11 giugno 2019

avere 12 anni mentre saltava Černobyl'

Tra un mese è il mio compleanno, pensavo io.
Ancora 30 giorni.
E, cosa ancora migliore, tra un mese e sei giorni finirà la scuola.
Ah, le vacanze della Seconda Media. 
Dal Primo Giugno a metà Settembre.
Giochi all'aperto nella periferia materana, un cantiere eterno di cui non sapevo vedere le brutture ma solo le collinette di terra di risulta da cui lanciarsi in bici, di cui non vedevo i cumuli di rifiuti ma le assi per costruire casette, le cinghie di contenimento dei blocchi di mattoni per farne miccie per i nostri piccoli roghi.
La primavera era esplosa e quelle ultime settimane di scuola erano davvero pesanti.
L'anno successivo saebbero entrati gli scout nella mia vita, ma quella primavera era tutta per la bicicletta, risiko, monopoly ed Uno.
Finchè arrivò una sera di fine aprile ed il telegiornale ci raccontò che anche il nostro mondo era cambiato per sempre
Ecco, io ricordo perfettamente questo video con le esatte parole del conduttore "ondate radioattive provenienti dall'Unione Sovietica"



Ero fresco di shock per la visione di The Day After e mi ero fatto la classica cultura da ragazzino nerd degli anni '80 (versione Sud Italia, però).
Una centrale nucleare in una condizione peggiore della Sindrome Cinese.
La notizia mi raggelò.
Quella stessa notte cominciò l'ansia.
Che cosa sarebbe successo quando la nube radioattiva, la cui avanzata ci veniva comunicata con bollettini di guerra allarmanti ed angoscianti, ci avesse raggiunto?
Il Cancro? La Leucemia? Ma, ancora prima: l'aria sarebbe diventata puzzolente? Amara? Urticante?
La nube arrivò e smettemmo di uscire di casa.
Per andare a scuola ci infilavamo di corsa nelle macchine senza respirare.
E pensare che a scuola ci andavamo a piedi, prima.
Smettemmo di bere latte e di mangiare verdure (hurrà).
Smettemmo di giocare all'aperto, nei campi e nei cantieri.
Ci rifugiammo nelle tavernette, come in inverno, mentre fuori brillava il sole di Maggio e i radionuclidi immaginavo facessero luccicare l'aria di effetto Cherenkov.
Poi, esattamente come il tempo ha abraso i ricordi, anche l'emergenza si diluì nelle ultime giornate di Maggio.
Mi dimenticai del mio compleanno, ma non dimenticai più il volto grave che mi annunciava la morte strisciante che cavalcava le "ondate radioattive".

10 giugno 2019

La Lega Vince a Ferrara e come primo gesto politico copre lo striscione che chiede Verità e Giustizia per Giulio Regeni


La Lega Vince a Ferrara e come primo gesto politico copre lo striscione che chiede Verità e Giustizia per Giulio Regeni.
Verità e Giustizia: due cose che la Lega, evidentemente, non comprende

30 maggio 2019

Tagliate i diritti degli altri: taglierete il vostro stipendio.



Giusto un leggero e non logorroico memento mori.
Non è una teoria mia: "il declino della violenza di Steven Pinker", "utopia per realisti di Rutger Bregman".
E' il rispetto dei diritti umani, la non violenza, l'empatia, a generare le condizioni per il benessere diffuso di XX e XXI secolo.
Tagliate i diritti degli altri: taglierete il vostro stipendio.

9 maggio 2019

un Salone del Libro Fasciofree

Temo che, ancora una volta, la Sinistra riuscirà a trasformare una vittoria tattica, invece che in una strategica, in una vittoria di Pirro.
Dichiararsi fascisti non è soggetto ad interpretazione, significa dichiararsi a favore di queste piacevolezze:

  • Violenza Politica e non;
  • Leggi Razziali;
  • Blocco classista della Società con istituzionalizzazione dello sfruttamento dei lavoratori;
  • Abolizione del diritto di voto, di parola e di pensiero;
  • Uso di armi chimiche contro i civili;
  • deportazione, imprigionamento (e successivo sterminio) di oppositori, ebrei, rom e chissà chi hanno in lista nel XXI Secolo;
  • guerre di aggressione;
  • Capacità innata di credere alle proprie stesse menzogne di propaganda.


E questo è per restare sul classico. Ma ci terrei anche a ricordare altre piacevolezze tipicamente fasciste, quali la retorica della forza accompagnata da livelli di incompetenza e corruzione tali da portare alla tragedia anche i propri stessi soldati. Mistificare la realtà fino a mandare la fanteria con le scarpe di cartone in Russia contro i carri armati, mantenere in produzione caccia biplani obsoleti per accontentare gli amici industriali con le ovvie conseguenze per l’Italia inerme di fronte ai bombardamenti  e potrei continuare a lungo.

