Questo Comunicato Stampa di Wikipedia Italia è un gravissimo campanello d'allarme.
Leggete.
E Agite.
5 ottobre 2011
4 ottobre 2011
Vogliamo i Colonnelli !!!!
Quando il pane toccò il prezzo di quattro euri quattro al chilo e la disoccupazione superò il 50% degli abitanti, centenari e lattanti inclusi, il silenzio scese sulla Città.
Ormai la fame non bussava più alle porte, si era accomodata in cucina e si magnava tutto lei.
I Materani avevano sopportato l’aumento della frutta secca e quello dei parcheggi senza fiatare e c’era stato qualche mugugno solo quando i fuochi d’artificio alla Bruna erano stati annullati per risparmiare.
Ma, in quel secondo autunno dal fallimento dello Stato Repubblicano, mentre da Roma ci si impegnava per stabilire un ordine nuovo, nella piccola Matera la situazione stava sfuggendo di mano ai maggiorenti e le contestazioni erano ormai aperte.
Correva voce che un pitale fosse stato rovesciato in testa al comandante dei pretoriani urbani mentre, come ogni giorno alle 10 del mattino, chiacchierava al tavolino del bar incurante dell’ ingorgo nella trafficatissima zona pedonale!
Ed è qui che entro in scena io: Eustachio Montemurro, ispiratore dei primi gesti di resistenza ( no, il pitale non l’avevo rovesciato io, ma avevo contribuito al suo riempimento ) e che, grazie ad una sapiente campagna sul Web ero diventato l’icona del ‘nuovo-che-avanza’.
Mi ero preparato accuratamente per mesi, tessendo le fila di una ragnatela che componeva tutte le associazioni ed organizzazioni di volontariato e di cittadini di buona volontà schifati dal marciume della nostra classe politica, stremati dall’impoverimento del Paese e ormai pronti a tutto per sottrarsi alle angherie dei Potenti di turno e dei loro sgherri.
Materatown sarebbe insorta e, al grido “Pane e Libertà”, il Popolo si sarebbe ripreso i suoi diritti e la speranza in un futuro migliore.
L’ora x era imminente e i capi della congiura si erano riuniti per verificare gli ultimi dettagli ed appianare i pochi disaccordi residui.
Il luogo del convegno era il garage del mio più vecchio amico, Michele, che aveva condiviso con me lotta, soddisfazioni e precariato. Cioè, io il precariato lo vivevo ancora, lui era stato ‘stabilizzato’ alla Provincia l’anno prima grazie allo zio usciere.
Il garage era illuminato crudamente da una lampadina, ma era arredato come una garconierre con un assurdo divano in pelle rossa e gialla
“Sai - mi disse Michele, - me lo so’ fatto fare con gli scarti di magazzino da Antonio, quello che lavorava al Salottificio, a nero è quasi gratis!”
“Per giocare a carte la sera”
Si sentì in dovere di precisare.
Gli ospiti stavano iniziando ad arrivare alla spicciolata, uno alla volta e da strade diverse, quando la porticina interna si spalancò ed entrò la mamma di Antonio con una guantiera di focacce e panzerotti: “Permesso?”
E inondò in più riprese la tavola di panzerotti caldi, pizze, focacce, rustici, bottiglie di birra gelata e di vino nostrano.
“Ho avvisato mammà che avrei avuto qualche ospite stasera e sai com’è, non ha voluto lasciarci digiuni, dice che è maleducazione...”
Alla faccia della riunione segreta...
Non hanno pane ? Perché non mangiano focacce?
Iniziavo a spazientirmi, perché la riunione era alle 21 e alle 2130 non eravamo neppure la metà.
Squilla il cellulare: mi prende un colpo, è il collettivo femminista, se mi contattano per telefono vuol dire che è questione di vita o di morte: “Pronto? Che succede?”
“Ehi, senti, ci eravamo dimenticate che oggi c’è il Cineclub “Da Donna a Donna” e non possiamo mancare, ci aggiornate dopo di quello che avete deciso?”
Click.
Mentre guardo sbigottito il cellulare si avvicina il capo dei boyscout: “ Carissimo, siete pronti? Purtroppo noi il prossimo Week End proprio non possiamo, abbiamo il pellegrinaggio in ginocchio a Picciano, sai, Sua Eccellenza il Vescovo ritiene che sia il modo migliore per motivare i giovani e fare penitenza dei nostri peccati, chiamaci dopo la rivoluzione, faremo volentieri da servizio d’ordine per l’insediamento del nuovo governo.”
E, senza proferire parola, si avvicinò al tavolo, si prese due panzerotti ed una bottiglia di birra ed uscì dal garage.
Nel frattempo, però, gli altri erano arrivati e stavano chiacchierando tra di loro servendosi generosamente.
Io, ostentando tutta la mia irritazione mi avvicinai al tavolo e dissi secco:
” Allora, cominciamo? E' mai possibile che non si possa mai essere puntuali? Ci eravamo messi d'accordo per le nove!!”
“Eh, ma tu alle nove le proponi le riunioni, io prima delle dieci in genere non esco di casa...”
Sorvolai.
Era meglio.
Carlo, il leader riconosciuto del movimento ambientalista lucano, gesticolando e col boccone di focaccia in bocca, mi rispose: “Sci, mh fin, - glom - ceppeccat che si raffredda tutto se no” completando la frase dopo aver deglutito.
Così, seccato ma rassegnato, presi un panzerotto superstite e iniziammo la riunione attorno alla tavola imbandita.
“Uaglio'!” Momento di silenzio significativo “ Adesso ricapitoliamo il piano che pscre' è il Giorno”.
“Ecco”, interruppe subito Ciccio, il Leader di MateraMena, “Se il Podestà non lo rapiamo in via del riscatto noi non partecipiamo: sarebbe un oltraggio alla memoria collettiva cittadina”
Angora co' 'sta storia? “Ma ragiona, Ciccio, quando cavolo vuoi che ci passi quello per via del riscatto? Il prossimo megaconvegno alle Monacelle è tra 1 mese”.
“Ho una parola sola: il gesto deve essere simbolico per resuscitare il defunto orgoglio dei materani! !”
