Sono riuscito a recupeare l'ultimo volume della Trilogia delle Cronache Materane (e Metapontine) di Pino Oliva, tre graphic novels ambientate a Matera tra gli anni '70 ed '80.
Sono di una decina di anni più giovane dell'autore ma ho un ricordo abbastanza nitido dei primi anni 80 a Matera, pur vivendo quasi sempre nell'estrema periferia nord.
Quest'estate ho riletto le prime due opere e poi a seguire l'ultima e non è stato affatto difficile tornare alla Serra Rifusa dei primi anni '80, alle strade sterrate, ai lunghi giorni d'estate passati all'aperto e ai successivi anni passati tra Scout e la Sisley di via Roma.
Uno dei punti di contatto con quanto raccontato da Pino Oliva è la Notte del Terremoto del 1980, ancora perfettamente ancorata alla memoria, anzi, punto cardine iniziale dei ricordi della mia infanzia.
Ho provato una lunga serie di malinconiche sensazioni di nostalgia nelle descrizioni, nei palazzi, nelle inflessioni che Pino riesce a trasmettere nei suoi disegni.
E' vero che in arte al Liceo prendevo 8 e 9, ma non mi si chieda una critica 'artistica' oltre il gradimento, l'emozione, il piacere che ho provato nel leggere e rileggere queste graphic novels nostrane.
Credo che sarebbero una lettura piacevole ed interessante anche per i non materani perchè narrano di una infanzia e di una adolescenza uniche, non per l'esperienza soggettiva ma per la peculiarità ed unicità dei luoghi di ambientazione.
Perchè Matera è Sud, Sud profondo, ma è un luogo differente sia dalle città Campane che dai paesoni pugliesi, isolata anche da gran parte della Violenza di quei tempi: nella Matera della mia infanzia ci si sentiva sicuri come poi mi sono sentito forse solo in Giappone.
Inoltre era una Comunità sufficientemente coesa e, col senno di poi, nel pieno di un periodo di prosperità che sarebbe durato lustri basato sulla massiccia presenza di uffici pubblici, sedi provinciali di grandi imprese e anche un po' sul distretto industriale della Val Basento.
Ancora priva di quartieri dormitorio, non ancora turistica, la Città, nuova di zecca, era alla fine della prima fase di assestamento dopo l'evacuazione dei Sassi.
Insomma, uno dei migliori posti in cui crescere, negli anni di piombo.
Una gioventù nuova in una città nuova, ma sempre materana, sempre legata alla sua comunità benigna (o così sembrava a me a quei tempi).
Di mio la recensione potrebbe anche finire qui, per restare nell'asettico e nell'oggettivo.
Ma voglio cogliere l'occasione per tornare su uno dei punti che Pino Oliva riprende spesso in "Tutto Succederà": ogni emigrazione è una sconfitta.
Quando ero bambino le strutture del Centro di Geodesia Spaziale mi sembravano la Fortezza delle Scienza di Mazinga e mi ero illuso che una laurea in Ingegneria Aerospaziale sarebbe bastata per garantire il ritorno.
Di pipponi sull'emigrazione e relativa difficoltà di tornare è pieno il web nonchè anche qualche scaffale di libreria.
Ve ne risparmio un altro.
I disegni di Pino Oliva, i paesaggi, i particolari urbani, così delicati e struggenti, mi hanno dato le stesse emozioni di quando scanso certi luoghi nelle mie giornate materane.
Già.
Li scanso.
Non riesco più a fare passeggiate nel Parco della Murgia, nè ho più voglia di un trekking al Villaggio Saraceno (sì, la voce su wikipedia l'ho iniziata io).
Se posso, evito anche di affacciarmi sui Sassi e ai ricordi delle uscite scout sotto Murgia Timone.
Perchè?
Perchè è il prezzo della Sconfitta, il prezzo della mia emigrazione in cui il vantaggio e la grande fortuna di poter tornare varie volte l'anno non fanno che mantenere vivo il disagio.
Il disagio di assistere come fantasma ad una Vita possibile, ambita, eppure inconciliabile con la realtà.
Alla fine resta solo la nostalgia dell'infinito, in un eterno addio ai Monti che si ripete ad ogni stagione, così quando mi trovo sulla nuova statale a 4 corsie diretto verso Altamura, a stento mi volto a guardare casa mia, ultimo porto prima della traversata, e tengo fisso lo sguardo sulla Pala Eolica che svetta proprio in fondo alla strada.
Superata quella è già Puglia e Matera si trasferirà sul piano onirico in poche ore.
Fino alla prossima discesa.
O fino alla prossima volta che vorrò sfogliare e rileggere le mie preziose copie delle Cronache Materane di Pino Oliva.
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