29 gennaio 2023

Binario 21



Ho avuto modo di visitare, a latere di una Riunione di Redazione di Proposta Educativa, il Memoriale della Shoà di Milano il giorno dopo la bellissima testimonianza di Liliana Segre che potete trovare su Raiplay.

Dopo Terezin e Auschwitz pensavo che la visita sarebbe stata 'solo' interessante.

Insomma, di aver visto di peggio.

Ma ogni assurdità dell'Olocausto è terrificante a suo modo.

Il Memoriale non fa eccezione.

Non voglio tediarvi con la sua descrizione: accontentatevi di qualche fotografia:


Al termine della visita, la bravissima guida (di cui ho colpevolmente dimenticato il nome) ci ha posto le due celebri domande di Primo Levi: "Quando tutti i testimoni saranno morti, la Memoria resterà o prevarranno i negazionisti? E dopo aver visto tutto questo cosa provi?"

Mi sono avvicinato e le ho risposto.

"La Memoria resisterà, perchè i negazionisti ci sono sempre stati anche quando i testimoni in vita erano tantissimi. La Memoria, quindi sopravviverà, ma inutilmente. Perché ci sono stati l'Uganda e le Guerre Yugoslave e tante altre atrocità assurde. Perchè la Memoria è ancora vivissima eppure metà degli italiani è completamente indifferente ai massacri in Ucraina parteggiando consapevolmente o meno per gli aggressori. E così posso rispondere anche alla seconda domanda: dopo questa visita provo rabbia per l'impotenza di veder succedere di nuovo tutto quanto: e ci siamo vicinitanto così". Ho detto tenendo pollice ed indice della mano destra a distanza di pochi millimetri.

"Beh, ma perchè dice così? Bisogna essere più ottimisti! Intanto saremo pure vicini ma ancora non è successo: lei continui a fare il Capo scout dando il suo contributo alla Memoria e creando antidoti per questi veleni e non succederà mai più".

Ho salutato e sono uscito da quel luogo terribile.

Vorrei che fosse così semplice, cara Signora.

Perchè la Memoria di ciò che è stato non si traduce, non dico in azione, ma nemmeno in coscienza e consapevolezza.
La Memoria dell'Olocausto non è correlata con l'impedirne un altro.
Vedete, io le leggo le statistiche del mio blog, così come i risultati delle condivisioni social. In cima ci sono argomenti ameni, tipo "Come funziona la Spiritiera", poi robe linux. Ma articoli tipo "Perchè gli Alleati non bombardarono Auschwitz?" come tanti altri non ricevono nessuna attenzione.
La Memoria c'è: conserviamo Memoria anche degli Assiri e dei loro crudeli re.
Ma si può far Memoria dell'Olocausto senza riconoscere di galleggiare nel Mare Nero dell'Indifferenza.
Il Mare Nero dell'Indifferenza è lamentarsi di Zelensky a San Remo, che sarà anche un pessimo cantante ma deve ballare, pena la morte sua e di milioni di ucraini innocenti come DIMOSTRATO a Boucha, al suono dell'oscena orchestra di Putin.

Il Mare Nero dell'Indifferenza è condividere le vignette di Vauro che disegna Zelensky come da manuale di Goebbles su come si rappresenta l'Ebreo tipo.

Il Mare Nero dell'Indifferenza è pronunciare vuote parole di desiderio di una Pace che è solo resa e morte senza nemmeno scomodarsi ad argomentare come raggiungere anche quella atroce resa.

E magari condividere, lo stesso giorno, qualcosa sull'Olocausto per la Giornata della Memoria.

Il Binario 21 è sempre lì, pronto, servito e manutenuto da chi è dalla parte dell'assassino inventandosi capziosità fasciste per giustificare la propria ignavia morale più che materiale.

Però, mi raccomando, facendo Memoria lo stesso.


L'Odio 

Guardate com'è sempre efficiente,

come si mantiene in forma

nel nostro secolo l'odio.

Con quanta facilità supera supera gli ostacoli.

Come gli è facile avventarsi, agguantare.


Non è come gli altri sentimenti.

Insieme più vecchio e più giovane di loro.

Da solo genera le cause

che lo fanno nascere.

Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.

L'insonnia non lo indebolisce ma lo rafforza.


Religione o non religione –

purché ci si inginocchi per il via

Patria o no -

purché si scatti alla partenza.

Anche la giustizia va bene all'inizio.

Poi corre tutto solo.

L'odio. L'odio.

Una smorfia di estasi amorosa

gli deforma il viso.


Oh, quegli altri sentimenti –

malaticci e fiacchi!

Da quando la fratellanza

può contare sulle folle?

La compassione è mai

arrivata per prima al traguardo?

Il dubbio quanti volenterosi trascina?

Lui solo trascina, che sa il fatto suo.


Capace, sveglio, molto laborioso.

Occorre dire quante canzoni ha composto?

Quante pagine ha scritto nei libri di storia?

Quanti tappeti umani ha disteso

su quante piazze, stadi?


Diciamoci la verità:

sa creare bellezza

Splendidi i suoi bagliori nella notte nera

Magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata.

Innegabile è il pathos delle rovine

e l'umorismo grasso

della colonna che vigorosa le sovrasta.


È un maestro del contrasto

tra fracasso e silenzio

tra sangue rosso e neve bianca.

E soprattutto non lo annoia mai

il motivo del lindo carnefice

sopra la vittima insozzata.


In ogni istante è pronto a nuovi compiti.

Se deve aspettare aspetterà.

Lo dicono cieco. Cieco?

Ha la vista acuta del cecchino

e guarda risoluto al futuro.

– lui solo.


Wisława Szymborska

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