E, con un rustico ripieno in una mano, una bottiglia di birra nell'altra, si andò a sedere offeso sul divano.
“Andiamo avanti: gli ambientalisti ...”
Arrivò, puntuale, l'interruzione di Damiano, il neoeletto ( con primarie a doppio turno e uninominale secca ) leader degli ambientalisti: “ Noi ambientalisti occuperemo il Parco della Murgia e lo terremo per Sempre, se necessario.”
Silenzio.
“Scusami Damiano, ma voi nel piano avreste dovuto occupare il municipio infiltrandovi con la scusa della verifica dei certificati verdi della cementeria!”
“Appunto: è inaccettabile che noi si macchi la nostra immagine accettando la bufala dei certificati verdi della cementeria, queste sono pagliacciate inutili e poi dove vuoi che si esprimano al meglio le nostre capacità: nel cemento del comune o nel meraviglioso Parco della Murgia?”
“Ma se non occupiamo il Comune, non rapiamo il Podestà che cosa concludiamo? Almeno, l'associazione dei fornai ce la occupa la camera di commercio?”
“Uaglio' e che ti credi? Certo che la occupiamo, gli spacchiamo la faccia a quelli, però arriviamo alle 15 e ce ne andiamo per le 19 sennò u pen ci lo fesc?”
“Ma la Camera di Commercio allora è chiusa!”
“E questi siamo noi!”
“Ma così ci rimangono solo i Comunisti e l'Azione Cattolica”
“Noi ci siamo!” Confermò subito il segretario del PCI Materano: “ Noi rispetteremo il piano alla lettera: prenderemo e terremo Palazzo Lanfranchi e difenderemo i quadri di Carlo Levi fino alla morte! Noi comunisti non ci tiriamo indietro!”
Bella soddisfazione, peccato che siete solo in sette...
Pensai senza permettermi di dirlo ad alta voce.
“Anche l'Azione Cattolica farà la sua parte, ma invece della manifestazione potremmo fare una Processione? Sai, Sua Eccellenza il Vescovo ci terrebbe tanto che facessimo anche noi qualcosa in parallelo ai Boysc...”
“BASTA!” Gridai. “MA VI RENDETE CONTO? E' UNA FARSA!!!”
Così, dopo 10 minuti supplementari di grida ed insulti incrociati, la riunione si sciolse con due punti fermi: la rivoluzione era rimandata sine die e la tavola imbandita era stata completamente svuotata di cibi e bevande.
Ora era il mio turno di accasciarmi, sconsolato, sul divano assemblato in nero dall'ex operaio del salottificio.
Michele stappò una raffo e me la porse.
Ne bevvi metà, pensando, invece che al fallimento della serata, a quante femmine si fosse fatto Michele su quello stesso divano.
Ripulimmo il garage ed uscimmo nella notte materana, umida e gelida.
Michele mi salutò ricordandomi che l'indomani ci saremmo visti in palestra.
Uscito dalla stradina mi trovai di fronte due auto che un tempo erano state dei vigili urbani
“Scappa, scappa!” Gridai: ”Gli sgherri del Podesta’ ”
Per fortuna Michele era già in casa al sicuro ed io mi sentii doppiamente fesso: prima perché gridando avevo confermato che non ero solo e che stavamo facendo guai, poi perché mi ero fatto fregare per niente: avessimo almeno concluso qualcosa...
I podestini erano troppi e sia la fuga che la resistenza parvero subito inutili.
Senza tanti complimenti fui buttato in auto ma non ci fermammo né al palazzo del comune né ai carabinieri né in questura. Dopo che sorpassammo pure via Cererie iniziai a preoccuparmi: dove cavolo mi portavano?
L’auto percorse tutta la Città fino alle sue estremità settentrionali, arrampicandosi per la stretta stradina della Collina di Serra Rifusa e fermandosi, finalmente, davanti ad una villa apparentemente diroccata.
Ci fermammo nel piccolo giardino incolto ed io fui invitato ad uscire dall’auto e fui accompagnato all'ingresso.
Con titubanza entrai nella villa.
L’interno era completamente differente: un grande salone, arredato elegantemente, mi accolse col calore e la luce di un festoso caminetto acceso.
La rivelazione della Realtà mi schiaffeggiò in pieno volto:
era, quindi, questo il famoso caminetto dove si decidevano le sorti della Città.
Non era un luogo metaforico, ma un oggetto concreto.
Seduti in poltrona, il Podestà ed il precedente Podestà, pubblicamente avversari acerrimi.
“Benvenuto, dottor Montemurro” Esordì l’ex Podestà.
E pensare che l’avevo pure votato a suo tempo! Decisi di ignorarlo, tanto ormai...
“E’ davvero un piacere”, continuò invece il Podestà, sorridendomi mentre si alzava dalla poltrona.
Io, spavaldo, risposi: “ Grazie, ma se avesse tardato ancora un po’ a mandarmi contro i suoi uomini i ruoli sarebbero invertiti.”
Il Podestà allargò ancor di più il suo sorriso.
“Ah, giovanotto, iniziamo male, guardi che c’è un equivoco”
“Equivoco? Lo chiamate così un arresto illegale?”
“Macché arresto, avevamo urgenza di parlarle soprattutto per congratularci con lei per aver portato a termine un’impresa così impegnativa!”
Ormai non c’erano dubbi: giocavano con me come gatto e topo. Mi prendevano per il culo.
“Davvero?” Risposi caricando la singola parola di tutta l’ironia di cui ero capace.
Invece, il Podestà smorzò il sorriso e rispose seccamente:
“Certo. Lei ha coordinato al meglio un’operazione clandestina confidando esclusivamente su materani, costringendoli quasi a prendere impegni precisi, ad essere quasi puntuali, ad assumersi quasi delle responsabilità. Ma si rende conto? Noi, che governiamo la Città da sempre, riusciamo solo raramente ad arrivare a simili risultati!”
“Non capisco, ma che sta dicendo? Mi sta sfottendo?”
Intervenne l’Ex Podestà.
“Mi scusi, dottore, ma lei perché si è messo a progettare questo colpo di stato? Mi risponda sinceramente.”
