo comprate a breve dovrebbe essere ancora valida l’offerta Mondadori di 3 ebooks (scelti tra 9 best sellers) inclusi con il lettore. Nota negativa? Il logo Mondadori come screensaver: non è un bel vedere...


5 novembre 2012

1Q84: L'Amore, naturalmente

Ieri sera ho portato a termine la monumentale lettura della seconda (tecnicamente la terza) parte del romanzo di Murakami.
In Italia le prime due parti sono state pubblicate in un unico volume a cui è seguita quest'anno la pubblicazione della terza parte in un secondo volume.
Massimo dei voti, nonostante un centinaio di pagine abbondanti piuttosto noiose all'inizio del libro 3.
Perchè mi piacciono carnalmente i romanzi di Murakami?
Perchè leggere le sue pagine ti fa un effetto semplice ma potente.
Esci dalla tua Vita e non leggi: parli.
Gli occhi leggono, la mente parla coi personaggi.
Nei romanzi di Murakami la trama è un pretesto.
Un pretesto per mettere in contatto menti e cuori.
E alla fine la ricetta è semplice semplice.
Amore, quant'è semplice questa parola.
Definire l'Amore è roba da poeti o da amanti, poi ci sono gli scrittori che parlano d'Amore.
Murakami non parla d'amore.
Sono i lettori a leggerne.
Semplice, no?

