30 settembre 2007

Mal di denti

Eh si, mal di denti.
Una vera disdetta. L'anno scorso ho deciso di rimettermi a posto la boccuccia: con la proverbiale capacità di spazzare via intere popolazioni d iagnelli maialini polli congihli cagnelli eccetera sarebbe stata un vero e proprio atto di incoscienza non curare a dovere la manutenzione delle mascelle, manutenzione un po' trascurata nei duri tempi dell'università e dello sfruttamento lavorativo. Quindi mi sono sottoposto all'estrazione dei denti del giudizio e a tutte le operazioni accessorie. Un anno dopo restava un'ultima cosuccia: Cura della carie provocata da un dente del giudizio ad un molare. Una sciocchezzuola rispetto al tour de force precedente. Ma le cose non sono andate liscissime e, dopo varie sedute di devitalizzazione, mi ritrovo con un debilitante mal di denti da quasi una settimana. La situazione è sgradevole, la settimana scorsa di assentarsi dal lavoro non se ne parlava e la prossima è anche peggio con la posta elettronica aziendale malfunzionante ( grazie Telecom ) e un viaggio di lavoro (dis)organizzato da tempo...
Il problema principale è che al lavoro non posso prendere antidolorifici e dalle 15 in poi inizio a non connettere più. Ho dovuto controllarmi parecchio per non mandar a cagare gli utonti che alle 17:00, mentre tu stai andando via ( la settimana scorsa 2 volte su 5 ), insistono perché ti trattenga ad installare il flash player se no non riescono a vedere le veline... O altre cose di questo genere...
E qui mi sorge spontanea la domanda: cosa accadrebbe al mondo se me ne restassi a casa a curarmi il mal di denti anteponendo costui a tutti i miei presunti doveri sociali? E se domani mattina al lavoro non si presentasse nessuno degli sfruttati, malpagati, ammalati e lasciassimo l'Italia in balia dei fannulloni o degli imprenditori che imprendono non pagando i dipendenti?
Insomma, per dirla alla Grucho Marx:"

E se dichiarassero guerra e nessuno ci andasse?"

27 settembre 2007

Birmania, anno zero

Io me ne sto qui a raccogliere i cocci di un firewall sbriciolato da una scarica elettrica. Mi preoccupo che quando andrò a casa tutto continui a funzionare. Che gli eventi seguano la linea di condotta da me decisa.
E mentre i miei pensieri pratici si limitano a cose di questo genere la Paura, la Morte e il Coraggio duellano agli antipodi.





Un pensiero per una Birmania libera.

