12 febbraio 2013

Io, Fantasma.

Il nuovo disco dei Baustelle non è per niente docile all'orecchio.
Di solito, negli ultimi lustri, intendo, i loro dischi mi sono penetrati nel cervello al primo ascolto.
Questa volta, no.
Per un po' ho creduto che i Baustelle avessero perso il loro smalto.
Solo per un po'.
Poi, ho pensato di non essere accordato.
Io.
Ma, dal terzo ascolto in poi le cose sono andate di bene in meglio.
Ed ho capito il perchè.
Perchè quella sensazione di disagio è l'effetto del disco.
L'effetto voluto, del disco.
Cos'è un fantasma?
Cosciente e presente, ma invisibile.
Attraversa i luoghi della Vita.
Una Vita che non è più sua e che, tuttavia, continua.
E continua per tutti gli altri fantasmi.
Già, la Vita continua ed il fantasma dei Baustelle ne è ben conscio.
Perchè non è il Fantasma ad essere invisibile agli altri, sono tutti ad essere altri fantasmi per tutti gli altri.
E, nel frattempo, la Vita degli altri deraglia assieme alla propria:
 "Il futuro desertifica La vita ipotetica ".
Perche il "peggio che deve arrivare" richiede armi, armi diverse da quelle che sono state immaginate fino ad ora.
"Solo l’apice di vite singolari.
L’illusione che non marciranno mai "
Ecco.
I fantasmi si illudono di essere vivi, ma è forse la peggiore delle illusioni?
E i vivi?
E "noi" vivi?
Che accettiamo questo presente, questo trascorrere del tempo, questi sacrifici di cui non ci rendiamo conto di quanto siano obsoleti i fini?
Nei dischi non si trovano soluzioni pratiche, certo.
Ma a volte qualche buon suggerimento:
"stringi forte chi ti ama ... trovi Dio, trovi Montale, ed un’opaca infinità."
Quindi, stanotte, vado a dormire con in testa un pensiero preciso:
concentrarmi e sforzarmi.
Concentrarmi e sforzarmi
E, pian piano, materializzarmi.
Un giorno dopo l'altro.
E, nel frattempo:
"Bisogna avere fede 
esplorare ogni spazio siderale 
abolire l’aldilà 
così ti stringo forte, grido amore 
cerco il bene nell’orrore 
e l’eterno nell’età. "