“Perché siete degli incompetenti ladri, strettamente nell’ordine! Non riuscite neppure a capire che se faceste qualcosa per la gente lì fuori campereste pure voi assai meglio! Noi non ne possiamo più di questo schifo di situazione: ci avete portati alla fame! Pure il Pane ci avete tolto!”
Serafico, l’ex Potestà continuò” Certo, Lei ha perfettamente ragione. Ma Lei ha un problema.”
“Certo che ho un problema: ho fallito!”
“No, no, non quel problema. Il suo problema è che è solo. Non qui.
E’ solo nelle intenzioni, negli scopi e negli strumenti. E’ solo perché chi l’ha seguita l’ha fatto per secondi fini, l’ha fatto per incoscienza e forse per noia.
I più, mi dispiace affermarlo, per autocommiserazione: non potendo essere, scelgono un eterno tentare.
E non dia solo la colpa a noi: se l’avessero seguita noi domani saremmo fuori gioco e Lei e i suoi al comando.
Ma due cose le devo raccomandare di ricordare.
La prima è ovvia: non l’hanno seguita.
La seconda è meno ovvia. Se avesse avuto successo a spodestarci, è proprio sicuro che avrebbe avuto successo nel risollevare le sorti di questa Città?”
Gelido, risposi: “ Ci sono teorie gettonatissime sul fatto che se si demolisse il Comune e non ci fosse più nessuno al comando le cose andrebbero comunque meglio”.
“Non mi sono spiegato: Lei è sicuro che una volta al comando i suoi amici non la tradirebbero all’istante per interesse personale? Non con cattiveria. Diciamo che inizierebbero a far togliere la sacrosanta multa al parente che ha gettato la monnezza per terra. Ma non c’è bisogno di arrivare a tanto: diciamo che le farebbero quello che le hanno combinato stasera! Lei è sicuro che sia possibile far meglio di noi?
Lei si ricorderà senz’altro che, due anni fa, quando lo Stato fece Default, e questa Città si trovò a dover trovare il modo di racimolare trenta milioni in poche settimane, il meglio che i suoi co-rivoluzionari seppe fare fu una campagna di stampa perché si tagliassero i costi della Politica? Una specie di barzelletta: a noi servivano trenta milioni per la luce, la monnezza, le scuole e i vecchietti e passammo un mese a leggere sui giornali che se avessimo licenziato l’addetto stampa avremmo risolto i nostri guai, per non parlare di quei rompicoglioni che pensavano di risolvere tutto con quella cosa sui computer, pinux, tinux o com'era”.
“E allora, certo non è razionale ma a questo baratro ci avete condotto voi che rifiutate qualsiasi innovazione!”
“Oh, ma io non discuto questo, io vorrei capire da Lei come intende uscirne contando su questa metodologia che neppure l’ha portata a sostituirci”.
O intende risolvere i problemi dei rifiuti per strada con la bacchetta magica? Non è che siccome Lei è indubbiamente onesto e capace i 6 milioni necessari le pioveranno nelle tasche. Non è che i suoi concittadini smetteranno di lamentarsi della sporcizia nello stesso istante in cui buttano i pacchetti di sigarette vuoti per terra!”
“Ma noi...”
“Ma voi fareste senz’altro meglio, se vorreste davvero farlo. Ma mi dica la verità: ha qualche indizio di una precisa volontà di cambiamento? Di miglioramento? Parlo di atti concreti, non di divagazioni e sfoghi sui siti internet. Mi risponda, per favore, sulla pratica: i suoi cosiddetti sostenitori si comportano come tedeschi laconici, puntuali e concreti, o come perfetti materani che parlano più o meno in italiano su internet invece che in dialetto piazza?”
Il discorso mi sembrava assurdo, ma non mi veniva in mente niente da ribattere.
Effettivamente, i risultati pratici non erano dei migliori.
“E quindi? Che volete da me?”
Provai a cambiare discorso.
“Da Lei?” Disse il Podestà stupito.
“Beh, da Lei vorremmo una collaborazione, è ovvio.”
“Credete che mi faccia comprare?”
“No, ma crediamo che si lascerà assumere!”
L'Ex-Podestà prese la parola: “ La sua impresa ha suscitato notevoli interessi in certi ambienti che hanno riconosciuto le sue capacità e che, francamente, ritengono siano sprecate all'esterno delle vigenti istituzioni.”
“Per esempio? A cosa e a chi si riferisce?”
Notai, mio malgrado, che il tono della mia voce si era notevolmente raddolcito.
Il Podestà si era alzato e stava componendo un numero sul cellulare. Pochi secondi dopo parlò brevemente, si avvicinò e mi porse il telefono, dicendo con un gran sorriso: “ Dottore, c’è Sua Eccellenza Emilio...”
“..Buccico?” Dissi io, ingenuamente.
La faccia melliflua del Podestà si deformò in una smorfia seccata:
“Ma quale Buccico!!!”
3 ottobre 2011
Nonciclopediamo solo nooooiii!
Non credo che Vasco Rossi abbia fatto male a desiderare che dei contenuti offensivi che lo riguardavano fossero rimossi.
Ha fatto malissimo ( Lui, o chi per Lui ) nella scelta degli strumenti per ottenere la rimozione.
Mi sono fatto la convinzione sia leggendo la versione di Nonciclopedia che la replica del Cantante e la sintesi presentata da Punto Informatico.
In pratica, lo staff legale del Blasco non avrebbe mai risposto agli Amministratori del Sito dopo aver presentato querela.
La valanga legale che si è abbattuta sul sito, lenta a partire, ma inesorabile, ne ha provocato la decisione di sospendere il servizio.
Certo, è spiacevole venire a sapere che il tuo nome è pubblicamente infangato da mani anonime e non.
Il fenomeno della diffamazione via web non è una goliardata, capisco benissimo come ci si possa sentire, soprattutto quando chi legge quelle falsità non ti conosce e non può discernere da solo sulla correttezza di quanto ha letto.
Ma le reazioni, appunto, sono e restano reazioni.
E' consigliabile usare tutt'altro metodo e strumento rispetto a quello dell'offesa.