Vagabondi e Vedette

Vi voglio raccontare una favoletta.Nel reparto Sagittario, tanto tempo fa, c'erano due esploratori che si detestavano cordialmente. Uno era alto e robusto, l'altro basso e magro, avete presente Bud Spencer e Terence Hill? Solo che loro non erano così belli. A volte, nonostante fossero entrambi dei bravi Esploratori, si riducevano, addirittura, a farsi i dispetti come bambini. Decisamente, se uno era tondo, l'altro era quadrato e tra loro non si incastravano. Ma vivevano e giocavano nello stesso reparto e, in fin dei conti, ognuno pensava dell'altro qulacosa del tipo: “ E' un bravo ragazzo ma, non so perché, proprio non lo sopporto”.
Poi, come per tutti, il reparto finì.
Nel Clan le cose peggiorarono: invece che 2 su 40 erano in 2 su 15 e le occasioni di attrito si moltiplicarono a dismisura e la competizione, tra di loro, rimase a lungo a livelli assai elevati.
Poi, venne la Route.
Una lunga strada di montagna sotto il sole di Agosto.
In quel clan c'era una ragazza che non reggeva il passo e che arrancava sulla strada sorretta a stento dal suo ragazzo, un solido Rover amico di entrambi gli sciagurati e che proprio in certe circostanze non li capiva affatto. La coppia era sempre ultima e, a volte, raggiungeva il Clan solo alla fine della sosta. A metà Route la situazione esplose. Uno dei nostri due famosi Scout voleva camminare col suo Granpasso mentre l'altro, ovviamente, voleva seguire il passo dell'ultimo: si erano divisi anche su questo.
Quel giorno, il Sole di montagna era forte da impazzire. La Strada era una salita senza fine che si arrampicava su una montagna aspra e senz'alberi. La ragazza era solo un puntino azzurro parecchi tornanti più in basso. La stessa immagine generò, nei nostri eroi, una stupida e rabbiosa , ma opposta, reazione. Così, mentre i puntini azzurri a valle si muovevano a stento, in cima al monte iniziò una furiosa lite in cui si scaricò la tensione accumulata in anni ed anni di incomprensione reciproca. Dopo una lunga sequenza di irripetibili epiteti il rover che voleva camminare con il passo dell'ultimo urlò all'altro: “ Visto che vuoi fare una gara gareggia con me!!!” E, ripresi gli zaini si lanciarono in una forsennata arrampicata sotto lo sguardo a metà tra il divertito e lo sconvolto dei Capi e degli altri R/S...
Per un'intera ora, in silenzio, corsero sotto il Sole con 25 Kg di zaino.
Nessuno dei due voleva cedere all'altro.
Entrarono, finalmente, nel bosco. Lì, sopra i 1500m, lontano dal calore del sole, faceva freddo e lo shock termico iniziò a fare il suo effetto sui due accaldati e poco furbi Rover.
La gara, nel bosco, finì.
Uno dei due cadde e l'altro proseguì.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette passi.
Un Rover a terra, uno che cammina.
Un Rover a terra, uno che si ferma.
Un Rover a terra, uno che torna indietro, che torna sui suoi passi.
Due Rover a terra.
Cosa gli restava se non la Strada e il reciproco sostegno?
Un'unica risata liberatoria.
Pane e cipolla in quantità per cena.
Quella sera iniziò un'Amicizia testarda, spigolosa e rotonda.
Non è sulla Terra che si deciderà della sua fine.

Firewall, accesso negato!!!

E giunse la punizione per i nostri peccati: lampi e nembi, pioggia a volontà e....continue interruzioni di corrente..
Un gaudio per il sistema ICT: Gran stridere di gruppi di continuità incazzosi, moria di alimentatori di PC e una specie di gara di velocità per spegnere i server prima che le batterie dei gruppi di continuità saltino.... Si va avanti così per l'intera giornata, poi, quando stavo già intravedendo la luce ( dell'uscita ), dopo l'ennesimo black out, ecco il momento fatidico:
"La stampante non funziona più". Poco male, penso io, basterà riavviarla. E invece no. Nel giro di 2 minuti di orologio tutti i sistemi sono fuori uso. Mi precipito in sala server e sembra tutto ok, il controller di dominio è saldo ma... La rete è saltata. Iniziamo l'obbligatoria sequenza di riavvio server e client, finchè isoliamo il problema in tre aree diverse: 1 la scheda di rete della stampante è fritta, la scheda di rete del firewall è fritta, almeno uno switch deve essere fritto e io ero più fritto di loro...
Inizia il panico generale e vi risparmio l'esasperante schiera di laureati che si lamentavano di non poter navigare in internet mentre la sala macchine sembrava appena stata colpita da una bomba.... Così, gli impiegati, non potendo far altro, iniziano a gironzolare dappertutto toccando ogni apparecchio di rete nella speranza di ridar vita al sistema grazie alla pranoterapia...
La manutenzione della stampante non è roba mia e me ne dimentico all'istante. Ma il firewall è uno dei miei pupi: cambio scheda di rete, il firewall si riprende per magia ma non trova le configurazioni: invalid +**§°ç mavaff.....
Tira e molla, tira e molla, si fa buio e agli switch si pensa il giorno dopo.
The day after l'ufficio è deserto alle 0810...
Proviamo a vedere un po' gli switch. Dopo una lunga e laboriosa serie di test raggiungiamo un risultato sconcertante: collegando i server ad un solo switch è tutto ok, il firewall per magia ritrova il lume della ragione e il sistema funziona ( salvo che il 75% dei client è out ). Appena proviamo a ripristinare le dorsali tra gli switch va tutto a p*****e... Armati di prolunghe testiamo ogni singolo switch: separati funzionano, assieme no!!
E poi la soluzione: qualche ignoto buontempone il giorno dopo doveva aver avuto la ferrea volontà di dare una mano. Tra i due piani dell'azienda corre una dorsale di cui esiste un duplicato che è scollegato in condizioni normali: è stato posato per consentire la manutenzione del cavo principale. Beh, questo volenteroso collega, sempre armato delle migliori intenzioni, ha collegato il cavo di riserva della dorsale allo switch mandando completamente in stallo la rete. Non appena ho staccato il cavo in più, tutto si è rimesso a funzionare.
Risultato:
  • 1 giornata di lavoro persa ( e questo è colpa dell'ENEL )
  • una dozzina di gruppi di continuità bruciati ( e questo è colpa dell'ENEL )
  • la scheda madre del firewall azzoppata ( e questo è colpa dell'ENEL )
  • la scheda di rete della stampante detonata ( e questo è colpa dell'ENEL )
  • cinque ore di forsennato ed angoscioso lavoro distribuite tra ieri ed oggi più stanchezza extra più mal di testa più stress aggiuntivo per l'ufficio ICT. E questo non è colpa dell'ENEL, ma di uno che non ha ancora imparato a farsi i Cazzi suoi!!! Gli venisse il mal di denti almeno per un giorno!!!!!

