Il Parcheggio della Discordia |
Due Zingari è una bellissima canzone di Francesco De Gregori.
Ma la storia che sto per raccontarvi non è per niente bella.
Non c'è un vero e proprio principio.
Al Pilastro, nei pressi di Via San Donato, spesso e volentieri pernottano in Camper alcune famiglie di Rom.
Ovviamente, ai dirimpettai la cosa non può far piacere per motivi banali: schiamazzi notturni e non, vandalismo (a dir poco), rifiuti solidi ed organici abbandonati ovunque e la razionale sensazione di insicurezza condita dalla frustrazione di dover subire l'illegalità senza alcuna possibilità di protestare, sennò sei razzista.
E' antipatico sapere che il parcheggio sotto casa a disco orario è occupato abusivamente per giorni interi ma che se tu ti dimentichi di spostare la macchina da quel posto dopo 180 minuti ti arriverà sicuramente la multa e magari anche la rimozione del mezzo.
Sul gruppo Facebook di quartiere la questione è ampiamente dibattuta.
Una delle ultime volte che ci ho guardato è intervenuta anche la presidente di quartiere che ha tentato di ricondurre alla ragione i più, senza troppo successo devo dire: immagino che non sia semplice, per una figura istituzionale, poter dire la verità: "La legge è quella che è e non ci si può fare niente".
E direi per fortuna: non so se a chi protesta piacerebbe davvero vedere bambini in lacrime strappati alle famiglie mentre assistono alla distruzione di quel poco di 'casa' che gli è stata concessa in sorte: se è fastidioso il puzzo di urina quando si passa sul marciapiede immaginatevi (se ne siete capaci) cosa voglia dire viverci sopra.
Certo, quando i camper partono il comune fa effettuare interventi straordinari di pulizia più o meno regolari ed efficaci. Ma i problemi di legalità, disagi e della paura restano lì indelebili anche quando il parcheggio è vuoto.
E non è un caso isolato: il rimpallo tra ACER e Comune per rifiuti e automezzi abbandonati è un amaro comma 22 a cui si deve sottostare anche quando non ci sono problemi di integrazione.
Ma oltre al danno c'è la beffa: in questi giorni Fratelli d'Italia ha tenuto un banchetto in quartiere organizzando una raccolta di firme per 'risolvere il problema'.
Come se il prefetto di Bologna non fosse il rappresentante del Governo Meloni.
Come se le forze dell'ordine non fossero subordinate al ministero dell'Interno del Governo Meloni.
E si può dire che la storiella sia finita qua.
Ma torniamo al gruppo Facebook.
Tra i tanti interventi dei cittadini del Pilastro (che non chiedono, forse furbescamente, deportazioni, ma solo un draconiano rispetto della legge sul divieto di campeggio), spicca quello di un cittadino di tutt'altra parte che etichetta i pilastrini con un secco:
"Fascisti".
Preso da una curiosità insolita, sono andato a guardare il profilo di questa persona.
Un ottimo lavoro da colletto bianco, militanza in un Partito di Sinistra autonominatosi "Vera" (non il PD), nessuna traccia di condanne di Hamas e una strizzatina d'occhio a Putin non ce la facciamo mai mancare.
E fin qua niente di diverso dall'ordinario.
Poi, la vera scoperta:
il nostro etichettatore antifascista è proprietario di un B&B con tanto di profilo su Airbnb.
Proprio a Bologna dove gli affitti brevi stanno maciullando il tessuto sociale e causando una immensa quantità di problemi ai ceti più deboli.
Ci tengo a precisare una cosa però: non penso affatto che il signore di cui sopra sia intenzionalmente fascista.
Ma, in generale, un capitalista facilitatore delle autocrazie.
E, in particolare, uno dei migliori amici politici della Meloni.
Ma non divaghiamo.
Il problema è che ci sono persone poverissime inserite in un circolo vizioso di problemi sociali che si autoalimentano e che si perpetuano di generazione in generazione il cui costo sociale ricade sugli abitanti delle periferie.
Non sui proprietari di B&B con la tessera di un bel Partito antifascista, antisionista, ecologista e pro diritti LGBTQ+.
Ossia, tutte cause perse data la vera natura di chi vorrebbe portarle a successo.
Ora, non propongo certo di deportare queste famiglie con bambini piccoli nel giardino del B&B dell'antifascista di cui sopra.
Non sono mica Salvini.
Anzi, io non ho proprio soluzioni umane e realizzabili: di scienze sociali ne capisco pochissimo e non so come si risolvano certi problemi.
Ma so per certo che dare del fascista dal proprio castello dorato a chi deve convivere coi problemi è di per sé un atto profondamente fascista.
Che alimenta l'onda nera che rischia di sommergere le democrazie (ed il benessere) europei.
La stessa onda nera alimentata dalle femministe pro Hamas, dalle persone LGBTQ+ 'antisioniste' (sic.) e dai pacifinti che stapperebbero champagne se potessero ridurre un po' la contraerea ucraina che difende i civili dai missili di Putin.
Si deve trovare un punto di equilibrio tra il minimo di umanità sotto cui non si può scendere con decenza e la decenza del rispetto delle altre persone, sicuramente più privilegiate dei bambini che vivono per strada, ma senz'altro molto meno privilegiati di chi dà loro del fascista aggratis.
E che i disagi a dir poco li vivono quotidianamente.
In ogni caso, resto pessimista data la combinazione di disumana indifferenza che i progressisti nostrani hanno mostrato questi ultimi anni (da Boucha a Kfar Aza).
Ad esempio, se si decide di assegnare un alloggio popolare ad una famiglia problematica, bisogna mettere in campo PRIMA tutti gli strumenti per gestire quello che ci si può ragionevolmente aspettare: schiamazzi notturni e non, vandalismi, abbandono di rifiuti/escrementi, abuso degli spazi comuni.
Sennò non è integrazione: ma benzina sul fuoco dei fascismi rampanti.
Io, poi, penso che se si fa vivere una persona nella merda, questa persona non abbia né la capacità né l'interesse a tenere pulito il suo angolo di merda.
Viceversa, se la si fa vivere in un posto pulito, magari è capace di imparare a tenerlo pulito, il posto in cui vive.
E se tutto questo bla bla bla vi è sembrato troppo, io penso che sia molto più pericoloso il benpensante con la tessere rossa in tasca e il portafoglio ben fornito dal B&B di proprietà che tutto un accampamento ROM.
PS: come al solito cito le fonti, per chi avesse voglia di andare a verificare (serve account FB).
Ah, io darei un occhio a questo bel film di un paio di generazioni fa, bastano due minuti...
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