Che so, un messaggio pacato al titolare della pagina su cui è capitata la disavventura di leggere il proprio nome associato ad epiteti sgradevoli.
In questo caso, è imperdonabile la reazione sproporzionata a cui ci troviamo di fronte.
Non credo che fosse intenzione di Vasco Rossi ( o dei suoi legali ) far chiudere Nonciclopedia o scatenare un simile putiferio.
Ma non è scusabile la loro dimostrazione pratica di 'ignoranza' degli strumenti in questione.
Perchè, di fronte all'azione giudiziaria intrapresa, questo era l'unico epilogo possibile date le circostanze.
Magari, una lettera dell'Avvocato direttamente inviata a Nonciclopedia avrebbe fatto miglior effetto.
In pratica, Vasco Rossi, invece, ha usato un caccia con bombe a grappolo per schiacciare una zanzara meravigliandosi pure dell'enormità del danno compiuto: "Chi, io? Ma io non volevo chiudere Nonciclopedia, gli ho solo lanciato un siluro fotonico addosso!"
Irricevibile, quindi la reazione del Cantante che si è trovato di fronte la rivolta di parte degli internauti: quella parte che è consciamente e dolorosamente consapevole che questo tipo di eventi è solo un assaggio di quel che succederà se le varie norme bavaglio, normative e regolamenti Agcom, in discussione giungeranno al traguardo.
Censura.
Censura massiccia.
Ecco le conseguenze.
E, caro Blasco, le conseguenze delle tue azioni sono concrete e reali.
C'è un sacco di gente che ha perso qualcosa grazie a te, alla tua azione.
Un intero sito di cui solo una minima parte ti offendeva, un sito colmo del lavoro di tante persone, cancellato.
Un intero sito di cui solo una minima parte ti offendeva, un sito colmo del lavoro di tante persone, cancellato.
Gente che con te non aveva nulla a che fare e che non ti ha nè offeso nè denigrato.
Un sacco di gente che non aveva neppure mai letto gli insulti scritti contro di te.
Ma ora non può più leggere le cazzate che strappavano magari sorrisi.
Perchè tu hai agito come hai agito.
In perfetta comunione coi propositi censori di Berlusconi & agguerritissimi iloti.
1 ottobre 2011
Da che Pulpito Viene la Predica
"POLITICI ORA BASTA"
Lo spettacolo indecente ed irresponsabile che molti di voi stanno dando non è più tollerabile da gran parte degli italiani e questo riguarda la buona parte degli appartententi a tutti gli schieramenti politici.
Il vostro agire attento solo a piccoli o grandi interessi personali e di partito, trascurando gli interessi del Paese, ci sta portando al disastro e sta danneggiando irrimediabilmente la reputazione dell’Italia nel mondo.
Rendetevi conto che tanti Italiani non hanno più nessuna stima e nessuna fiducia in molti di Voi e non hanno più nessuna intenzione di farsi rappresentare da una classe politica che, salvo alcune eccezioni, si è totalmente allontanata dalla realtà delle cose e dai bisogni reali dei cittadini.
La grave crisi che ha colpito le economie mondiali, Italia compresa, impone serietà, competenza, buona reputazione, senso dello Stato ed amore per il proprio Paese, per uscire da questo momento molto preoccupante.
Invece, purtroppo, bisogna prendere atto che solo una piccola parte dell'attuale classe politica possiede queste caratteristiche, mentre il resto è composto da persone incompetenti e non preparate che non hanno nessuna percezione dei problemi del Paese, della gravità del momento e tantomeno una visione mondiale degli scenari futuri che ci aspettano.
Anche una parte del mondo economico del Paese (intendo quella che non vive di mercato e di concorrenza) ha le sue gravi responsabilità della condizione in cui ci troviamo ora: per troppo tempo ha infatti avuto rapporti con tutta la politica (in base alle opportunità e alle loro convenienze del momento) sostenendola in tanti modi, senza mai richiamarli al sesnso del dovere e nell'interesse dell'Italia.
Ora la gravità della situazione impone che le componenti della società civile più serie e responsabili, che hanno veramente a cuore le sorti del Paese (politici-mondo delle imprese-mondo del lavoro) si parlino tra di loro e si adoperino e lavorino per affrontare con la competenza e la serietà necessaria questo difficile momento.
Bisogna dare prospettive positive per il futuro dei giovani, creare e proteggere posti di lavoro e garantire a tutti una vita dignitosa, soprattutto a chi ha più bisogno.
Alla parte migliore della polita e della società civile che si impegnerà a lavorare seriamente in questa direzione, credo che saremo in molti a dire grazie.
A quei politici, di qualunque colore essi siano, che si sono invece contraddistinti per la totale mancanza di competenza, di dignità e di amor proprio per le sorti del Paese, saremo sicuramente in molti a volergli dire di vergognarsi.
Diego Della Valle
Confindustria, ora Basta
Lo spettacolo indecente ed irresponsabile che molti di voi stanno dando non è più tollerabile da gran parte degli italiani e questo riguarda la buona parte degli appartententi a Confindustria
Il vostro agire attento solo a piccoli o grandi interessi personali e di casta, trascurando gli interessi del Paese, ci sta portando al disastro e sta danneggiando irrimediabilmente la reputazione dell’Italia nel mondo.
Rendetevi conto che tanti Italiani non hanno più nessuna stima e nessuna fiducia in molti di Voi e non hanno più nessuna intenzione di farsi sfruttare da una classe imprenditoriale che, salvo alcune eccezioni, si è totalmente allontanata dalla realtà delle cose e dai bisogni reali della Collettività.
La grave crisi che ha colpito le economie mondiali, Italia compresa, impone serietà, competenza, buona reputazione, senso dello Stato ed amore per il proprio Paese, per uscire da questo momento molto preoccupante.
Invece, purtroppo, bisogna prendere atto che solo una piccola parte dell'attuale classe imprenditoriale possiede queste caratteristiche, mentre il resto è composto da persone incompetenti e non preparate che non hanno nessuna percezione dei problemi delle stesse proprie aziende, della gravità del momento e tantomeno una visione mondiale degli scenari futuri che ci aspettano.