26 settembre 2007

Le Storie dell'ufficio ICT - Media Player, che passione

Me ne sto tranquillo a impostare delle operazioni pianificate quando un disegnatore entra in ufficio. Premessa: sulle macchine aziendali nessuno, salvo il Sysadmin (cioè IO ) può installare o rimuovere alcunché, l'accesso ad Internet è limitato e sulle workstation non è ovviamente consentito accumulare mp3, divx o quant'altro. Così, quando il poveretto esordisce in tal guisa:
" Ciao, ho notato che Windows Media Player non funziona, potresti venire a dare un'occhiata?"
Manca poco che mi strozzi. Ma sono di quarto buono. "Eh perchè vorresti usare Windows Media Player" E mi risponde:" Ah, è vero, tu sei un convintone di linux e dell'Open Source, installami pure qualcosa di gratuito". "Ehm, forse non mi sono spiegato: perché vorresti usare il Media Player? A cosa ti serve?" "Ma ad ascoltarmi la musica e vedermi qualche filmato, no? Una parte di me vorrebbe prendere l'Hard Disk rotto che uso come fermacarte e lanciarlo contro il malcapitato, tuttavia decido di dargli un'altra chance. Ed esordisco:
" Guarda, questo è il mio PC, il PC del SYSADMIN, come puoi vedere non ho installato né Windows Media Player, né Winamp né alcun altro software multimediale. Ho Openoffice, il software di controllo remoto e poco altro."
"Si, ma io come faccio a sentire la musica?" Vabbé, quando è troppo è troppo:
"Ma tu non devi sentire la musica e windows media player non è installato perché non ti serve." "Si, ma che male c'è..." Lo stoppo, proprio non ci arriva:" Hai ragione, niente di male, ecco, vai nell'ufficio del direttore e vagli a chiedere il permesso di vedere filmati e ascoltare mp3 dalla tua workstation, vedrai che sarà lietissimo di accontentarti, basta che mi porti il suo permesso."
"Ah, vabbé, ora vado.." E si volta per andarci davvero ma a tre passi dalla porta del boss si ferma, ci ripensa e torna su...
Laurea in Ingegneria....
Andiamo bene...