3 febbraio 2013

Il mio tetto fotovoltaico, gli F-35 e l'Italia presa per Scandinavia

L'anno scorso ho installato a casa mia un impianto fotovoltaico.
Funziona perfettamente e produce secondo le aspettative.
Bellissimo, direte voi.
Bellissimo, rispondo io.
Energia dal Sole, pulita, illimitata, ultra-green, una invenzione benemerita per l'Umanità, frutto della Scienza buona e pacifica, direte voi.
Manco per idea, rispondo io.
Sull'effetto fotovoltaico Einstein ci prese il Nobel per la fisica nel 1905, ma fu la poco pacifica US Navy a sparare in orbita il satellita artificiale Vanguard 1 dotato di Pannelli Fotovoltaici nel poco pacifico Maggio del 1964.
E così via.
L'anno scorso, ad un costo accettabilissimo, un impianto fotovoltaico è finito sul tetto di casa mia dopo che decine di impianti fotovoltaici hanno volato sulla mia testa per tutta la mia vita su una panoplia di satelliti artificiali, spia e non.
Oggi, un impianto fotovoltaico su ogni casa è il sogno (realizzabile) di molti, ieri, un impianto fotovoltaico su un satellite di rilevamento precoce lancio ICBM Sovietici era un incubo per tutti.
Cose che capitano.
L'italietta del 2013 si divide attorno alla questione F-35.
Alla fine ho deciso di scriverne, sfuggendo ancora una volta alla chiamata dell'indifferenza per tutto ciò che concerne il destino dei miei autocarnefici concittadini .
Il Programma F-35 non è un gran che.
Ma è prestissimo per trarne conclusioni definitive.
Il punto è che la qualità e l'efficacia di questo velivolo, in questa fase, sono del tutto secondarie.
Se mi azzecca, poi, ne parlo in seguito.
Quello che trovo sconcertante, folle, pericoloso come un autista di scuolabus ubriaco, è la pervicace volontà di non interrogarsi punto su quale siano gli scopi della spesa di questi enne miliardi di €.
Nel 'migliore' dei casi si postula che le spese militari per l'Italia sono completamente inutili, in quanto l'Italia 'ripudia la guerra come strumento di offesa' eccetera eccetera eccetera. 
Questi eccetera andrebbero studiati a fondo eh!
I Postulanti in merito sono gli stessi che chiedono l'uscita dell'Italia dalla Nato e l'eliminazione delle basi USA nel Bel Paese.
Non è elegante autocitarsi, ma se qualcuno fosse davvero interessato all'argomento magari dovrebbe, prima di proseguire, dare una lettura a questo mio vecchio post.
Fatto?
Andiamo avanti.
Dovrebbe essere piuttosto banale (ma nei fatti non lo è) constatare che l'Italia NON è nella stessa comoda posizione geopolitica dei pacifici, ricchi, sicuri e ben armati paesi della Scandinavia.
La Danimarca è circondata da Paesi in pace da Sessant'anni ed oltre.
L'Italia, no.
Eppure, si sostiene che l'Italia dovrebbe fare scelte che i popoli Scandinavi si guardano bene dal fare.
Senza avanzare spiegazione ragionata in merito.
Veniamo, ora, al programma F-35.
E' senz'altro un parto travagliato e costoso.
E a me non piace.
Non piace il progetto, troppo fragile per un caccia tattico, trovo insufficiente il livello delle compensazioni industriali ottenute dall'Italia e ritengo profondamente errato, da un punto di vista industriale, costruire le parti a medio-bassa tecnologia di quello che si è progettato oltreoceano.
Quindi, io, personalmente, NON avrei partecipato al programma F-35.
MA.
Il ruolo dell'F-35 deve essere coperto in qualche modo.
E' necessario un velivolo per le portaerei.
E' necessario un velivolo da attacco tattico e per il supporto ravvicinato.
Certo, ci sono altre vie.
Il sottoscritto, ad esempio, piuttosto allergico alle 'missioni di pace', probabilmente preferirebbe raddoppiare il numero dei caccia europei Typhoon in modo da rendere l'Italia indipendente per quanto riguarda la propria difesa aerea...
Una scelta del genere, tanto per fare un esempio coerente, sarebbe piuttosto simile a quella Svedese la cui aviazione è costituita praticamente da un unico modello di velivolo.
Ma ci renderebbe dipendenti dagli USA per quanto riguarda la sicurezza aerea delle nostre navi ed il supporto aereo ravvicinato ai nostri soldati.
Vedo che la mia proverbiale logorrea mi porta lontano.
Il discorso si fa complesso.
Poniamo qualche domanda, magari più utile rispetto a troppe elocubrazioni, tornando al mio impianto fotovoltaico.

  • L'industria aerospaziale italiana (o Europea) è utile al benessere della Cittadinanza?
  • Le ricadute tecnologiche di questi investimenti costosissimi hanno senso? (Internet, cellulari, risonanza magnetica, impianti fotovoltaici ecc: sono tutte applicazioni civili di ricerche militari)
  • Se non si ritiene utile spendere enne miliardi in armi (nell'ottica di cui sopra) come si intende garantire la sicurezza dei cittadini (italiani e non danesi)?
  • Se, come io auspico, si decidesse di annullare la partecipazione al programma F-35 come si intende investire la somma di denaro risparmiata? In stipendi per docenti universitari et similia? O in un programma militare europeo che dia lavoro e ricadute tecnologiche ad imprese e cittadini europei per garantire la difesa europea?
  • Il Parlamento Italiano ha dichiarato che Ruby rubacuori è la nipote di Mubarak; ci fa migliore figura chi dichiara che l'Italia è nella stessa condizione geopolitica della Danimarca?
  • Più in generale: ok, tagliamo le spese militari, ma:

  1. Come garantiamo la sicurezza? Prego, esplicitare gli strumenti con cui si intende dissuadere gli armatissimi e NON pacifici regimi del Nord Africa a continuare a farsi i fatti propri
  2. Come garantiamo che quel denaro venga speso in maniera più produttiva ed in maniera da garantire la medesima ricaduta tecnologica sulla vita quotidiana dei cittadini?