Infatti, la gran parte del mondo economico del Paese (intendo quella che non vive di mercato e di concorrenza) ha le sue gravi responsabilità della condizione in cui ci troviamo ora: per troppo tempo ha infatti avuto rapporti con tutta la politica (in base alle opportunità e alle loro convenienze del momento) sostenendola in tanti modi, senza mai richiamarli al senso del dovere e nell'interesse dell'Italia: solo delocalizzazione e depauperamento dei redditi dei propri stessi consumatori hanno saputo fare!!!
Ora la gravità della situazione impone che le componenti della società civile più serie e responsabili, che hanno veramente a cuore le sorti del Paese (politici-mondo delle imprese-mondo del lavoro) si parlino tra di loro e si adoperino e lavorino per affrontare con la competenza e la serietà necessaria questo difficile momento.
Bisogna dare prospettive positive per il futuro dei giovani, creare e proteggere posti di lavoro e garantire a tutti una vita dignitosa, soprattutto a chi ha più bisogno.
Alla parte migliore della polita e della società civile che si impegnerà a lavorare seriamente in questa direzione, credo che saremo in molti a dire grazie.
A quegli imprenditori, che si sono invece contraddistinti per la totale mancanza di competenza, di dignità e di amor proprio per le sorti del Paese, saremo sicuramente in molti a volergli dire di vergognarsi.
Un Bamboccione a Caso.
28 settembre 2011
Maroni, il leghista (di) Romano
Come potrà, d'ora in poi, il Ministro dell'Interno ( leghista ) Maroni relazionarsi con le forze dell'ordine che costituzionalmente dirige dopo aver contribuito a coprire il suo collega dell'Agricoltura accusato di Associazione Mafiosa in base ad indagini condotte dalle forze dell'ordine che il Ministro dell'Interno ( leghista ) Maroni, costituzionalmente, dirige, è più di uno scioglilingua.
La parola "leghista", sinonimo di contraddizione ontologica, logica e morale, non basta a spiegarlo.
Dinnanzi ai nostri stessi occhi, guardie e ladri si spartiscono le nostre spoglie.
L'Odio è spreco per costoro, spreco di forza, spreco di Vita.
Andiamo, la tenebra è impaziente.
Noi saremo occhi di dolore
con due lacrime divise
Aridi e induriti come spine
percorrendo strade di cartone
Vittime di una follia precisa
di una macchina corrosa
preda di qualsiasi cacciatore
con un passaporto senza nome
Lacrime amare e poca vita
restano nella stanza vuota
Lacrime amare e poca vita
restano nella stanza vuota
Apriremo scuole di perdono
per succhiarci via il veleno
raccontando storie ripugnanti
così sentiranno tutti quanti
Porto l'iniziale del tuo nome
e ti bacio sulla bocca
fa che non ti riescano a trovare
fa che la mia notte sia dormire
Lacrime amare e poca vita
restano nella stanza vuota
Lacrime amare e poca vita
restano nella stanza vuota
Quando avranno smesso di gridare
ci potremo rivedere
inservibili le nostre ali
seguiremo lenti i girasoli
27 settembre 2011
Continuità
Il vecchio parlava al ragazzo:
" Io, l'8 Settembre, stavo in Abruzzo, ad Arezzo.
Avevo 25 anni e non ci dicevano niente.
Niente.
Ce ne stavamo in caserma e non sapevamo niente di quello che succedeva.
Poi quel mattino passò un camion, scese un ufficiale ed entrò a parlare col colonnello.
Dal camion vedevamo che erano scesi anche degli altri soldati, ma un paio erano senza divisa, salutarono i compagni e se ne andarono per un viottolo.
Chiedemmo notizie agli altri e ci dissero che la guerra era finita, tutti a casa.
La gioia più grande non era per la guerra finita, ma per il tutti a casa, sarei tornato a casa.
E come? Chi ? Quando?
Domande, domande, domande, ma quelli non sapevano risponderci.
L'ufficiale uscì dal palazzetto del comando e il camion si rimise in marcia verso sud.
Il Colonnello fece suonare l'allarme, ci fece mettere in assetto di guerra e a noi questa cosa non ci piacque.
Anche perchè passammo tutta la giornata fermi, chi di sentinella, chi in cortile, zaino in spalla e fucile in mano.
Si vedeva che c'era agitazione, si muovevano come formiche, gli ufficiali.
Quella sera il colonnello ci disse che la guerra contro gli americani era finita, ma che bisognava vedere che facevano i tedeschi!
Poi la notte si diffusero le voci, e chi dormì: i tedeschi arrivavano, no erano gli americani che arrivavano, insomma non si capiva niente.
Il giorno dopo il Colonnello disse che tutti quelli del sud se ne potevano andare, che quelli del nord era meglio che restassero perchè a nord c'erano i tedeschi.
Ma non ci fu verso.
Alle 8 del mattino in caserma non c'era più nessuno.
Facemmo attempo attempo.
Treni non ce n'erano, ci mettemmo la via sotto i piedi e iniziammo a camminare.
Quanto ho camminato.
I primi giorni ci riposavamo, ma, poi, una volta, sentimmo tanti camion venire da nord e ci nascondemmo in un fosso.
Erano i tedeschi, stavano sui carriarmati ognuno col mitragliatore.
Noi tenevamo i '91, quei pochi che se li erano conservati.
Uno di loro col mitragliatore sparava come dieci di noi col '91, che potevamo fare?
Ci nascondemmo e quando passarono oltre ci buttammo per i campi, sempre verso sud, e non ci fermammo manco per dormire.
Io ho dormito in piedi, camminando!
Ci ho messo quasi un mese a tornare a Matera.
Quando sono arrivato, alla casa cantoniera sulla via di Bari, non ce la facevo più.
Mi ero sdraiato a terra coi piedi gonfi e per fortuna passò mio suocero col traino.
Mi caricò,
mi portò a casa.
Quanti pianti.
So' stato due giorni e due notti a letto con la febbre.
E tutto per quel cornuto di Vittorio Emanuele maledettalui che se ne è scappato e ci ha lasciati là.
Maledettallui!!"
Silenzio.
Ti ho ascoltato.
E mi ricordo.