3 novembre 2012

Spore Emigranti. L’Alfa e l’Omega


So che in molti attendono un mio commento sulla mia non certo volontaria ed entusiastica emigrazione.
Beh, piano piano, a pezzi e bocconi, sono riuscito a mettere assieme un ragionamento che spero sia sensato.
Andar via non è stata una vera scelta.
Restare o andare. Se resto mi devo accontentare di un lavoro meno qualificato e di servizi inferiori, se vado lavoro, reddito e servizi saranno superiori ma perdo la mia Terra e la mia Comunità... 
Mica è stato questo il ragionamento che ho potuto fare.
No, bisognava andare e basta!
Grazie al perverso meccanismo dei contributi minimi di Inarcassa, per esempio, non mi era rimasta altra scelta che trovare un lavoro entro poche settimane o fronteggiare i mastini di Equitalia.
Magari ci si aspetta che spari fuoco e fiamme, che inveisca, che sfoghi in parole scritte la rabbia.
Ma di quella rabbia non c’è traccia, qui, a Nord della Linea Gotica.
Solo pietà.
Andiamo con ordine.
Io non me ne sarei mai voluto andare da Matera.
Ho fatto di tutto per  potermi costruire una vita ed una carriera accettabili a Matera.
Sognavo una vita fatta di lavoro, scoutismo ed impegno sociale.
E domeniche passate tra un Reparto, una famiglia e gli amici.
Ho combattuto tantissimo per questo, ma non sono riuscito a raggiungere questo risultato.
Io non ci sono riuscito.
Non c’è stato un complotto mirato per impedirmelo.
Quindi, non intendo incentrare il mio racconto su quanto siano state stronze le circostanze.
Lascio volentieri ad altri il pianto greco.
La mia storia inizia con la chiusura dell’azienda per cui lavoravo a Taranto.
E’ passato un anno da allora.
E dopo quest’anno di battaglie ho dovuto prendere la via del nord.
E’ stato un anno di guerra.
Vi racconto un  esempio spero paradigmatico: a Gennaio rispondo ad un annuncio di lavoro di un'azienda privata pugliese. Dopo 14 minuti dall'invio della mail vengo contattato telefonicamente e mi si fissa un appuntamento. Seguono i rituali tre colloqui e proposta di assunzione finale. Sembra tutto a posto ma si deve aspettare “l'ok burocratico” del principale cliente dell'azienda per la cui commessa verrei assunto. Un Ente Pubblico con sede in Basilicata. Certo, in prospettiva si prevedono altri  incarichi presso altri clienti, ma, per ora, si deve iniziare da lì. Da febbraio 2012, fino a Luglio, il vostro ingegnere aspetta paziente tenendosi in contatto periodicamente con l'azienda barese che avrebbe davvero bisogno di inserirmi lì dove vorrebbe. Ma l'”Ok burocratico” non arriva, finchè, a  Luglio, è ormai evidente che  non arriverà mai. Giusto per colmare la misura vengo ufficiosamente informato del fatto che un pezzo di quello che avrebbe dovuto essere il mio lavoro su server Linux lo sta facendo, invece, un consulente esterno che fa il pendolare dal Nord Italia. 
E’ stato quando ho ricevuto questa notizia  che ho deciso di emigrare... 
E di esempi come questi ne potrei descrivere altri: finanziamenti per bandi vinti e mai arrivati o, tanto per riderci su, un contratto da me firmato con un ente pubblico per un lavoro di breve durata (1 mese) che mi ha obbligato a mantenere aperta la partita iva, che doveva iniziare subito dopo la firma per poi essere rimandato sine die di settimana in settimana senza spiegazioni impedendomi, per mesi, di impegnarmi altrimenti: per completezza di ragionamento, sappiate che l'azienda pugliese di cui sopra avrebbe voluto offrirmi un breve contratto su Bari sperando che la situazione lucana, nel frattempo, si sbloccasse, ma ho dovuto rifiutare proprio a causa di questo contratto già firmato di cui poi non si è saputo più nulla. 
Io, gli impegni con lo Stato (Inarcassa, Ordine degli Ingegneri, fisco) li devo rispettare, ma, ovviamente, non vale il viceversa.
Chissà cosa sta facendo, ora, in questo momento, il dipendente pubblico responsabile di questo evento.
Sarà tranquillo a casa sua coi pensieri di tutti gli uomini...
Già...
Il succo del discorso è che un lavoro avrei anche potuto trovarlo se non fosse stato per la Repubblica Italiana e per i suoi ‘servitori’ locali, in questo caso.
O se avessi voluto ‘accontentarmi’.
Ma ad un certo punto ho detto basta.
Da un giorno all’altro.
Non ce la facevo più a vivere in questa sospensione del tempo omicida.
Mi sono reso conto di non essere riuscito a raggiungere l’obiettivo e che bisognava cambiare strategia e tattica.
Questa cronaca non sarebbe completa senza affrontare l’argomento “Partito Democratico”.
Come credo sia evidente dai fatti, il mio non è stato un tentativo clientelare, nè, purtroppo, un tentativo riuscito.
Tentativo di cosa?
Ma di fare Politica.
Non di riformare, aggiustare, sistemare, ripristinare, correggere.