2 febbraio 2013

Di (A)social network e di Antidoti

Il mio esperimento di sospensione dell'account Facebook è terminato.
Sono arrivato alla conclusione che, esserci o non esserci, per me è irrilevante, quindi ho ripristinato il mio account, più che altro per semplicità logistica.
L'importanza delle cose ha assunto nuovi significati in questi mesi.
Il nuovo disco dei Baustelle, le Elezioni, un romanzo di fantascienza, una nuova serie TV, un articolo su 'Proposta Educativa', la neve, un collega che ti ringrazia per avergli fatto un favore gratuito, due calici di vino che si svuotano assieme, la sveglia che suona al mattino e una preghiera recitata in luogo ed orario che non ti aspetti, tutto ha un sapore definitivo, in questi mesi.
Questi anni di crisi sono così lunghi e prolungati da farmi sospettare di essere vittima, singolo tra milioni, di una Sindrome di Stoccolma collettiva che ci fa amare i nostri carcerieri.
Sapete quando avete una parola sulla punta della lingua ma non riuscite a pronunciarla?
Ecco, io vivo da settimane con questa sensazione, solo che non sono parole quelle che non riesco a pronunciare, ma antidoti.
Antidoti per tutto questo.

26 gennaio 2013

pagliuzze e travi

Monti è preoccupato per la deriva CIGILlista di Bersani.
Quanti italiani sono terrorizzati dal naufragio marchionnesco di Monti?

19 gennaio 2013

ciao.


Oggi avrei voluto scrivere di una giornata perfetta.
Invece, devo salutare Peppe.
Non mi sento di aggiungere parole.
Perchè solo i pensieri ora ti raggiungono.

17 gennaio 2013

No Facebook, no election stress ...

Facebook?
Niente Facebook.
Per un po'.
Da qualche giorno ho disattivato il mio account sul social network per eccellenza.
Quando lo riattiverò?
Forse domani, forse Domenica, forse dopo le Elezioni, chi lo sa?
Già, le Elezioni.
Questa campagna elettorale sarà dura come quelle di Russia.
Le campagne di Russia sono sempre durissime, così come lo sono le campagne elettorali dei militanti del PCI - > PDS - > DS - > PD.
Forse è meglio prendersela con filosofia ed evitare di combattere proprio in questa battaglia destinata ad una patta perniciosa.
Sapete com'è, tornare la sera a casa per leggere su Facebook tutte le sparate elettorali di questo mondo non concilia certo la digestione.
Insomma, per me Facebook, in questo momento, non è più un modo di restare in contatto con gli amici, quanto un modo per farsi ancor più deprimere dalla violenta pochezza del nuovo che avanza e dei partiti persona.
Grazie, ho già dato.
Facebook, al quarto giorno di 'astinenza', non mi manca affatto.
Non ho mirabolanti affermazioni di 'riacquistata serenità' o 'tempo ritrovato' da fare.
Semplicemente, senza Facebook si campa uguale.
E anche meglio, se in campagna elettorale.



16 gennaio 2013

Il Seggio Vacante. Assoluzione

Anche io vengo da un posto come quello descritto dalla Rowling nella sua ultima fatica, "Il Seggio vacante".
Una piccola città.
Pettegolezzi a go go.
Una classe dirigente atomizzata ed incoerente.
E la paura.
La paura di tutti di tutti gli altri.
Ho interpretato l'ultima fatica della Rowling come una sequenza di assoluzioni.
I personaggi sono forse troppi.
Si fa fatica a seguire le vicende di tutti.
Ma sono tutti ben disegnati, alcuni scolpiti, tutti caratteristici.
Veri materani.
Effettivamente, sin da quando si sono sparse le prime voci sulla trama del nuovo romanzo della Mamma di Harry Potter, mi è venuta in mente la situazione della mia povera città.
E, leggendolo, ne ho avuto la conferma.
Questo 'consiglio' così diviso e frammentato.
Questi egoismi di fazione così scientifici e perfetti.
Questi adulti così ferocemente nemici dei propri figli.
Questi figli pervicacemente ignoranti.
E questo popolo così assente.
Ma di tutti costoro la Rowling parla spiegando le motivazioni dei gesti più sordidi.
In genere, altri gesti sordidi.
La Rowling spiega, non giustifica.
Io, lettore, assolvo.
Assolvo, appunto, perchè privilegiato spettatore informato dei fatti.
Cosa che non vale per nessuno dei personaggi.
Tutti pronti a torturarsi, in pochi capaci di liberarsi.
Credo che la Rowling si troverebbe bene a Matera.
Chissà io come mi troverei a Pagford.

