23 novembre 2020

Per la Gloria (The Hunters) di James Salter

 


Ho molto apprezzato questo malinconico romanzo di guerra in cui la guerra è descritta tanto efficacemente quanto strumentalmente.

"Per la Gloria" è il romanzo dell'inquietudine dell'uomo moderno.

Condannato all'oblio non solo se manca il vertice, ma anche dopo esserci salito.

Ogni condizione diversa da quella del successo più estremo (l'aver abbattuto 5 MiG russi) e immediato (se hai abbattuto venti caccia tedeschi non conta nulla) precipita l'uomo nello sconforto.

La lettura è scorrevole e le pagine sono un piacere per gli amanti della parola scritta.

Il Talento di Salter è prodigo di frasi lucenti, incise lì dove il resto del testo è solo stampato.

L'incipit, "Una Notte d'Inverno, gelida e buia, avanzava sul Giappone, sulle acque agitate a oriente, sulle isole scoscese sulle cità e i piccoli villaggi, sulle srade desolate" ne è solo il primo esempio.

Il protagonista si strugge nella consapevolezza che senza il successo tutto è vano e che dopo il successo tutto è vano ugualmente.

Il romanzo è rimasto attuale nonostante i quasi 65 anni di età. 

Direi che posso catalogarlo a buon diritto tra i classici.

Ne è stato tratto un bel film (i Cacciatori) in cui Hollywood sostituisce l'impresentabile ansia della futilità della guerra e della gloria con il coraggio di uccidere e morire.

Non so se Salter abbia voluto o saputo descrivere involontariamente la castrazione del Vir Occidentale, ridotto ad eroico consumatore, ma non ho difficoltà ad immaginarlo, al tramonto della sua vita, pochi anni fa, guardare le milioni di solitudini nutrite dallo streaming e dire: "Ecco, chi è caduto solo nei cieli dello Yalu era meno solo di costoro"

Nessun commento:

Posta un commento

Che ne dici?