20 agosto 2018

Nessuno è immune: il Servizio Associativo ai tempi del populismo xenofobo ed antiscientifico

In cent'anni e passa, i Capi Scout ne hanno viste delle belle.
Avevano appena iniziato a raccapezzarsi riguardo a questa meraviglia detta scoutismo quando sono stati travolti dal carnaio della Prima Guerra Mondiale.
Dopodiché, tornati a casa, lo Scoutismo gli deve essere sembrato davvero un potente antidoto contro l'orrore della guerra e l'alienazione della Società Industriale dei primi del '900.
E, infatti, lo scoutismo è decollato perché chi fa servizio ha ben più di una percezione di lasciare il mondo un po' meglio di come lo ha trovato.
Quando è iniziata l'era delle dittature fasciste lo scoutismo è stato proibito ovunque ed immediatamente per essere sostituito dalle perverse organizzazioni delle varie gioventù hitleriane e balilla.
Subito prima (e durante) la Seconda Guerra mondiale, per restare in Italia, alcuni scout si opposero allo scioglimento dei loro gruppi e passarono in clandestinità facendo parte attiva della Resistenza ai nazifascisti.
No, non sto scrivendo una storia dello scoutismo.
Vorrei solo ricordare al lettore che per settant'anni, in Italia, un Capo Scout poteva esercitare una azione educativa coerente con un'idea di progresso largamente condivisa.
Stato, scuola, famiglia, Chiesa, Partiti Politici, Associazioni, più o meno e anche nel più aspro conflitto polemico, tutti tendevano ad una comune idea di Progresso.
Educazione civica ed ambientale, autonomia, collaborazione, coeducazione, rispetto del prossimo, accoglienza, educazione alla responsabilità. 
In modi diversi, ma con fine comune, questi valori appartenevano alla Collettività.
Senza andare troppo oltre, i Capi Scout sapevano di avere un compito difficile, delicato, bellissimo e condiviso con gran parte del resto degli italiani.
A fine anni '80, anche quelli di Democrazia Proletaria che, in pubblico, parlavano con disprezzo dei militaristi baciapile in calzoncini, facevano carte false pur di infilare un figlio nei lupetti.
Ma non è più il 1985.
Nel 2018, alla vigilia del mio 14 anno da Capo (come da testimonianza di applicazione ufficiale Agesci) il mio mondo è molto cambiato.
L'Accoglienza e la Coeducazione, per esempio, non sono più Valori Condivisi.
Proprio no.
Sta per iniziare un nuovo anno scout e credo proprio che mi troverò nuovamente in uniforme entro poche settimane.
In un passato un impegno del genere mi sarebbe sembrato ben più che sufficiente.
Fare servizio con le Coccinelle è una specie di vaccino contro molti dei mali di cui sto parlando, è vero.
E, poi, è un impegno piuttosto pesante, non resta molto spazio per altro.
Purtroppo, appunto, temo ormai che serva ben altro che il Servizio Associativo.
Tanto per cominciare lo Scoutismo non è, di per sé, garanzia di immunità dalla xenofobia e dal virus dell'irrazionalità.
Quando l'Agesci ha preso pubblicamente posizione contro la chiusura dei porti troppi Capi hanno commentato sfavorevolmente.
E anche sui social mi è capitato di assistere a spettacoli indecorosi:
Sei un Capo Scout di un piccolo comune della Basilicata, manco di quelli dove si raccolgono i pomodori, Statale con parenti emigrati magari all'estero.
E ti lamenti della 'invasione degli extracomunitari'?
Proprio tu che non avrai mai visto un profugo Yemenita in vita tua né hai mai dovuto dividere un autobus urbano con cinquanta ragazzini sbarcati dalla Libia ti metti a spacciare propaganda leghista?
Per scelta personale non blocco le persone sui social ma ho dovuto smettere di seguire gli aggiornamenti di stato di troppi Capi Scout perché farciti di affermazioni in linea con la propaganda gialloverde e non di certo con il Patto Associativo.
Quindi, purtroppo, il Servizio in Agesci, nel 2018, non è più garanzia di niente.
Non inizierò anche una dimostrazione della criticità della situazione attuale.
Ma una riflessione, su questa situazione, va fatta.
E in fretta.
Il Clan del mio gruppo è andato a Gerusalemme in route, praticamente tutta autofinanziata. Trenta e passa ragazzi guidati da una pattuglia striminzita di adulti che si sono fatti un mazzo tanto per autofinanziarsi e contemporaneamente continuare il loro servizio Standard in L/C ed E/G per non parlare del supporto richiesto dalle altre attività della Comunità Parrocchiale.
Non mi viene in mente cos'altro si possa chiedere a Comunità del genere: Praticamente, lo step successivo dell'impegno sarebbe l'ossimoro di una specie di "colpo di stato" scout.
Ma non mi va di far finta di niente.
L'AGESCI ha preso posizione sulla questione dei migranti, ma, ad esempio, non dovrebbe prenderla anche sulla questione dell'attacco alla Scienza?
Cioè, mica è teoria: io mi trovo tutti i sabati in una stanza piena di bambine: la questione vaccini mi riguarda direttamente.
In gruppo abbiamo anche trattato la questione delle fake news ... Più di così!
Ma, dopo anni di imbarazzato orgoglio per i primati sociali e di efficacia del Servizio, la sensazione di soddisfazione si sta rapidamente trasformando in un senso di Insufficienza e Solitudine.
Possiamo fare finta di niente? No.
Possiamo fare altro? Non lo so.
Possiamo fare altro come Adulti? 
Di sicuro dovremmo, come e che si possa è un altro paio di maniche:
La Realtà è semplice ma complessa e non complicata e lineare come va di moda oggi.

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