Al di là delle questioni penali relative alla ricostruzione del partito fascista chi si dichiara fascista non è nell’arco costituzionale.
Non ci si può lasciar attrarre nel giochetto della censura di un libero pensiero: i fascisti non sono nella stessa categoria dei terrapiattisti o dei fondamentalisti religiosi, ma in quella dei mafiosi, camorristi, schiavisti: devono uscire dalla storia e restare nell’ambito della procedura penale.
Le persone di sinistra in primis devono smettere di accettare l’esistenza di un binomio fascisti/comunisti perchè è un falso storico: non si possono mettere sullo stesso piatto della bilancia Mussolini e Gramsci nè Almirante e Berlinguer.
Il piccolo seme di dignità che ha portato alla prima battuta di arresto per Salvini (perchè non c’è dubbio che è stata una provocazione pianificata a tavolino) non deve rimanere isolato e va coltivato accuratamente con il contributo di tutti quelli che provano orrore nella delittuosa affermazione “Io sono fascista”

4 maggio 2019

ruoli

Da una conversazione con un Capo Squadriglia:
"Qui siamo tutti per imparare, non c'è nessuno ad insegnare"

25 aprile 2019

Operazione Herring: Salvare il 25 Aprile

L'Oblio in cui giace l'Operazione Herring è una delle tante concause della nostra crisi democratica.
Anche il 25 Aprile, ormai, deve essere difeso come ricorrenza e come luogo e ha perso il suo valore di Festa Nazionale, anche nel banale e apocrifo senso di quando la Nazionale di Calcio vince una partita importante.
Vi invito a leggere il link che ho riportato sopra su questo fatto d'armi avvenuto proprio nei giorni della Liberazione.
La collaborazione di tutte le forze che propugnano il progresso sociale , culturale e scientifico non è più un optional ma un fattore critico.
La Liberazione dell'Italia dal Nazifascismo è stata conseguita grazie agli sforzi congiunti (più o meno coordinati) di tantissimi attori (dal peso, ovviamente, diverso):

  • le truppe alleate (inclusa la brigata ebraica: la bandiera del Gran Muftì di Gerusalemme sventolava a fianco di quella nazista ben prima della nascita di Israele);
  • i partigiani comunisti;
  • i partigiani di altra militanza (Cicero pro domo sua: Mai sentite le Aquile Randagie e O.S.C.A.R.?);
  • L'Esercito Italiano Cobelligerante.
Oggi, in due parole, il 25 Aprile è uno stanco rito che ricorda la lotta "paritetica" tra fascisti e comunisti.
Visto che il fascismo fu sconfitto all'epoca e il comunismo non esiste più di che state cianciando?
Questa catastrofica vulgata è, ovviamente, funzionale ad una erosione ormai definita dei valori dell'antifascismo:
si bruciano le statue delle partigiane trucidate, si rompono le targhe, le istituzioni disertano e dileggiano il 25 aprile, è evidente che i tabù sono caduti.
Non credo, tuttavia, che il rischio per la democrazia venga dai neofascisti.
Viene dalle divisioni nella società civile figlia delle libertà antifasciste.
Se non sei vegano non sei ambientalista, se non vai in bici sei servo dei petrolieri e delle case automobilistiche, se voti il PD sei peggio di Salvini, se sei cattolico sei per forza fan di Adinolfi ecc.
In questa giornata sacra, quindi, fermiamoci a riflettere su quanto le cose che ci dividano siano molte di più di quelle che ci uniscono.
Ma sono anche molto più piccole di quelle che ci uniscono: la Libertà, la Laicità, la Scienza, il Progresso Sociale dell'Uomo, il futuro di tutti i nostri figli.
Ricordiamo, quindi, i paracadutisti dell'Esercito dell'Operazione Herring assieme a tutti i caduti di ieri nella lotta contro il Fascismo e decidiamoci una buona volta a ricostruire un fronte comune basato sul fatto che chi non è fascista è antifascista.
E' vero, il Fascismo è la menzogna che crede di essere la verità ed è destinato, a medio termine, a perire sotto il peso delle proprie intrinseche contraddizioni.
Ma non è il caso di aspettare per lasciarlo morire di vecchiaia: schiacciamogli la testa subito.


Paracadutisti Italiani  il 20 Aprile del 1945 in volo verso le zone di lancio nei territori occupati dai tedeschi

6 aprile 2019

6 Aprile 2009 Ore 03:32



Sono passati 10 anni dal tragico terremoto dell'Aquila.
Ci sono stati altri terremoti, dopo, ma ho indelebile nel cuore questa catastrofe perchè mi ha coinvolto in prima persona nei soccorsi.
I terremoti che sono venuti dopo li ho capiti ma non li ho vissuti.
Ho poche cose da dire, ne avrei molte da ricordare, ma una sola da testimoniare: nella notte delle lacrime di molti e delle risate di pochi alcuni scelsero di lasciare case, lavoro, fidanzate e mogli per andare ad aiutare degli sconosciuti.
Gratis.
Io ora non saprei più spiegare perchè siamo partiti.
Non lo so più, dieci anni dopo.
Nei miei post di 10 anni fa ci sono delle spiegazioni, valide più allora che oggi.
Perchè ho rinunciato a trovare conferme.
Me lo sento nelle ossa ma non ho più parole per descriverlo.
In una Italia incattivita in cui i terremotati sono oggetto di fake news finalizzate all'odio, per me la parola "terremotato" non è quell'uomo a cui il soccorso e l'aiuto dello Stato sono sottratti per essere trasferiti a stranieri immeritevoli su istigazione di una minoranza di radical chic.
Che è il significato corrente.
Per me è ancora lo spezzarsi di una vita anche quando è salva.
Lo spezzarsi di una comunità, di un progetto, anche di una banalità.
Chi arriva ad aiutarti non lo sa.
Dieci anni dopo spero che le vite di soccorritori e terremotati si siano riannodate.
Spero che, pensando a quei giorni tragici e dolenti, tutti quelli che sono passati tra quei campi abbiano, nel tempo, ritrovato il senso di una esperienza terribile.
Ho fatto un giro su google maps e i luoghi sono irriconoscibili.
Eccetto il campo dove era montata la tendopoli.
Forse perchè non sarò mai capaci di guardare quelle zolle con altri occhi.