Non avevo mai visto "Il favoloso mondo di Amelie".
Vederlo oggi, per la prima volta, in questo Capodanno così particolare, non ho potuto fare a meno di meravigliarmi come il film descriva un modo di sognare che pensavo peculiarmente mio.
Ma il sognare così, dopotutto, non è quello che oggi facciamo tutti coi propositi di Capodanno?
Il 2012 è stato un anno particolare, di quelli che non capitavano da tempo.
Il ciclo della vita, a cui tutti siamo soggetti, sembra aver voluto accelerare investendomi in pieno.
Ammetto di non essere sempre stato in grado di guardare le cose in prospettiva costruendomi, pertanto, problemi lì dove non c'erano altro che opportunità.
Gli ultimi mesi sono volati via in un'esperienza lavorativa faticosa e di altissimo livello tecnico ed umano su cui spero di riuscire a gettare le fondamenta del futuro, così incerto alla fine di quest'estate.
Non è un momento nè facile nè semplice.
Per tante, troppe persone.
Ho ben poca fiducia per il 2013 e dubito che le imminenti elezioni porteranno a quella radicale svolta che sarebbe appena sufficiente per invertire il corso delle cose.
No, non sarà il 2013 l'anno dei fili riannodati.
Sarà l'anno della resistenza più feroce al più feroce degli avversari: me stesso.
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