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Disclaimer: post logorroico
Oggi parliamo di luci per bicicletta in ambito urbano dove è molto più importante essere visti che vedere.
Ci sono varie soluzioni: la classica dinamo che produce energia strisciando sul copertone (con gran fatica del ciclista e scarsa funzionalità sotto la pioggia), la più moderna dinamo installata nel mozzo della ruota (che consente di viaggiare con le luci sempre accese ed uno sforzo supplementare trascurabile), le luci a batteria (di varie forme e potenze: si va dalla piccola intermittenza fino al riflettore da mille e passa lumen) e le luci a correnti parassite.
La dinamo semplice, francamente, è inutilizzabile. Si fa una gran fatica, se piove la dinamo spesso slitta sul copertone e la luce che fa è piuttosto fioca (a meno di percorrere una lunga discesa o avere i muscoli di un professionista). Di sicuro non si è incentivati a tenerla sempre in funzione.
Le luci a batteria funzionano molto meglio: sono economiche e anche molto potenti. Inoltre, si può aggiungere facilmente una seconda luce intermittente (l'intermittenza aumenta molto la visibilità del ciclista, sia di giorno che di notte).
Problemi: bisogna ricordare di accenderle e... le batterie, come Murpy ricorda, si scaricano sempre nel momento del bisogno.
E pure ricorrendo alle batterie ricaricabili non è che siano poi tanto ecologiche.
Per una bici nuova consiglio, quindi, la dinamo a mozzo.
Le luci sono sempre accese e non bisogna ricordarsi di farlo.
Lo sforzo aggiuntivo sui pedali è trascurabile.
Inoltre, certi modelli di fari a led restano accesi qualche minuto anche quando ci si ferma garantendo comunque la visibilità del ciclista.
Insomma, fosse per me: dinamo al mozzo per tutta la vita.
Ma anche la dinamo al mozzo non consente, in genere, di usare contemporaneamente una luce fissa (per vedere) ed una intermittente (per essere visti)
Agli albori della mia avventura di biker to work, infatti, avevo due lucette a batteria che usavo in modalità intermittente.
Poi, ho scoperto le Reelight.
Reelight è una azienda Danese basata ad Aarhus specializzata in luci per biciclette.
Il loro modello di punta è una luce a corrente parassita che si applica al mozzo della ruota.
Ai raggi della stessa ruota si applica un magnete (io ne metto sempre due), così, quando il magnete passa vicino alla luce quest'ultima si accende.
Ovviamente la luce anteriore è bianca e quella posteriore rossa: ne esistono varianti fisse e varianti lampeggianti, io uso queste ultime.
Bastano un paio di pedalate per far entrare il sistema in funzione. Non ci si deve dimenticare di accenderle e non si deve cambiare la batteria.
Bene, adesso, però andiamo al sodo.
Che cosa succede se non avete una dinamo a mozzo e avete bisogno di una luce normale? E che succede se volete anche la sicurezza di potervi fermare mantenendo le luci accese?
Reelight he pensato a questo caso con il sistema di luci che vi presento: NOVA.
Il sito di Reelight è chiarissimo e ha un sacco di documentazione.
Si tratta di un sistema concettualmente simile al precedente ma che sfrutta il movimento dell'intero cerchio della ruota e non solo l'interazione con singoli magneti.
Prima di tutto mi fa piacere segnalare la ridottissima quantità di plastiche presente nella confezione, è quasi tutta carta:
E poi mi sembra davvero azzeccata l'idea di usare la carta dell'imballo per scriverci il manuale delle istruzioni.
A onor del vero Reelight sconsiglia l'uso di questo sistema per le MTB, ma non ho avuto difficoltà nè col montaggio nè con le prestazioni: se la dinamo non è sufficientemente vicina al cerchio le prestazioni della lampada ovviamente ne risentono ma nonostante gli pneumatici maggiorati rispetto ad una bici da città l'intensità del fascio luminoso mi sembra più che soddisfacente.
Dopo pochi minuti di pedalata, quando ci si ferma, sia il faro anteriore che quello posteriore entrano in modalità lampeggio.
Quindi, la ruota gira e l'interazione coi magneti nella dinamo induce, appunto, la produzione di corrente.
Controindicazioni?
Beh, non sono certo economiche e temo che siano piuttosto semplici da rubare.
