20 agosto 2020

Non c’è fede che tenga: Manifesto non laico contro qualche cosa di sconosciuto all'autrice



Al contrario di quanto il titolo di questa recensione possa far presagire io concordo quasi completamente con l'autrice.

Da Cattolico Praticante.

Il mio titolo, tuttavia, ritengo sia azzeccato a causa dell'idea di fondo alla base del libro e anche per qualche strafalcione più sorprendente che antipatico in un testo comunque di valore.

Per esempio, il Califfato Sunnita è una cosa, l'Impero Ottomano un'altra: un po' come confondere Impero Romano d'Oriente e Sacro Romano Impero.

Poi, quando scrive "Oggi sono inaccettabili molti comportamenti che fino a una o due generazioni fa erano la norma nelle relazioni genitori-figli, e in alcuni contesti culturali (non è necessario andare lontano, basta rimanere in Italia, soprattutto nelle regioni meridionali) sono ancora perfettamente accettati comportamenti – come alzare la voce o “strattonare” i bambini – che in altri non sono più tollerati."

Mi pare che di laico ci sia ben poco.

Concordo pienamente con la necessità che il pensiero Laico si diffonda quanto più possibile nell'Umanità, cominciando dall'Italia.

La Laicità, però è inclusione di tutti gli individui in un insieme comune su vari piani (fisico, legale, diritti, per citarne solo i principali)

Il libro si legge in un paio di giorni ed è denso di appasionate considerazioni ma ha una pecca, anzi, visto che ci siamo, un peccato originale di fondo.

L'autrice non considera la religione in maniera molto diversa dalla superstizione e una Messa/processione in maniera molto diversa da una fantasia sessuale più che lecita, purchè consumata in privato.

E che diventa reato se avviene in pubblico.

Mi metto un po' nei suoi panni pensando al Calcio: mi secca molto che agli hooligans si conceda di distruggere treni, autogrill, commettere atti di violenza e sequestrare interi quartieri costringendo mezza Polizia a presidiare stadi e percorsi, eccetera.

Ma non mi passa nemmeno dall'anticamera del cervello di obbligare squadre e tifosi a giocare il campionato in privato, senza nessuna delle connotazioni di manifestazione pubblica.

Invece, il battesimo viene definito molto laicamente "iscrizione forzata a un’associazione di un minore".

Il che, a parer mio, giustifica pienamente il titolo del mio post.

Se il mio andare a Messa viene considerato del tutto equivalente ad una Partita di Calcio o a uno spettacolo teatrale io sono escluso e la Laicità è già finita.

Non arriviamo nemmeno alla differenza che c'è tra battezzare un bambino come gesto educativo che può serenamente portare, 13 anni dopo, ad una dichiarazione di ateismo e l'indottrinamento che porta al Burka.

Più che di voler violare la libertà religiosa constato la completa incompetenza in merito.

Cosa dovrei dirle quando facciamo la preghiera di ringraziamento prima dei pasti? 

"Tu no perchè non capisci"

E quando vado a Messa (e ogni tanto vuol venire) ? "Tu no perchè sarebbe una violazione dei tuoi diritti?" Oppure "Papà va in un posto in cui potrai venire dopo i 18 anni se proprio ti piace?"

E quando vedremo un film, leggeremo un libro, e si dovrà discutere di valori, potrò o non potrò parlare di quello che rappresenta il Vangelo per la sua famiglia?

Cinzia Sciuto ha scritto un libro che regalerei volentieri, ma con i caveat scritti qui sopra al posto della dedica.

Purtroppo questo atteggiamento, questa forma mentis, non favorisce la Laicità, tutt'altro.

I bei ragionamenti, la logica e la scienza che sta dietro gran parte del testo viene avvelenata da un atteggiamento fondamentalista e di chiusura.

Possiamo avere leggi sul divorzio, sull'aborto e sul fine vita, ma non possiamo pretendere di avere dei Cattolici indistinguibili, nella vita pubblica, dai militanti dell' UARR.

E, mi raccomando: chiusi nelle catacombe chè se parlano ... Guai!

Inoltre, rilancio:

è vero che il diritto è del singolo essere umano, ma non devo certo affannarmi a correlare la concezione del primato del singolo su ogni interesse collettivo (vi dice niente la recrudescenza del Covid, la tolleranza verso chi non usa le mascherine ecc.?) con la crisi della democrazia, le disuguaglianze galoppanti e la crisi climatica per non parlare dell'epidemia di ansia ed edonismo che sta strangolando le democrazie occidentali.

La laicità di Cinzia Sciuto, oltre ad essere viziata da un mix di rifiuto e di ignoranza di parte del tema trattato è peggio che sbagliata: è obsoleta.

Nessun commento:

Posta un commento

Che ne dici?