Tirando le somme

Mi sono guardato indietro e penso di meritarmi davvero una canzone.
Gli anni tristi dell'Università e la casta dei docenti,
gli anni degli esordi nel mondo del lavoro, degli stipendi arretrati e dei contributi assenti,
gli anno del ritorno, le lacrime dall'Agesci,
il cuore ferito e duro,
tutto ora è stato assimilato, da tutto ho preso il meglio per il meglio del mio futuro.
E ora mi dedico una canzone, la dedico a me e al mio pianto.



Grazie Gente, Modà.

Riesco a rovinare sempre
quel che di buono faccio in polvere... in polvere...
e non son mai costante con me stesso e con la gente
sfido le note anche se è inutile... inutile
e non mi importa niente di che dice la gente
che vivo nelle favole, le favole

e mi serve solo un auto e sogni e carta e penna con cui
scrivere... scrivere

di forza ne ho abbastanza per respingere chi non mi pensa
e ferirlo con la mia distanza che... che poi però
mi porta a camminare a star solo come un cane
a bere e a far esplodere... esplodere
la voglia di scappare via e vedere se io mancherò...
mancherò alla gente a cui parlo e non mi sente
capirò capirò per sempre chi mi ama e chi mi mente
ma non sarò distante da chi mi ha amato sempre
anche quando ero inutile... inutile e fragile... e fragile
e porterò per sempre dentro
quello che mamma e papà dicevano... dicevano
di star vicino sempre a chi a bisogno e a chi non ha niente
e di capire quelli che ti invidiano... ti odiano
e di farmi anche male se è il caso di menare
di darle pur di prenderle... di prenderle
ma di combatter sempre per orgoglio e dignità,
combatterò per dimostrare sempre
che io non sono un perdente
con umiltà... umiltà e mordente vincerò battaglie e guerre
e mi sentirò grande solo quando la gente che amo potrà vivere... dividere
il premio per aver scommesso su di me
ricorderò le facce di chi sempre ha dato calci alla mia mente
non scorderò mai niente
chi mi ha amato sempre
chi mi dava perdente
che l'umiltà è importante
grazie ancora gente...

CFA Fagnano Castello: the soundtrack

Appiccia la cucina e dopo scordatilla
vattinn dentr'u letto e aspetta 'na scintilla
sadamori itt sang e mori sadamori itt sang e mori
accussi na na na na accussi na na na na
comprati 'na pistola, 'na bella P38
infilatela in bocca non senti manco il botto
sadamori itt sang e mori sadamori itt sang e mori
accussi na na na na accussi na na na na
piglia 'no cavo elettrico e facci un nodo bello
infilaci la testa e poi salta da 'o sgabello
sadamori itt sang e mori sadamori itt sang e mori
accussi na na na na accussi na na na na
comprati 'n 'accetta, bella ed affilata,
incastrala 'nda seggia e poi dacci una capata
sadamori itt sang e mori sadamori itt sang e mori
accussi na na na na accussi na na na na
vai alla stazione e studiati l'orario
appena passa il treno, buttati sul binario,
sadamori itt sang e mori sadamori itt sang e mori
accussi na na na na accussi na na na na

Io con voi

Io con Voi mi trovo bene perché siete sinceri come me
Io con Voi sono felice perché amate la pace come me
Come alberi piantati lungo il fiume aspetteremo la nostra primavera
Come alberi piantati lungo il fiume daremo i nostri frutti
Io con
Voi mi sento forte perché odiate la violenza come me
Io per
Voi darei la vita perché amate la vita come me
Come alberi piantati lungo il fiume aspetteremo la nostra primavera
Come alberi piantati lungo il fiume daremo i nostri frutti.



Fagnano Castello.
25 Agosto, 1 Settembre 2007,
Grazie.

