31 agosto 2018

i #novax alla guerra: i generali della Prima Guerra Mondiale

Disclaimer: Post semiserio. Un po' di battute mescolate ad una tragica realtà.

Il 2018 è il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale.
Mi piacerebbe parlarne e non escludo di farlo entro l'autunno, tuttavia mi preme di più stuzzicare il lettore con alcune analogie.
La Prima Guerra Mondiale è stato un insensato massacro durante il quale, per lo più, uomini giovani e fisicamente prestanti erano mandati a correre su terreno aperto contro il fuoco di mitragliatrici a tiro rapido ed artiglieria pesante.
Il risultato pratico delle azioni tattiche 'medie' sul Fronte Occidentale era un rateo di perdite che si poteva misurare in morti al minuto (per la Francia parliamo di 1 morto ogni due secondi).
L'Esercito Inglese, durante la Battaglia della Somme, riuscì a mettere fuori combattimento sessantamila dei propri soldati in meno di 24 ore.
Gli storici si sono spesso interrogati sulle ragioni che spinsero i Generali di quel conflitto (con le dovute eccezioni) ad adottare tattiche praticamente suicide.
Cioè, no: omicide dei propri soldati, mica si suicidavano loro ...
Nei libri scritti dopo la Seconda Guerra Mondiale mi è capitato spesso e volentieri di imbattermi nella tesi  di una mancanza di comprensione della potenza degli strumenti di morte del XX Secolo per persone formatesi nel XIX Secolo.
Generalmente, gli eserciti perdenti affrontano un conflitto preparati ed equipaggiati per vincere la guerra precedente.
Così è stato, ad esempio, per i Francesi che arrivarono alla primavera del 1940 con un esercito perfetto per la Guerra di Trincea del 1918. 
E che venne travolto da un numero inferiore di carri armati tedeschi (che erano di meno e più leggeri di quelli francesi).
Ma, mentre il blitzkrieg tedesco era un modo di usare i carri armati nuovo di zecca, la dimostrazione della micidiale potenza di fuoco delle armi moderne era già evidente da molti lustri.
Insomma, i Generali si erano dimenticati delle stragi di fantei della Guerra Civile Americana  di cinquant'anni prima e, per loro, nemmeno c'era stata una guerra russo giapponese, solo 10 anni prima,  in cui la mitragliatrice e la trincea avevano fatto da padrone.
Per tacere delle Guerre Balcaniche.
Quindi, i Generali del 1914 disprezzavano la radio, ritenevano l'aeroplano una buffonata, costringevano i propri soldati ad andare all'assalto alla baionetta in divise dai colori sgargianti anni dopo che era stata dimostrata la loro pericolosità e la necessità di usare colori mimetici e ritenevano che l'elan di una offensiva ad oltranza avrebbe ridicolizzato reticolati e mitragliatrici.
Questo atteggiamento era perfettamente trasversale tra i contendenti.
A onor del vero, i tedeschi erano un po' più razionali e gli americani arrivarono sul campo di battaglia quando si iniziava ad intuire che avanzare a passo allo scoperto contro le mitragliatrici non era una tattica sagace.
Il risultato fu un carnaio immane che segnò l'inizio della fine per l'Europa delle Nazioni.
Sin da quando ho iniziato ad appassionarmi al tema mi sono sempre domandato il perchè di questa gigantesca dimostrazione di ottusità, superata solo dal razzismo genocida della macchina dell'Olocausto.
Ed ecco svelato l'arcano:
Anche all'inizio del XX Secolo il "pensiero" #novax aveva raggiunto posizioni di potere.
Anche nel 1915 c'erano persone che vivevano immersi in una tecnologia che aveva consentito il raddoppio della popolazione, la ferrovia, il telefono, la radio, l'aviazione, i gas asfissianti e che ne disprezzavano le realtà oggettive.
Riparasi dal fuoco della mitraglia era viltà, un attacco a sorpresa inutile, ritirarsi da una posizione intenibile era diserzione e l'audacia doveva prevalere sui proiettili.
Insomma, non è affatto la prima volta che persone disadattate rispetto alla realtà hanno avuto responsabilità pesantissime.
E sappiamo come è andata a finire.

Assalto alla Baionetta

Il Generale Leone impartisce un ordine stragista

Per un veloce ripasso sulle condizioni di vita e morte suggerisco la visione del film "Uomini Contro" liberamente (forse un po' troppo liberamente) tratto dal romanzo "Un anno sull'altipiano" di Lussu.
Oppure "Orizzonti di Gloria" di Kubrik 
Ovviamente di libri e film ne avrei da suggerire a bizzeffe ma mi hanno spesso raccomandato di farla breve.
E la pianto qui.


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