6 gennaio 2013

Vita di Gi

Un universo fa, le cose erano piuttosto chiare.
Studia, prendi bei voti, laureati in una disciplina tecnica.
E il mondo sarà tuo, più tuo della tua stessa vita.
Sì, lo sappiamo, ti piace scarpinare, leggere e andare appresso a quelle bande folli di boyscout, ma è tutto incluso nel prezzo.
Paghi un unico biglietto e lo paghi ora.
Cosa importa se è ora che hai vent'anni?
E' tutto tempo guadagnato, il tuo.
Così hanno detto a Mr Gi, a partire dalla fine degli anni Settanta del Secolo Scorso.
E a Mr Gi il ragionamento filava.
Ha sempre filato, liscio come l'olio.
Dalla scuola media in poi l'avvenire luccicava distante ma concreto tra le pagine dei libri e delle piccole soddisfazioni date dei comportamenti virtuosi, quelli da bravo boy scout.
Quindi, Mr Gi, tieni duro qua, tieni duro là, finchè la laurea arriverà.
E poi?
Sorpresa.
Dopo la laurea le regole del gioco sono un po' cambiate.
Anzi, è tutta la partita al 'sacrificati-oggi-per-un-domani-migliore' che Mr Gi credeva di aver vinto a ricominciare quasi da zero, senza un perchè, .
Mr Gi non si perde d'animo e, rigiocando da zero, non si fa mancare nulla:

  • Il 'volontariato' dalle 8 alle 19 senza stipendio,
  • le docenze precarie,
  • i corsi di formazione,
  • l'assunzione a tempo indeterminato,
  • la falsa partita IVA
  • la vera partita IVA
  • un altro contratto a tempo indeterminato.
Nel frattempo, purtroppo, la Vita se ne fotte del fatto che Mr Gi è italiano.
Nato nella terza generazione più sfigata degli ultimi duecento anni.
(Nota dell'Autore: Al primo posto della classifica della sfiga, io, non Mr Gi, metterei i 650mila contadini macellati dai Savoia con le mitragliatrici austriache, al secondo il mezzo milione scarso macellato dai fascisti negli anni quaranta, al terzo, appunto, noi. Al primo posto delle fortune metterei la generazione dei Padri, che ha visto crescere il benessere dall'infanzia all'età della pensione, rigorosamente con 19 anni sei mesi ed un giorno di lavoro alle spalle)
Il tempo passa. I quaranta si avvicinano.
Mr Gi mica si stanca di gettare il cuore oltre l'ostacolo.
Inizia a stancarsi di  girare in tondo.
Perchè, dopo un paio di volte che fai lo stesso giro e non ci trovi quello che cercavi, ossia:

Svegliarsi al mattino, portare a scuola i bambini, fare il lavoro dell'ingegnere, la sera passarla tra boxe, famiglia, scout, letture ed un cineclubbino o equivalente con gli amici ogni tanto.
Magari scrivere anche un romanzo breve o una raccolta di racconti.
Magari continuare l'impegno in Politica.
Magari guardare il tramonto da Serra di Crispo o equivalente una volta l'anno, giusto per controllare se c'è.