24 settembre 2011
Antipatici dettagli su guerre e paci
Marcia della Pace.
Mai partecipata ad una.
Cioè, mi sarebbe piaciuto tanto andarci, soprattutto col Clan.
Cinquant'anni fa si svolse la prima edizione.
Certo, è antipatico ricordare che fu un'iniziativa fortemente voluta più a Mosca, nel quartier generale del Comitato per la Sicurezza dello Stato ( alias KGB ) in funzione antiamericana che altrove, ma oggi le cose non sono certamente come allora.
E di merce della Pace ce ne vorrebbe più di una.
Perchè le 'Paci' necessarie non sono solo quelle banalmente evidenti a causa del suono del cannone delle tante Guerre a cui si contrappongono.
Prima di tutto ritengo che si debba far pace col nostro stesso intelletto.
Quando si parla di Pace, Pacifismo e Non violenza, purtroppo, in Italia si parte spesso da degli assunti pregiudizievoli che non tengono conto della realtà.
Io credo che i lettori di questo blog abbiano ben in mente che sono un uomo di Sinistra, pacifista, nonviolento credo dall'età di 12 anni. Sono favorevole alla creazione di uno stato Palestinese, ero contrario all'intervento in Iraq e ascolto De Andrè, quindi ho tutte le crocette al posto giusto nella lista del perfetto radical chic.
Tuttavia, forse per i miei studi storici, sin dall'età della ragione gli slogan pacifisti mi hanno convinto solo in parte.
E il disgusto per la violenza e la guerra non mi è venuto tanto dalle varie manifestazioni a cui ho partecipato, ma proprio dalla lettura delle testimonianze di guerra.
Forse, come ho scritto nelle prime righe di questo post, certe prese di posizione mi sono sempre apparse artificiose solo perchè ben conscio dell'origine cekista di gran parte del movimento pacifista nostrano.
Insomma, io sono comunista, mica sovietico: e per me l'URSS è stata la tomba del comunismo, non la sua culla: dal KGB non poteva nè può venire nulla di buono.
E tra NATO e Patto di Varsavia non ho mai avuto dubbi su dove schierarmi.
A parte il fatto che scommetto quello che volete che, se l'Italia fosse stata invasa dalle truppe Dei vari Fronti Ucraini dello scacchiere sud ovest dell'immenso esercito meccanizzato sovietico non ho assolutamente dubbi su chi poi si sarebbe fatto carico della resistenza. Non certo i giovani democristiani. Sarebbero stati i comunisti. E non lo penso solo io: c'è un delizioso racconto di Guareschi ( dico, Guareschi ) in cui Don Camillo, avuta la notizia dell'invasione Sovietica, si asserraglia in canonica temendo Peppone per poi scoprire che proprio Peppone e i suoi si sono fatti ammazzare combattendo i T-55 russi.
E se lo anche pensava Guareschi negli anni '60 sono abbastanza sicuro di me in questo pensiero.
Quindi ho sempre trovato al limite del salto logico le posizioni del movimento pacifista dell'epoca: i Russi schieravano gli IRBM nucleari in Germania Est e Polonia? No ai Pershing USA schierati in risposta, ma neppure una sola voce a chiedere il ritiro dei missili sovietici.
Il motivo che ho ascoltato negli ultimi 20 e passa anni è sempre stato: "No alla guerra senza se e senza ma". Aggiungo io: guerra occidentale.
E fin qui mi sta anche bene. Tuttavia, mai che io abbia potuto leggere di un'alternativa.
Perchè le 'Paci' necessarie non sono solo quelle banalmente evidenti a causa del suono del cannone delle tante Guerre a cui si contrappongono.
Prima di tutto ritengo che si debba far pace col nostro stesso intelletto.
Quando si parla di Pace, Pacifismo e Non violenza, purtroppo, in Italia si parte spesso da degli assunti pregiudizievoli che non tengono conto della realtà.
Io credo che i lettori di questo blog abbiano ben in mente che sono un uomo di Sinistra, pacifista, nonviolento credo dall'età di 12 anni. Sono favorevole alla creazione di uno stato Palestinese, ero contrario all'intervento in Iraq e ascolto De Andrè, quindi ho tutte le crocette al posto giusto nella lista del perfetto radical chic.
Tuttavia, forse per i miei studi storici, sin dall'età della ragione gli slogan pacifisti mi hanno convinto solo in parte.
E il disgusto per la violenza e la guerra non mi è venuto tanto dalle varie manifestazioni a cui ho partecipato, ma proprio dalla lettura delle testimonianze di guerra.
Forse, come ho scritto nelle prime righe di questo post, certe prese di posizione mi sono sempre apparse artificiose solo perchè ben conscio dell'origine cekista di gran parte del movimento pacifista nostrano.
Insomma, io sono comunista, mica sovietico: e per me l'URSS è stata la tomba del comunismo, non la sua culla: dal KGB non poteva nè può venire nulla di buono.
E tra NATO e Patto di Varsavia non ho mai avuto dubbi su dove schierarmi.
A parte il fatto che scommetto quello che volete che, se l'Italia fosse stata invasa dalle truppe Dei vari Fronti Ucraini dello scacchiere sud ovest dell'immenso esercito meccanizzato sovietico non ho assolutamente dubbi su chi poi si sarebbe fatto carico della resistenza. Non certo i giovani democristiani. Sarebbero stati i comunisti. E non lo penso solo io: c'è un delizioso racconto di Guareschi ( dico, Guareschi ) in cui Don Camillo, avuta la notizia dell'invasione Sovietica, si asserraglia in canonica temendo Peppone per poi scoprire che proprio Peppone e i suoi si sono fatti ammazzare combattendo i T-55 russi.
E se lo anche pensava Guareschi negli anni '60 sono abbastanza sicuro di me in questo pensiero.
Quindi ho sempre trovato al limite del salto logico le posizioni del movimento pacifista dell'epoca: i Russi schieravano gli IRBM nucleari in Germania Est e Polonia? No ai Pershing USA schierati in risposta, ma neppure una sola voce a chiedere il ritiro dei missili sovietici.
Il motivo che ho ascoltato negli ultimi 20 e passa anni è sempre stato: "No alla guerra senza se e senza ma". Aggiungo io: guerra occidentale.