Ovviamente se abitate in campagna o dovete fare lunghi tratti non illuminati avete anche bisogno di vedere dove puntate la ruota e Nova potrebbe non fare al caso vostro, ma se abitate in città il problema non si pone.
Detto questo l'assenza di parti in movimento implica una durata davvero elevata associata ad una ancora più elevata sicurezza generale: girare sempre con una coppia di luci una accesa e l'altra lampeggiante incrementa parecchio la visibilità del ciclista e la sua sicurezza.
Un plauso particolare al servizio clienti: uno dei cavetti in dotazione era difettoso e me ne è stato spedito un'altro con tempi degni di Amazon Prime.
Del resto, visto che usano la stessa tecnologia della mia cucina (a induzione) non potevo che trovarmi bene.
#ReelightMyFire
#reelightnova
Disclaimer: talkative post
Today I'll talk you about bicycle lights in an urban environment where it is much more important to be seen than to see.
There are various solutions: the classic dynamo that produces energy by crawling on the tire (with great effort of the cyclist and poor functionality in the rain), the most modern dynamo installed in the wheel hub (which allows you to travel with the lights always on and an effort additional negligible), battery-powered lights (of various shapes and powers: ranging from small flashing up to a thousand-and-one lumen reflector) and eddy current lights.
The simple dynamo, frankly, is unusable. It makes a lot of effort, if it rains the dynamo often slips on the tire and the light it makes is rather dim (unless you go down a long descent or have the muscles of a professional). Certainly there is no incentive to keep it running all the time.
Battery powered lights work much better - they're cheap and very powerful too. In addition, a second flashing light can be easily added (the flashing greatly increases the visibility of the cyclist, both day and night).
Problems: you have to remember to turn them on and ... the batteries, as Murpy remembers, always run out in time of need.
And even using rechargeable batteries is not that they are all that ecological.
For a new bike I recommend the dynamo hub.
The lights are always on and you don't have to remember to switch on.
The additional effort on the pedals is negligible.
Furthermore, certain models of LED headlights remain on for a few minutes even when you stop, still guaranteeing the cyclist's visibility.
In short: dynamo hub for life.
But even the dynamo hub does not generally allow to use a fixed light (to see) and an intermittent light (to be seen) at the same time.
At the beginning of my biker to work adventure, in fact, I had two battery lights that I used in intermittent mode.
Then, I discovered the Reelights.
Reelight is a Danish company based in Aarhus specializing in bicycle lights.
Their main product is an eddy current light that applies to the wheel hub.
A magnet is applied to the spokes of the same wheel (I always put two), so when the magnet passes close to the light it turns on.
Obviously the front light is white and the rear light red: there are fixed variants and flashing variants, I use the latter.
It only takes a couple of rides to get the system up and running without risks to forget to turn them on and change the exausted battery.
Well, now, let's get down to business.
What if you don't have a hub dynamo and you need a normal light? And what if you also want the security of being able to stop while keeping the lights on?
Reelight has thought of this case with the lighting system that I present to you: NOVA.
Reelight's site is crystal clear and has a lot of documentation.
It is a system conceptually similar to the previous one but which exploits the movement of the entire rim of the wheel and not just the interaction with individual magnets.
First of all I am pleased to report the very small amount of plastic in the package, it is almost all paper.
And then the idea of using the packaging paper to write the instruction manual seems to me to be really appropriate.
To tell the truth, Reelight does not recommend the use of this system for MTBs, but I had no difficulty with either assembly or performance: if the dynamo is not close enough to the rim, the performance of the lamp obviously suffers, but despite the larger tires. compared to a city bike the intensity of the light beam seems to me more than satisfactory.
After a few minutes of pedaling, when you stop, both the front and rear lights go into flashing mode.
Thus, the wheel turns and the interaction with the magnets in the dynamo induces the production of current.
Contraindications?
Well, they're certainly not cheap and I'm afraid they're pretty easy to steal.
Obviously if you live in the countryside or have to do long unlit stretches you also need to see where the wheel is pointing and Nova may not be for you, but if you live in the city the problem does not arise.
Having said that, the absence of moving parts implies a very long duration associated with an even higher general safety: always turning with a pair of lights, one on and the other flashing, greatly increases the cyclist's visibility and safety.
A special applause to customer service: one of the supplied cables was faulty and another one was sent to me with times worthy of Amazon Prime.
After all, since they use the same technology as my (induction) kitchen I couldn't help but feel comfortable.