Ma Mr Gi è profondamente ragionevole.
Ad esempio, ritiene ragionevolissimo e pienamente attuale il consiglio dato dallo zio della voce narrante de "L'amico ritrovato": <<Studia, prendi la laurea in giurisprudenza, diventa avvocato e poi potrai scrivere tutte le poesie che vuoi!>>
Essendo così ragionevole, dicevo, a Mr Gi a questo punto i conti iniziano a non tornare.
Studio matto e disperato: ce l'ha.
Gavetta lavorativa: fatta.
Contratto di lavoro a tempo indeterminato: ok, pure questo c'è, anche nell'Itala del 2012 2013 "Abisso profondo ".
E' ragionevole che a Mr Gi possano, a questo punto, sorgere un paio di dubbi.
Diciamo di ordine metodologico.
Non è che ha confuso gli strumenti (il lavoro, la cultura, lo studio, la professionalità) con i fini di cui sopra?
Anche perchè, Mr Gi, così ragionevole, qualche paura irrazionale ce l'ha pure lui, tipo essere sorpreso dai suoi quarant'anni a rimpiangere e non a vivere.
E di ragionevole, in questo, Mr Gi non trova nulla.
Quindi, Mr Gi, probabilmente farà la cosa che gli riesce meglio da quando è nato.
Essere ragionevole. 


2 gennaio 2013

Mint 14 e MATE, grazie di esistere

La curiosità mi ha portato, qualche mese fa, a provare Mint.
Lo so, lo so, è in corso una guerra di fanboys tra ubuntiani e mintiani, io non mi ci metto, lo sapete come la penso: a ciascuno la sua distro preferita, per me Linux è Linux ed il modo di usarlo dipende dai gusti.
Ho apprezzato Mint nella versione Mate.
Due parole di spiegazione: Mint è una derivata di Ubuntu (in questo caso della versione 12.10), derivata a sua volta da Debian.
E questo è chiaro.
E Mate?
Beh, senza farla troppo lunga, è un remake (fork) del glorioso Desktop Enviroment GNOME 2.
Gnome 3, Unity, KDE4, sono tutti progetti validi, per carità. 
Ma in queste settimane ho trovato una comodità rinnovata nell'usare un Ambiente Desktop 'tradizionale' come MATE.
Per prima cosa è leggerissimo e non necessita di accelerazione 3D per funzionare.
Ho potuto impostare il desktop esteso su doppio monitor senza problemi direttamente da interfaccia grafica.
Poi, le applicazioni sono raggiungibili immediatamente dal comodo menu in basso a sinistra.
Basta un click per aggiungere le applicazioni preferite non solo al menu omonimo, ma anche alla barra delle applicazioni.
Il pacchetto software installato è di tutto rispetto ed è arricchito dai codec multimediali e da VLC.
Synaptic è installato di default e permette una veloce configurazione dei pacchetti mancanti assieme ad un software manager assai più leggero dell'ubuntu market.
La rete locale viene sfogliata senza problemi ed il file manager supporta egregiamente il salvataggio delle cartelle di rete come segnalibri.
Insomma, tutti i vantaggi di ubuntu coniugati con un ambiente desktop leggerissimo ma completo, l'evoluzione finale in 2D di GNOME.
Dateci un'occhiata, soprattutto se il vostro hardware non è recentissimo.

1 gennaio 2013

Un favoloso Capodanno alla Amelie

Non avevo mai visto "Il favoloso mondo di Amelie".
Vederlo oggi, per la prima volta, in questo Capodanno così particolare, non ho potuto fare a meno di meravigliarmi come il film descriva un modo di sognare che pensavo peculiarmente mio.
Ma il sognare così, dopotutto, non è quello che oggi facciamo tutti coi propositi di Capodanno?
Il 2012 è stato un anno particolare, di quelli che non capitavano da tempo.
Il ciclo della vita, a cui tutti siamo soggetti, sembra aver voluto accelerare investendomi in pieno.
Ammetto di non essere sempre stato in grado di guardare le cose in prospettiva costruendomi, pertanto, problemi lì dove non c'erano altro che opportunità.
Gli ultimi mesi sono volati via in un'esperienza lavorativa faticosa e di altissimo livello tecnico ed umano su cui spero di riuscire a gettare le fondamenta del futuro, così incerto alla fine di quest'estate.
Non è un momento nè facile nè semplice.
Per tante, troppe persone.
Ho ben poca fiducia per il 2013 e dubito che le imminenti elezioni porteranno a quella radicale svolta che sarebbe appena sufficiente per invertire il corso delle cose.
No, non sarà il 2013 l'anno dei fili riannodati.
Sarà l'anno della resistenza più feroce al più feroce degli avversari: me stesso.