E fin qui mi sta anche bene. Tuttavia, mai che io abbia potuto leggere di un'alternativa.
Le bombe non sono la risposta, d'accordo, ma un'alternativa?
Mai letta.
Mai.
Dalla prima guerra del golfo in poi.
Soluzione 'alternativa' dei pacifisti?
Mai sentita.
Anzi, mai neppure letto nulla, una riga che sia una, sulle stesse fonti che quotidianamente mi informano delle violenze israeliane.
Anzi, mai neppure letto nulla, una riga che sia una, sulle stesse fonti che quotidianamente mi informano delle violenze israeliane.
Siria: soluzione 'alternativa' dei pacifisti?
Ma perchè le solite fonti che condannano le rappresaglie israeliane ad Hamas non spendono verbo sulla Siria? Ci sono stati forse più morti in Siria in questi mesi che in tutte le intifade!
Silenzio.
E i bombardamenti sul Kurdistan da parte degli amici turchi?
Ma già, i turchi hanno un bel bonus freedom flottilla da scontare e hanno espulso l'ambasciatore israeliano, quindi per un pezzo sono tra i buoni.
Silenzio.
E i bombardamenti sul Kurdistan da parte degli amici turchi?
Ma già, i turchi hanno un bel bonus freedom flottilla da scontare e hanno espulso l'ambasciatore israeliano, quindi per un pezzo sono tra i buoni.
E' questo che mi sconcerta.
Mentre si accusano gli USA di usare doppio peso e misura con Israele si fa esattamente lo stesso nello stesso istante.
Bispensiero berlusconiano anche questo?
Mentre si accusano gli USA di usare doppio peso e misura con Israele si fa esattamente lo stesso nello stesso istante.
Bispensiero berlusconiano anche questo?
La guerra non è mai una soluzione. Cavolo ditelo alle democrazie europee, (ri)nate solo in seguito all'intervento USA contro il Nazismo e alla sua prosecuzione de facto in funzione antisovietica fino agli anni '80.
Ma anche se fosse, quale sia l'alternativa non è dato saperlo.
Il meglio che si può ottenere è: "Bisogna eliminare le condizioni di ingiustizia e sofferenza che generano i conflitti".
Il meglio che si può ottenere è: "Bisogna eliminare le condizioni di ingiustizia e sofferenza che generano i conflitti".
Certo, ad esempio, io non ho dubbi sul fatto che se in Palestina si raggiungesse finalmente una situazione dignitosa per quel popolo i germi di altre violenze e delle motivazioni di parte del terrorismo islamico sarebbero stroncati sul nascere.
Iran permettendo, ovviamente.
L'ingiustizia è causa prima di violenza, tra i piccoli come tra i grandi del mondo.
E su questo si deve sempre lavorare.
Ma è un discorso preventivo, su cui in ogni caso dubito che si stia facendo alcunchè a livello internazionale: si pensi all'Africa e all'Asia centrali, per non parlare della Somalia e della terribile carestia lì in corso.
Oppure mi si cita Ghandi come esempio di nonviolenza vincente:
ma Ghandi non si contrapponeva ad Hitler, lottava contro Churchill! Se i nazisti fossero arrivati in India voglio proprio vedere la non violenza dove li avrebbe portati, i poveri indiani, a contrapporsi non alle Irish Guards ma magari alla Divisione SS Leibstandarte.
E di esempi di Pace senza se senza ma applicati ne abbiamo un bel po': Il Trattato di Monaco, che consegnò la Cecoslovacchia ad una debole Germania a causa delle pavide opinioni pubbliche occidentali stremate dalle conseguenze della Grande Guerra, per non parlare del bell'esempio di Srebrenica nelle guerre Yugoslave per restare nel vicinato.
O del genocidio in Ruanda.
In un mio precedente post ho analizzato cosa fa un paese Serio, Pacifico e Neutrale come la Svezia per difendersi raffrontando la sua aviazione a quella del bel Paese.
In tempi di crisi, i 27 miliardi di € che spendiamo per la difesa non sono noccioline.
Ma siamo sicuri che il problema sia quello? Eliminiamo le armi ( occidentali ) ed avremo la Pace, ossia la sicurezza la dignità e la prosperità per tutti?
Qualunque sia l'obiettivo dubito che possa essere raggiunto mettendo in campo salti logici.
No alla guerra in Libia, ok, daccordo: ma voglio il piano.
Voglio la vostra procedura dettagliata.
Esigo di sapere come si deve operare.
Altrimenti "No alla guerra" è un'affermazione sterile un po' come sentir dire a Marchionne "no alla disoccupazione" mentre chiude Termini Imerese.
Serve molto di più per questa e le prossime marce della Pace.
Serve qualità e precisione.
Concretezza su obiettivi e soprattutto sugli strumenti.
In questo paese gli obiettivi si leggono chiari e limpidi, ideali e perfetti.
Ma i mezzi e gli strumenti sono le cenerentole della dialettica.
Solo che gli strumenti della Nato sono chiari e noti. Quelli della marcia della Pace ancora sconosciuti. Questo deve cambiare.
Non per altro: perchè senza strumenti di Pace prevale la Guerra.
In un mio precedente post ho analizzato cosa fa un paese Serio, Pacifico e Neutrale come la Svezia per difendersi raffrontando la sua aviazione a quella del bel Paese.
In tempi di crisi, i 27 miliardi di € che spendiamo per la difesa non sono noccioline.
Ma siamo sicuri che il problema sia quello? Eliminiamo le armi ( occidentali ) ed avremo la Pace, ossia la sicurezza la dignità e la prosperità per tutti?
Qualunque sia l'obiettivo dubito che possa essere raggiunto mettendo in campo salti logici.
No alla guerra in Libia, ok, daccordo: ma voglio il piano.
Voglio la vostra procedura dettagliata.
Esigo di sapere come si deve operare.
Altrimenti "No alla guerra" è un'affermazione sterile un po' come sentir dire a Marchionne "no alla disoccupazione" mentre chiude Termini Imerese.
Serve molto di più per questa e le prossime marce della Pace.
Serve qualità e precisione.