Solo di agire in base ad un pensiero meditato.
Ho consumato molte energie nella Segreteria del Partito Democratico Materano e non sono affatto soddisfatto dei risultati.
Di risultati pratici, praticamente, non ce n’è.
Politicamente, invece, qualcosina c’è.
Roba simbolica, si intende.
Ma concreta in un momento storico in cui idee realizzabili sembrano tabù nella Politica.
E’ stato dimostrato che è possibile parlare di argomenti come le energie rinnovabili, le nuove forme di lavoro, gli spazi di aggregazione giovanile, la speculazione edilizia e l’ovvio software libero anche nelle stanze del Direttivo del Partito Democratico materano.
Insomma, se un simpatizzante del PD volesse sapere se casomai qualcuno nel PD di Basilicata abbia mai parlato di altro rispetto al solito potrebbe andare a dormire tranquillo, se ciò gli bastasse per conciliarsi il sonno.
Il che, ovviamente, non può essere.
Questa esperienza mi ha lasciato un sapore agrodolce.
Quello di una vita agra per ignavia di ben precise scelte fondate su paura ed egoismo a breve termine.
E dolce per l’incredibile ricchezza umana di chi cerca l’incontro anche dove, secondo i moderni canoni del nuovo che avanza, ci dovrebbe essere solo violento e spietato scontro.
Le persone del Partito Democratico che porto nel cuore non sono poche e mi hanno insegnato molto.
Per me l’esperienza in Segreteria è stata una vera e propria scuola di Politica, ma, come per tante altre cose, anche di questa esperienza ne usufruiranno altre Comunità.
Ne ho già parlato precedentemente nel mio blog, ma ora vorrei quantificare un minimo.
Cosa perde Matera dalla mia emigrazione?
Una certa competenza tecnica in ambiti specialistici: sistemi aerospaziali, impianti fotovoltaici, sistemi IT piuttosto sofisticati e capacità di gestire le infrastrutture IT con sistemi open source.
E ho potuto constatare che parte di queste competenze si sono quasi estinte sul territorio materano.
Un Capo Scout brevettato: ad occhio, direi che una ventina di ragazzi materani all’anno non potranno correre lungo il sentiero educativo scout.
I Boy Scout sono spesso pubblicamente derisi, ma le liste d’attesa dei gruppi materani sono sempre ben satolle e lunghe ...
Più una discreta capacità di operare nel sociale e nel volontariato aggiuntive allo scoutismo (vedasi PD e Linux Day ad esempio).
Tutto questo ora passa a Casalecchio.
Il resto appartiene al privato.
L’unica sofferenza inquantificabile.
E di cui ritengo fuori luogo parlare ulteriormente qui.
Alla fine una cosa l’ho capita:
cambiare le cose non è impossibile, a patto che si lasci perdere l’idea di cambiare le cose.
Possiamo cambiare solo noi stessi.
Non gli altri.
Ecco perchè, ultimamente, sto passando molto tempo a pensare ai miei errori.
E ho praticamente smesso di pensare a quanto i i fattori esterni abbiano danneggiato il mio tentativo di vivere a Matera.
No, mi sono convinto che analizzare le altrui mancanze e le altrui scorrettezze sia tempo perso.
Mi sono laureato, sono tornato, ho cambiato un paio di lavori, è successo quel che è successo e francamente la domanda che ritengo abbia senso è: “Dove ho sbagliato?”
Cosa avrei potuto fare diversamente?
Per esempio, anche la recente vicenda del Linux Day materano, se ci penso la prima cosa che mi chiedo è:” Dove ho sbagliato? Cosa ho fatto di sbagliato che ha impedito la nascita di una Comunità vitale ed autosufficiente?” 
E’ un dato di fatto.
Sono stati i miei errori a costringermi all’emigrazione.
Io ho sbagliato a fidarmi di imprenditori scorretti, io ho sbagliato nel mettere energie in cause perse, io ho sbagliato nell’impiegare il tempo in iniziative controproducenti.
Sono i miei errori che pago, non l’indifferenza e l’egoismo di altri.
L’indifferenza, i sorrisetti di compiaciuta commiserazione (finchè parli di spostare qualche centinaia di migliaia di €uri dalle tasche di Micro$oft a quelle dei laureati materani, ma appena inizi a parlare di cemento e mattone subito si accende la spia rossa e diventano sorrisi zannuti), l’ignavia pervicace mi suscitano solo pietà.
Poveretti coloro che avrebbero dovuto semplicemente lasciar fare, neppure fare.
Ma la cui paura li ha dominati fino ad impedire che altri agiscano per il bene comune.
Un mese fa mi sono messo in macchina e sono partito per il Nord.
Statisticamente, altre 4 persone hanno lasciato la Basilicata con destinazione Nord quello stesso 3 Ottobre.
Molte relazioni si sono lacerate quel giorno.
E altre sono nate subito dopo.
Ma il più grigio e squallido cielo padano è senz’altro più colmo di Speranze rispetto all’azzurro più puro che si staglia sul più bello degli scorci del Parco della Murgia.
Inseguiamo la Vita e lasciamo indietro Nostalgia a combattere in retroguardia.