CFA Fagnano Castello, terza parte

Arrivati al campo fisso l'atmosfera è completamente cambiata. L'Hike ha segnato la separazione tra un gruppo di adulti desiderosi di dare il meglio di se e una grande famiglia collaborativa e produttiva.
Vale senz'altro la pena di presentare quella che è stata la nostra casa per l'ultimo pezzo del campo.
E' una magnifica costruzione in pietra e legno al centro del bosco di Fagnano Castello. Su tre piani, ha 42 posti letto, una grande cucina e tante stanze. La tavernetta è particolarmente accogliente, spero di poterci tornare mentre fuori c'è la neve e il camino riscalda le stanze ricoperte di legno.
Ma è l'origine di questa casa a valere da testimonianza di cosa può fare un gruppo scout unito e motivato. Infatti, la Casa è stata costruita proprio su iniziativa del Gruppo Fagnano 1 ed è un concreto esempio di progettualità e impegno. Ma ci pensate, cari amici vicini e lontani, una Comunità Capi che costruisce una base scout e la gestisce? Una Comunità capace di accollarsi un mutuo è 'di fatto' ben più di una mera comunità di Servizio.
A me sembra fantascienza ma ho potuto toccare con mano e non posso che credere ancora di più nelle possibilità dello Scoutismo, nella sua forza e nei suoi Valori.
Si può davvero fare. Quindi, cari lettori capiunità ecc, se avete bisogno di una casa per le vacanze di branco, o per un'attività d'alta squadriglia o per un campo di reparto o per tutto quello che le vostre menti penseranno per i vostri ragazzi, contattatemi e vi girerò l'indirizzo di chi gestisce questa bellissima base, concreto esempio della nostra vera forza di scout. Gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da un paio di laboratori davvero tosti. Ma
sono stati fondamentali. Quello sull'Educazione della Fede si è concluso con un'affermazione da parte del Don che ricordo perfettamente a memoria:
"Se applicati correttamente ogni strumento del metodo, che sia l'uscita di squadriglia, la Route o la Caccia, contiene il trentatrevirgolatrentatrepercentoperiodico di educazione all'Amore, il trentatrevirgolatrentatrepercentoperiodico di educazione alla Cittadinanza e il trentatrevirgolatrentatrepercentoperiodico di educazione alla Fede."
La Chatechesi è inclusa in ogni attività progettata secondo metodo...Altrettanto fondamentali sono stati i randevouz di branca curati dallo Zar in persona.Devo essere sembrato tremendamente sospettoso in quelle occasioni dato che mi sono guadagnato l'appellativo di 'spirito critico'. Eppure ero semplicemente incredulo della robusta costruzione logica che si concretizzava davanti ai miei occhi. La consequenzialità della Proposta Educativa, l'Intenzionalità dell'azione educativa sono un meccanismo complesso ma non complicato, in cui i tre momenti del sentiero scout sono sempre riproposti in chiave unitaria.
Pensiamo, ad esempio, all'Anno liturgico: Avvento, Quaresima, Pasqua. Non sono forse relazionabili con 'scoperta, competenza e responsabilità'? E anche le tre branche non sono forse associabili anch'esse a quest'ordine? I lupetti alla scoperta, gli esploratori alla competenza e i rover alla responsabilità?
Esattamente come in branca E/G per prima, seconda e terza tappa.
Insomma, finalmente i conti tornano. Finalmente, il senso delle cose appare palese.
Il tempo, poi, è volato. L'atmosfera di letizia si è conservata fino all'ultimo, fino al pianto finale, fino allo scambio di indirizzi e promesse. Alla Fiesta mi hanno fatto fare l'imitazione di Ramazzotti, ma per fortuna hanno avuto pietà e non hanno infierito troppo.
La gioia di quei momenti non può essere ridotta a bytes e qui riportata.
Intanto ieri abbiamo iniziato le attività: un'uscita alla Madonna delle Croci coi ragazzi che passeranno in noviziato.
E' stato bello ricominciare con uno spirito rinnovato nella competenza.
Non so ancora in che branca finirò quest'anno, credo si deciderà a breve. Ma il poco tempo disponibile potrò investirlo con maggior qualità questa volta.
Il colore della striscia sul petto lo deciderà il Servizio.
Io, al Servizio mi sono già deciso.

