3 maggio 2020

Coronavirus e Aquile Randagie




Rigetto in pieno la narrazione bellica che viene fatta da governi e media della pandemia.
Siamo vittime, dirette o indirette, di una malattia.
Una malattia che riguarda tutti e tutto: corpi e anime sia di malati che di sani. 
E la Società intera.
Non siamo in guerra e un dottore non è un colonnello delle truppe corazzate.
Quindi, rigetto certi paragoni tra gli scout di oggi e le Aquile Randagie.
Le Aquile Randagie resistettero al Nazifascismo, ossia al Male umano, partecipando anche alla Resistenza e furono coinvolte nella Seconda Guerra Mondiale.
Noi scout dell'Italia afflitta dalla Pandemia non siamo in guerra.
Non dobbiamo resistere ad un invasore, non dobbiamo resistere ad un regìme infernale e neppure proteggere la nostra Promessa dalla barbarie fascista.
Quindi, se le sedi sono chiuse, i reparti congelati, non c'è lo stesso alcun motivo di fare paragoni controproducenti.
Ma possiamo prendere esempio: possiamo ricordare ai ragazzi che se le poche Aquile Randagie hanno resistito alla violenza per vent'anni, noi tutti possiamo resistere alla separazione (fisica, perchè possiamo vederci tutte le volte che vogliamo) dovuta alla malattia per DUE (2) DUE.
Poi, se sono solo 1,5 tanto meglio.
Ma c'è di più:
I corpi li curano i medici, la società, però, possiamo contribuire a curarla anche noi.
Come il nostro Maestro che non ha guarito il Mondo ma lo ha curato.
Il miglior contributo che lo scoutismo possa dare, oggi, è applicare con rigore Promessa e Legge per evitare contagi.
Nei mesi che verranno sarà fondamentale la responsabilità del comportamento di ognuno.
E credo che ricordare ai ragazzi quanto sia fondamentale aiutare i medici ... non ammalandosi sia davvero una buona idea.
Mantenere il distanziamento sociale seguendo le indicazioni degli scienziati è qualcosa che può salvare vite ed è alla portata di Cocci come di Arcanda.
Ed è una cosa molto seria.
Altrettanto serio è un altro compito:
contribuire a curare la Società.
E questo è IL compito originario dello scoutismo.
E i farmaci per la cura della Società sono somministrabili, anche questi, da Cocci come da Arcanda.
Sono la Solidarietà, la Fedeltà, l'Empatia, la razionalità, il duro lavoro, l'equità, il rispetto e cento altre cose che hanno bisogno di una traduzione politica per diventare pratiche.
Quindi, mentre lo Scoutismo dovrebbe, oggi, contribuire a fermare Covid19, dovrebbe anche contribuire alla cura della malattia della Società.
Pensando al mondo nuovo.
E alla traduzione politica (non partitica) di idee e proposte. 
Pensare come Comunità diverse, pensare a come salvarci dalla Crisi Climatica, da quella Economica, imparando dalla Catastrofe e non riparandone solo i danni superficiali.
Le Aquile Randagie, poche persone elette, hanno seminato lo scoutismo presente.
Se duecentomila scout seminassero un nuovo futuro credo che sarebbe una cosa ben fatta.

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