1 novembre 2016

2000 km Bike to Work sulla stessa bici: conseguenze

Il Ciclista urbano alle prime armi scoprirà a sue spese che la manutenzione ordinaria della bicicletta non consiste solo nel tener le camere d'aria gonfie e le lampadine funzionanti.
C'è la catena.
Più precisamente, ci sono i pignoni.
Anzi, rettifico, è davvero una catena. 
Di eventi.
Il Ciclista urbano alle prime armi che, Runtastic alla mano, percorra un minimo di 120 km al mese di solo bike to work, scoprirà il fenomeno dell'allungamento della catena.
Per anni ed anni, da ragazzino, il problema era quando la catena cadeva o si arrugginiva.
Non avevo mai sentito parlare di allungamento della catena, nonostante abbia fatto il mio ultimo esame al Politecnico con un luminare delle ruote dentate che non è stato capace di infilare nel suo programma una sola informazione pratica da usare nella Vita, lavorativa e non.
Nemmeno questa.
In due parole: la catena, ovviamente si usura dato che è un componente sempre in movimento soggetto a trazione ed attrito. 
E io, questo, lo sapevo.
Mi immaginavo che, ad un certo punto, nel migliore dei casi, il familiare rumore della mia bicicletta sarebbe mutato e nel peggiore mi sarei fatto un paio di km a piedi dopo aver spezzato la catena per usura.
Njet.
Niente di tutto questo:
certo, ovviamente le cose possono andare anche così, ma il vero problema è che la catena si allunga e dopo un po' che si è allungata intacca il pignone anche se apparentemente è tutto ok.
Solo che il pignone è da buttare perchè una catena nuova non si adatterà a dei denti di ingranaggi deformati.


il vecchio pacco pignoni con il 4° pignone
compromesso dalla vecchia catena troppo allungata
Sono stato chiaro e coinciso?
Bene, ringraziatemi perchè ho scoperto queste ed altre cosucce del genere nel corso dell'ultimo mese di manutenzione straordinaria della mia bici.
Per prima cosa: 
dove ho sbagliato?
Francamente, solo nel non aver rilevato prima l'allungamento della catena. 
Tutti gli altri guai erano inevitabili.
Perché?
Perché 2000 km per una bicicletta da supermercato sono più o meno la sua vita utile senza procedere a manutenzione straordinaria.
E ho, appunto, percorso con la mia bici tra i 2000 e i 2200 km circa in 17 mesi.
Ecco un parziale elenco spicciolo di tutti i guai meccanici che ho avuto:
Ho cambiato la catena, il pignone e tutta la ruota posteriore (perchè in quella originale si è guastato il meccanismo della ruota libera e per completezza il suo copertone  si è precocemente ingobbito.


ruota nuova

In più, i freni fanno più rumore di una sirena antiaerea.
Insomma, erroneamente credevo che, in meno di 2 anni, una bici nuova non potesse ridursi così male anche perchè la manutenzione ordinaria (lubrificazione, pulizia, calibrazionI) l'ha avuta tutta e regolarmente.
Inoltre, la bici è sempre stata custodita al chiuso e ha preso pioggia solo pedalando assieme al sottoscritto.
E, invece, banalmente contano i km.
Se la bici la usate 10 km al mese vi dura vent'anni.
Se la usate 10 volte tanto: due.
Alla fine della fiera quello che mi sento di tramandare della mia esperienza è questo:
se avete intenzione di provare il bike to work cercate, per prima cosa, una bici in prestito.
Oppure, seguite pure, fino a un certo punto, il mio sentiero che è partito con l'acquisto di una bici decathlon modello base. 
Investite pure un centinaio di € e rotti (non lesinate su luci, pantaloni antipioggia e sistemi di sicurezza) in qualcosa che, nel momento in cui vi sarete accorti che non vi serve l'automobile per andare a lavorare, vi andrà stretto per tante ragioni diverse (prestazioni, ergonomia e, appunto, affidabilità).
Ma vi suggerisco di non seguirmi fino ad acquistare, come seconda bici, qualcosa di appena più decente di quella modello base dalla grande distribuzione.
Se la bici la usate tutti i giorni vi servirà qualcosa di calibrato sulla vostra corporatura, qualcosa che non debba essere continuamentemesso a punto e con pezzi di ricambio standard.
Inoltre, vi servirà un ciclomeccanico.
E' vero che la ciclomeccanica è qualcosa di molto divertente ed utile da imparare.


un piccolo errore di ciclomeccanica di base

E' vero che è indispensabile imparare a gestire in proprio la manutenzione ordinaria.
Ma è anche vero che alcune attività di manutenzione è più economico (nel senso del rapporto tra il vostro tempo e la qualità della riparazione) che vengano fatte da un professionista: la revisione dei mozzi a coni e sfere, ad esempio, avrei anche potuto farla in proprio ma ci avrei messo giorni ad arrivare a rimontare la ruota in maniera corretta.


triste fine del mio mozzo posteriore

Idem per il movimento centrale: credo che pianificherò a breve un pit stop ad hoc.
Invece, i freni rumorosi credo proprio che me li terrò:
se siete utenti delle piste ciclabili bolognesi non sono un difetto, ma una funzionalità.
I pedoni si offendono molto se usate il campanello per richiamare la loro attenzione sul fatto che sono sulla ciclabile (non ciclopedonale, intendo proprio la ciclabile) e non sul marciapiede ma, se il vostro freno posteriore, quando lo azionate emette un suono a metà tra una tromba da stadio e l'urlo di Chen, si spaventano, ti ringraziano e si spostano di quei quaranta centimetri che separano l'italica virtù dell' "Io so' io e voi non siete un cazzo" dalla retta via.

E, poi, andare in bici al lavoro ti può anche donare incontri come questo...


il bianconiglio non appare agli automobilisti

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