Grazie a tutti quelli che hanno reso possibile e splendido questo CFA.

CFA Fagnano Castello, seconda parte

Il primo tratto è stato ripidissimo. Ne ho approfittato per fermarmi, togliermi la camicia dell'uniforme e procurarmi un bastone. Poi, bussola e cartina alla mano (Azimout 132°) , ho iniziato la scalta che, per fortuna, è stata tanto ripida ( mani e piedi ) quanto rapida... Infatti, dopo una mezz'ora scarsa ero sulla Strada.
Da qui in poi è stato facile.
Mi sono goduto il silenzio.
La prima sosta è stata alla fontana dove mi sono seduto a riposare. Ho letto la mia lettera dell'Hike e ci ho pensato su a lungo mentre bevevo una borraccia intera d'acqua fresca. Attorno a me la vita del bosco si abituava alla mia presenza. Una lucertola a caccia, un passero alla fontana, uno scoiattolo sull'albero.
Mi alzo e rimetto lo zaino in spalla: la mia destinazione non è lontana.
Così, una mezz'ora dopo mi trovo a montare la tenda e a prepararmi. Purtroppo sono stato strappato dalla pace interiore del bosco da un discreto dolore alla gamba destra. Mi sono guardato il polpaccio è ho visto un grosso calabrone intento a pungermi, fortunatamente attraverso il calzettone. Mi ha fatto davvero male...
Per fortuna uso la borraccia di alluminio: era piena di acqua gelida e ha sostitutio egregiamente il ghiaccio. Sono stato una mezz'ora immobile e la puntura mi ha fatto male fino a sera, ma devo riconoscere di essere stato fortunatissimo: se il calabrone mi avesse punto al di sopra del calzettone sarebbero stati guai seri perché il pungiglione sarebbe penetrato completamente e avrebbe avuto modo di iniettare molto più veleno. Inoltre, non c'era assolutamente campo per telefonare neanche ai numeri di emergenza. Comunque, questa non è stata l'unica sfiga del campo: il primo giorno si è scassato il cellulare Motorola e la notte dell'Hike mi ha pure abbandonato il mio fido orologio da Trekking Casio dopo 13 anni di onorato servizio...
Ma torniamo all'Hike.
Mi sono seduto su un albero segato al centro di una radura. Ho letto e scritto molto alla luce del sole, interrompendomi a guardare in alto, oltre gli alberi.
Poche ore di solitudine esposto alla fragilità della condizione umana non possono rivoluzionare una vita. Ma possono contribuire a correggere la Rotta.
Avevo portato con me il Vecchio Progetto del Capo. Ma lì mi sembrava un pretenzioso pezzo di archeologia scritto da un altra persona in un altro mondo. Così, ho deciso di ripartire dalla mia lettera della Partenza, scritta da una persona sicuramente più simile a me dell'autore di quel pezzo di carta con su scritto in grassetto "Progetto del Capo".
Forse bisogna semplicemente ricominciare a giocare a Palla Scout e ai grandi giochi allo scalpo, ma con la mutata consapevolezza che ogni attività deve essere misurata rispetto al Progetto Educativo di Gruppo e ai valori che si intende trasmettere.
Appena calata la notte sono rientrato in tenda e mi sono addormentato praticamente all'istante.
Ho dormito a lungo e mi sono svegliato all'alba. Ancora un po' di scarabocchi sul quaderno di caccia e poi di nuovo via sulla Strada dopo aver smontato la tenda e rifatto lo zaino.
Ci siamo ritrovati tutti assieme all'ingresso della base scout ed è stata Festa.
L'accoglienza dei Capi tenera.
E' il momento di sollevare la testa dalla polvere della Strada, perché quando si cammina si sente il vicino, ma si ha la forza di guardare solo i propri piedi.
E, una volta attraversato il Deserto, arriva il tempo di levare il Capo e guardare l'Orizzonte che i nostri piedi e i nostri cuori hanno realizzato.
Ogni giorno.