Concretezza su obiettivi e soprattutto sugli strumenti.
In questo paese gli obiettivi si leggono chiari e limpidi, ideali e perfetti.
Ma i mezzi e gli strumenti sono le cenerentole della dialettica.
Solo che gli strumenti della Nato sono chiari e noti. Quelli della marcia della Pace ancora sconosciuti. Questo deve cambiare.
Non per altro: perchè senza strumenti di Pace prevale la Guerra.
23 settembre 2011
Materadio, la festa di Radio Tre e di Matera
Ci siamo,
l'avventura ha avuto inizio!
Commozione per aver assistito a Farhenheit, commozione per Pesce e per Passannante, commozione per questa nuova esperienza di cultura e speranza.
Radio Tre, la radio dell'Italia normale
Ascolto Radio Tre da molti anni.
Inizio la giornata con la rassegna stampa internazionale a cui segue un breve notiziario.
Inizio la giornata con la rassegna stampa internazionale a cui segue un breve notiziario.
Poi, l'importantissima rassegna stampa nazionale, letta e commentata da un giornalista che cambia ogni settimana a cui segue l'intervento dei radioascoltatori che dialogano telefonicamente col giornalista di turno.
Una mezz'ora in cui si incontra l'italica ottusità ma anche il coraggio nella disperazione, la precisa lucidità del cittadino esemplare e il buon senso della buona educazione applicata alla convivenza civile.
Dal dibattito tra il giornalista e i radioascoltatori , ogni giorno, nasce una trasmissione: "Tutta la città ne parla" in cui, prendendo spunto dalla domande più interessante, si realizza un dibattito di approfondimento.
Ma, prima di ciò, un Radiogiornale in cui lo sport è messo al posto suo, ossia in coda ed in breve ed una terza rassegna stampa dedicata alle pagine culturali.
E poi le trasmissioni storiche: Radio Tre Mondo, dedicata ai fatti di politica estera approfonditi come su Limes, Radio Tre Scienza in cui si spazia dall'Astronomia alla Genetica, dall'Energia alla conservazione dei libri.
Poi, è tempo di musica.
E poi, di musica lirica ed ironia coi due terribili discoli de "La Barcaccia".
Nel pomeriggio, finalmente, arriva Farhenheit, la magnifica, impareggiabile ed immancabile trasmissione dedicata ai libri guidata da Marino Sinibaldi.
Ancora musica con "Sei Gradi" e poi cinema, teatro e musica in molte altre trasmissioni più o meno variabili.
Non posso dimenticare tra le citazioni "Uomini e Profeti", di Gabriella Caramore, nel week end, dedicata a temi religiosi. Lì ho conosciuto Enzo Bianchi e la Speranza di una Chiesa diversa da quella basata sul Potere Temporale e raccontata da Minzolini & complici.
Una Chiesa viva, lontana dal Potere e dedicata al Servizio, alla meditazione e alla preghiera.
Se qualcuna delle mie catechesi, nel Reparto e poi nel Clan, è stata un po' meno pallosa delle solite, beh, credo che sia merito di Enzo Bianchi e Gabriella Caramore.
Radio Tre è un contenitore plurale in cui non ha trovato posto la mignottocrazia e la volgarità, non quella delle ballerine con le tette al vento, quella del pensiero atroce vomitato nei vari portaporta da gente vestitissima e con cravatte impeccabili, un contenitore immenso in cui non c'è spazio per il bispensiero berlusconiano. L'incauto ospite che osi comportarsi e fare affermazioni degne del miglior Fede viene puntualmente, senza urla, smentito dall'evidenza. Nelle trasmissioni di Radio Tre le domande scomode non sono taciute. Se Maroni fosse ospite di "Tutta la città ne parla", ad esempio, non ho dubbi che, alle sue grottesche affermazioni sulla volontà di uccidere dei manifestanti in Val di Susa, gli verrebbero contestati all'istante i video dei poliziotti che gettano massi dai cavalcavia sui manifestanti.
Radio Tre non è l'ultimo bastione, ma è l'embrione.
L'Embrione di un'Italia rinascente.
Che rinascerà dalle ceneri di questa, ormai in fiamme.
Radio Tre, questo week end, è a Matera.
Ascolterò e parteciperò a quel che potrò, ovviamente.
Spero che questo evento porti qualche frutto ai miei concittadini.
Non solo la notorietà tra il militante pubblico della radio.
Ma che in molti si incuriosiscano e si appassionino a questa Emittente e si uniscano alle sue schiere di combattenti e resistenti per un'Italia Normale.
22 settembre 2011
vigilia della rivoluzione?
No.
Non quella che aspettiamo a giorni nel Bel Paese.
Una rivoluzione di monetine svalutate contro dittature dell'animo più che del corpo.
E neppure la rivoluzione in questa piccola Città, consumata dall'ignavia.
E non mi riferisco neppure all'attesa dichiarazione di indipendenza Palestinese.
Mi riferisco a quella che potrebbe essere la rivoluzionaria chiave delle Stelle per l'Umanità Tutta.
Tra il CERN di Ginevra ed il laboratorio sotto il Gran Sasso è stato effettuato un esperimento durante il quale una particolare classe di neutrini avrebbe, ed il condizionale è d'obbligo fino a prova scientifica incontrovertibile, superato la Velocità della Luce.
Se queste misure fossero confermate le implicazioni materiali sarebbero superiori alla scoperta del fuoco.
Implicherebbero la possibilità teorica di costruire astronavi capaci di muoversi a velocità superiori a quella della luce, cosa impossibile secondo la teoria einsteiniana della relatività. Per intenderci, astronavi come l'Enterprise di Star Trek.
Ossia, la possibilità pratica di esplorare l'Universo.
Beh, certo, l'implementazione delle tecnologie necessarie potrebbe durare secoli, ma in teoria saremmo liberi, liberi dal pozzo gravitazionale che ci costringe quaggiù, liberi di raggiungere Proxima Centauri in tempi umani e non geologici.
Liberi di salvarci.
E di esportare il berlusconismo nel cosmo.
Il Male viaggia da tempo più veloce della luce
Iscriviti a:
Post (Atom)